Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 171

San Remigio ( 449 - 545 )
1 ottobre; nuovo calendario: 15 gennaio

1 San Remigio ebbe una nascita quasi miracolosa perché sua madre era avanti negli anni.

Fin da fanciullo Remigio fu ammirato da tutti, per la vivace intelligenza e per la sapienza e pietà.

Per renderla ancora più solida, abbandonò definitivamente il mondo e si chiuse in un celletta, dove condusse una vita penitente.

È con il ritiro e con l'orazione che Dio guida gli uomini che destina a compiere qualcosa di grande.

È nella solitudine, in cui si vive completamente separati dalle creature, che si impara a disgustarsi e a distaccarsi da tutto ciò che fa il piacere della gente che vive nel mondo e, in seguito, a conversare con Dio che si manifesta volentieri agli uomini distaccati da tutto.

Egli preferisce parlare loro da solo a solo e più trova il cuore vuoto delle cose mondane, più si fa conoscere ad essi e li riempie del suo spirito.

Proprio così capitò a san Remigio che fu favorito da Dio nel suo ritiro, per cui lo splendore delle sue virtù crebbe tanto che gli fece acquistare una grande riputazione.

Non è certo la riputazione del mondo che si deve cercare o desiderare, ma la pienezza dello spirito di Dio, se si vuol vivere bene nel proprio stato e compiere bene il proprio dovere.

Siate certi di questo: potrete acquistare la pienezza della grazia solo nel ritiro e per mezzo della  preghiera.

Amate dunque la vita ritirata e nascosta e applicatevi con molto fervore all'orazione.

2 La grande stima che san Remigio si era acquistata con la sua pietà, impressionò tanto le popolazioni circostanti che lo tirarono via dalla sua celletta per nominarlo Arcivescovo di Reims, benché avesse allora solo ventidue anni.

Egli si oppose decisamente a questa scelta: ,a lo splendore delle sue virtù colpì più sensibilmente quelle pie persone della sua resistenza e non desistettero dalla loro decisione.

Egli allora, si accese di grande zelo per il bene della Chiesa compiendo con grande dignità i suoi obblighi episcopali, senza omettere nulla di ciò che poteva contribuirvi.

Ecco qual è ordinariamente il frutto del vero ritiro: chi è pieno del divino amore cerca di comunicarlo agli altri quando Dio, che vuole il bene della sua Chiesa, lo mette in condizione di avere rapporti con il mondo.

È in circostanze simili che questi grandi uomini, penetrati dello spirito di Dio, si dedicano con grandissima cura a far conoscere e a far gustare agli altri ciò che provano in loro stessi.

E allora, animati dallo zelo che li riempie, aiutano efficacemente molte anime a darsi a Dio.

Anche il vostro ministero richiede molto zelo, che sarebbe però di poca utilità se non avesse risultati; risultati che non potrà mai avere se non germinano dall'amore di Dio che è in voi.

3 Il bene più grande che san Remigio ha fatto alla Chiesa durante il suo episcopato è stato la conversione e il battesimo del re Clodoveo che operò con l'aiuto delle preghiere e delle cure di santa Clotilde.

Suo grande merito è anche quello ci aver procurato la salvezza di alcune province del regno; per questi motivi fu molto ammirato dal Papa, che si congratulò con lui, e anche da tutti i santi Vescovi di quel tempo.

Se un uomo, chiamato a salvare le anime, si riempie profondamente di Dio e del suo Spirito - come fece san Remigio nella sua solitudine -, riuscirà a ottenere nel suo ministero tutto ciò che vuole.

Nulla può resistergli, neanche Dio ( per modo di dire ) come avvenne a Mosè che, in qualche modo, costrinse Dio a concedergli quello che gli chiedeva a favore del popolo che gli aveva affidato ( Es 32,11-14 ).

Quanta gloria procurò a san Remigio, e davanti a Dio a davanti agli uomini, l'aver contribuito con tanto impegno alla conversione dei Francesi al cristianesimo e all'adorazione di Gesù Cristo che ancora non conoscevano.

Voi non dovete convertire i vostri alunni perché cristiani lo sono già: ma sono veri cristiani?

A questo dovete lavorare, perché non serve a niente aver ricevuto il battesimo se non si vive poi secondo lo spirito del Cristianesimo.

Ma prima di comunicarlo agli altri questo spirito dovete possederlo voi.

A cosa vi obbliga questo spirito?

Senza dubbio a praticare il Vangelo: leggetelo spesso, con attenzione e affetto, dev'essere il vostro principale studio, che deve condurvi, però a meglio praticarlo.

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