Interventi di Agostino: Atti Conf. di Cartagine

230 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Noi siamo nella Chiesa, nel cui seno Ceciliano ha esercitato l'episcopato ed è morto.

Noi leggiamo il suo nome all'altare, siamo in comunione con la sua memoria come con quella di un fratello, non di un padre o di una madre.

Tu mi domandi da dove la mia comunione trae origine.

È lo stesso Cristo Signore che afferma l'origine della mia comunione, quando dice: Cristo doveva patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome essere predicato a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,46-47 )

Questa predicazione ha avuto inizio da Gerusalemme, poi, a partire da questo illustrissimo esordio, si è estesa, diffondendo così la Chiesa alla quale apparteniamo, dapprima nelle vicine contrade e poi nelle regioni lontane, per giungere fino all'Africa.

È per vederla che noi abbiamo aperto gli occhi, è essa che noi scopriamo - così come lo stesso Cristo Signore, nostro redentore - nelle parole divine e nei testi divini.

Da questo Dio, nostro Padre, da questa Chiesa, nostra madre, non c'è alcun crimine commesso da uomo, non c'è calunnia diretta contro un uomo che mi separeranno giammai.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

231 - Il vescovo Petiliano disse: Ceciliano è per te un padre o una madre, come hai appena detto.

E, con altra mano: Io, Petiliano, vescovo, salvo il nostro appello, l'ho autenticato.

232 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Tu hai già inteso che era un fratello.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

233 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Ceciliano non è mio padre.

Se è buono, egli è un mio buon fratello; se è cattivo, egli è un mio fratello cattivo.

Tuttavia, in forza dei sacramenti, egli è mio fratello, che sia buono o cattivo.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

235 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Sì, io lo dico e lo dirò tutte le volte che vorranno: Ceciliano non è mio padre, perché ascolto il mio Signore che mi dice: Non chiamate nessuno vostro padre sulla terra, perché uno solo è il vostro Padre, Dio. ( Mt 23,9 )

Io chiamo Ceciliano mio fratello: mio buon fratello se è buono, mio cattivo fratello se è cattivo, perché lui è mio fratello in forza dei sacramenti che ci sono comuni.

Se tu vuoi proprio sapere qual è il giudizio che do di lui, ebbene io lo considero innocente, lo credo bersaglio di false accuse; ma questo è un sentire da uomo a uomo, non una convinzione certa.

Se tu imputi alla Chiesa le accuse addebitate a Ceciliano, io mi apposto là, per difenderle come accuse portate a un fratello, dimostrando che esse non hanno alcun riferimento con la Chiesa, né con la causa della Chiesa, ed esse non la pregiudicano affatto.

E così dimostro che tu non hai nulla da obiettare alla Chiesa cattolica, ammesso pure che siano fondate le accuse contro Ceciliano: cosa che in nessun modo potrai dimostrare.

E se non potrai dimostrare che queste accuse sono fondate, potrai valutare e renderti direttamente conto in quale isolamento sei rimasto, quale scelta tu debba fare, lasciando finalmente da parte l'animosità dell'errore, per sostenere con noi la verità e abbracciare con noi la carità, dopo aver condannato l'errore.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

237 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Io ho un capo, ma è Cristo …

Marcellino, uomo eccellentissimo, tribuno e notaio, disse: Si dimostri con maggiore accuratezza se voi chiamate Ceciliano vostro padre o vostra madre, come vi è stato domandato.

Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Io ho un capo, ma è Cristo, il cui Apostolo ascolto …

E, mentre parlava - E, con altra mano: L'ho autenticato.

242 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Ho un capo, ma è Cristo, di cui ascolto l'Apostolo che dice: Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. ( 1 Cor 3,22-23 )

Infatti, quando l'Apostolo si è dato il titolo di padre, per evitare che noi prendessimo la debolezza umana come fondamento della sua paternità, egli aggiunse: Vi ho generato mediante il Vangelo. ( 1 Cor 4,15 )

Dunque, la mia origine e la sorgente stessa della mia origine è tratta dal Vangelo.

È per tributare loro un onore, che noi chiamiamo padri coloro che sono superiori a noi o per età o per merito.

È tutt'altra cosa quando cerchiamo di sapere chi è nostro padre sul piano della fede, chi è nostro padre in ordine alla salute eterna, chi è nostro padre in rapporto alla Chiesa, cui dobbiamo aderire in ordine alle promesse di Dio, che dobbiamo raccogliere.

Infatti, è per rendere loro un onore che ogni giorno diciamo padre agli anziani, ogni giorno diciamo fratello ad alcuni, che non sono uniti a noi nell'unica Chiesa e neppure sono legati a noi dagli stessi sacramenti.

Loth chiamò fratelli ( Gen 19,7 ) gli stessi Sodomiti, evidentemente per ammansire la loro aggressività, non in ragione di una riconosciuta fraternità, e quasi di un consorzio dell'unica eredità.

Lasciamo perciò da parte tutto questo, distinguiamo fra gli appellativi che sono dovuti agli uomini come segno di onore, e questo appellativo, dato in considerazione della salvezza, di cui ci stiamo occupando.

Dal punto di vista della salvezza eterna, dirò con licenza dell'Apostolo, anzi, dietro suo ordine, che l'Apostolo non è certamente mio padre in ordine alla salvezza eterna, lui che mi dice: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere.

Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. ( 1 Cor 3,6-7 )

Proprio per questo il Signore ha detto: Non chiamate nessuno vostro padre sulla terra. ( Mt 23,9 )

Egli certamente sapeva che l'Apostolo avrebbe detto: Vi ho generato mediante il Vangelo.

In effetti, al Signore che aveva detto: Non chiamatevi padre sulla terra, non sarebbe stato contrario l'Apostolo nel dire: Anche se aveste molti padri, vi ho generato mediante il Vangelo. ( 1 Cor 4,15 )

Ma poiché egli ha fatto una distinzione, specificando per quale realtà il Signore ci ha dato un padre, e in quale ambito di onore noi potremmo considerare l'Apostolo come un padre, per questo si è espresso in modo tale, che i suoi propositi non fossero in contraddizione con la verità del Signore.

Dunque, coloro che io riconosco padri sulla terra, li riconosco come tali per onorarli.

Ma, per quanto concerne la mia salvezza, non ho altro padre se non Dio, del quale il Signore mi ha detto: Non chiamate nessuno vostro padre sulla terra, e al quale ogni giorno diciamo: Padre nostro, che sei nei cieli. ( Mt 6,9 )

E, con altra mano: L'ho autenticato.

245 - Il vescovo Adeodato disse: Agostino ha detto questo.

Bene, che ci dica chi lo ha ordinato.

E, con altra mano: Adeodato, vescovo, salvo il nostro appello, l'ho autenticato.

Possidio, vescovo della Chiesa cattolica, disse: In questi giorni non abbiamo assunto il compito di difendere la causa di Agostino, qualunque sia il suo …

E, mentre parlava - E, con altra mano: L'ho autenticato.

Il vescovo Adeodato disse: È proprio qui l'indizio di una causa disperata: che ci si risponda in un modo, mentre noi domandiamo un'altra cosa; cosicché, non potendo rispondere alle obiezioni, si vanno a cercare altre cose per spargere una cortina fumogena.

Ci dica, dunque, Agostino chi lo ha ordinato.

E, con altra mano: Io, Adeodato, vescovo, salvo il nostro appello, l'ho autenticato.

Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Vedo che la questione è superflua.

E, mentre parlava - E, con altra mano: L'ho autenticato.

246 - Marcellino, uomo eccellentissimo, tribuno e notaio, disse: Degnati di rispondere alla domanda che ti è stata posta.

247 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Vedo molto bene che è superflua la domanda dei nostri fratelli, che ci stanno di fronte, e a tale inutile questione non mi rifiuto di rispondere, a condizione tuttavia che la causa della Chiesa, alla quale non si può controbattere nulla, sia posta su un fondamento assolutamente certo.

Io, di cui tu vuoi sapere chi fu il consacratore, sono un cristiano, un fedele e - prendo Dio a testimone - un cattolico: appellativo sul quale ci stiamo ancora interrogando chi sarà degno di fregiarsene.

Per quel che mi riguarda, io difendo proprio quella Chiesa; con la voce di cui sono capace, io sostengo quella Chiesa, nella quale - qualunque sia il mio comportamento - è proprio la Chiesa.

Vedo a che cosa miri; tu dài retta a calunnie umane e ciò che siete soliti ripetere in continuazione non è estraneo né alle nostre orecchie né ai nostri cuori.

Megalio mi ha ordinato, il primate della Chiesa cattolica di Numidia, nell'epoca in cui mi ha potuto ordinare.

Ecco, ho risposto. Ora prosegui tu, esponi ciò che stai architettando, certamente anche lì farai la figura del calunniatore.

Ecco, ho detto chi è stato il mio consacrante; adesso snocciola le tue calunnie.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

256 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Leggano loro. Gli concediamo ciò che essi hanno rifiutato di accordarci.

261 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Concedici, uomo sublime, di non farci indugiare oltre su dibattiti superflui per la causa della Chiesa.

E volesse il cielo che i nostri fratelli, qui presenti come controparte, avessero presentato questa lettera prima di tutti i loro discorsi perditempo, affinché avessimo già potuto dibattere la causa della Chiesa, su cui verte la questione.

La tua Nobiltà d'altronde può constatare che in questa lettera sono intrecciati due tipi di obiezioni o di fatti, ai quali dobbiamo una risposta: l'uno poggia sulle divine Scritture e sulle parole della santa Legge, l'altro contiene accuse umane che non so capacitarmi chi abbia pensato di lanciare contro di noi, più per odio che per amore della verità.

Su questi due punti, con l'aiuto del Signore, risponderemo con poche battute, per non replicare con un prolisso discorso a tanta prolissità.

A proposito della Chiesa, la questione è di sapere se è stato predetto che nel suo seno sarebbero stati mescolati i cattivi ai buoni sino alla fine del mondo, oppure se esclusivamente tutti i buoni, i santi e gli immacolati, che sono in questo mondo che passa, anche da oggi e sino alla fine dei tempi.

Esistono due serie di testimonianze divine; ed evidentemente esse non devono contraddirsi, né lo possono assolutamente se trovano un buon intenditore.

Che l'aia sia la Chiesa non l'ho detto certamente io, né qualcuno dei nostri, ma è il Vangelo che parla, nel quale è scritto: Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il grano nel granaio. ( Mt 3,12; Lc 3,17 )

E, mentre parlava - E, con altra mano: L'ho autenticato.

262 - Il vescovo Emerito disse: Tu non leggi la parola aia.

E, con altra mano: Io, Emerito, vescovo, l'ho autenticato.

Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Giovanni ha detto: Pulirà la sua aia e raccoglierà il grano nel granaio. ( Mt 3,12; Lc 3,17 )

E, mentre parlava - E, con altra mano: L'ho autenticato.

Marcellino, uomo eccellentissimo, tribuno e notaio, disse: Si rilegga ciò che chiede.

263 - Il vescovo Emerito disse: L'Evangelista ha detto questo dei peccatori occulti, non di quelli manifesti, che tu vuoi mescolati con te.

E, con altra mano: Io, Emerito, vescovo, l'ho autenticato.

264 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Il nostro intervento abbia la stessa considerazione della loro lettera.

Quando è stata iniziata la sua lettura, nessuno di noi ha fatto strepito, né azione di disturbo, né interruzione.

Che lui mi permetta di terminare ciò che ho iniziato a dire e solo allora risponderà.

Perché non si vuol dare anche a noi come contraccambio ciò che noi abbiamo dato a loro?

La tua Nobiltà ha notato la nostra tolleranza durante la lettura interminabile della lettera …

E, mentre parlava - E, con altra mano: L'ho autenticato.

Il vescovo Emerito disse: Egli ci incolpa con la sua pretesa di essere paziente; non deve essere lui a riferire un suo parere, quando il giudice è un altro.

E, con altra mano: Io, Emerito, vescovo, l'ho autenticato.

265 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Oh, se potessi essere anche tu paziente finché non ho terminato il mio intervento!

Dunque, come avevo iniziato a dire, ci sono testi divini sulla zizzania e sul grano buono, che costoro non hanno neppure tentato di capire.

In verità, a proposito delle reti, essi tempo fa hanno riconosciuto che la Chiesa avrebbe dovuto contenere cattivi e buoni; ma essi hanno detto che questi malvagi erano sconosciuti ai sacerdoti, e per questo motivo non potevano pregiudicare i buoni, appunto perché ignoti.

Quanto a me, con le prove tratte dalle mie scarse risorse, potrei dimostrare che la maniera più vera d'intendere questo testo è di capire che la Chiesa accoglie nel suo seno cattivi e buoni, cioè la zizzania e il grano buono, e che la stessa parola mondo è stata applicata alla Chiesa, poiché è proprio il Signore che dice: Non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. ( Gv 3,17 )

Ora, noi sappiamo che il Signore non salva se non la sua Chiesa.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

267 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Anche noi potremmo dire tutto questo e liquidarlo come contrario ai testi presentati all'inizio.

Pertanto è proprio ingiustificata questa interruzione, dovuta al loro rumoreggiare, in quanto anche noi avremmo potuto fare altrettanto per bloccare la lettura della loro lettera.

Che ascoltino con pazienza, e la tua Nobiltà li impegni a fare quello che avrebbero spontaneamente già dovuto fare.

Ascoltino con pazienza. Ciò che stiamo trattando non è cosa da poco.

Oggi ci siamo assunti il compito di rispondere, con l'aiuto di Dio, alla loro lunga lettera, senza chiedere prima il testo in visione per esaminarlo e successivamente dare una risposta, come essi hanno fatto per il nostro mandato.

Anch'essi mostrino dunque un poco di pazienza nei nostri confronti e per la tua incolumità.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

270 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Durante la lettura della lettera avevamo la sensazione che essi stessi parlassero.

Durante il loro intervento non abbiamo aperto bocca.

Non voglio parlare di pazienza perché essi non se la prendano a male.

Essi dunque si mostrino altrettanto silenziosi nei nostri confronti.

E, con altra mano: L'ho autenticato.

272 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Proprio per questa ragione essa è stata redatta per iscritto e questa è stata annotata.

Se la mia memoria fa difetto su qualche punto, sia io posso chiedere che mi venga letto qualche passaggio della lettera, sia loro possono chiedere che gli venga letto qualche punto dai registri.

Si faccia silenzio! Affrontiamo il dibattito.

Dunque, come avevo iniziato a dire riprendendo la loro stessa osservazione, noi constatiamo che nelle Scritture il termine mondo è usato per definire sia il male che il bene.

Per esempio, il termine mondo è usato in senso negativo, come essi stessi hanno detto: E il mondo non lo ha conosciuto, ( Gv 17,25 ) e: Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui, ( 1 Gv 2,15 ) e così via.

Ma il termine mondo è usato anche in senso positivo: Perché il mondo creda che tu mi hai mandato; ( Gv 17,21 ) infatti credere non è proprio dei cattivi.

Il termine mondo nel bene: Non è venuto per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui: ( Gv 3,17 ) solo la Chiesa infatti sarà salvata nel mondo.

Dunque, poiché il termine mondo viene impiegato tanto in senso buono che cattivo, è da qui che insorge questa sorta di rissa delle Scritture, se esse non hanno un buon intenditore.

Usa bene il lume dell'intelligenza; vedi nel termine mondo, preso in senso negativo, tutti coloro che in tutte le nazioni amano le cose temporali; vedi nel termine mondo, preso in senso positivo, tutti i fedeli, presso tutte le nazioni, che nutrono la speranza nella vita eterna.

Dio era in Cristo - dice - che riconcilia il mondo a sé: ( 2 Cor 5,19 ) se dunque si può riconciliare con Dio questo mondo rifiutato, a proposito del quale è stato detto che l'amore di Cristo non è in colui che ama il mondo, coloro che ne parlano ne tirino la conseguenza.

La tua Nobiltà ascolti dunque con pazienza. Io noto che la santa Scrittura, attraverso la mescolanza dei buoni e dei cattivi - come essi stessi hanno riconosciuto a proposito delle reti - ha prefigurato la Chiesa …

E, mentre parlava, poiché si faceva strepito, Alipio, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Sia posto agli atti che essi fanno strepito.

281 - Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, disse: Dunque, con il termine mondo - e non poteva sembrare diversamente anche a noi - si intendono gli uomini.

Noi evidentemente non siamo così stolti da dire che Cristo promise la salvezza anche alle belve e a tutti gli altri animali privi di ragione.

In una parola, quando diciamo: Il mondo giace sotto il potere del maligno, ( 1 Gv 5,19 ) si tratta di uomini.

Affinché il mondo creda che tu mi hai mandato, ( Gv 17,23 ) si tratta di uomini.

Riconciliando a sé il mondo, ( 2 Cor 5,19 ) si tratta di uomini; e così anche negli altri testi, in cui il termine mondo è usato in senso negativo, si tratta di uomini, sempre di uomini.

Infatti in tutto il mondo si trovano gli uni e gli altri: i cattivi mescolati ai buoni.

Così pure la Chiesa - essi hanno riconosciuto che, quando è designata con il nome di rete, comprende anche i cattivi, benché abbiano aggiunto che questi restavano sconosciuti ai pescatori - è ormai evidente che essa comporta la presenza di buoni e di cattivi.

Rispetto a quello che resta nascosto e a quello che appare, la questione è di sapere se è compito della pietà dei buoni tollerare i cattivi, anche quelli sconosciuti, per non abbandonare i buoni, oppure se, a causa dei cattivi, vogliono abbandonare tutto a quelli cui sarà apparso qualcosa di male nella Chiesa.

Così si pone la questione: esaminiamola bene.

Noi diciamo in effetti che non si deve trascurare la disciplina ecclesiastica e che, dovunque siano individuati i cattivi, si deve fare su di loro opera di correzione, non solo con reprimende verbali, ma anche con la scomunica e la degradazione, affinché ricerchino per la loro salvezza un luogo umile nella Chiesa.

Noi diciamo che questo è fatto anche a scopo medicinale, non per odio ma per desiderio di assicurare la salvezza dei nostri fratelli, come lo stesso Apostolo in un certo passo dichiara in modo chiarissimo quando dice: Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo per lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni; non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello… ( 2 Ts 3,14-15 )

[ Il resto manca ]