Giovanni Battista de La Salle

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Il La Salle viene biasimato a causa della sua eccessiva ritiratezza.

Il La Salle, sciolto da ogni legame con le cose della terra, si dedicò alla pratica di tutte le virtù.

Passava buona parte del giorno e della notte in preghiera, appartandosi, come Sant'Ignazio, in un angolo remoto della casa.

Per non essere importunato da chi poteva venire a parlargli, aveva scelto una piccola stanza nella parte alta della casa dove non poteva ricevere che una persona.

Là egli si abbandonò al fervore senza essere né osservato né disturbato.

Provava pena se qualcuno desiderava parlargli e bisognava forzarlo per farlo scendere ai pasti, tanto piacere sentiva nell'intrattenersi con Dio.

Questo amore per la ritiratezza gli diede un tale disgusto nel fare visite che usciva assai raramente.

E quando ne era obbligato, lo faceva per tempi brevi, nel timore che i lunghi colloqui gli facessero perdere il gusto di quello che aveva con Dio nella meditazione.

Evitava di accettare inviti ai pasti, anche da parte dei congiunti, nonostante le insistenze.

Cominciava sin da allora a dare l'esempio ai Fratelli della sua comunità in una pratica diventata poi punto di regola, a cui egli stesso fu fedele per tutta la vita.

Questo modo di comportarsi del nostro servo di Dio, in sé così poco abituale, fu subito biasimato da parte di alcuni amici che gliene facevano apertamente rimprovero.

Ma non lo scossero dal suo buon proposito.

Anzi vi si attenne in modo sempre più rigido, ciò che meravigliò talmente i suoi detrattori da far mutare in loro il rimprovero in ammirazione.

Infine il La Salle, volendo crescere sempre più in perfezione come egli desiderava e come riconosceva che Dio gli chiedeva, accettò quanto potesse fargli praticare ogni virtù.

E la divina Provvidenza gliene fornì molte occasioni.

Sostituisce i Fratelli a scuola e insegna loro come educare i propri allievi.

Una fu la morte di alcuni Fratelli non sostituiti da nuovi soggetti, che Dio permise perché il nostro istitutore passasse per tutte le condizioni di vita e i lavori propri dei Fratelli dell'Istituto.

Così fu obbligato per lungo tempo a insegnare nella scuola di Saint-Jacques.

Le domeniche e le feste accompagnava gli allievi alla messa.

Dopo aver insegnato loro il catechismo, li accompagnava al vespro, e vigilava continuamente su di loro in strada e in chiesa mettendosi in posizione dove potesse facilmente vederli.

Tutto ciò con un'umiltà e una semplicità che edificava coloro che lo vedevano.

Ciò che aumentava l'ammirazione era vederlo andare e tornare quattro volte il giorno, come un semplice Fratello, indossando sulla sottana un mantello che arrivava fino al ginocchio, con in testa un gran cappello e calzando scarpe grossolane, senza preoccuparsi di ciò che avrebbe detto il popolino.

Si impegnò a rendere fedeli gli alunni nelle piccole cose, anche in quelle che sembravano meno importanti.

In particolare si faceva scrupolo che andassero alla santa messa con disciplina e posatezza; e ci teneva che così facessero anche i Fratelli.

Così capitò a un Fratello, qualche anno dopo, quando il La Salle, ritornato a Reims da Parigi, andò a visitare la scuola di Saint-Jacques.

All'uscita degli alunni per recarsi alla messa, vide che un Fratello non faceva loro tenere quel contegno che egli esigeva.

Allora gli spiegò come si comportava quando faceva scuola, esigendo cioè che gli alunni facessero un certo percorso per procedere più ordinati.

Questo piccolo insegnamento dimostra la sua esattezza, il suo amore perla disciplina e la profonda umiltà con cui si comportava.

Mentre il La Salle era umilmente impegnato a far scuola, suo fratello, che voleva imitarne lo zelo e l'umiltà, volle seguire il suo esempio.1

Egli lo inviò per qualche tempo a Guise con il Nyel per fare scuola, interrompendo così i suoi studi.

Non fu soltanto a Reims che il La Salle si impegnò personalmente a insegnare.

Ciò avvenne anche a Parigi, come dirò nella terza parte di questo scritto.

Si assume la direzione delle scuole di Adriano Nyel che muore poco dopo.

Poco tempo dopo questi avvenimenti, il virtuoso signor Nyel maturò il desiderio di tornare a Rouen e, dalla scuola di Laon dove si trovava, venne più volte a Reims a supplicare il suo benefattore di assumersi la responsabilità delle scuole di Guise e di Laon che fino allora aveva diretto personalmente.

Egli si rendeva conto che Dio aveva colmato il La Salle di saggezza e di prudenza per dirigere l'istituto; non solo, ma era anche testimone delle benedizioni che Dio profondeva sulle sue iniziative.

Il La Salle dilazionò per lungo tempo la decisione di accogliere questa proposta perché non pensava assolutamente che Dio volesse servirsi di lui per accrescere le scuole dell'istituto.

Agli inizi era convinto di non doversi impegnare in questo grattacapo poiché voleva disporre di più tempo per ciò che costituiva la sua delizia: la preghiera nel silenzio della sua stanza.

Il signor Nyel, per piegarlo al suo desiderio, si servì della reputazione in cui era tenuto il parroco di Saint-Pierre di Laon,2 e questi fece opera di persuasione sul La Salle, affinché assumesse la dieczione delle scuole di Guise e di Laon.

Egli cedette alle insistenze del virtuoso sacerdote per cui nutriva grande venerazione.

E il parroco, che non ne aveva meno nei suoi confronti, lo testimoniò per scritto in occasione della sua morte.

Il La Salle, assunta la responsabilità di queste due scuole, inviò due Fratelli che ne presero la direzione, come avviene ancora oggi.

Il Nyel, constatato che tutto procedeva secondo i suoi desideri e che le cose si mettevano bene, provò grande gioia e poté dire con il vecchio Simeone: "Ora lascia, Signore, che il tuo servo muoia in pace, perché ho visto chi hai scelto per cooperare al tuo grande piano di salvezza delle anime mediante l'istruzione dei giovani".

Il Nyel, fervente maestro, partì quindi per Rouen e morì poco dopo in reputazione di santità avendo consumato la vita nell'istruzione dei ragazzi, praticando tutte le virtù, in particolare il distacco dai beni della terra.

Si può affermare che Dio si servì di lui per dar inizio all'istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, perché fu lui a condurre il La Salle a una scelta cui non aveva mai pensato.

Inoltre fu dotato di tutte le belle qualità che si possono riscontrare in un laico.3

Il La Salle, venuto a conoscenza della morte del Nyel, manifestò apertamente il suo dolore e ordinò preghiere per il riposo della sua anima.

Egli per primo diede l'esempio in privato e in pubblico: fece addobbare a lutto la chiesa delle Suore orfane ed egli stesso celebrò con fervore una messa solenne, cui parteciparono tutti i Fratelli e gli alunni.

Qualche tempo dopo la morte del Nyel, il La Salle accondiscese alle richieste di numerose persone, tra cui il Sindaco della città di Reims, di completare l'abito dei Fratelli con un mantello.

Completa l'abito dei Fratelli.

Fino a quel momento i Fratelli non indossavano che un corto abito nero con le facciole bianche.

In testa portavano un cappello a larghe tese, ma poiché questa era la moda del tempo, per non dare l'impressione di conformarsi alle abitudini del mondo, ne usarono un modello a tese più larghe, ciò che attirò le risa e i lazzi del popolino.

Ciò che determinò il La Salle a non differire la decisione circa il mantello furono le insistenti richieste dei Fratelli di portare un abito che li distinguesse a prima vista dalle persone del mondo.

Il santo superiore, lieto che Dio gli facesse conoscere la sua volontà da tante persone, fece confezionare un mantello con maniche del tipo in uso a quei tempi, detto "capete", nome diventato usuale anche tra i Fratelli.

Della medesima stoffa, cioè di saia spigata, fece confezionare un abito quale ancora oggi portano i Fratelli.

Questo abito, semplice e modesto, ricevette l'approvazione dei superiori ecclesiastici e dei vescovi che chiamarono nelle loro diocesi i Fratelli delle Scuole Cristiane.

Ma poiché non tutti la pensano nella medesima maniera, Dio permise che il suo servo fosse contrariato da una persona in autorità4 che non approvava questo modo di vestire.

Ciò accadde a Parigi, dove il La Salle dovette sopportare dure opposizioni a proposito dell'abito dei Fratelli, due anni dopo il loro arrivo.

Questa persona voleva che i Fratelli indossassero un mantello più lungo; ciò era in opposizione con le intenzioni del La Salle: sarebbe stato oggetto di un vero sconvolgimento nelle case dell'istituto.

Dio, che permise tutto ciò per provare la pazienza e la fermezza del suo servo, placò questa maretta mosso dalle preghiere e dalle penitenze del La Salle perché cambiasse la mentalità di chi portava tanto scompiglio.

Volendo precisare i motivi per cui non aveva intenzione di cambiare la foggia dell'abito dei Fratelli, lo fece per scritto in modo chiaro per cui è impossibile che un uomo retto possa trovare qualcosa da ridire.5

Il La Salle presentò il suo scritto ai superiori ecclesiastici e a quelli del seminario di San Sulpizio che lo approvarono.

Questo lo confermò nella risoluzione che l'abito dei Fratelli mantenesse sempre la foggia iniziale.

Non credo opportuno riportare qui le ragioni che egli ha lasciato per scritto, perché sono troppo numerose.

Ciò che ho detto è sufficiente per dimostrare la fermezza del La Salle nel sostenere una decisione presa su consiglio di persone sagge e prudenti.

Morte del Padre Nicolas Barre.

Prima che a Parigi accadessero tutte queste cose, il La Salle fu afflitto dalla morte di Padre Nicolas Barre avvenuta il 31 maggio 1686.

Questo santo religioso si spense carico di anni e di meriti nel convento del suo Ordine in Piace Royale a Parigi, rimpianto da tutte le persone che lo conoscevano, in particolare dal La Salle che nutriva profonda stima per lui e che lo consultava ordinariamente prima di prendere iniziative nelle maggiori difficoltà.

E Dio, che si compiaceva del disinteresse dell'uno e dell'altro, sparse con abbondanza le sue benedizioni su colui che domandava consiglio e su colui che consigliava.

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1 È il fratello Louis, poi canonico della cattedrale di Reims
2 È il citato Monsieur Guyart che tanta venerazione nutriva per il La Salle
3 L'elogio di questo laico, di cui la Provvidenza si è servita per avviare il La Salle alla fondazione delle scuole cristiane, è di profonda attualità nel momento storico che sta vivendo l'Istituto oggi
4 Baudrand de la Combe Henri, parroco di San Sulpizio, pretendeva che i Fratelli usassero un mantello di foggia clericale. Il Fondatore si oppose apertamente per le ragioni di identità di cui l'abito era il simbolo
5 È il noto "Mémoire sur l'habit". Approvato dai suoi direttori spirituali, Tronson e Bauhyn, convinse Monsieur Baudrand a recedere dalle sue posizioni