Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Sulla trasfigurazione del Signore sul monte

1 - Chi erano i presenti che sarebbero morti solo dopo aver visto il Figlio dell'uomo nel suo regno
2 - La vana proposta di Pietro
3 - Significato del mistero contenuto nella trasfigurazione

1 - Chi erano i presenti che sarebbero morti solo dopo aver visto il Figlio dell'uomo nel suo regno

Prima che il Signore si manifestasse sul monte, come abbiamo udito quando veniva letto il santo Vangelo, aveva detto: Alcuni tra quelli che sono qui presenti non moriranno prima d'aver visto il Figlio dell'uomo nel suo regno. ( Mt 16,28 )

Ora noi sappiamo che il Signore Gesù Cristo verrà come giudice alla fine del mondo e darà il regno a quelli posti alla destra e il castigo a quelli posti alla sinistra. ( Mt 25,31-46 )

Poiché egli - come crediamo e dichiariamo pubblicamente - verrà a giudicare i vivi e i morti.1

Al contrario tutti coloro che stavano attorno a lui quando egli parlava, venuta l'ora stabilita dalla condizione della natura mortale, morirono ma non vedranno il Signore come giudice nel suo regno se non quando sarà giunto il tempo della risurrezione.

Che significa dunque l'affermazione: Alcuni di coloro che sono qui presenti non moriranno prima d'aver visto il Figlio dell'uomo nel suo regno?

Senza dubbio il santo Vangelo ha risolto la questione con ciò che narra subito dopo.

Poiché Gesù condusse con lui tre suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, e si trasfigurò alla loro presenza per cui il suo volto divenne splendente come la viva luce del sole. ( Mt 17,1 )

Erano dunque essi quei tali ch'erano presenti e che non avrebbero visto la morte prima di vedere il Signore nel suo regno.

Alla fine del mondo però tutti avranno lo splendore che il Signore mostrò in se stesso.

Le sue membra risplenderanno come risplendette il capo.

Sta scritto: Trasformerà il nostro misero corpo e lo renderà simile al suo corpo glorioso. ( Fil 3,21 )

Ecco, egli sul monte rifulse come il sole, ( Mt 17,2 ) ma non era ancora risorto.

Non era ancora morto ma pur nella carne era Dio e con la carne non ancora risorta, grazie al potere divino, compiva le azioni che voleva.

Infatti, perché sappiate che non è un'idea di superbia se speriamo ciò anche noi, sentite che cosa dice egli stesso e non dovete aver dubbi.

Spiegando la parabola della zizzania dice: Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.

Il campo è il mondo. Il buon seme rappresenta quelli che appartengono al regno di Dio e la zizzania invece rappresenta quelli che appartengono al maligno.

Il nemico che l'ha seminata è il diavolo stesso.

Il giorno della mietitura è la fine di questo mondo. I mietitori poi sono gli angeli. ( Mt 13,37-39 )

Allorché dunque verrà la fine di questo mondo, il Figlio dell'uomo invierà i suoi angeli e porteranno via dal suo regno tutti gli operatori di scandali e li getteranno nella fornace di fuoco ardente; ivi sarà pianto e stridore di denti. ( Mt 13,41-42 )

Che avverrà del buon grano? Senti quello ch'è detto subito dopo: Allora i giusti saranno splendenti come il sole nel regno [ di Dio ]. ( Mt 13,43 )

E poiché saranno così nel regno, il Signore disse: Alcuni di quelli qui presenti non moriranno prima di vedere il Figlio dell'uomo nel suo regno. ( Mt 16,28 )

2 - La vana proposta di Pietro

Ora poi, fratelli, che significa ciò? Apparvero Mosè ed Elia, si misero ai fianchi del Signore e conversavano con lui. ( Mt 17,3 )

San Pietro provava gioia in quella solitudine, provava fastidio della turbolenza del genere umano.

Vedeva il monte, vedeva il Signore, Mosè ed Elia.

Erano lassù solo coloro che a lui non procuravano fastidio.

Godeva di vivere quieto senza preoccupazioni e felice, e disse al Signore: Signore, è bello per noi starcene qui. ( Mt 17,4 )

Perché dovremmo scendere dal monte per tribolare e non preferiamo godercela qui?

È bello per noi starcene qui. Se lo vuoi, facciamo qui tre tende; una per te, una per Mosè e una per Elia. ( Mt 17,4 )

Pietro, non sapendo ancora come doveva parlare, voleva fare una separazione.

Credeva fosse bene ciò che diceva. Ma che cosa fece il Signore?

Fece scendere una nuvola  dal cielo e ricoprì tutti, come se volesse dire a Pietro: "Perché vuoi fare tre tende?

Eccone una sola".

Allora udirono una voce dalla nube: Questo è il Figlio mio beneamato, ( Mt 17,5 ) perché non paragonassero a lui Mosè ed Elia e credessero che il Signore fosse da ritenersi come uno dei Profeti, mentre era il Signore dei Profeti: Questo è il Figlio mio, ascoltate lui. ( Mt 17,5 )

All'udire questa voce i discepoli caddero bocconi.

Ma il Signore si avvicinò, li rialzò ed essi non videro altro che il solo Gesù. ( Mt 17,6-7 )

3 - Significato del mistero contenuto nella trasfigurazione

Se Il Signore me lo concederà spiegherò adesso questo grande mistero.

Parlano col Signore Mosè ed Elia.

Mosè rappresenta la Legge, Elia i Profeti.

Quando esponiamo qualche brano del Vangelo lo proviamo con la Legge e con i Profeti.

Parlano dunque col Signore Mosè ed Elia, ma come servitori al suo fianco, mentre egli era in mezzo come loro sovrano.

Che significa il fatto che Mosè ed Elia parlavano col Signore?

Senti l'Apostolo: La Legge serve solo a farci conoscere il peccato, ora invece la giustizia di Dio si è rivelata senza la Legge. ( Rm 3,21 )

Dov'è Mosè ed Elia c'è il Signore che riceve la testimonianza della Legge e dei Profeti.

Nel tempo presente sono necessarie le testimonianze della Legge e dei Profeti.

Quando però risorgeremo, che bisogno ci sarà della Legge e dei Profeti?

Non andremo in cerca di testimonianze, perché vedremo il Signore in persona.

Ma quando avverrà ciò? Dopo la risurrezione.

Coloro dunque ch'erano caduti si rialzarono e videro soltanto il Signore.

Indice

1 Symb. Apost.