Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Parimenti su Mt

Mt 6,9-13 L'orazione domenicale ai candidati al Battesimo

1.1 - Il simbolo della fede è l'orazione domenicale
2.2 - Tutti abbiamo un solo Padre
3.4 - Triplice interpretazione di questa petizione
4.5 - Che cosa s'intende per pane quotidiano
5.6 - Sulla remissione
6.7 - Non tramonti il Sole di giustizia del nostro cuore
7.8 - Vincere l'ira e l'odio
8.9 - Non lasciarsi trascinare dalla concupiscenza
9.10 - Pregare d'essere liberati dal male
10.12 - Le diverse invocazioni dell'Orazione domenicale, recitata ogni giorno all'altare di Dio
11.13 - Il Simbolo della fede da tenere a memoria

1.1 - Il simbolo della fede è l'orazione domenicale

Avete ripetuto il simbolo, che è un compendio delle verità della fede.

Anche prima vi ho ripetuto le parole dell'apostolo Paolo: Come potranno invocare uno nel quale non hanno creduto? ( Rm 10,14 )

Poiché dunque non solo vi è stato già insegnato, ma avete anche tenuto a mente e ripetuto come si deve credere in Dio, oggi dovete imparare come si deve pregarlo.

È stato il Figlio in persona - come avete udito mentre si leggeva il Vangelo - a insegnare ai suoi discepoli e ai suoi fedeli questa preghiera.

Noi abbiamo la speranza di vincere la nostra causa dal momento che ci ha suggerito queste preghiere un tale giureconsulto.

Il nostro avvocato, che sarà il nostro giudice, è Colui che siede vicino al Padre, che siede alla destra del Padre, come avete dichiarato nella professione di fede.

Di lì infatti verrà a giudicare i vivi e i morti.

Tenete dunque a mente anche questa preghiera, che dovete ripetere fra otto giorni.

Ma quelli di voi, che non hanno ripetuto bene il simbolo, hanno il tempo sufficiente per impararlo e lo ritengano a mente, poiché lo dovrete ripetere a memoria alla presenza di tutti i fedeli che vi ascolteranno, nel giorno di sabato, nell'ultimo giorno della settimana in cui dovete essere battezzati.

Da qui a otto giorni invece dovrete ripetere a memoria questa preghiera che imparate quest'oggi.

2.2 - Tutti abbiamo un solo Padre

[ Tutti abbiamo un solo Padre ]. Ecco come comincia la preghiera: Padre nostro che sei nei cieli. ( Mt 6,9 )

Abbiamo un Padre in cielo, preoccupiamoci di come dobbiamo vivere sulla terra.

Chi infatti ha un tal Padre, deve vivere in modo da meritare di giungere alla sua eredità.

Padre nostro poi lo invochiamo tutti insieme.

Quanta degnazione! Così lo prega il condottiero, così il mendicante, così lo schiavo, così il padrone.

Essi dicono insieme: Padre nostro, che sei nei cieli.

Comprendono dunque d'essere fratelli, dal momento che hanno un solo Padre.

Non disdegni pertanto il padrone d'avere come fratello il proprio schiavo, dato che lo ha voluto avere per fratello Cristo Signore.

2.3 - Sia santificato il tuo nome, diciamo, venga il tuo regno. ( Mt 6,10 )

Si santifica il nome di Dio col divenire santi, poiché il suo nome è sempre santo.

Ci auguriamo altresì che venga il suo regno; ma esso verrà anche se non lo desideriamo; ma desiderare e pregare che venga il suo regno non vuol dire altro che chiedergli di renderci degni del suo regno perché non capiti che esso venga, ma - Dio non voglia - non venga per noi.

Poiché per molti non verrà questo regno che tuttavia è destinato a venire.

In realtà esso verrà per coloro, ai quali il Cristo dirà: Venite, benedetti dal Padre mio, a prendere possesso del regno che è preparato per voi fin dall'origine del mondo. ( Mt 25,34 )

Non verrà per coloro ai quali sarà detto: Allontanatevi da me, maledetti, nel fuoco eterno. ( Mt 25,41 )

Allorché dunque diciamo: Venga il tuo regno, preghiamo che venga per noi.

Che significa: " Venga per noi "? " Ci trovi buoni ".

Noi dunque preghiamo che Dio ci faccia diventare buoni; poiché allora verrà per noi il suo regno.

3.4 - Triplice interpretazione di questa petizione

Dopo soggiungiamo: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra. ( Mt 6,10 )

Ti servono gli angeli in cielo, fa' che noi ti serviamo sulla terra.

Non ti offendono gli angeli in cielo, fa' che noi non ti offendiamo sulla terra.

Allo stesso modo ch'essi fanno la tua volontà, così concedici che la facciamo anche noi.

Ma dicendo quella preghiera che cosa chiediamo se non di essere buoni?

Quando infatti facciamo la volontà di Dio - poiché senza dubbio egli fa la sua - allora si compie in noi la sua volontà.

C'è un altro senso in cui si può intendere la frase: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra.

Noi accettiamo il comando di Dio e lo approviamo, lo approva la nostra mente.

Nel nostro intimo acconsentiamo alla legge di Dio. ( Rm 7,22 )

In tal modo si fa la sua volontà in cielo, poiché il nostro spirito è paragonato al cielo, mentre la nostra carne è paragonata alla terra.

Che vuol dire dunque: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra?

Vuol dire che allo stesso modo che il nostro spirito approva il tuo comando, così vi acconsenta anche la nostra carne, e venga tolto di mezzo il dissidio descritto dall'Apostolo, che dice: La carne infatti ha desideri contrari a quelli dello spirito e lo spirito contrari a quelli della carne. ( Gal 5,17 )

Quando lo spirito ha desideri contrari a quelli della carne, senz'altro è fatta la volontà di Dio in cielo; quando la carne non ha desideri contrari a quelli dello spirito, senz'altro è fatta la volontà di Dio sulla terra.

Ma la piena concordia ci sarà solo quando lo vorrà lui.

Adesso ci sia pure la lotta, perché poi ci sia la vittoria.

La petizione: Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra, si può intendere giustamente anche in quest'altro senso, in quello cioè di rappresentarci la Chiesa come il cielo perché porta Dio, gli infedeli invece come la terra, poiché a loro è detto: Sei terra e in terra tornerai. ( Gen 3,19 )

Allorché dunque preghiamo per i nostri nemici, per i nemici della Chiesa, per i nemici dei cristiani, preghiamo che sia fatta la sua volontà come in cielo, così anche in terra, cioè come nei tuoi fedeli così anche nei tuoi bestemmiatori; affinché tutti diventino cielo.

4.5 - Che cosa s'intende per pane quotidiano

Segue la petizione: Dacci il nostro pane quotidiano. ( Mt 6,11 )

Questa domanda si può intendere in un solo senso, che cioè noi eleviamo questa preghiera per il vitto quotidiano affinché ne abbiamo in abbondanza e, se non abbonda, almeno non ci venga a mancare.

Dice poi quotidiano per tutto il tempo che si dice oggi. ( Eb 3,13 )

Viviamo ogni giorno, ci alziamo ogni giorno, ogni giorno ci sfamiamo, ogni giorno abbiamo fame.

Ci dia il pane per ogni giorno.

Perché non dice: [ Dacci ] " anche tutto ciò che serve per coprirci "?

Il nostro vitto consiste nel cibo e nelle bevande, ciò che ci serve per coprirci consiste nei vestiti e in un tetto.

Non si deve desiderare di più, dal momento che l'Apostolo dice: Nulla abbiamo portato in questo mondo né potremo portare via nulla; quando perciò abbiamo da mangiare e da vestirci, accontentiamoci. ( 1 Tm 6,7-8 )

Scompaia la cupidigia e ricca sarà la natura. Se quindi la preghiera che facciamo dicendo: Dacci oggi il nostro pane quotidiano si riferisce al vitto quotidiano - poiché così può giustamente dirsi -, non dobbiamo stupirci se con il termine di " pane " s'intendono tutte le altre cose necessarie.

Allo stesso modo quando Giuseppe invitò i propri fratelli: Questi uomini - disse - mangeranno con me il pane. ( Gen 43,16 )

Perché avrebbero mangiato solo il pane? Ma col termine " pane " s'intendevano tutti gli altri cibi.

Così quando domandiamo nella preghiera il pane quotidiano, domandiamo tutto ciò ch'è necessario per il nostro corpo sulla terra.

Ma che cosa dice Gesù nostro Signore?

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in più. ( Mt 6,33 )

Quando diciamo: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, possiamo intenderlo molto bene anche dell'Eucaristia, il cibo quotidiano.

I fedeli infatti sanno che cosa ricevono ed è bene per loro ricevere il pane quotidiano necessario a questa vita.

Pregano per loro stessi di diventare buoni e di perseverare nella bontà, nella fede e nella rettitudine della vita.

Questo si augurano, questo chiedono nella preghiera poiché, se non persevereranno nella vita buona, saranno separati da quel pane.

Che significa dunque: Dacci il nostro pane quotidiano?

" Cerchiamo di vivere in modo da non essere separati dal tuo altare ".

Anche la parola di Dio che vi si spiega ogni giorno e in un certo modo vi viene spezzata, è un pane quotidiano.

E come di quell'altro pane ha fame il ventre, così di questo ha fame lo spirito.

Anche questo dunque domandiamo con semplicità; e tutto ciò ch'è necessario all'anima e al corpo in questa vita è incluso nel pane quotidiano.

5.6 - Sulla remissione

Rimetti a noi i nostri debiti: ( Mt 6,12 ) lo diciamo e dobbiamo dirlo, poiché diciamo la verità.

In realtà chi vive quaggiù nel corpo senza aver debiti?

Chi è quell'uomo che vive così e non ha bisogno di questa preghiera?

Si può gonfiare d'orgoglio, ma non può giustificarsi.

Sarebbe un bene per lui se imitasse il pubblicano e non si gonfiasse di superbia come il fariseo, ch'era salito al tempio e aveva millantato i suoi meriti, ma aveva nascosto i suoi peccati.

Era invece quell'altro che sapeva perché era salito al tempio, quell'altro che diceva: Abbi pietà di me, o Signore, perché sono peccatore. ( Lc 18,10-13 )

Riflettete bene, fratelli miei; così il Signore Gesù insegnò a pregare ai suoi discepoli, quei grandi primi suoi Apostoli, capi del gregge cristiano.

Se dunque per farsi perdonare i propri peccati pregano i capi del gregge, che cosa devono fare gli agnelli, di cui è detto: Presentate al Signore i figli degli arieti? ( Sal 29,1 )

Voi dunque sapete d'aver ripetuto questa verità nel simbolo della fede poiché tra le altre avete nominato la remissione dei peccati.

C'è una remissione dei peccati che si dà una sola volta e un'altra che si dà ogni giorno; l'una è quella che si dà una sola volta nel battesimo, l'altra invece viene data grazie all'orazione domenicale durante la vostra vita terrena.

Ecco perché diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti.

6.7 - Non tramonti il Sole di giustizia del nostro cuore

Dio ha concluso con noi un patto, un accordo, un contratto stabile in cui sta scritto che dobbiamo dire: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 )

Chi vuol dire validamente: Rimetti a noi i nostri debiti, deve dire veracemente: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Se questa frase, che viene dopo, uno non la dice o la dice senza sincerità, quella precedente la dice senza risultato.

Soprattutto a voi che vi approssimate a ricevere il battesimo diciamo: " Perdonate di cuore ogni offesa ".

Anche voi, fedeli, che per l'occasione ascoltate questa preghiera e la nostra spiegazione, perdonate dal fondo del vostro cuore tutto ciò che potete avere contro qualcuno.

Perdonate nell'intimo vostro, ove penetra lo sguardo di Dio.

Talora infatti l'uomo perdona con la bocca, ma conserva l'odio nel cuore; perdona con la bocca a motivo degli uomini, ma conserva l'odio nel cuore perché non teme lo sguardo di Dio.

Rimettete veramente tutto ciò che avete ritenuto fino a questi giorni, rimettetelo almeno in questi giorni.

Non avrebbe dovuto tramontare il sole sopra la vostra ira, ( Ef 4,26 ) eppure sulla vostra ira sono passati già molti soli!

Passi una buona volta anche la vostra ira, ora che celebriamo i giorni del gran Sole, di quel Sole di cui la Scrittura dice: Sorgerà per voi il Sole di giustizia e la salvezza sotto le sue ali. ( Mi 4,2 )

Che vuol dire: Sotto le sue ali? Vuol dire: " sotto la sua protezione ".

Ecco perché nel salmo è detto: Proteggimi sotto l'ombra delle tue ali. ( Sal 17,8 )

Altri, invece, predetti dal libro della Sapienza, i quali nel giorno del giudizio futuro si pentiranno, ma troppo tardi e proveranno un rammarico inutile, che cosa diranno mentre si pentiranno e sospireranno nel tormento dello spirito?

Diranno: " Che ci ha giovato la superbia e quale utilità ci ha arrecato l'aver menato vanto della ricchezza? ".

Tutte queste cose si sono dileguate come ombra. ( Sap 5,3 )

E tra le altre cose diranno: Ci siamo sviati fuori dalla via della verità e la luce della giustizia non è brillata per noi, né il sole è sorto per noi. ( Sap 5,9 )

Quel sole sorge per i giusti, mentre il sole visibile Dio lo fa sorgere ogni giorno sui buoni e sui cattivi. ( Mt 5,45 )

Solo i giusti avranno il diritto di vedere il Sole [ di giustizia ]: adesso facciamo sì che questo abiti nel nostro cuore mediante la fede.

Se dunque vai in collera, questo sole non tramonti nel tuo cuore sopra la tua collera: Non tramonti il sole sopra la vostra ira, ( Ef 4,26 ) per evitare che tu vada in collera e tramonti per te il Sole di giustizia e tu resti nelle tenebre.

7.8 - Vincere l'ira e l'odio

Ma non crediate che la collera sia una cosa da nulla.

Il mio occhio, dice il profeta, è turbato per l'indignazione. ( Sal 6,8 )

Se l'occhio di uno è turbato, non può vedere il sole e, se si sforzerà di vederlo, ne proverà dolore e non piacere.

Che cos'è l'ira? È il desiderio sfrenato di vendicarsi.

L'uomo desidera vendicarsi: eppure Cristo non si è ancora vendicato, non si sono ancora vendicati i santi martiri.

La pazienza di Dio aspetta ancora la conversione dei nemici di Cristo, la conversione dei nemici dei martiri: chi siamo noi per cercare la vendetta?

Se Dio cercasse di vendicarsi di noi, dove andremmo a finire?

Colui, che non ci ha fatto alcuna offesa, non desidera vendicarsi di noi e noi invece, che quasi ogni giorno offendiamo Dio, cerchiamo di vendicarci?

Perdonate dunque, perdonate di cuore.

Se sei adirato, non peccare. Adiratevi, ma non peccate. ( Sal 4,5 )

Adiratevi come uomini, se l'ira ha il sopravvento su di voi, ma non peccate conservando l'ira nel cuore - poiché se la conserverete, la conserverete contro di voi - mettendovi così nella condizione d'impedirvi l'accesso alla luce di Dio.

Perdonate dunque. Che cos'è l'ira? Il desiderio sfrenato di vendetta.

Che cos'è l'odio? L'ira inveterata. Se l'ira è divenuta incallita, si chiama ormai odio.

Sembra che ciò lo confessi il profeta, il quale, dopo aver detto: Il mio occhio è turbato per l'indignazione, aggiunge: Sono invecchiato tra tutti i miei nemici. ( Sal 6,8 )

Ciò che era solo ira all'inizio, divenne odio perché s'era mutato in un sentimento inveterato.

L'ira è una pagliuzza, l'odio invece è una trave.

Talora rimproveriamo uno che va in collera, ma noi conserviamo l'odio nel cuore, mentre Cristo ci dice: Tu vedi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello e non vedi la trave nel tuo occhio. ( Mt 7,3 )

Come mai la pagliuzza è cresciuta fino a diventare una trave?

Perché non è stata sradicata subito.

Poiché hai permesso che il sole sorgesse e tramontasse tante volte sopra la tua collera, l'hai fatta diventare inveterata, hai accolto sospetti temerari e così hai innaffiato la pagliuzza, con l'innaffiarla l'hai nutrita, col nutrirla ne hai fatto una trave.

Trema almeno sentendo queste parole: Chi odia il proprio fratello è un omicida. ( 1 Gv 3,15 )

Non hai sguainato la spada, non hai fatto una ferita nella carne, non hai rovinato il corpo con qualche percossa: nel tuo cuore c'è solo il pensiero dell'odio, eppure sei ritenuto colpevole di omicidio; sei colpevole agli occhi di Dio.

Quel tuo fratello è in vita ma tu l'hai ucciso.

Per quanto dipende da te, tu hai ucciso colui che odiavi.

Emendati, correggiti! Se nelle vostre case vi fossero scorpioni o aspidi, quanto vi affatichereste per ripulirle e potervi abitare sicuri!

Vi adirate e l'ira s'invecchia nei vostri cuori, si trasforma in tanti odi, in tante travi, in tanti scorpioni, in tanti serpenti: e voi non volete purgare la casa di Dio, il vostro cuore?

Fate dunque ciò che è detto: Come anche noi rimettiamo ai nostri debitori, e allora dite con sicurezza: Rimetti a noi i nostri debiti.

Poiché su questa terra non potete vivere senza debiti.

Ma altri sono quei peccati gravi che è bene vi siano rimessi nel battesimo, e dai quali dovete essere sempre lontani, altri invece sono i peccati quotidiani, senza i quali quaggiù non si riesce a vivere, e per i quali ci è necessaria la preghiera quotidiana, con il patto, con l'accordo ch'essa contiene, in modo tale che, come si dice gioiosamente: Rimetti a noi i nostri debiti, così si dica veracemente: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Finora abbiamo parlato dei peccati passati, che dire degli altri?

8.9 - Non lasciarsi trascinare dalla concupiscenza

Non c'indurre in tentazione. ( Mt 6,13 )

Rimettici i peccati commessi, concedici di non commetterne altri.

Chi infatti è vinto dalla tentazione, commette peccato.

Poiché l'apostolo Giacomo dice: Nessuno, quando è tentato, deve dire: " Sono tentato da Dio ", poiché Dio è incapace di tentare o di spingere al male; egli non tenta nessuno.

Ciascuno invece è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.

La concupiscenza poi, una volta che ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quand'è consumato, genera la morte. ( Gc 1,13-15 )

Non lasciarti dunque trascinare dalla concupiscenza, non acconsentire alla tua concupiscenza.

Il potere per concepire essa non lo riceve se non da te.

Se hai acconsentito è come se ti fossi unito ad essa nel tuo cuore.

Se sorge la concupiscenza, respingila, non la seguire.

È sconveniente, è lasciva, è turpe, ti allontana da Dio.

Non le dare l'abbraccio del consenso per non dolerti del parto, poiché se acconsentirai, cioè se l'abbraccerai, concepirà.

Quando la concupiscenza ha concepito, genera il peccato.

Ancora non hai paura? Il peccato genera la morte; temi almeno la morte!

Se non temi il peccato, temi dove esso conduce.

Dolce è il peccato, ma la morte è amara: essa è l'infelicità degli uomini; alla morte lasceranno quaggiù ciò per cui peccano, ma porteranno con loro i propri peccati.

Se pecchi a causa del denaro, dovrai lasciarlo quaggiù; se pecchi a causa della proprietà di campagna, dovrai lasciarla quaggiù; se pecchi a causa di una donna, dovrai lasciarla quaggiù; tutto ciò per cui pecchi lo dovrai lasciare quaggiù quando chiuderai gli occhi per morire; ma il peccato che commetterai te lo porterai con te.

Non si devono disprezzare i peccati veniali.

9.10 - Pregare d'essere liberati dal male

Siano rimessi i peccati: siano rimessi quelli passati, non se ne commettano più per l'avvenire.

Quaggiù però non si può vivere senza di essi, non fossero che piccoli o veniali o leggeri.

Ma non si devono disprezzare neppure quelli leggeri o veniali.

Sono le piccole gocce che formano i fiumi.

Non devono essere minimizzati, nemmeno quelli leggeri.

L'acqua penetra a gocce attraverso le strette fessure della nave e la sentina si riempie; se la sentina non verrà controllata, la nave affonderà.

Ma i marinai non restano in ozio e le loro mani sono sempre in movimento per vuotare ogni giorno le sentine.

Così anche le tue mani siano in movimento per vuotare la sentina.

Che vuol dire: " le mani siano in movimento"? Vuol dire: " diano! ".

Fa' le opere buone, le tue mani siano attive.

Spezza all'affamato il tuo pane e introduci nella tua casa il povero senza tetto.

Se vedrai uno ch'è nudo, vestilo. ( Is 58,7 )

Fa' quanto sei in grado di fare, fa' con i mezzi che sono in tuo potere, fa' gioiosamente e poi innalza tranquillo la tua preghiera: questa avrà due ali, una duplice elemosina.

Che vuol dire: " una duplice elemosina "? Vuol dire: Perdonate e Dio perdonerà a voi.

Date [ agli altri ] e Dio darà a voi. ( Lc 6,37-38 )

Un'elemosina è quella che si compie col cuore allorché a un tuo fratello perdoni un peccato.

L'altra elemosina è quella che si fa con i mezzi di sussistenza, quando a un povero dài del pane.

Falle tutte e due per evitare che la tua preghiera rimanga senza un'ala.

9.11. Dopo che dunque avremo detto: Non c'indurre in tentazione, segue: ma liberaci dal male. ( Mt 6,13 )

Chi vuol essere liberato dal male afferma d'essere nel male.

Per questo motivo l'Apostolo dice: Riscattando il tempo, perché i giorni sono cattivi. ( Ef 5,16 )

Ma [ dice il salmo: ] chi è che ama la vita e desidera vedere giorni felici? ( Sal 34,13 )

Poiché ogni uomo vivente nel corpo non ha se non giorni cattivi, chi non lo desidera?

Fa' quel che segue: Trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra non proferiscano inganno; allontanati dal male e fa' il bene; cerca la pace e attendi ad essa; ( Sal 34,13-14 ) in tal modo eviterai giorni cattivi e si adempierà l'invocazione della preghiera: Liberaci dal male.

10.12 - Le diverse invocazioni dell'Orazione domenicale, recitata ogni giorno all'altare di Dio

Per conseguenza le tre prime invocazioni: Sia santificato il tuo nome, Venga il tuo regno, Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra, sono eterne, mentre le quattro seguenti riguardano la vita presente.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

Domanderemo forse il pane quotidiano ogni giorno, quando saremo giunti in cielo, dove saranno appagati tutti i nostri desideri?

Rimetti a noi i nostri debiti; diremo forse così in quel regno quando non avremo più debiti?

Non c'indurre in tentazione, potremo forse dire così allorché non ci sarà più alcuna tentazione?

Liberaci dal male; potremo forse ripeterlo quando non ci sarà più nessun male da cui essere liberati?

Le cose che chiediamo in queste ultime quattro invocazioni ci sono dunque necessarie per la nostra vita quotidiana, le altre tre invece sono necessarie per la vita eterna.

Ma dobbiamo chiedere tutte quelle cose per arrivare alla vita eterna e dobbiamo pregare quaggiù perché non ne veniamo esclusi.

Quando sarete battezzati, dovrete recitare sempre questa preghiera.

Ogni giorno infatti nella Chiesa si recita l'orazione domenicale all'altare di Dio e i fedeli l'ascoltano.

Non abbiamo dunque timore che voi non la teniate bene a mente poiché, se uno di voi non potrà ricordarla perfettamente, la imprimerà nella mente a forza di sentirla ogni giorno.

11.13 - Il Simbolo della fede da tenere a memoria

Perciò il giorno di sabato, quando, per grazia di Dio, faremo la veglia di preghiere, ripeterete a memoria non l'orazione, ma il simbolo della fede.

Se infatti il simbolo non lo tenete a mente adesso, non lo udite ogni giorno in Chiesa dalla voce dei fedeli.

Quando però lo avrete imparato, al fine di non dimenticarlo, recitatelo ogni giorno; quando vi alzate, quando vi mettete a letto per dormire, recitate il vostro simbolo, ripetetelo al Signore, richiamatelo alla memoria tra voi stessi, non vi rincresca di ripeterlo.

È utile infatti ripeterlo, affinché non accada che ve lo dimentichiate.

Non dite: " L'ho recitato ieri, l'ho recitato oggi, lo recito ogni giorno, lo ricordo bene ".

Richiama alla mente la tua fede, esamina te stesso; il tuo simbolo sia per te come uno specchio.

Vediti in esso se credi tutte le verità della fede che professi di credere, e rallegrati ogni giorno nella tua fede.

Sia esso la tua ricchezza e sia in certo qual modo l'abito della tua mente.

Quando ti alzi, non indossi forse l'abito? Allo stesso modo richiamando alla mente il tuo simbolo vesti l'anima tua, affinché non rimanga nuda per averlo dimenticato e rimanga nudo tu stesso e non ti capiti quanto dice l'Apostolo: Se però saremo trovati spogli, non nudi. ( 2 Cor 5,3 )

In realtà saremo vestiti della nostra fede; la stessa fede sarà una tunica e una corazza: una tunica per preservarci dalla vergogna, una corazza per difenderci contro le avversità.

Ma quando arriveremo al luogo ove regneremo, non ci sarà più bisogno di recitare il simbolo, poiché vedremo Dio, sarà visto da noi proprio Dio; il premio di questa fede sarà la visione di Dio.

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