Crociate

Le spedizioni militari allestite nell'Europa medievale dal sec. XI al XIII per sottrarre al dominio dell'Islam i Luoghi Santi della Palestina.

Le motivazioni

Nell'orizzonte culturale che avvolse e ispirò le crociate, si stagliavano le immagini del pellegrinaggio come momento di penitenza e occasione di approccio alle tangibili memorie della vita del Redentore, come forma di distacco dal peccato per raggiungere, quasi materialmente, le radici della propria salvezza.

Il richiamo di Gerusalemme giocava inoltre sul piano storico e su quello simbolico: la liberazione della città terrena dai nemici di Gesù era vista in rapporto alla Gerusalemme celeste, alla città ideale, evocata dall'Apocalisse, ambito in cui sarebbero finalmente approdate le speranze di un regno stabile di felicità e giustizia.

Nel chiaroscuro dei motivi si alternavano sia le pulsioni di aggressività, evidenti, per esempio, come testimonia il cronista Raul Glaber, nei massacri e nelle persecuzioni degli ebrei da parte dei crociati, sia le aspirazioni a strade nuove verso la salvezza alla base di movimenti devoti, quali le processioni dei flagellanti, eccentrici rispetto a una pratica conformista e abitudinaria.

Ma non sono neppure da trascurare il richiamo degli ideali cavallereschi e anche la pressione economica, vigorosa in quel sec. XI, teatro di una vera "rivoluzione commerciale", che spingeva a ricercare sbocchi mercantili sicuri, in un raggio decisamente più vasto.

A ciò si sovrapponeva, in nessi inscindibili, il miraggio del bottino, il fascino dell'avventura per raggiungere esotiche, favolose ricchezze.

La prima crociata

Già papa Gregorio VII, sull'onda di un deciso moto riformatore, aveva lanciato nel 1074 un appello per la crociata.

Vent'anni dopo papa Urbano II riprese tale disegno, raccogliendo la richiesta di aiuto avanzata dall'imperatore bizantino Alessio I Comneno perché le forze cristiane arginassero la minaccia dei saraceni, i quali, dopo la vittoria di Manzikert del 1071, avevano sottratto all'impero bizantino l'Anatolia, la Siria e la Palestina.

Nel 1095, prima a marzo nel sinodo di Piacenza, poi a novembre in quello di Clermont, il papa esortò i fedeli di ogni condizione, e non solo i sovrani, a intraprendere una "guerra giusta" contro i saraceni, in difesa delle Chiese d'Oriente e per la liberazione del sepolcro di Cristo.

Monaci, predicatori vaganti, fra cui si distinse il pellegrino in Terra Santa e poi eremita Pietro d'Amiens, semplici fedeli, amplificarono l'annuncio papale per tutta l'Europa suscitando immediatamente una crociata popolare, nella quale migliala di uomini e di donne, scarsamente equipaggiati e senza alcuna preparazione alla guerra, raggiunsero le terre dell'Islam, dove vennero facilmente respinti, sterminati, dispersi.

La prima vera spedizione bellica, organizzata dai principi e sostenuta da considerevoli supporti economici e logistici, portò alla conquista di Nicea nel 1097, di Antiochia nel 1098 e di Gerusalemme nel luglio 1099, dove vennero massacrati musulmani ed ebrei.

Nella regione si costituirono regni e principati cristiani e vennero istituiti patriarcati latini a Gerusalemme e ad Antiochia.

L'impresa, a cui seguì quella degli anni 1147-49, promossa da Luigi VII di Francia e Corrado III di Germania sia per rinsaldare i possedimenti ottenuti, sia per recuperare punti strategici, non aveva rappresentato, di per sé, una grave minaccia militare al mondo musulmano nel suo complesso.

La reazione del mondo islamico e le crociate successive

Il mondo islamico reagì con una contro-crociata, diretta da Saladino, sultano d'Egitto, e culminata nella riconquista di Gerusalemme nel 1187.

Progressivamente l'obiettivo dei cristiani si spostò verso l'Egitto, sia per un più efficace controllo delle rotte marittime, sia per realizzare il sogno di unire la cristianità occidentale alle Chiese isolate della Nubia e dell'Abissinia.

La IV crociata ( 1202-04 ), promossa da papa Innocenzo III con la partecipazione consistente dei veneziani e dei francesi, invece di tentare la conquista dell'Egitto, saccheggiò Costantinopoli, dove si organizzò l'Impero latino d'Oriente ( durato fino al 1261 ) e si sostituì il patriarca greco ortodosso con uno occidentale.

La prospettiva di unire la cristianità occidentale alle Chiese dell'Africa si dissolse con il fallimento delle crociate ( 1248-50 e 1270 ) di s. Luigi IX, re di Francia.

Nello scorcio finale del sec. XIII caddero gli avamposti cristiani di Tripoli, Sidone e San Giovanni d'Acri, facendo tramontare le ultime illusioni di riguadagnare una terra che si riteneva violata nella sua dimensione di santità.

Ricorrenti propositi di ripresa della lotta, durante il '300 e il '400, si mostrarono del tutto velleitari.

Le conseguenze a lungo termine delle crociate

Sul piano culturale scaturirono, dal convulso intreccio degli avvenimenti, contatti proficui con il patrimonio intellettuale dei bizantini e degli arabi, che indussero progressi nei campi dell'arte, della scienza e della tecnica.

Sul piano religioso contribuirono ad approfondire la divisione fra la Chiesa latina e la Chiesa bizantina, che riprenderanno i rapporti soltanto nel 1964.

Nel settore economico, l'Occidente, rinsaldando il controllo navale sul Mediterraneo e le sue isole, allargò la sua fitta rete commerciale.

Le reciproche rivalse tra l'Islam e la cristianità produssero, comunque, una tensione sempre latente, e ferite che si sarebbero drammaticamente riaperte durante i secc. XIX e XX nel contesto dell'avanzata imperialistica europea all'interno del mondo islamico e della progressiva reazione da questo intrapresa.