Incenso

Dal latino incensum, participio passivo neutro da incèndere, "bruciare", è una sostanza resinosa che, bruciando, produce un fumo dal gradito odore aromatico.

Già largamente impiegato nel culto pagano ed ebraico, entrò nella liturgia cristiana solo nella seconda metà del IV secolo, quando non parve più sussistere il rischio di confusione con il paganesimo.

È usato per Dio e per ciò che lo concerne: così nelle cerimonie solenni si incensano l'altare, i ministri ed il popolo e, nelle esequie, la salma, perché dimore di Dio.

In quanto profumo che sale a Dio in spirito di adorazione è stato sovente assunto quale simbolo della preghiera.

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L'incenso veniva bruciato in un recipiente pieno di brace, chiamato "incensiere" se fìsso, "turibolo" ( v. ) se maneggevole.

Gommoresina che emana un gradevole profumo quando viene bruciata.

Il suo uso per il culto è molto antico.

Nella liturgia cristiana l'incenso è simbolo della preghiera che sale come sacrificio a lui gradito.

Nell'insegnamento apostolico i credenti stessi sono invitati a divenire il buon profumo di Cristo nel mondo intero ( Fil 4,18; Ap 8,4 ).

Schedario biblico

Sacrifici ( A. T. ) D 24