Cronaca di Salimbene De Adam

II. San Francesco d'Assisi

6. Sintesi liturgica della vita di san Francesco

[2583] L'anno 1226, il 14 ottobre, di sabato, sul far della sera il beato Francesco, istitutore e guida dell'Ordine dei frati minori, passò da questo mondo tenebroso al regno celeste, e fu sepolto di domenica nella città di Assisi, ornato delle stimmate di Gesù Cristo.

Erano ormai compiuti 20 anni dalla sua conversione.

Infatti aveva iniziato la sua nuova vita nel 1207, mentre era papa Innocenzo III.

Di lui si canta: « Coepit sub Innocentio - cursumque sub Honorio perfecit gloriosum.

- Succedens his Gregorius magnificavit amplius - miraculis famosum »; cominciò sotto Innocenzo e condusse a termine il suo glorioso cammino sotto Onorio III.

A loro succedette papa Gregorio IX, che lo esaltò nell'albo dei santi, famoso ormai per tanti miracoli.

7. San Francesco e gli animali

[2584] ... Così nel mio Ordine ho visto alcuni frati dotti, letterati e di grande santità, perdersi dietro cose futili, tanto da essere giudicati uomini leggeri dagli altri: e cioè con leggerezza si intrattengono a scherzare con un topolino o un cagnolino o qualche uccelletto; ma non alla maniera con la quale il beato Francesco parlava e giocava col fagiano e la cicala, dilettandosi nel Signore.

8. Il compito dei demoni

[2585] A questo proposito, si legge che Francesco disse al suo compagno, la notte che fu fustigato dai demoni nel palazzo di un cardinale: « I demoni sono i castaldi di nostro Signore incaricati a punire gli uomini.

Penso infatti che Dio ha permesso ai suoi castaldi di precipitarsi su di noi, perché il nostro stare qui nel palazzo dei grandi non offre buon esempio agli altri ».

9. Il Natale a Greccio

[2586] ... Nel convento di Greccio, dove il beato Francesco nella festa della Natività del Signore cantò il Vangelo e fece la rappresentazione del bambino di Betlemme, col presepio, il fieno e il bambino; l'episodio è narrato diffusamente nella leggenda di lui.

10. Un uomo crocifisso deposto dalla croce

[2587] Credo con piena certezza che come il Figlio di Dio volle avere un amico tutto speciale da potere rendere simile a sé, e cioè il beato Francesco, così il diavolo con Ezzelino.

Si dice, a riguardo del beato Francesco, che a uno Dio consegnò cinque talenti.

Non c'è mai stato infatti nessuno al mondo, se non il solo Francesco nel quale Cristo impresse le cinque piaghe perché fosse in tutto a lui somigliante.

Mi ha raccontato frate Leone, che era suo compagno ed era presente, che quando si stava lavando il suo corpo per la sepoltura, sembrava veramente come un crocifisso deposto dalla croce.

E perciò si possono applicare al beato Francesco le parole dell'Azione Apocalisse, 1,13: Vidi uno simile al figlio dell'uomo.

In che cosa sia stato simile a Cristo, poiché ne ho già scritto altrove, tralascio di dirlo qui.

11. Visita alla Verna

[2588] L'eremo della Verna si trova in Toscana, nella parte montagnosa della diocesi di Arezzo.

Qui il beato Francesco ebbe la visione del Serafino che gli impresse le stimmate a somiglianza del Signore nostro Gesù Cristo.

Passai altra volta per quel luogo, di ritorno da Assisi, dove m'ero recato in pellegrinaggio.

Ho notato che lassù, quando i frati fanno la commemorazione di san Francesco, sempre recitano a mattutino l'antifona « O martyr desiderio » e a vespro quell'altra « Caelorum candor », per la ragione che in queste due antifone si fa menzione dell'apparizione del Serafino.

E sempre, all'inizio e alla fine di queste due antifone, i frati genuflettono.

12. La canonizzazione

[2589] Nell'anno 1228, il 16 di luglio, papa Gregorio iscrisse nel catalogo dei Santi e canonizzò il beato Francesco.

Lo stesso papa canonizzò la beata Elisabetta, figlia del re di Ungheria e moglie del langravio di Turingia, la quale, tra gli innumerevoli miracoli, risuscitò 16 morti e diede la vista ad un cieco nato.

Dal suo corpo ancor oggi si vede emanare una specie di olio.

Questa Santa, dopo la morte del marito, visse sotto l'obbedienza dei frati minori e fu sempre a loro molto devota.

13. Traslazione

[2590] Nell'anno del Signore 1230, i frati minori celebrarono il Capitolo generale ad Assisi.

Il 25 maggio fu fatta la traslazione del corpo del beato Francesco.

In quel giorno, frate Giacomo da Iseo ottenne la guarigione completa dalle piaghe all'inguine e ai genitali.

E Dio, tramite il suo servo ed amico Francesco, operò molti altri miracoli degni di essere ricordati; ma li potrai leggere nella sua leggenda.

14. L'ufficio liturgico

[2591] Questo papa Gregorio compose ad onore del beato Francesco l'inno « Proles de coelo prodiit », il responsorio « De paupertatis horreo », la prosa « Caput draconis ultimum », e un'altra prosa sulla passione di Cristo: « Flete fideles animae »; e su preghiera dei frati assegnò come cardinale protettore il futuro Alessandro IV.

Questo papa Alessandro canonizzò santa Chiara e compose gli inni e le preghiere per il suo ufficio.

Il cardinal Tommaso da Capua poi ... compose, ad onore del beato Francesco, l'inno « In coelesti collegio » e l'altro « Decus morum » e il responsorio « Carnis spicam »; compose anche la sequenza ad onore della beata Vergine, che comincia « Virgo parens gaudeat », ma solo il testo, mentre il canto è opera di frate Enrico Pisano, da lui pregato, e il contraccanto lo fece frate Vita da Lucca, frate minore, il primo mio custode e maestro di canto, il secondo mio maestro di musica

15. Gli agiografi di san Francesco

[2592] Nell'anno 1244 morì frate Aimone inglese, ministro generale dell'Ordine dei frati minori, e fu eletto a succedergli frate Crescenzio della Marca d'Ancona, che era vecchiotto ( vetulus ).

Questi ordinò a frate Tommaso da Celano, autore della prima Leggenda di san Francesco, di scriverne una seconda, perché c'erano troppe notizie che in quella non erano state raccolte.

E frate Tommaso scrisse un bellissimo libro sui miracoli e sulla vita del beato Francesco e lo intitolò « Memoriale beati Francisci in desiderio animae ».

In seguito frate Bonaventura, ministro generale dell'Ordine, ne ricavò un'opera sola, ottimamente ordinata.

Ma ci sono ancora tante cose non scritte.

Il Signore, infatti, continua a operare grandi miracoli per mezzo del suo servo Francesco nelle diverse parti del mondo.

Frate Crescenzio fu convocato da papa Innocenzo IV al Concilio per la deposizione di Federico, con lettere speciali, che io vidi; ma se ne scusò per la vecchiaia e mandò al suo posto frate Giovanni da Parma, uomo santo e colto, che poi gli succedette nel governo dell'Ordine.

16. I compagni di san Francesco ed altri frati della prima generazione

[2593] Mentre attraversavo la Marca d'Ancona diretto verso la Toscana, dove ero destinato, passando per Città di Castello, trovai in un eremo un frate nobile, frate da lungo tempo e pieno di giorni e di meriti, che aveva avuto nel mondo 4 figli cavalieri.

Questi fu l'ultimo frate ricevuto all'Ordine e vestito da Francesco, come mi confidò.

Egli, saputo che mi chiamavo Ognibene, si meravigliò e mi disse: « Figlio, nessuno è buono se non Dio soltanto.

D'ora in poi il tuo nome sarà frate Salimbene, perché tu hai fatto una buona salita entrando in una religione santa ».

Ed io fui pieno di gioia, sapendo le buone ragioni che mi aveva portato e vedendomi assegnato il nome da un uomo così santo.

Tuttavia non mi fu dato il nome che io desideravo: infatti avrei voluto chiamarmi frate Dionisio, sia per riverenza al grande dottore, che fu discepolo dell'apostolo Paolo, sia soprattutto perché sono nato nel giorno della sua festa.

E così conobbi l'ultimo frate che Francesco aveva ricevuto all'Ordine, dopo il quale non ricevette né vestì più nessun frate.

[2594] E vidi anche il primo, cioè frate Bernardo da Quintavalle, col quale dimorai nel convento di Siena durante tutto un inverno; e fu per me un amico intimo e a me e agli altri giovani narrava le molte e grandi opere di Francesco, e tante cose buone ho ascoltato e imparato da lui.

[2595] ... L'anno 1231, il giorno 14 di giugno, di venerdì, il beatissimo padre frate Antonio, originario della Spagna, morì e felicemente trapassò nelle celesti dimore.

Avvenne nella città di Padova, nella quale per mezzo suo l'Altissimo aveva magnificato il suo nome, in una celletta del convento dei frati.

Questi era dell'Ordine dei frati minori e compagno di san Francesco.

Ne parlerò più a lungo ed esaurientemente, se mi rimarrà spazio di vita ...

[2596] Ha detto bene frate Egidio perugino ( chiamato così non perché fosse di Perugia, ma perché lì visse a lungo e morì: uomo di grandi estasi e veramente santo, quarto frate dell'Ordine, computandovi anche il beato Francesco ).

Diceva dunque: « Magna gratia est non habere gratiam »: è una grazia grande del cielo non possedere alcuna grazia; e intendeva riferirsi non alle grazie infuse, ma a quelle acquisite, poiché a causa di queste non pochi conducono mala vita.

... Dio non manifestò nessun miracolo alla morte di frate Nicola da Montefeltro, perché di questo egli lo aveva pregato; come quell'altro frate, anzi il santissimo Egidio da Perugia, che aveva appunto pregato Dio che non concedesse alcun miracolo per mezzo suo ...

Questo frate Egidio, quarto frate ..., fu tumulato in un'arca di pietra nella chiesa dei frati a Perugia.

Scrisse una buona vita di lui frate Leone, che fu dei tre compagni speciali di san Francesco.

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