Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 76

XXIII domenica dopo Pentecoste
( Mt 9,18-26 )

In comunità ci sono diversi che hanno lasciato il mondo ma non ne hanno abbandonato lo spirito

1 Gesù si recò in casa di uno dei capi della Sinagoga per risuscitare sua figlia e fece allontanare un gruppo di persone che vi era già, affermando che non era morte, ma solo addormentata ( Mc 5,22ss; Lc 8,41ss ).

Si può dire la stessa cosa di molti religiosi che hanno abbandonato il mondo e sono entrati in Comunità: essi non sono morti, ma solo addormentati, perché il mondo l'hanno effettivamente lasciato, ma non definitivamente respinto: né è prova palese il modo con cui si comportano.

Intanto non sono morti i loro sensi.

Si, è vero, alcuni sembrano seri e modesti, ma solo quando sono presenti i Superiori.

Altri lo sono quando sono assieme ai loro fratelli, in casa o durante gli esercizi di pietà; quando poi sono fuori, per strada, debbono rendersi conto di tutto ciò che avviene.

Altri religiosi danno l'impressione di sapersi ben controllare ma, se capita qualcosa fuori dell'ordinario, spalancano gli occhi per vedere.

Quando sono in viaggio, se è il caso, cambiano strada per soddisfare la loro curiosità e vedere cosa c'è di attraente sul loro percorso, come una bella chiesa, un bel palazzo, un bel giardino.

Altri ancora sono, all'apparenza, mortificati nel vitto, mangiano indifferentemente quanto viene loro messo davanti, senza lamentarsi di nulla; ma, se sono in viaggio, cercano di mangiare i cibi più prelibati; se poi sono malati, è davvero difficile accontentarli.

I sensi di queste persone non sono morti, sono solo assopiti e, purtroppo, basta poco a risvegliarli.

Non fate come gli Israeliti che, dopo l'uscita dall'Egitto per una grazia particolare di Dio, invece di pensare ai mali passati, rimpiangono le cipolle d'Egitto ( Nm 11,5 ).

2 Neanche le passioni sono completamente morte.

Difatti, alcuni accettano qualsiasi insulto ricevuto per strada ma, se sono rimproverati in casa, se si fanno notare i loro difetti, se, in qualche circostanza, arriva loro qualche umiliazione, si offendono immensamente.

Altri non vogliono sopportare nulla, né dentro né fuori di casa: borbottano, si voltano dall'altra parte o fanno gesti di scontentezza o addirittura di minaccia.

Altri accettano tutto dai Superiori, e, esteriormente, eseguono le penitenze imposte, ma se un Confratello prova a dire loro una parola dura, se vengono minimamente contraddetti, eccoli completamente sconvolti.

In classe, poi, si arrabbiano con gli alunni, li prendono a schiaffi, andando così incontro a fastidiose conseguenze alle quali non è sempre facile rimediare.

Le passioni di queste persone non sono certo morte, sono solo temporaneamente assopite.

Dopo un po' ecco che si risvegliano; in alcuni molto vivamente, in altri magari più moderatamente; in alcuni con maggiore frequenza, in altri più raramente.

Voi però avete lasciato il mondo per farle morire del tutto, altrimenti non sarete mai veramente virtuosi.

Impegnatevi, dunque, seriamente con tutta la cura di cui siete capaci.

3 Molti, pur avendo abbandonato il mondo, non sono intimamente morti a tutto ciò che c'è nel mondo; per essere davvero completamente morti non bisognerebbe trovarvi più nulla di bello né di buono.

Alcuni, tuttavia, cercano ansiosamente la compagnia della gente del mondo e, quando non è loro possibile trovarvisi, cercano di contentarsi mantenendo con essa qualche relazione, cercando notizie o occupandosi in qualsiasi modo di essa.

Altri si sentono a proprio agio solo se possono sfoggiare abiti, stoffe, biancheria, cappelli, calze, scarpe, ecc… che si avvicinano a quelli che ordinariamente indossa la gente di mondo.

Se poi non possono adeguarsi a essa, cercano l'eleganza nel modo di portarli e negli atteggiamenti che assumono e che rassomigliano tanto a quelli dei mondani.

Altri leggono buoni libri, ma ne leggerebbero volentieri anche altri che trattano argomenti non certo cattivi, molto frivoli però.

Ce ne sono forse alcuni che, nonostante le proibizioni dei Superiori, arrivano a tal punto di sregolatezza che, di nascosto e per vie non sempre lecite, si forniscono di riviste o di tabacco.

Queste usanze non convengono minimamente a chi si è consacrato a Dio e ha rotto ogni rapporto col mondo, abbracciando una vocazione che l'impegna a condurre una vita regolare in una Comunità.

Benché queste persone compiano con esattezza gli esercizi di pietà e i doveri propri del loro stato, si può tuttavia affermare, e con ragione, che, considerando il modo in cui si comportano, non sono morte al mondo, ma che i rapporti con esso sono solo assopiti.

Eppure, è proprio per morire al mondo e per rinunziare a tutto ciò che in essi si compie, che siete venuti in Comunità.

Rifletteteci a lungo e, in futuro, cercate di vivervi con questa attenzione e con questa intenzione.

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