Infallibilità

È la prerogativa soprannaturale che Gesù, verità infallibile, concesse alla Chiesa, sotto la guida del successore di Pietro, di condurre con sicurezza i fedeli all'incontro con Dio, al di fuori di ogni sbandamento nell'errore.

È conseguenza diretta della missione che egli affidò agli Apostoli di istruire tutte le genti lungo tutti i tempi ( Mt 28,18-20 ).

Il collegio dei vescovi, continuatore degli Apostoli, è sostenuto da questa garanzia, in collegamento col Papa, che è il depositario diretto dell'infallibilità, in quanto Gesù lo costituì fondamento della Chiesa ( Mt 16,18-19 ) e gli assegnò l'incarico di "pascere gli agnelli e le pecorelle" ( Gv 21,15-17 ), cioè tutti i membri della Chiesa.

La tradizione ecclesiale concorde ha sempre riconosciuto il supremo magistero della Chiesa di Roma, quale centro dell'unità ecclesiale e maestra indubitabile della fede: è una posizione che fu sempre netta nell'Occidente latino, un po' più velata ma mai contraddetta nell'Oriente greco.

Le inquietudini insorte in occasione del Concilio di Basilea ( v. ) furono dissipate definitivamente dal Concilio Vatica
no I
( 1870 ).

L'infallibilità pontificia rifulge particolarmente nelle solenni proclamazioni dogmatiche ( ex cathedra ), le quali non innovano nulla nel patrimonio della fede, che mirano soltanto a chiarire in quanto proviene dalla tradizione apostolica ed è attestato dalla Sacra Scrittura.

La speciale assistenza divina non esime però la Chiesa dalle più profonde ed accurate indagini storiche e teologiche.

La teologia cattolica usa il termine "infallibilità" per indicare una proprietà spirituale dell'intero popolo di Dio e, al suo interno, dei pastori, con specifico riferimento al magistero papale ed episcopale, in forza della quale non è possibile che cadano in errore allorquando si tratta della fede da credere e da praticare nella vita ( fede e morale ).

Sotto la guida del magistero vivente della Chiesa, il popolo di Dio aderisce in modo indefettibile alla fede, mediante il senso soprannaturale della fede.

Alla base di questo "non errare nel credere", vi è l'impegno di Gesù ad accompagnare "fino alla fine del mondo" ( Mt 18,20 ) gli annunciatori del Vangelo da lui stesso inviati.

I discepoli di Gesù sono sostenuti nella loro testimonianza di fede ( Gv 14,16-17 ) e condotti alla "verità tutta intera" ( Gv 16,13 ) dalla continua presenza del Signore risorto e del suo Spirito: questo dono fa della Chiesa il sostegno della verità ( 1 Tm 3,5 ) e consente ai suoi pastori di guidare i fratelli "all'unità della fede e della conoscenza" ( Ef 4,13 ) e di custodire inalterato il "deposito" della dottrina ( 2 Tm 1,14 ).

L'infallibilità e dunque un particolare dono di Cristo, che è la verità, alla sua Chiesa, in forza del quale la fede della Chiesa è sottratta all'errore nella dottrina: "L'insieme dei fedeli che hanno ricevuto l'unzione del Santo Spirito non può sbagliarsi nel credere e manifesta questa proprietà particolare mediante il soprannaturale senso della fede di tutto il popolo, quando dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici esprime il suo universale consenso in materia di fede e di morale" ( Lumen gentium, 12 ).

La permanenza della fede della Chiesa nella verità è connessa allo specifico ministero di annuncio, di insegnamento e di interpretazione della Parola di Dio, svolto dal magistero di coloro che hanno ricevuto il mandato di "pascere il gregge" e di confermare i fratelli nella fede.

Di questa infallibilità il pontefice romano, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio,
quando sancisce con atto definitivo una dottrina riguardante la fede cattolica ( pronuncia una sentenza ex cathedra, non come persona privata ma quale maestro supremo della Chiesa universale ).

L'infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando esercita il supremo magistero con il successore di Pietro.

Il punto di vista degli ortodossi e dei protestanti

Secondo l'insegnamento ortodosso l'infallibilità appartiene alla Chiesa nella sua totalità divino-umana, al suo essere sacramento della verità.

E l'episcopato che, riunito in concilio, esprime l'infallibilità con autorità che non viene da se stesso, ma dal consenso della Chiesa.

Il consensus fidelium ( consenso dei fedeli ) esprime la volontà comune di essere conformi alla verità.

Le Chiese della Riforma protestante respingono la nozione stessa di infallibilità applicata a qualunque istanza ecclesiastica, personale ( papa, vescovo, pastore ) o collettiva ( concilio, sinodo ).

Ricordano che la Chiesa ha la promessa di essere guidata e mantenuta nella verità che l'ha generata e di cui vive ogni giorno.

La certezza che Dio, nella sua fedeltà, custodisce la Chiesa nella verità evangelica, si manifesta nella preghiera costante che Gesù stesso pronuncia per i suoi discepoli, chiedendo al Padre: "Santificali nella verità: la tua Parola è verità" ( Gv 17,17 ).

Magistero

Così che la fedeltà al Concilio ci esorta da un lato ad uno studio nuovo e sagace delle verità della fede, dall'altro ci riporta a quella univoca, perenne, consolatrice testimonianza di Pietro, che Gesù volle sua voce infallibile nel seno stesso della sua Chiesa, a garanzia della stabilità della fede e quasi a sfida della abilità arbitraria e consumatrice del tempo.

Catechesi Paolo VI
3-4-1968

Concilio Ecumenico Vaticano II

Carisma della Chiesa e sua estensione; … del Papa e dei Vescovi; … e definizioni dogmatiche Lumen gentium 25
  Lumen gentium 18
Del Popolo di Dio nel credente Lumen gentium 12
v. Magistero; Vescovi; Pontefice romano

Catechismo della Chiesa Cattolica

L'ufficio di insegnare 889ss
Vita morale e Magistero della Chiesa 2035
Comp. 185
Codice Diritto Canonico  
del Romano Pontefice, del Collegio dei Vescovi, di una dottrina 749

Summa Teologica

… del Papa II-II, q. 1, a. 10