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Regola del Fratello Direttore

Secondo il manoscritto del 1718

1. I Fratelli che hanno la direzione delle singole case dell'Istituto non saranno chiamati Superiori, ma avranno il titolo di Direttore della casa: non permetteranno di essere chiamati in un altro modo.

Chi, in loro assenza, li sostituisce sarà chiamato Vice-Direttore.

Al Fratello Direttore delle case dell'Istituto è stato dato questo titolo per convincerlo che ogni sua preoccupazione deve consistere nel dirigere - ma sempre in dipendenza e sotto l'autorità del Fratello Superiore dell'Istituto - ciò che riguarda la casa e le scuole che da essa dipendono, come anche di seguire interiormente i Fratelli che sono alle sue dipendenze, farli progredire nella virtù e portarli a raggiungere la perfezione del loro stato e dell'Istituto, attraverso la direzione di coscienza.

Egli deve sapere che è stato nominato solo per assumere la direzione di una casa - ma sempre in dipendenza e sotto l'autorità del Fratello Superiore dell'Istituto - e che non può guidare e governare come fosse lui il capo, perché egli ha e deve attribuirsi solo un'autorità relativa e dipendente.

2. Il Fratello Direttore di una Comunità dipende dal Fratello Superiore dell'Istituto perché qualunque cosa voglia fare la fa per ordine e in dipendenza da lui.

3. Egli, infatti, non ha alcun potere di fare, decidere, governare ed eseguire secondo il suo punto di vista, ma secondo ciò che è prescritto.

Se deve dare una disposizione che non è contemplata in un testo scritto, proporrà il fatto al Fratello Superiore dell'Istituto e non prenderà alcuna decisione in merito senza avere ricevuto l'ordine o il permesso scritto, a meno che la disposizione da dare sia assolutamente necessaria e non possa essere rinviata.

Se essa non è prevista dal testo scritto ma è urgente e non può essere rinviata, esaminerà dinanzi a Dio, in ginocchio e per una decina di minuti, se essa ha questi requisiti.

Se gli risulta tale, consulterà il Fratello o i Fratelli che gli sono stati dati come consiglieri dal Fratello Superiore e farà ciò che, alla presenza di Dio, crede che sia più opportuno fare.

Riferirà poi al Fratello Superiore la decisione presa e anche i consigli ricevuti dal Fratello o dai Fratelli che ha consultato.

4. Non darà alcun permesso straordinario a nessuno dei Fratelli - neanche quello di ricopiare qualcosa - senza l'ordine del Fratello Superiore dell'Istituto, a meno che la richiesta non sia necessaria e che, per eseguirla, non si possa attendere l'ordine del Fratello Superiore.

Renderà conto al Fratello Superiore dell'Istituto di tutti i permessi che avrà concesso durante il mese e a chi li ha dati.

5. Si regolerà, in pratica, riferendosi sempre alla Regola scritta e agli ordini del Fratello Superiore dell'Istituto e mai a ciò che viene detto a proposito della possibilità o meno, che c'è stata in passato, di mettere in atto quella disposizione.

Non darà peso all'affermazione che un altro Direttore permetteva, faceva o accordava questa o quell'altra cosa; non risponderà nulla in merito, e non farà nulla ma si limiterà ad esporre, in seguito, la cosa al Fratello Superiore dell'Istituto, chiedendo il suo parere e le sue disposizioni, in proposito, nei riguardi del Fratello che gli ha detto che quella cosa si faceva o non si faceva in passato o che un altro Direttore faceva, concedeva o permetteva questa o quell'altra cosa.

Gli imporrà anzi una penitenza adeguata, trattandosi di una mancanza considerevole, soprattutto se, chi ha parlato, l'ha fatto alla presenza degli altri Fratelli.

6. Non introdurrà in Comunità nessuna pratica, neanche con il pretesto della pietà, se non ha l'ordine esplicito del Fratello Superiore dell'Istituto, che glielo darà solo dopo aver esaminato la proposta e le conseguenze che potrebbe avere.

7. Sarà sempre assiduo a tutti gli esercizi comunitari e lascerà tutto al primo tocco di campana, per poterli iniziare non appena avrà cessato di suonare, convinto - come deve essere - che la puntualità è il primo e principale mezzo per ben condurre una Comunità e per santificare quelli di cui ha la guida.

8. Non si esimerà da alcun esercizio, sia integralmente che in parte, senza una ben riconosciuta necessità; se talvolta è costretto a farlo, ne avviserà il Fratello Vice-Direttore.

9. Sarà sempre presente all'orazione, ai pasti e alla ricreazione, tranne che non possa assolutamente fare altrimenti; dirà al portiere di non chiamarlo mai durante questi tre esercizi, tranne che ritenga la cosa da fare assolutamente necessaria.

Se una circostanza improvvisa gli impedisce di fare l'orazione o la ricreazione, rinunzierà più facilmente all'orazione che alla ricreazione; all'orazione potrà attendere in un altro momento, il che non mancherà di fare.

10. Non parlerà al di fuori della ricreazione; se è necessario farlo, lo farà a bassa voce; osserverà esattamente il silenzio in ogni momento.

Non parlerà in particolare con alcun Fratello, tenendolo presso di sé, soprattutto durante l'accusa o l'avvertimento dei difetti, tranne che lo richieda un'impellente necessità, cercherà però di sbrigarsi in poche parole.

Durante i pasti interverrà solo per correggere o dare qualche avviso.

Non parlerà neanche andando da un punto all'altro della casa, tranne che per un'impellente necessità, e si sbrigherà in poche parole.

Si regolerà così anche dopo la preghiera della sera; non lo farà mai, invece, dopo il suono della ritirata, tranne che si tratti di un caso veramente eccezionale, come un malore improvviso o l'arrivo di qualche Fratello cui deve dare solo la necessaria assistenza.

11. Non chiederà ai Fratelli informazioni di nessun genere, tranne che lo giudichi necessario per il bene della casa, soprattutto con i Fratelli di passaggio e che provengono da un'altra casa dell'Istituto; non chiederà ciò che avviene in dette case dell'Istituto né chiederà informazioni sui Fratelli che fanno parte della sua Comunità.

Non permetterà mai che gli parlino di essi, come pure di nessun altro che non sia alle sue dipendenze, né di ciò che li riguarda, tranne che si riferisca al tempo che sono sotto la sua direzione.

Se ha proprio bisogno di essere meglio informato sul loro conto, lo chiederà al Fratello Superiore dell'Istituto.

12. Non uscirà mai solo; se ha necessità di recarsi in altre scuole, durante il loro funzionamento, sia per qualche modifica da apportare, sia per qualsiasi altro motivo, si farà accompagnare da uno degli alunni più grandi, ma solo in casi come questo; tutte le altre volte si farà accompagnare dal Fratello a ciò destinato.

13. Non uscirà senza avere prima avvisato il Vice-Direttore e senza avergli detto da chi si farà accompagnare.

Allo scadere di ogni mese renderà conto al Fratello Superiore dell'Istituto di tutte le sue uscite e dei motivi che l'hanno indotto a farle.

14. Non uscirà per fare visite o per motivi non necessari.

Nel timore di illudere se stesso, si porrà alla presenza di Dio, per riflettere, immediatamente prima di uscire.

15. Le visite di cortesia le riserverà alle persone autorevoli e soprattutto ai benefattori.

Farà visita ai suoi parenti solo per motivi seri e perché non può fare altrimenti, ma solo dopo averne ricevuto l'autorizzazione del Fratello Superiore dell'Istituto, a meno che la necessità sia così urgente che non gli consenta di aspettare l'autorizzazione del Fratello Superiore dell'Istituto, che informerà subito dopo.

Questo esigerà anche dagli altri Fratelli.

16. Non lascerà la città, qualunque sia l'affare che potrebbe indurvelo, se prima non ha ricevuto l'ordine esplicito e scritto del Fratello Superiore dell'Istituto, che mostrerà al Fratello Vice-Direttore.

17. Se è possibile affidare a un Fratello l'incarico di incontrare una persona che ha chiesto udienza, o di fare una commissione fuori, non andrà lui ma invierà un altro.

18. Non riceverà alcuna visita durante l'orazione o durante i pasti e non parlerà mai con nessuno durante questi momenti; può derogare a questa disposizione solo se l'affare non può assolutamente essere rinviato e non gli è stato possibile prevederlo né prevenirlo.

19. Non permetterà assolutamente a ragazze e a donne di entrare in casa; se deve intrattenersi con qualcuna di esse, lo farà in parlatorio e sempre alla presenza di qualche Fratello.

20. Se il Fratello Direttore ha commesso una colpa considerevole, chiederà per essa una penitenza al Fratello Superiore dell'Istituto.

21. Avrà, e ne darà testimonianza, un grande affetto e una tenerezza di cuore particolarissima verso tutti i Fratelli che ha sotto la sua direzione; cercherà in ogni modo di non essere interiormente contrariato con nessuno di essi e di non lasciarlo mai apparire all'esterno.

22. Tuttavia non si legherà ne manterrà un'amicizia particolare con nessuno, sia Fratello che persona esterna.

Il suo comportamento deve palesare che intende essere uguale con tutti, perciò non darà mai nulla a nessun Fratello come attestato di amicizia; eviterà soprattutto di farlo più con alcuni che con altri, anche se il dono è di poco conto.

23. Farà di tutto per mantenere l'unione tra i Fratelli, al punto di non permettere il minimo screzio né la minima contrarietà tra di loro;

24. Non tollererà, in nessun Fratello, nulla che sia o che possa essere contrario alla regolarità e al buon ordine della casa di cui ha l'incarico.

25. Starà molto attento a non mancare né a tollerare che si manchi al minimo punto di regolarità - qualunque sia la materia di esso -, desiderando che la volontà di Dio gli si manifesti attraverso le Regole e le usanze dell'Istituto e volendo che essa venga eseguita piena, esatta e intera, sia da parte sua che da quella di chi gli è stato affidato.

26. A questo scopo non permetterà ad alcun Fratello di assentarsi dagli esercizi giornalieri: dell'esame e del Rosario, della lettura spirituale e dell'orazione ecc., tranne che via sia costretto da una irrinunciabile necessità.

Se è costretto a dispensare qualcuno, ne avvertirà il Fratello Superiore dell'Istituto.

27. Sua prima cura nei riguardi dei Fratelli sarà di consolidarli e di mantenerli nel vero spirito di fede e di far loro considerare l'esecuzione della volontà di Dio in ogni cosa, come la regola di tutto il loro agire.

28. Avrà una così grande cura di mantenere tutti nell'obbedienza al punto che il minimo ritardo nell'eseguire gli ordini, una sola parola di replica, il minimo rifiuto, la minima cosa fatta senza permesso, saranno sempre da lui considerati come mancanze alle quali bisogna portare un pronto rimedio.

I Fratelli, a loro volta, gli obbediranno in tutto, come al Fratello Superiore dell'Istituto, anzi come a Dio stesso.

29. Considererà il raccoglimento un fattore di grande importanza sia per sé che per gli altri, reputandolo come il principale sostegno esterno della pietà; e, al contrario, la dissipazione degli occhi come l'origine di ogni sregolatezza in una Comunità.

30. Sarà attentissimo a far osservare il silenzio a tutti, sia dentro che fuori casa, e non tollererà neanche una parola proferita senza permesso.

Baderà anche che, durante la ricreazione, vengano osservate da tutti con esattezza le regole prescritte per essa.

31. Controllerà che i Fratelli non conversino quando escono insieme in città ( salvo che si presenti una assoluta necessità ) e che, strada facendo, recitino il Rosario ognuno da sé, ovunque siano diretti.

Al ritorno chiederà loro conto, a ciascuno in particolare, di ciò che hanno detto e fatto fuori.

32. Assegnerà a ogni Fratello un giorno della settimana per rendergli conto della sua coscienza ed esigerà che tutti lo facciano - con esattezza e senza mancarvi - seguendo il Direttorio che terrà in mano durante l'incontro.

Preferirà questa attenzione nei loro riguardi a qualsiasi altro compito ( tranne che non ne possa fare a meno e che esso non sia dilazionabile ) e a qualsiasi altro esercizio, al di fuori dell'orazione.

Se non gli è stato possibile ricevere qualche Fratello nel giorno che gli aveva assegnato, lo chiamerà il giorno dopo, escludendo però i l tempo della lettura spirituale, tranne che non possa fare altrimenti.

33. Nei primi giorni di ogni mese renderà conto esatto e particolareggiato al Fratello Superiore dell'Istituto, delle entrate e delle uscite che si sono avute in casa nel mese precedente e - ma solo ogni due mesi e a partire dal mese di ottobre - del suo comportamento sia interno che esterno, come anche della sua direzione, se segue cioè i due Direttóri approntati per questo scopo.

Nel secondo di questi due mesi, a partire da novembre, renderà conto dell'andamento della scuola e di ogni Fratello in particolare.

In questo caso avrà cura di invitare i Fratelli di cui ha responsabilità a scrivere, assieme a lui, al Fratello Superiore dell'Istituto per esporgli le proprie difficoltà e il loro comportamento sia interno che esterno, seguendo sempre il Direttorio redatto a questo scopo.

Raccolte le lettere, le unirà alla sua e la sigillerà in presenza di tutti i Fratelli, durante uno degli esercizi che si fanno nella sala degli esercizi.

Affiderà quindi la lettera al Fratello designato dal Fratello Superiore dell'Istituto perché gliele recapiti o gliele faccia recapitare.

Quando arriverà la risposta a queste lettere bimestrali, dissigillerà il plico con lo stesso cerimoniale, alla presenza di tutti i Fratelli, e darà a ciascuno la sua lettera; se qualche Fratello è malato, gli farà avere subito la sua lettera per mezzo del Fratello incaricato del plico mensile.

34. Il Fratello Direttore informerà i Fratelli che per ottenere risposta alle loro lettere debbono, innanzi tutto, rendere conto della loro coscienza come prescrive il Direttorio.

35. Prima dell'inizio dell'anno scolastico proporrà l'assegnazione delle classi che gli sembra più conveniente per ogni Fratello, ma la metterà in esecuzione solo dopo che il Fratello Superiore dell'Istituto abbia espresso il suo parere favorevole o abbia disposto altrimenti.

Durante l'anno non sposterà un Fratello da una classe all'altra, tranne che il motivo per farlo sia urgente, e lo farà solo dietro ordine e permesso del Fratello Superiore dell'Istituto che gli indicherà a quale classe è bene destinare detto Fratello.

Comunque, se si vedrà costretto a fare qualche cambiamento, ne informerà per iscritto subito il Fratello Superiore dell'Istituto, mettendolo anche a parte dei motivi che ve l'hanno obbligato e in seguito eseguirà quanto, in proposito, gli verrà comandato.

36. Terminato l'anno scolastico, renderà conto al Fratello Superiore dell'Istituto della sua impressione sui singoli Fratelli che sono stati alle sue dipendenze durante l'anno decorso, sulla traccia del documento preparato a questo scopo.

37. Non scriverà nessuna lettera se non è proprio necessaria; non scriverà neanche ai Fratelli né a nessun'altra persona senza l'ordine o il permesso del Fratello Superiore dell'Istituto; unica eccezione: scrivere al Fratello che deve provvedere gli abiti.

38. Se deve dare un incarico per provvedere alle necessità della casa, si rivolgerà sempre al Fratello che provvede gli abiti e a nessun altro, e non scriverà a nessun altro Fratello e a nessun'altra persona e neanche ai Fratelli se non ha avuto l'ordine o il permesso scritto del Fratello Superiore dell'Istituto.

39. Anche le lettere che deve inviare al Fratello incaricato de gli abiti le farà passare attraverso il Fratello Superiore dell'Istituto; non si rivolgerà mai direttamente a lui.

40. Al Fratello che si occupa della cucina assegnerà per iscritto il modo di occupare il suo tempo, precisandogli le incombenze per l'intera giornata, come pure i momenti in cui reciterà il Rosario, farà lettura spirituale e l'orazione della sera.

Controllerà se esegue tutto e se evita di rivolgersi agli altri Fratelli senza la sua autorizzazione.

41. Il Fratello che si occupa della cucina gli renderà conto del suo comportamento, di come distribuisce il suo tempo e delle spese, almeno una volta alla settimana, la domenica o il giovedì, se è vacanza per tutta la giornata.

42. Ogni casa sarà provvista di una cassaforte con duplice serratura: una chiave la terrà il Fratello Direttore e l'altra il Fratello incaricato a questo scopo dal Fratello Superiore dell'Istituto.

Questo Fratello deve essere pienamente al corrente, come il Fratello Direttore, delle entrate e delle uscite di ogni mese, in modo che uno dei due possa rendere conto al Fratello Superiore dell'Istituto, all'inizio del mese successivo.

43. Non farà e non riceverà alcun prestito; non farà alcun debito e non lo lascerà fare, senza ordine esplicito e scritto del Fratello Superiore dell'Istituto.

Non presterà e non chiederà in prestito alcun libro e non permetterà che lo facciano i Fratelli né permetterà che leggano libri al di fuori di quelli che sono in casa.

44. Non farà fare nulla di nuovo e non farà acquistare nulla per le necessità dei Fratelli se non lo reputa necessario; non farà fare nulla per essi, tranne quelle cose a cui ha obbligo di provvedere, salvo che abbia ricevuto un ordine esplicito o un permesso scritto del Fratello Superiore dell'Istituto.

45. Non farà altresì fare nulla di nuovo ne farà acquistare nulla per le necessità della casa al di fuori degli acquisti ordinari e quotidiani che riguardano i malati, tranne che siano assolutamente necessari e che non si possa aspettare la prima visita o la risposta del Fratello Superiore.

In questo caso, osserverà quanto è scritto nell'art. 3.

46. Se dovrà ordinare camicette, facciole, scarpe, pantofole o altre cose che servono ai Fratelli o alle scuole e il cui acquisto rientra tra i suoi doveri, le farà fare secondo la forma in uso nella Società, esigendo che le sue norme siano rispettate e osservate fino alle più piccole minuzie, sia riguardo a sé che agli altri.

Considererà questa esattezza come qualcosa che Dio gli chiede e di cui dovrà rendergli conto.

47. Darà sempre nella sua persona attestati di povertà, soprattutto nell'abbigliamento, purché sia decente e non strappato; non porterà mai ne cappello, ne mantello, ne veste, ne scarpe differenti da quelli degli altri Fratelli sia per la stoffa che per il modello.

48. Farà tagliare i capelli a tutti Fratelli ai primi di gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre e novembre - non importa se è qualche giorno prima o dopo - e badi di non mancarvi.

Controllerà che il taglio sia uguale per tutti, in forma circolare sul collo, livellato sulla testa e che le basette non siano molto folte e, sulle orecchie, non più lunghe di tre dita traverse.

49. Non attenderà da solo a un lavoro esterno, anche se si tratta di piantare un chiodo.

Potrà farlo solo in caso di necessità, se gli altri Fratelli sono impegnati.

In seguito renderà conto, nella prima lettera che scriverà al Fratello Superiore dell'Istituto, del lavoro che è stato eseguito, del tempo impiegato e se esso era davvero urgente.

50. Avrà cura di far tenere la casa pulita; a questo scopo incaricherà un Fratello per spazzare i vari ambienti e tenerli puliti.

Ogni domenica dopo la Messa di Comunità, controllerà o farà controllare ogni ambiente della casa per rendersi conto se è stato trascurato qualcosa; se c'è qualcosa che non ci dovrebbe stare o che dovrebbe essere altrove; se ci sono ragnatele, vetri rotti o mobili rovinati.

51. Controllerà e provvederà che le candele siano tutte spente prima delle 9,15 e che le porte di tutti gli ambienti della casa siano sempre chiuse; che ogni giorno, dopo la preghiera della sera, gli vengano consegnate tutte le chiavi; subito dopo andrà a rendersi conto personalmente che le porte principali, soprattutto quelle che danno sulla strada, siano sicuramente chiuse.

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