Nestorianesimo

Fu una tendenza che, per combattere l'apollinarismo, il quale, privando Gesù dell'intelligenza umana, sostituita da quella del Verbo divino, finiva per sopprimere in Cristo la natura umana, assorbita in quella divina, cadeva nell'eccesso opposto di assicurare tanto le due nature da separarle, facendone pressoché due persone.

Infatti la scuola d'Antiochia affermava che in Gesù l'unione della natura divina e di quella umana era molto stretta, ma che tuttavia si limitava ad essere morale, simile al rapporto tra due amici intimi: Gesù era il tempio nel quale abitava il Verbo divino: in Cristo c'erano quindi due persone, il Verbo divino e l'uomo Gesù; alla Vergine perciò non competeva, strettamente parlando, il titolo di "Madre di Dio".

L'errore, che fu condannato nel Concilio di Efeso del 431, prese il nome da Nestorio, eletto nel 428 vescovo di Costantinopoli: non è tuttavia certo che egli avesse esplicitamente ed intenzionalmente sostenuto questa teoria, in quanto si dichiarò in accordo col Papa S. Leone Magno; è tuttavia sicuro che egli fu sovente poco accorto ed avventato nelle sue formulazioni.

Dottrina cristologica che professa la presenza in Cristo di due nature e due persone, la cui unione ha un carattere puramente morale o psicologico, ma non ontologico.

Tale orientamento dottrinale viene fatto risalire a Nestorio, vescovo di Costantinopoli dal 428, nella polemica con Cirillo, vescovo di Alessandria.

Preoccupato di affermare la piena umanità di Cristo senza confusione con la divinità, Nestorio sostenne che la nascita e la passione in Cristo devono essere attribuite alla sua umanità, non alla divinità, e si oppose all'affermazione dell'unica natura umano-divina di Cristo, sostenuta da Cirillo.

Occasione della controversia fu la contestazione da parte di Nestorio dell'usanza diffusa di attribuire a Maria il titolo di Theotókos ( madre di Dio ) e la proposta di sostituirlo con Christotókos ( madre di Cristo ), poiché ella aveva generato l'uomo Gesù, nel quale Dio "abitava come in un tempio".

Al concilio di Efeso ( 431 ) prevalse la linea sostenuta da Cirillo.

Nestorio fu condannato e si ritirò in un monastero di Antiochia.

Molti suoi sostenitori tuttavia non si sottomisero e diedero vita a Chiese nestoriane, che radicalizzarono le posizioni di Nestorio, ipotizzando con Babai il Grande ( 612 ) la presenza di due ipostasi ( persone ) in Cristo.

Le Chiese nestoriane sono presenti ancora oggi in Iraq, Iran e Siria ( v. Chiese antiche orientali ).

È la dottrina cristologica che prende il nome da Nestorio, patriarca di Costantinopoli verso il 430 d.C..

Condannato nei Concili di Efeso ( 431 ) e di Calcedonia ( 451 ), il Nestorianesimo tendeva a riconoscere in Cristo due soggetti, quello umano e quello divino, uniti fra loro solamente da un'unione morale ma non personale e ontologica.