Luteranesimo

Il luteranesimo è, con il calvinismo, la maggiore confessione in cui si articola il protestantesimo, cioè il cristianesimo rifondato e rimodellato dalla Riforma del XVI sec.

Nato in Germania dalla predicazione di Martin Lutero ( v. ), è oggi diffuso in tutto il mondo con circa 70 milioni di fedeli.

Come le altre grandi confessioni cristiane storiche è in espansione nelle Chiese del cosiddetto Terzo Mondo, mentre subisce un certo ridimensionamento numerico nelle Chiese d'Europa e nel Nordamerica.

Il luteranesimo ha dato e continua a dare contributi rilevanti sia alla testimonianza e missione cristiana nel mondo, sia al movimento ecumenico, sia alla riflessione teologica.

Luterani erano E. Troeltsch, A. Schweitzer, N. Sóderbiom, Reinhold e Richard Niebuhr, D. Bonhocffer, M. Niemóller, P. Tillich, per limitarci a qualche personaggio del '900.

Ma non solo il cristianesimo, anche la cultura ha ricevuto molto dalla comunità luterana.

Luterani - per menzionare solo i più grandi - erano Bach, Kant, Hegel, Kierkegaard, Thomas Mann, Hammarskjold.

Le Chiese luterane

Il luteranesimo è la confessione che si rifà alla riforma di Lutero portandone anche il nome, nonostante il parere contrario di Lutero stesso, dichiarato fin dal 1522 in una Sincera ammonizione a tutti i cristiani, in cui chiedeva di "non citare il suo nome e di non dirsi luterani ma cristiani"; infatti: "Chi è Lutero? Come potrei accettare… che il mio misero nome venga attribuito al figlio di Cristo?

No, cari amici! Adoperiamoci piuttosto ad estirpare le partigianerie e chiamiamoci discepoli di Cristo, dal quale viene il nostro insegnamento".

Effettivamente nel corso di tutto il XVI sec. le Chiese nate dall'iniziativa di Lutero non si chiamarono "luterane" ma "evangeliche" oppure "Chiese della Confessione di Augusta".

È solo a partire dal XVII sec., quando la coscienza della propria identità si accentuò e irrigidì in ciascuna confessione cristiana, che l'aggettivo "luterana" comparve come qualifica di una Chiesa, affiancandosi a "evangelica".

Il nome ufficiale di gran parte delle Chiese figlie della riforma di Lutero divenne "evangelico-luterana" e tale è oggi ancora.

Il numero di queste Chiese è nel mondo all'incirca 140.

La maggior parte è raccolta nella Federazione Luterana Mondiale creata nel 1947, con sede a Ginevra.

La tipologia delle Chiese luterane è molto varia.

Alcune, come quelle scandinave, sono fin dai tempi della Riforma e oggi ancora Chiese di Stato, alle quali appartiene la quasi totalità della popolazione; esse hanno conservato l'ordinamento episcopale che avevano quando accettarono la Riforma.

Insieme ad altre Chiese luterane episcopali ( ma non di Stato ), come quelle dei paesi baltici, nel settembre 1996 hanno istituito, grazie all'Accordo di Porvoo, la "piena comunione ecclesiale", quindi l'unità sostanziale ( pur restando distinti i diversi corpi ecclesiastici ), con la Chiesa anglicana d'Inghilterra e d'Irlanda.

Altre chiese luterane, in Germania specialmente, sono territoriali ( Landeskirchen ) e "di popolo" ( Volkskirchen ), cioè a larga base popolare ( perciò dette anche "multitudiniste" ), e hanno quasi tutte un ordinamento sinodale.

Sempre in Germania, patria del luteranesimo, le più grandi Chiese territoriali ( quelle della Renania e della Westfalia ) sono "unite", cioè comprendono comunità sia luterane, sia riformate.

Le Chiese luterane fuori della Germania e della Scandinavia sono indipendenti dallo Stato e vivono in condizione di minoranza, in contesti sociali, culturali e politici diversissimi.

Così all'interno di una stessa famiglia confessionale coesistono esperienze di fede, vita e testimonianza estremamente diversificate: questo può talvolta creare tensioni, ma alla fine arricchisce il patrimonio spirituale comune di una confessione.

L'affermarsi del luteranesimo

La prima apparizione ufficiale del luteranesimo nella storia europea può essere ravvisata nella presentazione della Dieta di Augusta ( 1530 ), indetta dall'imperatore Carlo V, di una confessione di fede redatta da Melantone, amico e collaboratore di Lutero, e sottoscritta dai principi dei territori che avevano accolto la predicazione di Lutero e attuato le riforme che essa implicava.

I principi evangelici e le Chiese da essi rappresentate intendevano con questa confessione documentare l'ortodossia cristiana delle dottrine da loro professate e la legittimità evangelica delle riforme da loro attuate, ponendosi così in continuità con la grande tradizione della Chiesa e in comunione reale, anche se critica, con la parte della Chiesa d'Occidente rimasta fedele al papa.

La proposta del protestantesimo nascente fatta alla Dieta non era di separazione, ma di unità nella diversità.

I principi chiedevano che, sulla base di quella che poi verrà chiamata la Confessione di fede di Augusta ( o Augustana ), le Chiese "luterane" potessero continuare a far parte della Chiesa d'Occidente, senza imporre le loro scelte a tutta la Chiesa e allo stesso tempo senza rinunciare alle riforme adottate.

Se questa proposta fosse stata accolta, la Chiesa d'Occidente sarebbe rimasta unita, pur differenziandosi al suo interno in un'area tradizionale e in una riformata.

Le cose andarono diversamente: la Confessione di Augusta venne confutata dai teologi del papa e respinta nel suo insieme ( solo alcuni articoli vennero approvati ), la proposta di unità nella diversità cadde nel vuoto, la condanna delle dottrine "luterane" venne ribadita, e in questo modo la divisione divenne ineluttabile.

Ne le Chiese che avevano accettato la Riforma erano disposte a ritornare indietro abiurando, ne la Chiesa di Roma era disposta a vivere in comunione con Chiese che essa giudicava "eretiche".

L'Occidente cristiano si divise in tre confessioni maggiori: cattolicesimo, luteranesimo, calvinismo.

Il primo riconoscimento giuridico ufficiale del luteranesimo si ebbe con la pace di Augusta del 1555, che sancì il principio del cuius regio eitis religio, in base al quale i sudditi di un determinato territorio dovevano seguire la confessione religiosa di colui che li governava.

L'unità religiosa dell'impero venne infranta e l'Europa divenne confessionalmente pluralista, anche se ogni singolo Stato rimase al suo interno religiosamente omogeneo.

Solo con la pace di Westfalia del 1648, al termine della Guerra dei trent'anni, il principio del cuius regio eius religio venne esteso anche alla confessione calvinista ( o riformata ).

Gli sviluppi del luteranesimo

La storia successiva del luteranesimo segue le grandi tappe della storia del protestantesimo.

Tra il XVI e il XVII sec. è il tempo dell'ortodossia luterana, caratterizzata, da un lato, dallo sforzo di costruire un organico sistema dogmatico ( il cui cemento era la dottrina dell'ispirazione verbale, cioè alla lettera, della Sacra Scrittura ) e, dall'altro, da un'accentuata confessionalizzazione  della propria teologia ( M. Flacio Illirico, M. Chemnitz, J. Gerhard, A. Calov ), contrapposta vivacemente sia a quella cattolico-romana, sia a quella calvinista.

Nel 1675 venne pubblicato il celebre manifesto del pietismo ( i Pia Desiderio di I. Spener ), che è stato nel protestantesimo continentale una specie di seconda  Riforma nel segno della santificazione ( il cui corrispondente nel mondo anglosassone è stato il metodismo, v. ).

Altri esponenti di primo piano del pietismo sono A. Francke, grande promotore in seno al luteranesimo del lavoro sociale, che conoscerà poi una straordinaria fioritura, e L. von Zinzendorf, che con la comunità di Herrnhut diede impulsi decisivi all'opera missionaria.

Il luteranesimo subì, come tutto il cristianesimo, i contraccolpi dell'illuminismo: gli interessi dogmatici cedevano il posto a quelli storici, la ragione diveniva apertamente o segretamente sovrana anche nei confronti della Rivelazione, il pensiero critico entrava nella cittadella della fede e cominciava a esercitarsi nei confronti di tutta la tradizione cristiana ( Bibbia, dogmi, storia della Chiesa ).

Esponenti di spicco di questa revisione sono J. S. Semler e II. S. Reimarus e in modi diversi, ma sullo stesso versante culturale, G. E. Lessing e I. Kant.

Successivamente la teologia romantica superò la crisi provocata dall'illuminismo, detronizzando, per così dire, la ragione, con la quale - secondo i romantici - la religione non ha nulla a che fare, perché è completamente autonoma sia rispetto alla metafisica, sia rispetto alla morale, essendo fondata soltanto sul sentimento e sulle facoltà intuitive dell'anima.

Preparata, in parte almeno, da J. G. Herder, la teologia romantica ha il suo massimo esponente in F. Schleiermacher ( che però era riformato, non luterano, ma si adoperò molto per il progetto di unione delle due confessioni ).

Nel XIX sec. anche il luteranesimo venne rianimato dal Risveglio ( v. ), da cui si sprigionarono nuove energie spirituali investite specialmente nelle missioni estere, nell'evangelizzazione interna ( Innere Mission ), nella creazione di molte opere sociali e nella nascita di due movimenti: quello del cristianesimo sociale e quello del socialismo cristiano.

Tra i teologi del Risveglio spicca A. Tholuck.

In teologia si fronteggiavano una tendenza conservatrice "neoluterana" e una progressista costituita dalla teologia liberale, che ebbe rappresentanti illustri come A. Harnack.

La prima guerra mondiale seppellì sotto le macerie il sogno, coltivato dai liberali, di un progresso ininterrotto e di una civiltà cristiana che avrebbe dovuto conquistare il mondo.

Durante il regime nazista il luteranesimo tedesco espresse luminose figure della Resistenza, come M. Niemoller e D. Bonhoeffer, e una minoranza partecipò alla testimonianza della Chiesa confessante ( v.), ma la maggioranza non seppe opporsi ( come non lo seppero le altre Chiese cristiane ) con sufficiente determinazione e coraggio ne alla dittatura politica, ne allo sterminio degli ebrei.

Nel secondo dopo-guerra il rinnovamento biblico e teologico legato al nome di K. Barth ( che era riformato ) ha avuto anche numerosi esponenti luterani, che hanno contribuito alla rinascita della vita delle Chiese e a una intensa e proficua rivisitazione del pensiero di Lutero ( con G. Ebeling, in particolare ).

Il luteranesimo si rinnova riprendendo il suo cammino in stretto collegamento con il movimento ecumenico.

I capisaldi della fede luterana

La fede dei luterani è la fede cristiana espressa dalla Riforma protestante, con quattro capisaldi:

sola Scriptum ( solo la Bibbia ha l'autorità normativa per la fede e la vita; tutte le altre autorità - concili, sinodi, pastori, teologi, i grandi riformatori stessi - le sono subordinati );

sola fide ( la salvezza è un puro dono di Dio; le opere non servono per essere salvati, ma sono indispensabili per manifestare la salvezza ricevuta );

sola gratia ( siamo salvati dai meriti di Cristo, non dai nostri; la salvezza è grazia immeritata e incondizionata );

solus Christus ( Cristo è l'unico mediatore tra Dio e l'umanità; la sua mediazione è sufficiente, le altre sono superflue ).

Come tutta la Riforma protestante, i luterani si sono posti in continuità non solo con la fede biblica, ma anche con quella della Chiesa antica.

Ecco perché l'elenco dei "testi simbolici", che orientano e nutrono la loro teologia e ispirano la loro testimonianza ( pur essendo subordinati all'autorità superiore della Sacra Scrittura ), inizia con tre confessioni della Chiesa antica ( il Credo detto apostolico, il Niceno-costantinopolitano e l'Atanasiano ), dopo vengono il Piccolo e il Grande Catechismo di Lutero ( 1529 ), la Confessione di Augusta ( 1530 ) e la sua Apologià ( 1531 ) entrambe di Melantone, gli Articoli di Smalcalda ( 1537 ) di Lutero, il Trattato sul potere e il primato del papa ( 1537 ) di Melantone, la Formula di Concardia ( 1577 ) con la quale i teologi luterani raggiunsero un consenso su alcune questioni controverse.

Il culto luterano, che conserva alcune antiche parti liturgiche cantate dal pastore, ruota intorno alla predicazione dell'Evangelo, accompagnata dalla celebrazione dei due sacramenti: il battesimo e la cena del Signore ( eucaristia ).

Molto ricca e sostanziosa, nel passato e nel presente, è la produzione di inni e canti comunitari.

Alcuni dei più noti furono composti dallo stesso Lutero, secondo il quale la musica è, dopo l'Evangelo, il più bei dono fatto da Dio all'umanità.

v. Bonhoeffer, Dietrich; Carlostadio, Andrea; Chiesa confessante; Evangelici; Harnack, Adolf von; Kierkcgaard, Soren Aabye; Melantone, Filippo; Pietismo; Protestantesimo; Riforma protestante; Risveglio; Schweitzer, Albert; Tillich, Paul

È colui che segue il pensiero e gli insegnamenti di Martin Lutero ( 1483-1546 ), capostipite storico e dottrinale della Riforma protestante ( evangelico; Protestantesimo ).