Testimonianze successive alla morte

B) Richiero di Sens

[2303] 1. Invero Ildegarda ... ha scritto e predetto riguardo agli Ordini che sarebbero sorti più tardi dei Predicatori e dei frati minori, i quali hanno cominciato la loro vita nel nostro tempo.

Disse apertamente: Sorgeranno dei frati con grandi tonsure, in abito religioso di foggia inconsueta, che all'inizio saranno accolti dal popolo come si accoglie Dio; non vorranno possedere nulla di proprio, e vivranno con le sole elemosine dei fedeli, e neppure queste elemosine conserveranno per il domani; ma, contenti di questa povertà, andranno per città, paesi e regioni predicando, e perciò saranno, in questo inizio, molto cari al loro Dio e agli uomini.

Ma presto, intiepidendosi nel loro proposito, saranno reputati più vili degli altri uomini.

Questo si dice che aveva predetto Ildegarda dei Predicatori e dei frati minori ( c. 15 ).

[2304] E veramente un certo Domenico, delle parti della Toscana, al tempo di papa Innocenzo III, incominciò l'Ordine dei Predicatori, come, ancora nello stesso tempo, un certo Francesco, di cui diremo dopo, incominciò l'Ordine dei frati minori ( c. 16 ).

[2305] 2 . ... Francesco che più sopra abbiamo detto essere il primo dell'Ordine dei frati minori, nato ad Assisi, città della valle Spoletana, era figlio di un uomo ricco che lo mandava frequentemente in Francia per ragioni di commercio.

Si dice che proprio da Francia venga il suo nome di Francesco.

Giovane di buona indole e saggio, coltivava, come gli altri mercanti, l'ambizione delle cose terrene; però sovveniva con abbondanza alle chiese e ai poveri con i frutti della sua mercatura.

Un anno gli capitò di tornare nella sua città, ove il padre l'accolse amorevolmente e rimasero insieme qualche tempo.

Ma un giorno, che il padre era occupato in una certa festa solenne, Francesco, giovane veramente degno di lode, si ritrasse in una camera e si spogliò delle sue vesti; poi, indossata una certa tonaca di panno vile, in cui era stato ricavato un cappuccio, e cingendo i fianchi con una corda nodosa, così, senza calzari e tonsurato, si fece incontro al padre e lo salutò per l'ultima volta, dicendogli che egli voleva servire a Dio piuttosto che al mammona.

[2306] 3. Mentre camminava per quelle contrade, si unirono a lui e al suo Ordine molti fratelli.

Quindi si recarono da papa Gregorio, che li autorizzò a predicare.

E così si sparsero nelle diverse regioni.

[2307] 4. Si dice che Francesco, in viaggio con i compagni per città e borgate, giungesse in una città per predicarvi la parola di Dio.

Ma appena ebbe cominciato il discorso, i cittadini del luogo, osservandolo in quella strana foggia di vestito, lo scacciarono dalla città, come un pazzo.

Allora Francesco, uscito verso la campagna e stando sulla strada pubblica, osservò in un campo una gran quantità di uccelli di diverse specie, intenti a beccare.

Si rivolse a loro e li chiamò vicini a sé, come se parlasse ad uomini; e subito, al suo richiamo, si radunò attorno a lui tal moltitudine d'uccelli d'ogni specie, che si diceva di non averne mai visti tanti da quelle parti.

Francesco ammoniva gli uccelli perché almeno loro, che erano creature senza ragione, si guardassero dal trascurare l'ascolto della parola di Dio, dal momento che gli uomini, dotati di intelligenza e di discernimento l'avevano a noia.

Gli uccelli, levando i colli, volgevano verso di lui le testoline e il viso, come se lo capissero.

Francesco li esortava a glorificare e a lodare Iddio, che li aveva creati e li nutriva, con i loro trilli e le loro voci.

E così continuò a lungo a discutere con loro della parola di Dio, come avesse davanti creature ragionevoli.

I passanti notarono quell'uomo stranamente vestito, che predicava agli uccelli come se fossero uomini, e ne diffusero la notizia in città.

Allora tutti i cittadini, accorrendo, furono pieni di ammirazione davanti a quel prodigio, e lo supplicavano che avesse pietà della città che lo aveva cacciato fuori.

Francesco benedisse gli uccelli e diede loro licenza di partire.

Poi, volgendosi al popolo, li rimproverò, perché loro, che erano creature intelligenti e ragionevoli non si erano curati d'ascoltare la parola di Dio, mentre gli uccelli, che sono senza ragione l'accoglievano con grande letizia.

Dopo aver parlato a lungo a quella gente, finito il discorso, li benedisse e se ne partì da quel luogo.

[2308] 5. Si narra che abbia passato il mare e si sia recato a Babilonia, ottenendo dal re di quella città il permesso di predicare.

Pertanto, avendo il beato Francesco notato che aveva trovato grazia presso quel re e la sua gente, lasciò tra loro solo un piccolo gruppo dei suoi e se ne tornò ad Assisi, con l'intenzione di mandarvi un numero più consistente di predicatori.

Ma poiché il corso della vita dell'uomo non è tanto nelle mani di chi fatica e corre, ma piuttosto nelle mani di Dio che li governa, non so per qual motivo, non poté tornare a Babilonia.

Dopo aver disseminato per ogni dove gran numero dei suoi frati e di essersi reso famoso con i miracoli, gravato da infermità, tornò ad Assisi.

Qui si addormentò nel Signore con la morte dei giusti, e qui fu sepolto.

[2309] 6. ... Invero la loro vita religiosa si è conservata, fino ai nostri tempi, meglio e più santamente di quella dei Predicatori.

E per questo che molte persone, uomini e donne, bramose di imitarli, hanno abbracciato la loro forma di vita.

Chierici nobili e letteratissimi, disprezzando le loro cariche, dignità, ricchezze e il benessere che potevano avere tra i loro parenti, per amore di Dio si sono uniti a loro.

Le donne poi, alcune vergini, altre sposate o vedove, altre vissute prima malamente, nobili e meno nobili, sottomettendosi alla loro direzione e accettandone la forma di vita, si sono costruite delle piccole abitazioni.

Ma ahimè! molti, di ambo i sessi, che già avevano posto mano all'aratro di Dio per loro salvezza, hanno miserevolmente volto indietro lo sguardo ritornando al lusso e ai piaceri, come cani al loro vomito, tradendo se stessi.

Penso però che sia meglio non parlare di essi.

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