Evoluzionismo

La teoria scientifica imperniata sulla concezione della natura vivente come perenne evoluzione delle specie tramite la selezione naturale fu espressa nel modo più compiuto dal biologo Charles Darwin ( 1809-82 ).

Suscitò un'accesa controversia religiosa, dato che sembrava opporsi frontalmente alla logica "creazionista" del mondo creato con tutte le specie viventi da Dio.

Le reazioni in campo cristiano furono rapide ( dichiarazione del concilio provinciale di Colonia, 1860 ): si criticò l'idea dello sviluppo della natura umana da un'entità animale.

La riaffermazione della creazione dell'uomo nella sua natura immutabile da parte di Dio si appoggiava peraltro su una interpretazione troppo letterale del testo biblico ( racconti della creazione del libro della Genesi ).

Nel 1898 il Sant'Uffizio emanò un decreto contro le teorie evoluzioniste.

Il problema rimase acceso nelle controversie moderniste ( v. modernismo ).

Si fece però strada un dialogo tra cultura cattolica ed evoluzionismo moderato, sfociato nel sec. XX in nuove sintesi, sia pure non prive di problemi interni ( si pensi alla ricerca di P. Teilhard de Chardin, teologo e naturalista ).

I nuovi equilibri tra scienza e fede ritengono possibile conciliare la tesi della creazione dell'Universo ( e dell'uomo ) da parte di Dio con una lettura evoluzionista della sua dinamica interna.

Su queste posizioni, già presenti nell'Humam generis di Pio XII, è tornato nel 1996 Giovanni Paolo II.

v. Scienza e fede