Contro Giuliano

Indice

Libro VI

1.1 - La misera condizione dei bambini è la pena del peccato originale

Esaurita la risposta al terzo libro, si passi al quarto.

Il Signore mi assista affinché sappia mostrarti non soltanto la verità, ma anche la carità.

Chi le avrà entrambe non sarà né stolto né detrattore.

Di questi due vizi hai chiacchierato molto all'inizio del suddetto libro.

L'errore sarà dissipato dalla verità, il livore dalla carità.

In questa tua disputa invece, parlando della stoltezza, ti sei servito di un testo della Scrittura dove si legge: Dio non ama se non colui che abita con la sapienza, ( Sap 7,28 ) per affermare che "la stoltezza è la madre di tutti i vizi".

Ricerca ora attentamente se con la sapienza può coabitare l'incoscienza infantile, attraverso la quale il fanciullo deve necessariamente passare, seppure ci passa.

Pensa al primo frutto che nasce dalla radice che tu lodi ed alla trasformazione ad esso necessaria perché sia amato da Dio, che non ama se non chi abita con la sapienza.

Indubbiamente questo accade anche per i bambini predestinati, da cui Dio porta via ciò che odia affinché, liberati dalle vanità, possa amarli mentre abitano con la sapienza.

Mi meraviglierei se osassi affermare che, qualora l'ultimo giorno li strappasse dalle mammelle,1 insieme alla sapienza essi abiteranno fuori del regno di Dio, al quale, secondo il tuo parere, "il bene di una natura inviolata ed innocente" impedisce di accedere, a meno che la grazia del vero Salvatore non li liberi e li redima dalla stoltezza di un adulatore.

Per non parlare poi degli stolti per natura che, secondo la Scrittura, sono da piangersi molto più dei morti. ( Sir 22,13 )

La grazia di Dio, in verità, per mezzo del sangue del Mediatore li può liberare anche da un male così grave.

Donde però hanno potuto piombare in tanto male se dal giudizio divino non era dovuta pena alcuna alla loro origine viziata?

1.2 - L'origine di tanti mali è l'origine viziata

Giustamente hai rimproverato e con severità coloro "che hanno trascurato di conoscere le cose che avrebbero dovuto sapere o non esitano a biasimare quelle ignorate".

Puoi forse dirlo di coloro che sono nati dementi?

Essendo Dio giusto tuttavia, non potrai darne una spiegazione se i figli non contraggono colpa alcuna dai genitori.

"Noi siamo diventati insani, tu dici, invidiandoti in un meriggio di aperta verità, senza ombra di ignoranza".

Sicché, tu che non ci invidi, non vedi nei bambini tanti mali così gravi?

Dio è buono, Dio è giusto e non esiste affatto una natura esterna del male che secondo i manichei è mescolata alla nostra: donde derivano allora agli uomini tanti mali, non dico nelle abitudini ma nella stessa mente con cui nascono, se l'umana origine è viziata ed il genere umano una massa dannata?

Uomo privo di insania e alieno dagli stimoli dell'invidia, perché mai descrivi l'invidia in maniera tale che nella tua descrizione questo vizio appaia ad un tempo peccato e pena del peccato?

L'invidia non è forse un peccato diabolico? Non è forse pena del peccato essa che "tormenta immediatamente lo stesso autore da cui nasce"? Queste sono tue parole.

Eppure l'inveterata abitudine alla loquacità ti dà l'impressione di aver dimostrato con molto acume che "lo stesso vizio non può essere ad un tempo peccato e pena del peccato".

Ma forse, poiché non sei invidioso, hai potuto appena scoprire nell'altro libro l'invidia cui dire queste cose e contraddirti nell'affermare che non hai invidia per me.

2.3 - Il mondo sono gli uomini destinati alla condanna eterna

Terminata l'introduzione, nella quale come al solito ti sei affaticato a dimostrare quello che avevo gia detto prima, che cioè "Dio è il Creatore degli uomini", proponi le mie parole dove affermo "che chi nasce dalla concupiscenza della carne, nasce per il mondo e non per Dio; nasce invece per Dio solo quando rinasce dall'acqua e dallo spirito".2

Raggiri queste mie parole in maniera tale da affermare che da esse si deve intendere che io ho dichiarato appartenere al diavolo tutto quanto appartiene al mondo, perché altrove avevo detto che "quelli che nascono dall'unione dei corpi, appartengono di diritto al diavolo", dicendo nel contempo che "sono sottratti al potere delle tenebre quando rinascono in Cristo".

Rispondo alla tua calunnia. Vorresti far credere che ho attribuito il mondo al potere del diavolo, al punto da sostenere che il cielo e la terra e tutto ciò che è in essi, è stato fatto dal diavolo o gli appartiene.

Non dico affatto questo, anzi lo detesto, lo respingo e condanno chi lo dice.

Ho detto qui "mondo" esattamente come il Signore quando diceva: Ecco viene il principe del mondo. ( Gv 14,30 )

Il Signore non ha inteso affatto dichiarare il diavolo principe del cielo e della terra e di tutto ciò che è stato fatto per opera del Verbo, vale a dire per opera dello stesso Cristo, per cui è stato scritto: E il mondo per mezzo di lui fu fatto, ( Gv 1,10 )

ma intese dare il significato espresso nelle parole: Il mondo giace tutto in potere del maligno, ( 1 Gv 5,19 ) e nelle altre: Poiché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, il tronfio orgoglio della vita, non è dal Padre, ma è dal mondo. ( 1 Gv 2,16 )

Non si può dire infatti che il cielo e la terra non sono dal Padre per mezzo del Figlio, oppure che gli Angeli, le stelle, gli alberi, gli animali, gli uomini non sono dal Padre per mezzo del Figlio per quanto attiene, naturalmente, alla loro intrinseca sostanza per cui sono uomini.

Il diavolo però è il principe di questo mondo; il mondo giace in potere del maligno e così pure tutti gli uomini che sono rei di eterna condanna se non sono liberati, affinché, redenti dal sangue sparso per la redenzione dei peccatori, non appartengano più al principe dei peccatori.

A questo mondo, dunque, del quale è principe colui di cui il Vincitore del mondo, ( Gv 16,33 ) ha detto: Ecco viene il principe del mondo e contro di me non può nulla, ( Gv 14,30 ) a questo mondo dunque nasce l'uomo fin quando non rinasce in colui che vince il mondo e nel quale nulla può trovare il principe del mondo.

2.4 - Dal mondo Cristo scelse i suoi discepoli

Qual è dunque il mondo del quale il Salvatore e Vincitore del mondo dice: Il mondo non può odiare voi; odia invece me, perché io attesto che le sue opere sono malvagie? ( Gv 7,7 )

Che forse le opere della terra, del mare, del cielo e delle stelle sono cattive?

Ma questo mondo sono pure gli uomini.

Da questo mondo non è liberato nessuno se non per la grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo Signore nostro, che ha offerto la sua carne per la vita del mondo, cosa che certamente non avrebbe fatto se non avesse trovato il mondo nella morte.

Qual è il mondo del quale diceva ai Giudei: Voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo? ( Gv 8,23 )

Qual è il mondo infine dal quale Gesù ha scelto i suoi Apostoli perché non fossero più del mondo, e, non essendo più suoi, il mondo li odiasse?

Così infatti parla il Salvatore e la Luce del mondo, così, ripeto, parla: Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di voi.

Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; invece, siccome non siete del mondo ma io vi ho scelti dal mondo, perciò il mondo vi odia. ( Gv 15,17-19 )

Se non avesse aggiunto: Io vi ho scelto dal mondo, si potrebbe pensare che abbia detto: Voi non siete del mondo, come di se stesso aveva detto: Io non sono di questo mondo.

Egli infatti non era del mondo e non è stato scelto dal mondo perché non fosse del mondo.

Quale cristiano avrebbe potuto dire questo?

Il Figlio di Dio non è stato di questo mondo, infatti, neppure in rapporto al fatto che si è degnato di essere uomo.

Cosa ne segue se non che in lui non c'è mai stato il peccato a causa del quale ogni uomo dapprima nasce per il mondo e non per Dio, e chi rinasce è scelto dal mondo perché possa rinascere per Dio e non essere più del mondo?

Proprio per questo il principe del mondo è cacciato fuori, come Gesù stesso attesta con le parole: È adesso la condanna di questo mondo; adesso il principe di questo mondo sarà cacciato fuori. ( Gv 12,31 )

2.5 - Tutto il mondo reso reo da Adamo viene riconciliato per mezzo di Cristo

A meno che la vostra sfrontatezza non vi spinga ad affermare che i bambini non sono scelti dal mondo quando sono lavati dal battesimo di Colui del quale è stato scritto: Dio era in Cristo quando riconciliava con sé il mondo.

Se voi, affermando che i bambini non sono del mondo, negate che essi appartengono a questa riconciliazione, non so proprio con quale faccia viviate nel mondo.

Se, al contrario, ammettiamo che essi sono scelti dal mondo quando vengono inseriti nel corpo di Cristo, è necessario che nascano per colui dal quale sono scelti perché rinascano.

Nascono infatti per mezzo della concupiscenza della carne e rinascono per mezzo della grazia dello Spirito.

Quella è del mondo, questa viene nel mondo affinché siano scelti dal mondo quelli che sono stati predestinati prima dell'inizio del mondo.

L'Apostolo, dopo aver detto: Dio era in Cristo quando riconciliava con sé il mondo, ci spiega come faceva, aggiungendo le parole: Non imputando ad essi le loro colpe. ( 2 Cor 5,19 )

Tutto il mondo dunque è reo a causa di Adamo.

Dio non nega il potere formativo alla sua opera, avendo egli predisposto i semi, pur viziati dalla caduta paterna, ed il mondo, quando è riconciliato per opera di Cristo, è liberato dal mondo.

Liberatore ne è Colui che viene nel mondo non per essere scelto dal mondo, ma per scegliere, con una scelta basata non sui meriti, ma sulla grazia, poiché il resto è stato salvato con una scelta della grazia. ( Rm 11,5 )

3.6 - La grazia battesimale nel pensiero di Giuliano

A questo punto citi le mie parole: "Solo la rigenerazione rimette il reato di questa concupiscenza e, per questo, la generazione lo contrae".

Alle quali parole aggiungevo subito dopo: "quello che è stato generato dunque sia rigenerato affinché, non essendo possibile diversamente, allo stesso modo sia rimesso ciò che è stato contratto".3

Ripetutamente ma inutilmente cerchi di nascondere che ritenete superfluo il battesimo nei bambini asserendo che "la grazia dei misteri di Cristo è ricca di molti doni".

Vogliate o no, confessate che i bambini credono in Cristo attraverso il cuore e la bocca delle madri.

Anche ad essi dunque debbono essere riferite le parole del Signore: Chi non crederà sarà condannato. ( Mc 16,16 )

Ma per quale motivo o per quale giustizia, se non contraggono alcun peccato originale?

Tu dici: "Da questo li riconosce come suoi, perché, prima ancora dell'ossequio della volontà personale, con un aumento di benefici accresce quello che aveva dato ad essi in precedenza".

Ma se riconosce costoro come suoi, vuol dire che non riconosce come suoi quelli a cui non fa questo dono.

Siccome però essi pure appartengono a lui per la medesima ragione che li ha creati, perché non li riconosce ugualmente come suoi?

Da questo punto di vista, voi non negate né il fato né la parzialità.

Vogliate quindi insieme a noi confessare la grazia.

Che altro possono avere se nulla appartiene ad essi?

Nello stesso ed identico stato, l'uno è lasciato per un atto di giustizia, non per il fato; l'altro è preso in virtù della grazia, non per il merito.

3.7 - Essere battezzato nella morte di Cristo significa morire al peccato

Assolutamente invano cercate di sostenere che con la rigenerazione i bambini non sono purificati neppure dal peccato originale.

Non ha dimostrato questo chi ha detto: Tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte. ( Rm 6,3 )

Dicendo tutti infatti, non ha escluso i bambini.

Essere battezzati nella morte di Cristo, che altro può significare se non morire al peccato?

Per questo in un altro passo sullo stesso argomento dichiara: Chi è morto, è morto al peccato una volta per sempre, ( Rm 6,10 ) che certamente è stato detto per la somiglianza della carne dominata dal peccato. Per questo c'è anche il grande mistero della sua croce dove: Il nostro vecchio uomo fu crocifisso con lui, affinché fosse distrutto il corpo dominato dal peccato. ( Rm 6,6 )

Se i bambini dunque sono battezzati in Cristo, lo sono nella sua morte e, se sono battezzati nella sua morte, certamente muoiono al peccato perché sono diventati con lui un essere solo nella somiglianza della sua morte.

Chi è morto al peccato, è morto una volta per sempre; e chi vive, vive ormai per Iddio. ( Rm 6,10 )

Cos'altro può significare essere diventati un essere solo con lui nella somiglianza della sua morte se non quello che segue: Così voi pure consideratevi morti, sì, al peccato, ma vivi per Dio in Cristo Gesù? ( Rm 6,11 )

Diremo forse che Cristo è morto al peccato che non ha mai avuto?

No. Pur tuttavia, chi è morto al peccato, è morto una volta per sempre.

La sua morte ha significato il nostro peccato, a causa del quale ci è venuta la morte.

Morto alla sua morte, l'uomo è detto morto al peccato affinché non sia più oltre mortale.

Quello che Cristo ha significato nella somiglianza della carne di peccato, noi lo operiamo per mezzo della sua grazia nella carne del peccato.

E come egli, morendo nella somiglianza della carne del peccato, è dichiarato morto al peccato, così tutti quelli che sono battezzati in lui muoiono nella medesima realtà di cui quella era stata la somiglianza.

Come nella sua vera carne c'è stata una vera morte, così nei veri peccati c'è una vera remissione.

4.8 - Esegesi di Rm 5,8-35: Cristo è morto anche per i bambini

Devi essere di certo molto testardo se tutto questo brano dell'Apostolo non riesce a correggerti dalla tua perversità.

Quantunque tutto quello che ha detto, scrivendo ai Romani per raccomandare la grazia di Dio attraverso Cristo Gesù, abbia un'intima connessione, non ci è possibile citarlo per intero perché sarebbe troppo lungo.

Ci limitiamo alla considerazione del passo dove dice: Dio dimostra il suo amore verso di noi per il fatto che Cristo è morto per noi quando eravamo ancora peccatori. ( Rm 5,8-9 )

Vorresti far credere che questo è stato detto facendo eccezione dei bambini.

Ma ti domando: Se questi non debbono essere annoverati tra i peccatori, perché mai è morto per loro colui che è morto per i peccatori?

Risponderai che, quantunque è morto per i peccatori, non è morto solo per i peccatori.

Negli autori divini, però, non leggerai mai che Cristo è morto anche per quelli che non hanno avuto alcun peccato.

Presta attenzione alle valide testimonianze che ti incalzano.

Tu dici che Cristo è morto "anche" per i peccatori; io sostengo che Cristo è morto "soltanto" per i peccatori, affinché tu sia costretto a rispondere che, se i bambini non sono legati da nessun peccato, Cristo non è morto per essi.

Dice infatti ai Corinzi: Siccome uno solo è morto per tutti, tutti di conseguenza sono morti, ed egli è morto per tutti. ( 2 Cor 5,14-15 )

Non ti è permesso assolutamente negare che Gesù è morto solo per quelli che sono morti.

Che intendi qui per "morti"? Forse quelli che sono usciti dal corpo? Ma chi è tanto insensato di pensarlo?

"Morti", per i quali tutti il solo Cristo è morto, va inteso secondo il senso dell'altro brano: E voi che eravate morti per le vostre colpe e per l'incirconcisione della vostra carne, egli ha fatto rivivere con lui. ( Col 2,13 )

Per questo aveva detto: Siccome uno solo è morto per tutti, tutti di conseguenza sono morti, per dimostrare che era impossibile che morisse se non per i morti.

Proprio da questo ha dimostrato che tutti sono morti, perché uno è morto per tutti.

Te lo sbatto in faccia, te lo inculco, ti ci riempio, mentre lo rifiuti: accettalo, è salutare per te; non voglio che tu abbia a morire.

Uno solo è morto per tutti, e tutti di conseguenza sono morti.

Vedi come ha voluto essere logico per far comprendere che tutti erano morti, se è morto per tutti.

Siccome non sono morti nel corpo, bisogna dire che sono morti nel peccato tutti quelli per i quali Cristo è morto.

Nessuno lo neghi, nessuno lo metta in dubbio a meno che non neghi o dubiti di essere cristiano.

Per la qual cosa, se i bambini non contraggono alcun peccato, non sono morti e, se non sono morti, non può essere morto per essi colui che non è morto se non per i morti.

Sin dal tuo primo libro, però, hai già gridato contro di noi che "Cristo è morto anche per i bambini".4

In nessuna maniera, pertanto, ti è permesso di negare che i bambini contraggono il peccato originale.

Donde, infatti, è venuta loro la morte se non da esso? o per quale morte dei bambini è morto colui che non è morto se non per i morti?

Tu stesso hai dichiarato che è morto anche per i bambini.

Torna dunque insieme con me a quello che avevo cominciato a dire sulla lettera ai Romani.

4.9 - Tutti muoiono per Adamo, tutti vivono per Cristo

Dio dimostra il suo amore verso di noi, dice, per il fatto che Cristo è morto per noi quando eravamo ancora peccatori.

Se Cristo è morto per noi quando eravamo peccatori, cioè quando eravamo morti, a maggior ragione ora che siamo stati riconciliati nel suo sangue, saremo salvi dall'ira divina per suo merito.

Se infatti fummo riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo quando gli eravamo nemici, a più forte ragione ora, riconciliati ormai con lui, saremo salvi nella sua vita. ( Rm 5,8-10 )

È la stessa cosa che altrove suona: Dio era in Cristo quando riconciliava con sé il mondo. ( 2 Cor 5,19 )

E qui continua: Ci gloriamo altresì in Dio per il Signore nostro Gesù Cristo.

Non solo quindi siamo salvi, ma ci gloriamo pure e per mezzo di lui ora abbiamo la riconciliazione. ( Rm 5,11 )

Come se si ricercasse la causa per cui avviene questa riconciliazione per mezzo di un solo uomo mediatore, aggiunge: Per opera di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e attraverso il peccato la morte; così la morte passò su tutti gli uomini perché tutti in lui peccarono. ( Rm 5,12 )

Cosa ha fatto dunque la legge? È stata forse capace di riportare la riconciliazione?

No, perché fino alla Legge vi era nel mondo il peccato, il che significa che neppure la legge ha potuto portare via il peccato.

Il peccato però non veniva imputato quando non c'era la Legge. ( Rm 5,13 )

Il peccato c'era, ma non veniva imputato perché non era conosciuto.

Attraverso la Legge infatti, come dice in un altro passo, si conosce il peccato. ( Rm 3,20 )

Eppure la morte ha dominato da Adamo fino a Mosè perché neppure per mezzo di Mosè, cioè neppure per mezzo della sua legge è stato sottratto il regno della morte.

Essa regnò anche su quelli che non peccarono.

Per qual motivo dunque, se non avevano peccato? Eccolo: A somiglianza del peccato di Adamo, figura di colui che doveva venire. ( Rm 5,14 )

Da se stesso egli ha offerto ai posteri, sebbene questi non avessero peccati personali, una figura: sarebbero morti, a causa del contagio del progenitore, tutti coloro che sarebbero nati per mezzo della sua concupiscenza carnale.

Ma il fallo non è pari al dono, aggiunge.

Se infatti per il fallo di uno solo gli altri morirono, con quanta più abbondanza si riversò su tutti gli altri la grazia di Dio ed il dono conferito per merito di un solo uomo, Gesù Cristo. ( Rm 5,14-15 )

Sì, con molta più abbondanza, poiché quelli nei quali abbonda, muoiono nel tempo, ma sono destinati a vivere nell'eternità.

Il dono infatti non è pareggiato a quell'uno che ha peccato: poiché il giudizio che tenne dietro a quel solo peccato si conchiuse con una condanna; ma l'opera di grazia che venne dopo le tante colpe si conchiuse con la giustificazione. ( Rm 5,16 )

Un solo peccato ha potuto trarlo alla condanna, ma la grazia non ha distrutto solo quel peccato, ma molti altri che vi si erano aggiunti.

Se infatti per il fallo di uno solo, la morte regnò per opera di quel solo, molto più a ragione regneranno nella vita per opera del solo Gesù Cristo quelli che ricevono l'abbondanza della grazia ed il dono della giustizia. ( Rm 5,17 )

È stato posto in evidenza il valore superiore: coloro che regneranno senza fine, regneranno nella vita molto di più di quanto ha potuto regnare su di essi la morte, che aveva regnato per un tempo finito.

E così, come per colpa di uno solo ricadde su tutti gli uomini una condanna, pure per l'opera di giustizia di uno solo perviene a tutti gli uomini la giustificazione che dà la vita. ( Rm 5,18 )

Tutti nel primo caso e tutti nel secondo: nessuno è giunto alla morte se non per colpa di quello e nessuno è giunto alla vita se non per opera di questo.

Difatti, come per la disobbedienza di un solo uomo gli altri furono costituiti peccatori, per l'obbedienza di uno solo gli altri sono costituiti giusti.

La Legge, è vero, sopravvenne perché la colpa si manifestasse; ma dove abbondò il peccato sovrabbondò a sua volta la grazia, perché come il peccato regnò per mezzo della morte, così regni anche la grazia mediante la giustizia per la vita eterna, per opera di Gesù Cristo nostro Signore. ( Rm 5,19-21 )

4.10 - Se i bambini non muoiono al peccato, non sono battezzati in Cristo

Concluderemo dunque, egli scrive, che dobbiamo restare nel peccato perché abbondi la grazia? È assurdo. ( Rm 6,1-2 )

Cosa ha portato la grazia se dobbiamo restare in peccato?

Continua, per tanto, e dice: Noi, morti ormai al peccato, come potremo ancora vivere in esso? ( Rm 6,2 )

Fa' bene attenzione ora e, per comprenderlo, ascolta diligentemente quello che segue.

Dopo aver detto: Noi, morti ormai nel peccato, come potremo ancora vivere in esso? aggiunge: Non sapete forse che tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte? ( Rm 6,3 )

Vi sono compresi i bambini battezzati, oppure no?

Se non ci sono, è falso dunque ciò che aveva detto: Tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte, dal momento che i bambini non sono battezzati nella sua morte.

Siccome però l'Apostolo dice la verità, nessuno dev'essere ritenuto escluso.

Se l'espressione tutti noi si dovesse riferire ai soli adulti, che hanno già l'uso del libero arbitrio, invano vi spaventa la massima del Signore: Se non chi rinasce da acqua e spirito. ( Gv 3,5 )

Ecco una buona via d'uscita per voi: dite che anche questo è stato detto solo degli adulti e che in nessun modo i bambini sono inclusi in questa generalità.

Perché quindi affaticarvi tanto sulla questione del battesimo, se cioè tante immagini di Dio innocenti abbiano la vita eterna oltre al regno di Dio oppure siano private della vita eterna e, di conseguenza, castigate con la morte eterna?

Se poi non osate dire questo perché universalmente è stata proferita la massima: Nessuno, se non rinasce da acqua e Spirito, può entrare nel regno di Dio, ( Gv 3,5 ) vi schiaccerà la stessa universalità, avendo l'Apostolo affermato: Tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte.

Anche i bambini che sono battezzati in Cristo, quindi, muoiono al peccato perché sono battezzati nella sua morte.

Trovano qui infatti una connessione queste cose che seguono, essendo stato detto prima: Noi, morti ormai al peccato, come potremo ancora vivere in esso?

Come se gli fosse stato chiesto cosa significasse morire al peccato, l'Apostolo risponde: Non sapete forse che tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte? dimostrando in tal modo il precedente interrogativo: Se siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere in esso?

Affinché quelli che non ignoravano di essere stati battezzati nella morte di Cristo, quando sono stati battezzati in Cristo, si ricordassero di essere morti al peccato, poiché essere battezzati nella morte di Cristo null'altro significa che morire al peccato.

Per esporre con maggior chiarezza questo concetto, egli aggiunge: Fummo, col battesimo, sepolti con lui nella morte, affinché come Cristo fu risuscitato da morte dalla potenza gloriosa del Padre, così noi pure vivessimo di una vita nuova.

Se infatti siamo diventati un essere solo con lui nella somiglianza della morte, lo diventeremo altresì nella somiglianza della sua risurrezione; poiché, sappiamo bene, il nostro vecchio uomo fu crocifisso con lui, affinché fosse distrutto il corpo dominato dal peccato e noi non fossimo più schiavi del peccato.

Ora chi è morto è affrancato dal peccato. E se con Cristo siamo morti, crediamo che con lui parimenti vivremo, ben consci però che Cristo, una volta risuscitato dai morti, più non morrà, non avendo la morte più alcun dominio su di lui.

Chi è morto, è morto al peccato una volta per sempre; e chi vive, vive ormai per Dio.

Così voi pure consideratevi sì morti al peccato, ma vivi per Dio in Cristo Gesù. ( Rm 6,4-11 )

Se i bambini dunque non muoiono al peccato, senza dubbio non sono battezzati nella morte di Cristo, e se non sono battezzati nella sua morte, non sono battezzati neppure in Cristo.

Tutti noi infatti, che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte.

Essi però sono battezzati in Cristo e, di conseguenza, muoiono al peccato.

A quale peccato, di grazia, se non a quello contratto nell'origine?

Tacciamo le argomentazioni degli uomini perché: Il Signore conosce i disegni degli uomini, che essi sono fiato ( Sal 94,11 ) e: Ha nascosto queste cose ai sapienti ed agli scaltri e le ha rivelate ai semplici. ( Mt 11,25 )

Se la fede cristiana non ti è gradita, confessalo apertamente: non potrai infatti trovarne un'altra.

Un uomo solo è per la morte ed uno solo è per la vita. Quello è uomo soltanto, questo è Dio e uomo.

Per mezzo di quello il mondo è diventato nemico di Dio; per mezzo di questo, scelto dal mondo, il mondo è stato riconciliato con Dio.

Come infatti tutti muoiono in Adamo, così pure tutti in Cristo saranno richiamati in vita.

E a quel modo che portammo l'immagine dell'uomo terrestre, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. ( 1 Cor 15,22.49 )

Chi tenterà di abbattere queste fondamenta della fede cristiana, sarà abbattuto lui, ma queste resteranno in piedi.

5.11 - Non è facile spiegare il modo della trasmissione del peccato

È certamente vero quello che affermo nel mio libro, al quale tu ti opponi: "La colpa perdonata ai genitori si trasmette ai figli in una maniera straordinaria, ma si trasmette; e siccome la maniera non può essere facilmente compresa con la ragione, né può essere facilmente spiegata con le parole, gli infedeli non ci credono".5

Con la menzogna fraintendi queste mie parole, come se avessi detto che non può essere compresa "con la ragione" né spiegata "con le parole", sottraendo il "facilmente" sia in rapporto a ragione che a parole.

Ben diverso è dire: "non può essere", come dici tu e: "non può essere facilmente", come ho detto io. Che altro dimostri di essere qui se non un calunniatore?

Pur tuttavia, anche se non fosse possibile alcuna comprensione razionale o alcuna spiegazione con le parole, rimane sempre vero quello che si crede e si predica con sincera fede cattolica in tutta la Chiesa, la quale non esorcizzerebbe né soffierebbe sui figli dei fedeli se non li sottraesse al potere delle tenebre ed al principe della morte.

Tutto questo l'ho posto nel mio libro al quale vuoi dare l'impressione di rispondere.6

Hai avuto paura di menzionarlo, quasi temendo di dover essere scacciato da tutto il mondo qualora avessi voluto opporti a questo esorcismo con cui viene allontanato dai bambini il principe del mondo.

Inutilmente quindi ti dibatti in vuote argomentazioni, non contro di me, ma contro la nostra comune madre spirituale, che non diversamente ti ha partorito da come non vuoi che più oltre partorisca.

Raccogliendo argomentazioni dalla giustizia di Dio contro la giustizia di Dio e dalla grazia di Dio contro la grazia di Dio, credi d'essere sufficientemente armato di acuti strali contro di essa.

Allora soltanto però c'è vera giustizia da parte di Dio se il giogo pesante sui figli dell'uomo, dal giorno nel quale sono usciti dal seno della madre, ( Sir 40,1 ) non è ingiusto.

Ma come può il grave giogo non essere ingiusto, se nei bambini non è presente alcun male che possa giustificare il grave giogo dal quale sono oppressi?

Allora soltanto c'è vera grazia, se si dimostra con i fatti quello che si dice con le parole.

Ma come può avvenire questo se la Chiesa esorcizza uno da cui non c'è nulla da scacciare, oppure lava uno in cui non c'è nulla da lavare?

5.12 - La remissione della colpa della concupiscenza è oggetto di fede

Che forse tu o qualcuno dei tuoi seguaci non vi accorgereste di far discorsi vuoti se, con sana coscienza, riusciste a rendervi conto di quanto sia grande il male della concupiscenza ( deve necessariamente rinascere chi nasce da essa, o deve necessariamente essere condannato chi non rinasce ), oppure se riusciste a capire che cosa conferisca la grazia quando toglie il reato, che rendeva l'uomo originariamente reo, e gli restituisce la piena remissione dei peccati, benché rimanga la concupiscenza contro cui deve avere desideri lo spirito di chi è rinato, facendone buon uso in una battaglia minore o non facendone affatto uso in una battaglia maggiore?

La consapevolezza di questo male la si ha quando viene combattuto o respinto.

Il reato invece, che è perdonato solo con la rigenerazione, come non era avvertito quando era presente, così la sua assenza non è avvertita nella carne o nella mente, ma è soltanto creduta con la fede.

In tal modo ti abbandoni all'oscurità di questo argomento e, quanto più aspramente, tanto più infedelmente combatti contro una verità che non può essere dimostrata dai sensi di uomini estremamente carnali.

5.13 - Adulti e bambini muoiono al peccato nella morte di Cristo

Ma: Mutati in quanti aspetti vuoi, e riunisci tutto ciò di cui sei capace coll'ingegnosità e con l'astuzia.7

Tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. ( Rm 6,3 )

È vero dunque che noi siamo morti al peccato nella morte di Cristo, che fu senza peccato.

Proprio per questo siamo morti tutti, grandi e piccini.

Non quelli sì e questi no o questi sì e quelli no, ma tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, lo siamo stati nella sua morte.

Fummo, col battesimo, sepolti con lui nella morte, non esclusi i bambini, però, poiché: Tutti noi che siamo stati battezzati, siamo stati battezzati nella sua morte.

Affinché, come Cristo fu risuscitato da morte dalla potenza gloriosa del Padre, così noi pure vivessimo di una vita nuova.

Se infatti siamo diventati un essere solo con lui nella somiglianza della sua morte, lo diventeremo altresì nella somiglianza della sua risurrezione. ( Rm 6,3-5 )

Anche i bambini sono diventati un essere solo con lui nella somiglianza della sua morte.

Questo infatti tocca a tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, sapendo bene che il nostro uomo vecchio fu crocifisso con lui.

Il vecchio uomo di chi, se non di tutti noi che fummo battezzati in Cristo?

Includiamo anche i bambini, dunque, dal momento che non neghiamo che anch'essi sono stati battezzati in Cristo.

Per qual motivo insieme con lui è stato crocifisso il nostro vecchio uomo?

Paolo risponde: Affinché fosse distrutto il corpo dominato dal peccato e non fossimo più schiavi del peccato. ( Rm 6,6 )

A causa di questo corpo dominato dal peccato, Dio mandò il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato. ( Rm 8,3 )

Con quale impudenza, dunque, neghiamo che anche i bambini hanno un corpo dominato dal peccato, dal momento che le parole: Tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo debbono essere riferite a tutti?

Ora chi è morto, è affrancato dal peccato.

E se con Cristo siamo morti, crediamo che con lui parimenti vivremo, ben consci però che Cristo, una volta risuscitato dai morti, più non morrà, non avendo la morte più alcun dominio su di lui.

Chi è morto, è morto al peccato una volta per sempre; e chi vive, vive ormai per Dio.

Così voi pure consideratevi morti sì al peccato, ma vivi per Dio in Cristo Gesù. ( Rm 6,7-11 )

A chi dice questo? Sei sveglio e stai attento? Certamente a tutti quelli a cui diceva: Se siamo morti in Cristo.

E chi sono questi se non quelli ai quali aveva detto:

Il nostro vecchio uomo fu crocifisso con lui, affinché fosse distrutto il corpo dominato dal peccato?

oppure quelli ai quali aveva detto: Siamo diventati un essere solo con lui nella somiglianza della morte?

oppure quelli ai quali aveva detto: Fummo sepolti, col battesimo, con lui nella morte?

Per capire meglio a chi e di chi è stato detto questo, leggi le parole precedenti e troverai la risposta: Non sapete forse che tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte?

Cosa ha voluto dimostrare con questo? Leggi ancora un po' più sopra e vedrai: Noi, morti ormai al peccato, come potremo ancora vivere in esso?

O ammettete, quindi, che nel battesimo i bambini sono morti al peccato e confessate che anch'essi avevano il peccato originale a cui morire, oppure dite apertamente che essi non sono stati battezzati nella morte di Cristo quando sono stati battezzati in Cristo, e rimproverate altresì l'Apostolo che dice: Tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. ( Rm 6,3 )

5.14 - Se Cristo è morto per tutti, anche i bambini sono morti

Non abbandono queste armi celesti che sconfiggono Celestio, ad esse affido la mia fede ed il mio parlare.

Le vostre argomentazioni sono umane; le mie sono fortificazioni divine.

Gli errori chi li comprende? ( Sal 19,13 ) Per questo forse non sono più errori?

Così pure chi può comprendere come il peccato originale, pur rimesso nei genitori rigenerati, si trasmette tuttavia ai figli e rimane in essi se non sono rigenerati?

Ma per questo forse non è peccato? Se uno è morto per tutti vuol dire che tutti sono morti. ( 2 Cor 5,14 )

Con quale animo, con quale bocca, con quale faccia negate che i bambini sono morti, e non negate che Cristo è morto per essi?

Se Cristo non è morto per essi, perché sono battezzati?

Tutti noi, infatti, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. ( Rm 6,3 )

Se Colui che è morto per tutti, è morto anche per essi, vuol dire che anch'essi sono morti insieme con tutti.

E siccome sono morti nel peccato, quando rinascono da Dio muoiono anch'essi al peccato, affinché vivano per Dio.

Se poi non riescono a spiegare come un vivo possa generare un morto - i genitori morti al peccato, ma viventi per Dio, generano i figli morti nel peccato, fino a che essi stessi muoiano al peccato con la rigenerazione, onde vivere per Dio - è forse falso perché non può essere spiegato a parole o lo può essere con molta difficoltà?

Tu nega, se hai coraggio, che è nato morto colui per il quale non neghi che Cristo è morto.

Uno solo infatti morì per tutti, tutti conseguentemente morirono.

Sono parole apostoliche, sono nostre armi a cui tuttavia, se non vuoi opporti, comprendi che devi crederci senza esitazione anche se non comprendi.

L'uomo che è morto secondo lo spirito infatti e genera secondo la carne, possiede entrambi i semi, quello immortale per il quale gode di essere vivo e quello mortale per il quale genera il figlio morto.

Per farlo tornare in vita non sarebbe stata assolutamente necessaria la morte di Cristo, se non fosse nato morto.

Uno solo morì per tutti, tutti conseguentemente morirono.

Non lo svegliate certo da questa morte, se gridate che non sono morti.

Al contrario impedite che vivano, quando con macchinazione di empi argomenti, contrastate nei genitori la fede, per la quale soltanto possono tornare a vivere.

Indice

1 Virgilio, Aen. 6, 426-429
2 Agostino, De nupt. et concup. 1,19,21
3 Agostino, De nupt. et concup. 1, 19,21
4 3,25,58
5 Agostino, De nupt. et concup. 1, 19,21
6 Agostino, De nupt. et concup. 1,20,22
7 Virgilio, Aen. 12, 889-890