Kerigma

Termine greco ( annuncio ), trascritto in italiano anche con "cherigma": designa l'atto della prima predicazione cristiana ( rivolta a giudei e pagani ) e insieme il suo contenuto essenziale, ossia la buona notizia della salvezza operata da Gesù Cristo morto e risorto.

Esempi di formulazioni brevi del kérygma sono presenti soprattutto negli Atti degli apostoli ( At 2,42; At 5,25-28 ): da esse emerge la prassi di comunicare il primo annuncio nella forma dell'insegnamento ( didachè ) degli apostoli.

Prima che a formulazioni concettuali, dunque, il kérygma fa riferimento a eventi, proclamati come decisivi interventi di Dio per la salvezza dell'uomo e del mondo.

Ha perciò struttura narrativa.

Questa sua intima costituzione spiega come ben presto da nucleo sintetico il kérygma si sia sviluppato in narrazioni anche estese ( anzitutto i racconti della passione ) fino alla redazione dei Vangeli, così come noi li conosciamo.

La centralità del kérygma nella Scrittura, nella predicazione e in teologia, in quanto affermazione del
primato della Rivelazione, è stata riaffermata nel '900, con gli studi esegetici di R. Bultmann, dalla teologia "kerygmatica" ( o cherigmatica ).

Dal verbo greco « kerysso », « annunciare ».

Il termine designa il « primo annuncio di fede » su Gesù morto e risorto e sulle conseguenze immediate nei credenti di questa realtà.

« Kerygmatico » significa così ciò che si riferisce a questo annuncio di fede; esso si distingue dal termine « catechistico », che implica invece un'adesione di fede già avvenuta e si preoccupa piuttosto di alimentarla tramite un insegnamento cristiano paziente ( in greco « didachè », da cui l'aggettivo « didattico » ) e perseverante ( At 2,42: « perseveranti nell'insegnamento degli Apostoli » ).

Come predicazione apostolica primitiva

Queste parole: il contenuto della predicazione apostolica primitiva ( kerigma ), di cui abbiamo qui il primo esempio, ci è stato trasmesso in forma schematica nei cinque discorsi di Pietro ( At 2,14-39; At 3,12-26; At 4,9-12; At 5,29-32; At 10,34-43 ) e in uno di Paolo ( At 13,16-41 ).

Al centro, una testimonianza ( At 1,8+ ) riguardante la morte e resurrezione del Cristo ( At 2,24+ ) o la sua esaltazione ( At 2,33+; At 2,36+ ).

Poi altri dettagli riguardano la sua missione, annunziata da Giovanni Battista ( At 10,37; At 13,24 ); preparata dai suoi insegnamenti e miracoli ( At 2,22; At 10,38 ); portata a termine con le apparizioni del Resuscitato ( At 10,40-41; At 13,31 ) e l'effusione dello Spirito ( At 2,33; At 5,32 ).

Prospettive più ampie infine permettono di immergersi nel passato attraverso le profezie dell'A. T. ( At 2,23+; At 2,25+ ) e di puntare sul futuro; venuta dei tempi escatologici e chiamata dei giudei e dei pagani alla penitenza ( At 2,38+ ), per affrettare il ritorno glorioso del Cristo ( At 3,20-21 ).

È lo schema seguito dai vangeli, sviluppando la predicazione primitiva.

At 2,22s

Come argomento scritturistico

Le parole intese così introdurrebbero allora Sal 110,1 subito citato ( v 34 ) e richiamato uno dei temi della predicazione apostolica ( Mt 22,24p; Mt 26,64p; Mc 16,19; At 7,55.56; Rm 8,34; 1 Cor 15,25; Ef 1,20; Col 3,1; Eb 1,3.13; Eb 8,1; Eb 10,12; Eb 12,2; 1 Pt 3,22 ).

BJ preferisce tradurre: « esaltato alla destra di Dio », cogliendo in queste parole un'allusione al Sal 118 ( v 16, LXX: « La destra del Signore mi ha esaltato » ) utilizzato dalla predicazione apostolica, che lo ritiene messianico ( At 4,11; 1 Pt 2,7; Mt 21,9p.42; Mt 23,39; Lc 13,35; Gv 12,13; Eb 13,6 ).

At 2,33.36

La predicazione primitiva ama dimostrare come Gesù adempì le profezie dell'A. T. con la sua discendenza davidica ( At 2,30; At 13,34 ); con la sua missione di « profeta » successore di Mosè ( At 3,22s; Mt 16,14+; Gv 1,21+ ), con i patimenti ( At 2,23+ ) con il suo ruolo di pietra rigettata dai costruttori ( i giudei ) e divenuta pietra angolare ( At 4,11 ), con la sua risurrezione ( At 2,25-31; At 13,33-37 ), con la sua esaltazione celeste alla destra di Dio ( At 2,34s ).

At 3,24

Come appello alla conversione

Pentitevi: ogni grande discorso apostolico termina con un invito al pentimento ( Mt 3,2+ ) per ottenere il perdono dei peccati ( At 3,19.26; At 5,31; At 10,43; At 13,38; At 17,30; At 26,20; Lc 1,77; Lc 3,8; Lc 5,32; Lc 13,3 ).

At 2,38

Schedario biblico

Missione C 54
Predicazione C 55