Opera incompiuta contro Giuliano

Indice

Libro III

50 - La non ricaduta dei peccati paterni è uguale per i figli grandi e per i piccoli

Giuliano. Ma perché tu eventualmente non voglia illudere gli orecchi dei più semplici con tale cavillo da dire che Dio ha parlato qui di quanti sono di età perfetta, cioè ha detto che i crimini dei genitori non recano danno a quei figli che con la santità delle loro opere hanno reso vano il male naturale, bisogna mostrare che non giova a nulla questa gherminella.

A parte che Dio ha prescritto in maniera assoluta che l'iniquità dei genitori non condanni i figli innocenti, ma ciascuno sia chiamato a rispondere delle proprie iniquità - né su questo ha di che dubitare un animo fedele -, tuttavia per maneggiare di nuovo il cadavere della tua opinione, colpito da tanti fulmini della legge, in quale senso crederai tu da intendersi questo pronunziamento di Dio, che cioè i delitti dei genitori non nuocciano ai figli adulti, così come nemmeno ai figli nascenti?

Solo forse nel senso che non si lascino nuocere ai figli già grandi di età e operanti la giustizia, mentre i piccoli, prima che abbiano smaltito con la propria giustizia il veleno naturale, sono gravati dalla scelleratezza dei generanti, e così accade ciò che Dio per mezzo del profeta ha negato che sarebbe accaduto?

Agostino. Anzi così accade ciò che Dio dice in un altro luogo: Punirò le colpe dei padri nei figli. ( Dt 5,9 )

Poiché infatti egli fa ambedue le dichiarazioni, cioè che i peccati dei padri non toccano i figli e che punisce nei figli i peccati dei padri, non può certo contraddirsi.

Perciò coloro che cercano in modo giusto come siano vere ambedue le dichiarazioni, arrivano a capire che una corrisponde alla generazione e l'altra alla rigenerazione.

Tu, che perverti il tuo cuore, va' cauto con Dio, [ cave illum ], e non chiamerai cavillo la verità che ascolti.

51 - Soltanto la rigenerazione sottrae i bambini al peccato dei genitori

Giuliano. Ma a questo noi ci riferiamo: che ai bambini non nuocciano i peccati dei genitori.

Confessa dunque che accade anche quell'altro fatto, il quale ha una pari importanza: il fatto cioè che le giustizie dei genitori giovino ai loro figli e li santifichino; e solo si neghi che giovino ai figli che già in età più grande abbiano infranto con i propri crimini le giustizie natali.

E così, poiché l'uno e l'altro fatto è negato da Dio, l'uno è spiegato e inculcato con l'esempio dell'altro - e tu questa negazione, vedendola contraria alle tue ragioni, sostieni che ha mentito nei bambini -, tu confuti con la condizione dei nascenti ambedue le parti della negazione.

Quando lo avrai fatto, avrai combinato due mali insieme: l'uno di opporti alla sentenza di Dio, l'altro di asserire che da un giusto nasce un giusto e da un criminoso nasce un criminoso.

Agostino. La negazione del profeta io non dico che abbia mentito, ma dico che non è stata capita da te.

Egli ha profetato appunto la rigenerazione, che sola dona ai figli di estraniarsi dai peccati dei genitori, peccati che competono al giudizio di Dio e non al giudizio degli uomini.

Tu invece, negando che la generazione contragga dai padri il contagio della morte antica, tenti di cancellare la causa stessa della rigenerazione.

Sebbene infatti il lavacro della rigenerazione deterga tutto ciò che trova di peccati, tuttavia gli altri peccati potrebbero essere riparati anche con la penitenza, come possono essere riparati in coloro che non è lecito rigenerare di nuovo.

Il peccato invece che si contrae con la generazione non si proscioglie se non con la rigenerazione.

Il giusto dunque nasce da Dio e non dall'uomo, perché giusto diventa rinascendo e non nascendo, ed è per questo che i giusti sono chiamati anche figli di Dio.

Leggi il Vangelo: Non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono generati. ( Gv 1,13 )

Perché tenti di congiungere generi di realtà molto diversi?

Gli uomini nascono dalla carne degli uomini, rinascono dallo Spirito di Dio.

Che c'è dunque da meravigliarsi se, come dallo Spirito della giustizia l'uomo prende la giustizia, così dalla carne del peccato trae il peccato originale?

Né infatti sarebbe venuto a liberarci l'Uomo che è unico nella carne somigliante alla carne del peccato, se la carne di tutti noi non fosse carne del peccato.

Poiché dunque di questa grazia cristiana è nemica la vostra eresia, osate voi meravigliarvi ancora e lamentarvi che la Chiesa del Cristo vi detesti?

52 - Non sai quello che tu dici

Giuliano. Se poi, non sostenendo lo strepito dei reclami della verità, tenti di fuggire altrove, cadrai in altre reti più forti.

Se per esempio dirai: La sentenza del profeta è vera, sì, ma nelle persone più grandi, nelle quali dice che le parentele non sono gravate dalle reciproche colpe; nei bambini mentisce nella parte dove dice che essi non sono rei per le scelleratezze dei genitori, ma non mentisce nell'altra parte dove asserisce che essi non sono avvantaggiati in nessun modo dalle virtù dei genitori, allora darai pubblica e turpissima dimostrazione di libidine non di discutere ma d'inventare, non di dialogo ma di monologo, non infine di uomo sano ma di manicheo insano, se contro l'evidenza della ragione, contro l'onore di Dio, contro gli esempi, contro le testimonianze dei precetti, contro la chiarificazione dei giudizi, reputi che ti sia consentito rifiutare ciò che ti aggrada rifiutare e accettare ciò che ti diletta di accettare.

Agostino. La sentenza del profeta non mentisce in nessuna parte; ma tu, non comprendendo quello che predice, per non dire che mentisci, certo però - e lo dico senza intenzione di offenderti - non sai quello che dici.

Infatti anche ciò che metti in bocca al Profeta: I figli non sono avvantaggiati in nessun modo dalle virtù dei genitori, c'è moltissima differenza sul modo e sul limite d'intenderlo.

Negate forse infatti che i figli siano offerti alla madre Chiesa dalla fede dei genitori per essere rigenerati e ai ministri di Dio per essere battezzati?

In che senso dunque i figli non sono avvantaggiati in nessun modo dalle virtù dei genitori?

Oserai dire che la fede cristiana non è in nessun modo una virtù?

O non sono forse avvantaggiati dal momento che al regno di Dio non sono mandati altrimenti che dalla medesima rigenerazione?

Anche negli stessi benefici temporali per quale ragione si dice ad Isacco: Te lo farò per amore di Abramo, tuo padre? ( Gen 26,24 )

Per quale ragione anche Lot, figlio di un fratello di Abramo, è aiutato dai meriti del suo zio, se i figli non sono in nessun modo avvantaggiati dalle virtù dei genitori? ( Gen 14,14-16 )

Per quale ragione infine a causa dei peccati di Salomone è diminuito il regno al suo figlio e per i buoni meriti di Davide non gli è tolto tutto il regno, se i figli non risentono in nessun modo dei peccati dei genitori o non sono in nessun modo avvantaggiati dalle virtù dei genitori? ( 1 Re 11,11-13 )

O uomo linguacciuto e non provveduto, sappi distinguere questi versanti.

Qui vedi, se puoi, che cosa sia stato profetato per mezzo di Ezechiele. ( Ez 18,21 )

È infatti allo scoperto che né un padre non rigenerato nuoce al figlio rigenerato per raggiungere la vita eterna, della quale è detto: Vivrà di vita; né un padre rigenerato giova per questo medesimo fine al figlio non rigenerato; né reciprocamente un figlio rigenerato giova al padre non rigenerato o un figlio non rigenerato nuoce al padre rigenerato, con il risultato che uno vivrà di vita e l'altro morirà di morte.

Se poi questi versanti non li puoi vedere, per quale ragione non puoi nemmeno tacere?

53 - Con l'estro di Marcione

Giuliano. Chi sei tu che, concitato dall'estro di Marcione, irrompi a fare strage di equità?

Chi sei tu che sotto la censura della tua lingua, imbrattata ancora dai misteri dei manichei, fai violenza tanto ai giudizi di Dio quanto ai suoi precetti?

Nessuno mai lo ha intrapreso, senza averli prima negati.

Tu dietro l'iniziativa di Manicheo ardirai spezzare il comandamento di Dio che, insieme alla fede dei Profeti nei loro scritti, hanno sigillato la ragione, l'equità, la pietà, la verità, in una specie di processione di testimoni sacri.

Ormai hai perduto e la santità dell'intelligenza e la bellezza della religione, se reputi che da questa sentenza che si trova presso Ezechiele la tua " traduce " o sia aiutata o non sia annientata.

Agostino. Spazia una loquacità copiosa di povertà, dove non si discerne la verità o dove anche se si discerne si disprezza la verità, nella quale non c'è copia vanissima di parole, ma copia certissima di fatti.

Altro è la dirittura di un uomo veridico, altro è la fraseggiatura elegante di un uomo maledico.

Veridico è il profeta con i figli e con i padri che vivono separatamente le loro vite; maledico sei tu, accusando con rabbia pelagiana di essere manichei i cattolici che intendono in modo giusto il profeta.

54 - Il medesimo Dio ha più comportamenti

Giuliano. Al malvagio, dice, sarà accreditata la sua malvagità. Io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta. ( Ez 18,20.30 )

Non moriranno i padri al posto dei figli, né i figli al posto dei genitori.

L'anima che pecca, lei ha da morire; poiché tutte le anime sono mie, giudicherò ciascuno secondo le sue colpe. ( Ez 18,4.30 )

Agostino. Il Dio che dice questo è lo stesso Dio che dice: Punirò le colpe dei padri nei loro figli. ( Dt 5,9 )

Se non intenderai in che modo sia vero l'uno e l'altro testo, non credere in nessun modo di avere inteso il profeta veridico, per quanto ti debba sopportare maledico nella tua loquacità.

55 - Non è ingiusto Dio nel punire le colpe dei padri nei figli

Giuliano. Ecco a quale luce, a quale popolazione di sentenze, a quale dignità di giudizi e non teme di fare affronto e tenta di arrecare danno la tua " traduce ".

Qui non c'è dubbio che tu non senta la vergogna di dire ciò che ormai sembra rimanere per ultimo; ossia rispondere che è vera la sentenza del profeta, anzi di Dio per mezzo del profeta, di dire che è insuperabile la ragione dei saggi, che insegna ingiustissimo imputare ai figli i peccati dei genitori.

Agostino. Arrossisci: ingiustissimo sei tu, perché colui che ha detto: Punirò le colpe dei padri nei loro figli, ( Dt 5,9 ) non è ingiusto.

56 - Un reato volontario ha contaminato tutti i semi umani

Giuliano. Né ti vergogni di credere a questo: che per un reato di volontà siano contaminati i semi di tutti gli uomini.

Ma tuttavia credi che soltanto nel crimine di Adamo non valga questa giustizia, che i peccati dei genitori non si imputino ai figli, e che il suo peccato sia l'unico ad essere imputato a tutti.

Di fronte alla quale affermazione non so che cosa fare prima di tutto: ridere, come esigono queste singolari stramberie?

Ma la perdita di molti che voi ingannate, aspetta commiserazione e lacrime.

Mi farò mordere dunque da una grande tristezza?

Ma le " magie " delle tue argomentazioni impongono lo sberleffo ad un animo per quanto mesto.

Agostino. Di' ciò che ti senti di dire, o egregio correttore, per la cui autorità si deve ritenere corruttore Ambrogio, del quale il tuo maestro Pelagio ha dichiarato che nemmeno un nemico osò riprendere la fede e la purissima intellezione delle Scritture.6

Riprendilo tu: sei infatti nemico della croce del Cristo più forte e più potente che se tu fossi nemico di Ambrogio; sei più audace nell'odiare la grazia di Dio che se tu odiassi quell'uomo di Dio.

Riprendilo, dico, e irridilo scatenandoti, deploralo contristandoti: sei infatti capace con grande forza di eloquenza di piegare a urbanità la tua vanità e di trasfigurare in compatimento il tuo accanimento.

Di' dunque che errò mostruosamente, che farneticò infelicemente quel famoso personaggio ad affermare che la discordia tra la concupiscenza della carne e la concupiscenza dello spirito a causa della prevaricazione del primo uomo si convertì in natura.7

Chi nasce infatti senza di essa da quando gli uomini cominciarono a nascere, nascendo cioè dalla carne del peccato?

Ma tu, acutissimo uomo, non credendo che quel peccato sia stato tale e tanto da poter mutare allora in questo male la stessa natura e da farla meritevole di condanna assieme alla stirpe per il merito di un'indicibile apostasia, tu ciò che tutti gli uomini sobri sentono come un male e giudicano come un male, tu, ebbro del dogma pelagiano, asserisci che è un bene.

Con mirabile facondia infatti tu sai ornare di lodi quella libidine che i santi accusano con gemiti, e assolutamente tale e quale esiste al presente, una libidine cioè che si insinua in coloro che non vogliono e provoca a battaglia i cuori casti, la sai collocare nei parchi del paradiso, anche se nessuno vi avesse peccato, come un albero formoso e delizioso.

Arrossisci, o beatitudine dei pelagiani, e vedi dove fuggire, poiché i casti fuggono da te.

57 - Nelle medesime righe neghi ciò che hai affermato

Giuliano. Chi potrà infatti, se questo secolo avrà un qualche avvenire, credere alle documentazioni letterarie che sia esistito un uomo capace di credere e di giurare che non è naturale ciò che è naturale, che non è proprio della generazione ciò che è proprio della generazione, che non appartiene alla condizione dei genitori ciò che appartiene ad alcuni non per altra ragione che sono diventati genitori?

Reputo che la generazione futura giudicherà invenzioni queste affermazioni più che opinioni sostenute da alcuni mortali.

Queste sono le " nuotate ", le nausee, i vomiti che soffre la nazione e la fede di voi che dite: Non possono i peccati dei genitori discendere ai figli per natura, perché non si lega ai semi un fatto dell'arbitrio; ma il peccato di Adamo, che fu concepito dalla volontà, passa per natura in tutti gli uomini, perché questo fatto dell'arbitrio fu collegato ai semi.

Ancora: Dio non condanna i figli per i peccati dei genitori, perché sarebbe somma ingiustizia; ma Dio condanna i posteri di Adamo per il peccato dei genitori, senza che questa condanna si possa giustificare con nessuna giustizia.

Infine: non appartiene alla condizione della generazione il fatto che diventino genitori coloro che sono coniugati: il che non per altro appartenne ad Adamo se non perché generò secondo la legge del coniugio.

Tutto questo è governare una rotta o è nuotare?

Questo è vogare o avere le nausee del mal di mare?

Questo è mangiare cibo solido o vomitare in continuazione?

Con i medesimi discorsi affermi ciò che hai negato, nelle medesime righe neghi ciò che hai affermato, e ti arrabbi perché noi non ci acquietiamo ad un uomo che, rotto da un grave morbo, non può ritenere quello che ingerisce.

Agostino. Lungi da noi il dire che Dio non punisce nei figli i peccati degli altri padri, quando la divina Scrittura tante volte e nominatamente attesta per quali peccati paterni e su quali figli sia trascorsa la vendetta, fino a notare che la vendetta di un certo peccato grave del re Acab Dio, perdonando il padre, la differì al suo figlio. ( 1 Re 21,29 )

Ma quale sia il modo e quale sia la forma e la misura della giustizia divina, secondo cui sono puniti nei figli i peccati degli altri padri, chi lo può indagare?

Per questo Dio riservò a sé tali giudizi, ma proibì all'uomo che giudica di punire così.

Ma l'apostasia del primo uomo, nel quale era somma e non impedita da nessun vizio la libertà della sua propria volontà, fu un peccato tanto grande che per la rovina di esso la natura umana crollò tutta intera.

Lo sta a indicare la tanta miseria del genere umano, la quale dai primi lamenti dei bambini che vagiscono fino agli estremi ansiti di coloro che spirano è così nota a tutti che quanti la negano si prendono con tanto orribile e incredibile cecità una parte maggiore della miseria umana.

Così come fate voi, che ancora non temete di dire che Adamo fu fatto mortale in tal modo da esser destinato a morire sia che peccasse, sia che non peccasse, anche dopo il processo palestinese, dove Pelagio stesso condannò voi perché lo dicevate.8

Ma continua come ti piace e incrimina di essere manichei gli stessi e tanti vescovi palestinesi.

Grida che Pelagio cedette per un momento ai manichei per non essere condannato da loro.

Riempi il paradiso dei pomi della libidine, e tanti e così grandi mali che vediamo sofferti dai bambini, come se non fossero dolori penali, ma odori primaverili, diffondili su quei prati felici!

E irridimi come un nuotante, mentre tu perisci in queste profondità che ti sommergono.

Irridimi come uno che è preso dalla nausea e dal vomito, mentre tu giaci morto e puzzi d'inquieta loquacità come di una putredine verminosa.

Accusami come se affermassi ciò che ho negato e negassi ciò che ho affermato, mentre sei tu piuttosto ad avere fatto questo, come ho dimostrato nel tuo volume precedente; e che io non l'abbia fatto possono avvedersene i lettori e trovare con quanta falsità hai detto che l'ho fatto io.

Di' che io sono rotto da un grave morbo e non posso ritenere ciò che ingerisco, mentre tu hai perduto completamente lo spirito della vita e non sei in grado nemmeno d'ingerire i cibi che ti sono messi in bocca.

58 - Conflittualità non necessaria

Giuliano. Vedi certamente anche tu stesso che non è una situazione degna di conflittualità.

Tuttavia, per venire in soccorso delle menti incaute che a conforto della loro coscienza ferita abbracciano le opinioni più grossolane e più ligie ai cattivi costumi, ti interroghiamo se un reperto di tanta stoltezza l'abbia tu trovato in occasione di un qualche passo delle Scritture.

Se dirai: A causa di un uomo solo il peccato è entrato nel mondo, ( Rm 5,12 ) ti ammoniamo a rileggere il precedente " libello " della presente opera.

Se te lo ricorderai, non potrai usurpare questa testimonianza dell'Apostolo.

Agostino. Noi piuttosto ammoniamo te a leggere lo stesso Apostolo e a vedere che quelle sue poche parole di cui trattiamo sono tanto manifeste contro di te da avere tu tentato invano, non con un " libello ", ma addirittura con un lunghissimo e loquacissimo libro, non di convertirle ma di pervertirle nella vostra eretica sentenza; non di chiarirle ma di oscurarle.

59 - Nel rito battesimale non si menziona la generazione infetta

Giuliano. Se poi dirai che una sola è la forma del battesimo con la quale si consacrano uomini di età diversa, confesserai, anche se io taccio, che ivi non si fa nessuna menzione né della generazione infetta, né della carne diabolica, né di Adamo.

Tuttavia a questo intendiamo rispondere pienamente a suo tempo, sebbene non abbia attinenza con la " traduce ".

Agostino. Ove comincerai a rispondere, che cosa apparirà ivi di te se non l'eretico che sei solito apparire?

60 - Almeno un solo testo

Giuliano. Una sola dunque contro tanta dignità di testi, contro la manifesta giustizia, contro l'evidenza della ragione, almeno una sola sentenza della legge tirala fuori, per dimostrare con essa che sei stato ingannato.

E aggiungo questo perché, anche se ci fosse una sentenza che per ambiguità di parole si ritenesse dimostrativa di qualcosa di simile, tuttavia si sarebbe costretti dallo splendore e dal magistero delle altre sentenze a spiegarla così come si addice alla giustizia.

Agostino. Testimonianze divine certe e non ambigue si portano contro di voi, come già da noi ne sono state portate molte; ( Dt 5,9 ) ma poiché esse accusano le vostre tenebre, non sembrano luminose a voi e contro di esse, quelle che siano, se sono moleste a voi per i raggi della loro luce, voi chiudete il cuore, perché non sia fugata da esso la notte dell'errore.

61 - La tua opinione è la nostra fede

Giuliano. Ma ora, visto che nemmeno una esigua occasione si trova per questa opinione nelle sante Scritture e viceversa la fede che noi custodiamo è protetta dalle sue ragioni, non meno che da esempi e da testimonianze, sei pervaso da una ostinazione assolutamente funesta tu che ritieni con danno della legge, con danno della ragione, con danno della prudenza, con danno della giustizia, che si debba annuire ai sogni dei manichei.

Agostino. Con danno della legge tu non ascolti: Punirò le colpe dei padri nei loro figli. ( Dt 5,9 )

Con danno della ragione tu non vedi che i mali patiti dai bambini, i quali non fecero in questa vita peccati propri in nessun modo, non hanno presso Dio cause giuste se non nei peccati della origine.

Con danno della prudenza tu non ti trattieni dal proferire o dal difendere contro l'antichissimo fondamento della fede cattolica un dogma novizio per cui si nega il peccato originale.

Con danno della giustizia tu sei così iniquo da non temere di rinfacciare il contagio della peste manichea a tanti personaggi santi, figli e padri della Chiesa del Cristo, discepoli e dottori che vissero prima di noi, e alla stessa Chiesa cattolica, madre di tutti.

62 - Adamo e gli altri genitori

Giuliano. Attento tuttavia alla nostra argomentazione in questo senso.

Anche se tu potessi provare che il peccato di Adamo è imputato ai figli, consentiresti tuttavia che i crimini degli altri genitori non nuocciono alla loro prole.

Agostino. Chi può consentire a questo errore, se non chi non crede a Dio che dice: Punirò le colpe dei padri nei loro figli?

63 - Il peccato di un solo genitore

Giuliano. Era manifesto che non la generazione, ma un'altra qualsiasi causa faceva sembrare, presso tuttavia un giudice iniquo, soggetti i figli al peccato di un solo generante.

Agostino. Apertissimamente tu dici iniquo Dio, il quale dice apertissimamente che punirà nei figli i peccati dei padri.

64 - Tutta la fecondità è inquinata

Giuliano. E avveniva che come l'estimazione del giudice era macchiata dalla condanna d'innocenti, così lo stato della generazione era giustificato dagli esempi degli altri genitori.

Se infatti la causa del " tramite ", se la causa del crimine si fosse fermata nell'operazione della fecondità, questa condizione inquinerebbe tutta la fecondità.

Agostino. Punirò le colpe dei padri nei loro figli: ( Dt 5,9 ) Dio lo grida. Poiché dunque egli è verace, tu esci dall'orbita della verità.

65 - Gli altri padri e il padre Adamo

Giuliano. Ma poiché di una generazione non diversa appariva tuttavia diverso lo stato, riluceva in modo assoluto che anche in quel coniugio, al cui reato aveva partecipato la sua prole, la generazione non era stata viziata.

Agostino. Sebbene non sia diversa la generazione quando da morituri nascono morituri, tuttavia l'affermazione dell'Apostolo: Il corpo è morto a causa del peccato, ( Rm 8,10 ) non si riferisce agli altri padri, ma a quel padre che peccò con tanta empietà quanta noi non possiamo misurare ed estimare.

Ma quanto grande l'abbia giudicata Dio lo abbiamo appreso da testimonianze abbastanza valide, cioè sia dalla divina Scrittura, sia dalla stessa miseria del genere umano, quanto grande a causa del peccato di lui la scorgiamo resa alla sua propaggine per giudizio certamente non ingiusto di Dio noi che, essendo cristiani, non ammettiamo che anche nel paradiso, se nessuno avesse peccato, sarebbe stata presente, non dico la morte eterna e dell'anima e del corpo, ma nemmeno la morte temporale del corpo, né i tanti e così grandi mali che i bambini vediamo soffrire.

Nel caso invece degli altri padri, anche se fanno molti peccati, poiché tuttavia peccano e con un'anima inferma e in un corpo corruttibile che appesantisce l'anima, due sono le osservazioni da fare: i loro peccati non rendono moritura la natura umana; i loro peccati sono puniti nei figli con un castigo molto diverso e molto minore, per occulto e giusto giudizio di colui che dispone tutto con misura e calcolo e peso, ( Sap 11,21 ) e dice non bugiardamente: Punirò le colpe dei padri nei loro figli. ( Dt 5,9 )

66 - È certa la non esistenza della del peccato

Giuliano. Che dunque si è fatto? Evidentemente che la non esistenza della " traduce " del peccato è tanto certa che, se anche insegnassi la punizione dei figli a causa del peccato di Adamo, risulterebbe tuttavia che i peccati non possono essere innati e che il crimine non può camminare con il seme, atteso che ciò non avviene per tua confessione in ogni fecondità, e che quindi i vizi, anche se si trasmettessero alle persone, non si mescolerebbero tuttavia alle concezioni.

Ma ora, poiché tra me e te c'è consenso che il peccato dei genitori non poté passare ai figli se non per vizio e reato della generazione, e poiché d'altra parte tra ragione, esempi e legge c'è consenso nell'escludere che lo stato della generazione abbia potuto in alcun modo essere viziato, come confermi tu stesso, concedendo che all'infuori del caso di quei due genitori i peccati degli altri genitori non passano ai figli, la conclusione più invitta è questa: né la fecondità dei primi uomini è stata corrotta dal diavolo, né è possibile a nessun peccato coesistere con la nascita.

Agostino. Non questo ti si dice; da te stesso ti dici ciò che noi non diciamo.

Anche i peccati degli altri padri sono puniti nei figli per giustizia divina e non per giustizia umana.

Dio infatti sa quando e come farlo giustissimamente.

L'uomo invece non lo sa e deve giudicare secondo la propria cognizione.

Può infatti sapere quando giudica - sebbene anche questo non sempre - un fatto di una qualsiasi persona, ma donde viene a conoscere i vincoli e la qualità dei vincoli in cui è intricata la natura, dalla quale la persona è sorta come natura di una natura?

Ma che quell'unico peccato, per cui la natura umana fu mutata in necessità di morte basti alla condanna, anche se non esiste nessun altro peccato, nel caso che l'obbligazione della generazione non sia sciolta dalla rigenerazione: questo noi diciamo, anche se voi non lo volete udire; questo voi non lo vincete con la verità, anche se persistete a combatterlo con la loquacità.

67 - Tornate alla pietra solida della Cattolica

Giuliano. Si chiede dunque a noi per quale ragione non consentiamo all'esistenza del peccato naturale.

Rispondiamo: perché non ha nessuna verosimiglianza e tanto meno nessuna verità, perché non ha nessun colore di giustizia e di pietà, e perché fa sembrare che il diavolo sia il creatore degli uomini.

Agostino. Lo fa sembrare certamente, ma a voi, non a coloro che sanno discernere il vizio dalla natura, benché il vizio sia nella natura.

Leggi l'Epistola agli Ebrei e vedi che il cibo solido è per coloro che hanno i sensi esercitati a separare il bene dal male, e voi non li avete. ( Eb 5,14 )

Perciò quando noi diciamo: L'uomo nasce con il vizio, voi reputate che diciamo il diavolo creatore dell'uomo, così ciechi o litigiosi da non sapere o da non voler attendere nemmeno ai vizi corporali con i quali nascono alcuni: e se di questi vizi si chiedono a voi i meriti, non trovate dove rifugiarvi se non in un precipizio, finché non volete tornare alla pietra solida della Cattolica.

68 - Il peccato originale rende iniquo Dio

Giuliano. Perché affigge a Dio giudice un crimine di iniquità.

Agostino. Questo lo fate voi, perché è iniquo il grave giogo che pesa sui bambini, se non esiste nessun peccato originale.

69 - Voi sopprimete il libero arbitrio

Giuliano. Perché infrange e distrugge il libero arbitrio, che è il principalissimo presidio di protezione della Chiesa del Cristo contro i diversi errori.

Agostino. A sopprimere il libero arbitrio siete voi, perché gli negate la grazia di Dio che lo restituisca o lo aiuti.

70 - Capaci di virtù, perché giustificabili da Dio

Giuliano. Dicendo che tutti gli uomini sono tanto incapaci di qualsiasi virtù da essere ripieni di antichi crimini nelle stesse viscere materne.

Agostino. In che modo diremmo che gli uomini sono giustificati dalla grazia, cioè fatti giusti, se negassimo che siano capaci della virtù?

71 - La forza del peccato originale

Giuliano. Delle quali scelleratezze tuttavia blateri che la forza è non solo quella di respingere l'innocenza naturale, ma anche quella di costringere l'uomo poi per tutto il seguito della vita ad ogni sorta di vizi.

Agostino. Per la grazia di Dio si attenua, per la grazia di Dio finisce la nostra necessità: nulla ha da fare qui la vostra loquacità.

72 - La legge del peccato vige in tutti

Giuliano. La quale legge del peccato tu giuri che rimase ed ebbe vigore anche nei Profeti e negli Apostoli, già illustri per grande splendore di costumi e di prodigi, e pur dopo quella grazia dei misteri del Cristo, grazia che tu reputi di aiutare con tutte queste infamie del tuo dogma.

Agostino. Quella tua pupilla della libidine, ossia la concupiscenza della carne che combatte contro la concupiscenza dello spirito, i Profeti e gli Apostoli la espugnavano con sincerità, perché non la decantavano.

73 - Altre ragioni contro il peccato originale

Giuliano. Perché soffoca gli sforzi di ogni specie di onestà, perché consola e aumenta l'oscenità dei costumi con infamia per le opere di Dio, cioè per la natura umana; perché tutti i comandamenti della legge li abbandona in balìa del reato della impossibilità, ossia in balìa della iniquità.

Agostino. Colui che dice: Non quello che voglio, io faccio, ma quello che detesto, ( Rm 7,15 ) la possibilità della sua perfezione la ripone nella grazia di Dio contro di voi e non confida nella propria forza, per non essere vano come voi.

74 - Un'altra ragione

Giuliano. Perché non ha meno turpitudine che empietà, quando per le supreme testimonianze della sua asserzione si abbraccia al pudore dei genitali.

Agostino. Non ci abbracciamo al pudore dei genitali, ma piuttosto riconosciamo da dove venga questo pudore, cosa che voi non volete riconoscere.

Ascoltiamo infatti la manifestissima testimonianza della Scrittura, ( Gen 2,25 ) di fronte alla quale voi fate i sordi, mentre dovreste fare i muti.

Chi infatti, ascoltando che quei primi uomini erano nudi e non ne provavano vergogna, potrebbe non vedere la causa che dopo il peccato li fece vergognare d'essere nudi e li sollecitò a coprire con cinture di fortuna le membra di cui si vergognavano? ( Gen 3,7 )

Ma si è trovato un uomo che tale libidine, da combattere per non peccare e vergognosa anche per gli svergognati, è capace di ammetterla anche nel paradiso e anche se nessuno vi avesse peccato; un uomo capace di non vergognarsi nemmeno di così grande e tanto sacrilega mostruosità nel dire coteste nefandezze.

Ti prego, se cotesta libidine, come sembra, ti mette dentro soltanto la molestia di resisterle, ma non produce nessuna volontà, per quale ragione pensi che le si debba pagare un così grande tributo di lode, benché falsa?

Indice

6 Pelagius, De lib. arb. 3
7 Ambrosius, In Luc. 7, 141
8 De gestis Pel. 23-24. 57