Processo di canonizzazione

Decima quarta testimonia

[3105] 1. Sora Angeluccia de Messere Angeleio da Spoleto monaca del monasterio de Santo Damiano, con giuramento disse: che erano ventotto anni che essa testimonia era stata nel detto monasterio de Santo Damiano, e per tutto questo tempo che stette in esso monasterio sotto lo regimento de la santa memoria de madonna Chiara, vide tanti e sì grandi beni de lei, che in verità se poteria dire de lei quello che se potesse dire de alcuno santo che sia in paradiso.

[3106] 2. Adomandata che beni erano, respose che in quello tempo che essa testimonia intrò nel monasterio, la madonna Chiara stava inferma e nondimeno la notte se levava su nel letto e vegliava in orazione con moltitudine de lacrime.

E quello medesimo faceva la mattina circa la ora de terza.

[3107] 3. E credese fermamente che le orazioni sue liberassero una volta lo monasterio da l'impeto de li Saraceni, li quali erano già intrati nel chiostro del monasterio.

Et un'altra volta liberò la città de Assisi da lo assedio de li inimici.

[3108] 4. Anche disse che tanta fu la sua umilità e benignità verso le Sore e tanta la pazienzia e costanzia nelle tribulazioni e tanta la austerità de la vita e tanta strettezza nel mangiare e nel vestire e tanta carità verso de tutte e tanta prudenzia e custodia nella esortazione de le Sore sue suddite e tanto era graziosa e dolce nello ammonire esse Sore e nelle altre bone e sante cose, le quali erano in essa madonna Chiara, che la sua lingua non le poteria dire ovvero comprendere per alcuno modo: però che molto più de santità era in lei, che essa mai potesse dire.

E cosl de lo amore de la povertà, che massimamente era in lei.

Adomandata come sapesse le preditte cose, respose: perché stette con lei per tutto lo preditto tempo, e vide la santità de la vita sua, come è detto.

[3109] 5. E nessuna de le Sore dubita che Dio non abbia operati per lei molti miraculi, eziandio ne la vita sua, come è detto de sopra.

Adomandata come lo sapesse, respose: perché vide quando sora Benvenuta fu subitamente liberata da le sue piaghe per lo segno de la croce fatto sopra de lei da essa madonna Chiara con la mano sua.

Et udì che più altre Sore e forestieri erano stati liberati per lo detto modo.

[3110] 6. Vide anche essa testimonia quando, serrandosi l'uscio del palazzo, cioè del monasterio, cadde addosso ad essa madonna Chiara; e credettero le Sore che quello uscio l'avesse fatta morire: unde levarono uno grande pianto.

Ma essa madonna remase senza alcuno nocumento e disse che, per nessuno modo, aveva sentito lo peso de quello uscio, lo quale era de tanto peso che appena tre frati lo poddero reponere al loco suo.

Adomandata in che modo sapesse questo, respose: perché lo vide et era lì presente.

Adomandata quanto tempo era che fu questo, respose che era presso a sette anni.

Adomandata del dì, disse che fu nella ottava de Santo Pietro, la sera del dì della domenica.

Et allora, al grido de essa testimonia, prestamente vennero le Sore e trovarono che ancora lo detto uscio le stava addosso, però che essa testimonia non lo poteva levare sola.

7. Anche disse essa testimonia che la morte de la preditta madonna Chiara fu maravigliosa e gloriosa, però che pochi dì innanti a la sua morte, una sera, incominciò a parlare de la Trinità e dire altre parole de Dio tanto suttilmente, che appena molti dotti le averiano potute intendere; e più altre cose disse.

Adomandata che altre parole disse, respose e disse come di questo aveva detto sora Filippa, detta de sopra.

[3111] 8. Anche disse essa testimonia che, avendo una volta la preditta santa madre madonna Chiara udito cantare dopo Pasqua Vidi aquam egredientem de templo a latere dextro, tanto se ne rallegrò e lo tenne a mente, che sempre, dopo mangiare e dopo Compieta se faceva dare a sé et alle Sore sue l'acqua benedetta, e diceva ad esse Sore: « Sorelle e figliole mie, sempre dovete recordare e tenere nella memoria vostra quella benedetta acqua, la quale uscì dal lato destro del nostro Signore Iesu Cristo pendente in croce ».

[3112] 9. Anche disse che, quando essa santissima madre mandava le Sore servitrici de fora del monasterio, le ammoniva che, quando vedessero li arbori belli, fioriti e fronduti laudassero Iddio; e similmente quando vedessero li omini e le altre creature, sempre de tutte e in tutte ( le ) cose laudassero Iddio.

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