Testimonianze successive alla morte

E) Stefano di Borbone

[2253] 1. ... Ho udito raccontare questo episodio.

Mentre il beato Francesco attraversava la Lombardia, un giorno entrò nella chiesa di un villaggio per pregare.

Ma un certo uomo, patarino o manicheo, cui era ben nota la fama di santità che riscuoteva tra il popolo, si avvicinò a lui, con l'intenzione di trascinare il popolo nella sua setta per mezzo di lui, e distorcerlo così dalla vera fede e screditare la dignità sacerdotale.

Il parroco del luogo, infatti, era diventato occasione di scandalo perché viveva con una concubina.

Chiese, dunque, al Santo: « Di', si deve credere alle parole e prestare credibilità alla vita di uno che vive in concubinaggio ed ha le mani immonde avendo avuto rapporto con una meretrice? ».

Il Santo capì la malizia di quell'eretico e, portandosi da quel sacerdote, sotto gli occhi dei parrocchiani, si inginocchiò davanti a lui e proclamò: « Io non so se le mani di costui sono quali le descrive quest'uomo; ma se anche lo fossero, io so e credo che ciò non può indebolire la forza e l'efficacia dei divini sacramenti.

E attraverso queste mani che Dio riversa benefici e doni sul suo popolo.

Perciò io le bacio queste mani, per riverenza ai sacramenti che amministrano e per la santità di Colui che ha conferito ad esse tale potere ».

E, pronunciando queste parole, si inginocchiava davanti a quel sacerdote e baciava le mani di lui.

Gli eretici e i loro simpatizzanti, che assistevano alla scena, furono pieni di confusione.

[2254] 2. Ho sentito narrare questo episodio.

Il beato Francesco arrivò, un giorno, in un paese della Lombardia dove era noto per la fama della sua santità.

Ma un certo eretico, che aveva notato la semplicità di quell'uomo, si propose di trarne partito per dimostrare la verità della sua setta e aumentarne il credito tra i simpatizzanti, che erano accorsi sul luogo.

Appena scorse il parroco del paese che si dirigeva verso di lui, così apostrofò il Santo: « O tu, buon uomo, che ne pensi di costui, che ha la cura di questa parrocchia e tiene con sé una concubina e tutti sappiamo macchiato di molti peccati?

Può essere mondo quanto egli tratta e amministra con le sue mani? ».

Al Santo non sfuggì la malizia dell'eretico e, di rimando chiese: « E del sacerdote del paese che voi dite queste cose? ».

E poiché essi rispondevano che sì, appunto, Francesco si gettò in ginocchio nella polvere e, baciando le mani di lui, proseguì: « Queste mani hanno toccato il mio Signore, né comunque siano, hanno potuto rendere immondo Lui ne diminuire la forza di Lui.

Per onore del Signore, onora il suo ministro.

Per se stesso egli può essere cattivo, per me è buono ».

E così gli eretici rimasero confutati.

[2255] 3. Ho sentito raccontare da un nostro fratello sacerdote questo episodio.

Un giorno si erano radunati alcuni grandi prelati e, saputo che san Francesco predicava agli uccelli e agli uomini, pur essendo uomo semplice e illetterato a detta di tutti, lo fecero convocare, dicendo che volevano sentirlo predicare, lui che usurpava l'ufficio della predicazione; e gli fissarono un giorno nel quale avrebbe dovuto predicare alla loro presenza.

Allora un grande vescovo, che era suo amico, temendo la confusione di quell'uomo di Dio, lo fece venire segretamente a casa sua e gli consegnò le parole di un sermone ben lavorato e tutto a modo.

Giunto il giorno fissato, Francesco si presentò davanti ai prelati e tentò di dire le parole preparate e che aveva rimuginato a lungo, ma non gli riuscì neppure di cominciare.

Incerto sul da farsi, collocò tutta la sua fiducia nel Signore, e aprì a caso il suo salterio.

Gli occhi si fermarono su quel detto: « Confusio faciei meae cooperuit me », il mio volto è coperto di vergogna.

E, voltando questo tema nel suo volgare, parlò a lungo dell'orgoglio e dei cattivi esempi dei prelati, causa principale della vergogna che ricopriva la Chiesa.

Disse che loro erano il volto della Chiesa e proprio sulla loro faccia doveva risplendere tutta la bellezza di lei, perché dice sant'Agostino: « Una faccia per essere veramente bella deve essere regolare nelle proporzioni, ornata convenientemente e di un colore grazioso ».

Ora invece quella faccia era coperta di confusione a causa dei loro cattivi esempi.

Ma quanto più una parte del corpo è eminente, visibile, bella e degna, tanto più arreca vergogna una macchia su di essa, ecc.

Queste ed altre cose ancora disse sull'argomento.

La predica non mancò di suscitare una salutare confusione ed anche profonda edificazione.

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