Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Sulle parole del Vangelo di Giovanni

Gv 10,11-16: " Io sono il buon pastore " Contro i Donatisti

1 - Perché il buon pastore è fatto valere al singolare
2 - A nulla giova il martirio senza la carità
3 - Che gran bene la carità
4 - Risulta che Pietro ed altri sono pastori buoni
5 - Uno solo, tuttavia, il buon pastore: Cristo
6 - L'amore per Cristo della sposa
7 - Come vanno intese le parole della sposa. I compagni, quasi commensali
8 - La risposta dello sposo
9 - Le parole della sposa fatte proprie malignamente dai Donatisti
10 - I Donatisti sono smentiti

1 - Perché il buon pastore è fatto valere al singolare

Abbiamo ascoltato il Signore Gesù farci rilevare il compito del buon pastore.

A quanto è dato capire in questa presentazione, indubbiamente ci ha avvertiti che i pastori sono buoni.

Eppure, perché non se ne avesse un concetto errato in base al gran numero dei pastori, ha detto: Io sono il buon pastore.

E continuando fa capire chiaramente in grazia di che sia buono il pastore: Il pastore buono - dice - dà la sua vita per le pecore.

Il mercenario, invece, che non è pastore, vede venire il lupo e fugge, perché non gli importa delle pecore: è infatti mercenario. ( Gv 10,11-12 )

Dunque, il buon pastore è Cristo. Che cos'è Pietro? Non è un buon pastore?

Non ha dato anch'egli la vita per le pecore? Che cos'è Paolo? Che sono gli altri Apostoli?

Che sono i vescovi martiri in tempi a quelli posteriori? Ed anche questo qui, San Cipriano?

Non sono tutti pastori buoni, non mercenari, di cui è detto: In verità, vi dico, hanno ricevuto la loro mercede? ( Mt 6,2 )

Ne segue che tutti questi sono pastori buoni non solo perché versarono il sangue, ma perché lo versarono per amore delle pecore.

Infatti non lo sparsero per orgoglio, ma per la carità.

2 - A nulla giova il martirio senza la carità

Proprio presso gli eretici, i quali, a motivo dei loro errori possono aver subito delle pene, si fa vanto del nome di martirio per nascondersi più facilmente sotto tale manto di innocenza, in quanto sono lupi.

Ma se volete sapere come considerali, ascoltate un pastore buono, l'apostolo Paolo, poiché non di tutti quelli che nella passione hanno dato il corpo alle fiamme si deve credere che abbiano dato il sangue per amore delle pecore e non a danno delle pecore.

Se pure io parlo le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

Se avrò conosciuto tutti i misteri e avrò avuto tutta la profezia, e la pienezza della fede, così da trasportare le montagne, ma non ho la carità, nulla io sono.

Infine è certo una gran cosa la fede che trasporta le montagne.

Si tratta veramente di grandi cose: Ma se io le posseggo senza la carità - dice - nulla sono, non quelle, ma io.

Fin qui, però, non ha toccato costoro, i quali, nei patimenti, si gloriano falsamente del nome di martirio.

Ascoltate come giunga a toccarli, anzi, piuttosto, come li passi da parte a parte.

Se avrò distribuito - dice - tutti i miei beni ai poveri e avrò dato da ardere il mio corpo … Qui già ci sono.

Bada però a quel che segue: ma non ho la carità, a nulla mi giova. ( 1 Cor 13,1-3 )

Ecco, si giunge ai patimenti; ecco, si giunge anche all'effusione del sangue, si giunge a dare il corpo alle fiamme; e tuttavia a nulla giova perché manca la carità.

Aggiungi la carità: sono utili tutte le cose; sottrai la carità: a nulla giovano tutte le altre cose.

3 - Che gran bene la carità

Questa carità, fratelli, quale bene è mai? Che di più prezioso? Che di più luminoso? Che di più forte?

Che di più utile? Che di più sicuro? Molti sono i doni di Dio, che hanno tuttavia anche i cattivi, i quali diranno: Signore, abbiamo profetato nel tuo nome, abbiamo scacciato i dèmoni nel tuo nome, abbiamo compiuto molti prodigi nel tuo nome.

Né egli risponderà: Non avete fatto questo.

Infatti, alla presenza di così gran giudice non oseranno mentire, o vantare cose che non fecero.

Ma poiché non ebbero la carità, risponderà a tutti loro: Non vi conosco. ( Mt 7,22-23 )

Ma come possiede una sia pur debole carità chi non ama l'unità, anche se convinto di errore?

Raccomandando ai buoni pastori l'unità, non volle chiamare pastori i molti.

Infatti, come ho già detto, era pastore buono Pietro, Paolo, gli altri Apostoli e i santi vescovi posteriori e il beato Cipriano.

Pastori buoni tutti questi; eppure presso i pastori buoni egli non fece valere pastori buoni, ma il Pastore buono.

Io sono - disse - il buon pastore. ( Gv 10,11 )

4 - Risulta che Pietro ed altri sono pastori buoni

Rivolgiamo domande al Signore su quale che sia la base del giudizio e, in una discussione umilissima, entriamo in colloquio con un Padre di famiglia così eccelso.

Che dici, o Signore, o Pastore buono? Tu sei infatti il buon Pastore, tu che sei mite Agnello, il medesimo Pastore e pascolo, il medesimo Agnello e leone.

Che dici? Vogliamo ascoltare, tu aiutaci ad intendere. Io sono - dice - il buon pastore.

Chi è Pietro? O non è pastore, o non è buono? Vediamo se non è pastore.

Mi ami? Tu, Signore, gli dicesti: Mi ami? Rispose: Amo. E tu a lui: Pasci le mie pecore.

Tu, proprio tu, Signore, con la tua domanda, con la conferma autorevole della tua bocca, dell'amante facesti il pastore.

Quindi è pastore colui al quale hai affidato le pecore da condurre al pascolo.

Lo hai raccomandato tu stesso, è pastore. Ora vediamo se non è buono.

Veniamo a scoprirlo appunto nella domanda e nella risposta di lui.

Tu chiedesti se ti amasse. Rispose: Amo.

Tu vedesti il cuore e che rispose il vero.

Non è buono allora chi ama il Buono per eccellenza?

Donde viene una risposta tratta dal più profondo di sé?

Donde quel Pietro che ha nel suo cuore, testimoni i tuoi occhi, rattristato perché tu gli rivolgesti la domanda non solo una volta, ma una seconda e una terza, in modo da cancellare con una triplice confessione di amore il peccato del rinnegamento tre volte ripetuto; ecco quindi il motivo del suo rattristarsi, nell'essere stato ripetutamente richiesto da lui che sapeva quale sarebbe stata la risposta alla sua domanda e aveva già donato quello che andava ascoltando; di ciò rattristato, esce in questa espressione: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo. ( Gv 21,15-17 )

Poteva egli mentire nel fare una tale confessione, anzi, nel dichiarare il suo impegno?

Perciò, in risposta, disse sinceramente il suo amore per te, e dal profondo del cuore fece udire la voce dell'amante.

Ma tu hai detto: L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone. ( Mt 12,35 )

Di conseguenza, e pastore e buon pastore; certamente un nulla a confronto con la potenza e la bontà del Pastore dei pastori, ma tuttavia anch'egli e pastore e buono, e ugualmente buoni gli altri pastori.

5 - Uno solo, tuttavia, il buon pastore: Cristo

Perché non fai valere presso i buoni pastori un solo pastore, se non in quanto nell'unico Pastore fai conoscere l'unità?

E il Signore stesso lo espone più chiaramente mediante il nostro ministero richiamando alla memoria della Carità vostra il medesimo passo del Vangelo, e dicendo: Ascoltate che cosa ho raccomandato; ho detto: Io sono il buon pastore, ( Gv 10,11 ) perché tutti gli altri, tutti i pastori buoni sono mie membra.

Un solo Capo, un solo corpo, un solo Cristo.

Ne segue che egli è anche il Pastore dei pastori, e i molti pastori appartengono a un solo pastore, e le pecore sono insieme ai pastori.

Tali espressioni che altro dicono, se non quanto afferma l'Apostolo: Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra; e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo; così anche Cristo? ( 1 Cor 12,12 )

Perciò se così anche Cristo, giustamente Cristo, avendo in sé tutti i pastori buoni, fa valere uno solo, dicendo: Io sono il buon pastore.

Io sono, io sono uno, tutti con me nell'unità sono una cosa sola.

Chi pasce indipendentemente da me, pasce in opposizione a me. Chi non raccoglie con me, disperde.

Ascoltate allora come quella medesima unità sia raccomandata con più ardore.

Ho altre pecore - egli dice - che non sono di questo ovile.

Si riferiva infatti al primo ovile della stirpe di Israele.

Ma c'erano altri Israeliti secondo la fede, che erano ancora fuori, in mezzo ai pagani, predestinati, non ancora radunati.

Li conosceva chi li aveva predestinati; li conosceva chi era venuto a redimerli versando il proprio sangue.

Vedeva quelli che non vedevano ancora; conosceva quelli che ancora non credevano in lui.

Ho altre pecore - egli dice - che non sono di questo ovile, perché non sono della stirpe di Israele.

Ma tuttavia non saranno fuori di questo ovile perché anche queste devo condurre così che si faccia un solo gregge ed un solo pastore. ( Gv 10,16 )

6 - L'amore per Cristo della sposa

L'amata di lui, la sposa di lui, la bella di lui, ma resa bella da lui, già deforme per i peccati, poi di belle forme per il perdono e la grazia, non senza ragione parla a questo Pastore dei pastori, parla tutta accesa di amore per lui e gli dice: Dove vai a pascolare? ( Ct 1,7 )

E notate come e con quale slancio affettuoso qui si desti l'amore spirituale.

Di un tale trasporto dell'anima godono molto di più coloro che hanno già gustato qualcosa della dolcezza di questo amore.

Ne ricevono lode quanti amano Cristo.

In essi stessi e proprio di essi questo infatti canta la Chiesa nel Cantico dei Cantici; questi amano Cristo in apparenza deforme e incomparabilmente bello.

Lo abbiamo veduto - dice infatti - e non aveva né apparenza né bellezza. ( Is 53,2 )

Tale apparve sulla croce, tale si mostrò coronato di spine, deforme e senza bellezza, come avendo perduto in potenza, non Figlio di Dio.

Tale sembrò ai ciechi. Certamente impersonando i Giudei, lo disse il profeta Isaia: Lo abbiamo veduto e non aveva né apparenza né bellezza.

Quando si diceva: Se è il Figlio di Dio, scenda dalla croce.

Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. ( Mt 27,40 )

E percuotendolo sul capo con la canna: Indovina, Cristo! Chi ti ha percosso? ( Mt 27,41 )

Perché non aveva né apparenza, né bellezza.

Tale lo vedevate, o Giudei. L'accecamento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le nazioni, ( Rm 11,25 ) fino a che saranno radunate nell'ovile le altre pecore.

Così, persistendo la cecità, vedeste senza bellezza la perfezione in sé.

Se infatti l'aveste conosciuto, non avreste mai crocifisso il Signore della gloria. ( 1 Cor 2,8 )

Ma lo faceste perché non lo avevate conosciuto.

Eppure egli che vi tollerò quasi ripugnanti, egli di belle forme, pregò per voi: Padre - disse - perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )

Infatti, se è senza bellezza, cos'è quello che ama costei che dice: Dimmi, o delizia dell'anima mia? ( Ct 1,6 )

Cos'è che ama? Cos'è quello per cui è accesa, cos'è che tanto le fa temere di andare in occulto lontano da lui?

Cos'è che le fa gustare in lui tante delizie e non prova altra pena che non sia quella di trovarsi senza di lui?

Quale sarebbe l'attrattiva che desta amore se non fosse bello?

Per altro, quella come potrebbe amare così se egli le apparisse come ai ciechi persecutori, ma che non sanno quello che fanno?

Quale lo amò allora? Quale il più bello tra i figli degli uomini.

Tu sei il più bello dei figli degli uomini, sulle tue labbra è diffusa la grazia. ( Sal 45,3 )

Perciò, con la tua stessa bocca, dimmi o delizia dell'anima mia.

Dimmi - dice - o delizia, non della mia carne, ma dell'anima mia.

Dimmi dove vai a pascolare, dove riposi a mezzogiorno perché io non sia come in occulto dietro i greggi dei tuoi compagni. ( Ct 1,6 )

7 - Come vanno intese le parole della sposa. I compagni, quasi commensali

Sembra cosa nascosta, e lo è nascosta, perché è il segreto del talamo nuziale.

La sposa stessa dice infatti: Ti ha introdotta nella sua stanza.

Questo è il segreto di tale stanza.

Ma voi che non siete al di fuori di questa stanza, ascoltate ciò che siete e, se amate insieme a quella, parlate in uno con quella; ma voi amate con quella, se siete in quella.

Tutti parlate, eppure può parlare solo l'unità, perché l'Unità dice: Dimmi, o delizia dell'anima mia. ( Ct 1,6 )

Quelli erano un'anima sola e un cuore solo protesi verso Dio. ( At 4,32 )

Dimmi dove vai a pascolare, dove riposi a mezzogiorno. ( Ct 1,6 )

Che distingue il mezzogiorno? Un grande calore e un grande splendore.

Fammi dunque conoscere chi sono i tuoi sapienti, i ferventi di spirito e i risplendenti di dottrina.

Fammi conoscere l'opera della tua mano e i saggi della sapienza del cuore. ( Sal 90,12 )

Che io sia una cosa sola con loro nel tuo corpo, che io sia in comunione con loro, che insieme a loro io goda di te.

Dimmi, dunque, dimmi dove vai a pascolare, dove riposi a mezzogiorno; che io non m'imbatta in coloro che dicono di te tutt'altro, che ti giudicano diversamente; altro credono di te altro predicano di te; ed hanno greggi loro, e sono i tuoi compagni; perché vivono della tua mensa, e fanno uso dei sacramenti della tua mensa.

Sono detti compagni perché si accostano alla mensa gli uni e gli altri, come commensali.

Come tali, vengono rimproverati nel Salmo: Se infatti mi avesse insultato un mio nemico, mi sarei nascosto senz'altro da lui; e se quello che era stato un mio avversario mi avesse gravemente offeso, mi nasconderei certamente da lui.

Ma tu, mio compagno, mia guida e confidente, che sedevi con piacere con me alla mia mensa e nella casa di Dio siamo vissuti concordi. ( Sal 55,13-15 )

Per quale ragione ora contro la casa di Dio e nella discordia se non perché uscirono da noi, ma non erano dei nostri? ( 1 Gv 2,19 )

Perciò, o tu che sei la delizia dell'anima mia, che io non m'imbatta in compagni tuoi che sono tali, ma simili a quelli che furono i compagni di Sansone, venendo meno alla fedeltà verso l'amico, ma decisi a corrompere la donna di lui. ( Gd 14 )

Perciò, che io non m'imbatta in questi tali e non vada dietro di loro, cioè, non m'imbatta in loro come in occulto, come sconosciuta e misteriosa, invece che situata sul monte.

Perciò: Dimmi, o tu che sei la delizia dell'anima mia, dove vai a pascolare, dove riposi a mezzogiorno; sono i sapienti e i fedeli quelli nei quali trovi riposo; che non mi capiti d'imbattermi, sconosciuta, nei greggi, non i tuoi, ma dei tuoi compagni; poiché tu non hai detto a Pietro: Pasci le tue pecore, ma: Pasci le mie pecore. ( Gv 21,15 )

8 - La risposta dello sposo

Il buon Pastore, il più bello tra i figli degli uomini, risponda dunque a costei, all'amata; risponda a lei che egli ha fatto la più bella tra i figli degli uomini.

Ascoltate qual è la sua risposta, rendetevene conto; guardatevi da quanto egli minaccia, amate ciò di cui vi fa avvertiti.

Allora che risponde? La ricambia senza lusingare, ma con amorevole severità.

La riprende perché sia coerente e a preservarla.

Se non avrai conosciuto te stessa - dice - o bellissima tra le donne; ( Ct 1,7 ) infatti, per quanto le altre siano belle per i doni del tuo sposo, sono eretiche; la loro bellezza non sta nell'intimo, ma nell'ornamento.

Hanno risalto all'esterno, superficialmente: si rendono chiare con il nome della giustizia; invece: Ogni attrattiva della figlia del re è interiore. ( Sal 45,14 )

Quindi: Se non avrai conosciuto te stessa come l'unica, perché sei diffusa in mezzo a tutti i popoli, perché sei casta, perché non devi lasciarti corrompere dal linguaggio pervertitore dei compagni che hanno tralignato.

Se non avrai conosciuto te stessa in quanto l'Apostolo ti ha sposata a me nella verità quale vergine casta da presentare a Cristo; e nella verità ti sei presentata a me ad evitare che in seguito a discorsi fuorvianti - come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia -, così anche la tua coscienza sia distolta dalla mia fedeltà. ( 2 Cor 11,2-3 )

Perciò, se tale non avrai conosciuto te stessa, esci tu; esci.

Dirò infatti ad altri: Entra nel gaudio del tuo Signore. ( Mt 25,21-23 )

A te non dirò: entra, ma: esci; così puoi trovarti tra quelli che sono usciti da noi.

Esci tu. Ma, se non avrai conosciuto te stessa, allora esci.

Se invece hai conosciuto te stessa, entra.

Ma se non avrai conosciuto, esci tu dietro le orme dei greggi, e conduci al pascolo i tuoi capretti presso le tende dei pastori. ( Ct 1,6-7 )

Esci dietro le orme, non del gregge, ma dei greggi; e conduci al pascolo, non come Pietro le mie pecore, ma i tuoi capretti; presso le tende non del pastore, ma dei pastori; non dell'unità, ma del dissenso; non situata là, dov'è un solo gregge e un solo Pastore.

Venne confermata, venne costituita, l'amata fu resa più forte, disposta a morire per lo sposo e a vivere per lo sposo.

9 - Le parole della sposa fatte proprie malignamente dai Donatisti

Queste le parole che abbiamo richiamato alla memoria dal Cantico dei Cantici; sono precisamente un canto di nozze per lo sposo e la sposa; sono infatti nozze spirituali nelle quali dobbiamo vivere con grande purezza; perché Cristo ha concesso alla Chiesa nello spirito ciò che la madre sua ha nel corpo, così che è madre e vergine; ebbene, i Donatisti ritengono queste parole assai diversamente, secondo il loro intendere pervertito.

E non passerò sotto silenzio in qual modo e, in breve, con l'aiuto del Signore, per quanto sarò capace, vi farò sapere che si debba rispondere loro da parte vostra.

Avendo preso l'iniziativa di metterli alle strette, con la luce dell'unità della Chiesa diffusa su tutta la terra, e poiché li abbiamo sfidati a mostrarci dalle Scritture qualche prova secondo cui Dio annunziò che la Chiesa è quella che sarebbe in Africa, come se dovessero andar perduti tutti gli altri popoli.

Ecco la prova che hanno abitualmente sulla bocca; dicono: L'Africa è nel mezzogiorno; poiché la Chiesa - essi dicono - domanda al Signore dove egli vada a pascolare, dove riposi, egli risponde: nel mezzogiorno; quasi che la voce di chi rivolge la domanda suoni così: Dimmi, o tu che sei la delizia dell'anima mia, dove devi pascolare, dove riposare; e una voce come di chi risponde: nel mezzogiorno, cioè in Africa.

Se, dunque, è la Chiesa colei che interroga, e il Signore, da dove si trova a pascolare, risponde: In Africa - perché nell'Africa era la Chiesa - chi fa la domanda non era in Africa.

Dimmi - dice - o tu che sei la delizia dell'anima mia, dove devi pascolare, dove riposare.

Ed egli risponde ad una certa Chiesa fuori dell'Africa: Nel mezzogiorno, ( Ct 1,6 ) in Africa riposo, in Africa pascolo; quasi a dire: Non mi trovo a pascolare te.

Ne segue che se è la Chiesa quella che interroga, cosa che nessuno mette in dubbio e che non trova oppositori neppure in loro stessi, e sentono dire non so che dell'Africa; dunque costei che interroga si trova fuori dell'Africa, e, perché è la Chiesa, la Chiesa è fuori dell'Africa.

10 - I Donatisti sono smentiti

Ecco, accetto: la Chiesa è in Africa, quantunque sotto il sole del mezzogiorno, più che l'Africa, si trova l'Egitto.

Ma quanti conoscono quel luogo sanno come il Signore sia pastore in Egitto; coloro che non sanno ricerchino quale numeroso gregge vi raduni, che moltitudine annoveri di santi e di sante che disprezzano affatto il mondo.

Quel gregge tanto si moltiplicò da bandire di lì anche le vane credenze.

Tanto per non dire come abbia fatto sparire di là ogni culto idolatrico - che vi era stato ben radicato - con la forza della fede.

Accetto quanto dite, compagni perfidi; accetto in pieno, confermo che l'Africa è nel mezzogiorno e che l'Africa è indicata in quel che è stato detto: Dove vai a pascolare, dove riposare a mezzogiorno?

Ma anche voi, parimenti, badate che queste sono ancora parole della sposa, non dello sposo.

Fin qui è la sposa a dire: Dimmi tu, il quale sei la delizia dell'anima mia, dove vai a pascolare, dove riposi a mezzogiorno, perché io non sia a te come occultata. ( Ct 1,6 )

O sordo, o cieco, se nel mezzogiorno riconosci l'Africa, com'è che in occultata non riscontri il genere femminile?

Dimmi - dice - tu, il quale sei la delizia dell'anima mia.

Si rivolge indubbiamente allo sposo quando dice: il quale sei.

Allo stesso modo, se dicesse: Dimmi tu, la quale sei la delizia dell'anima mia, comprenderemmo che è lo sposo a parlare alla sposa; così, quando ascolti: Dimmi tu, che sei la delizia dell'anima mia, dove vai a pascolare, dove riposi.

A questo punto, aggiungi - fanno parte di questa frase anche le parole che seguono - nel mezzogiorno.

Domando dove vai a pascolare a mezzogiorno perché io non sia come occultato dietro i greggi dei tuoi compagni.

Ascolto benissimo, accetto ciò che tu intendi dell'Africa; essa corrisponde al mezzogiorno.

Ma la Chiesa di Cristo, d'oltremare, come intendi tu, si rivolge al suo Sposo nel timore d'imbattersi nell'errore africano.

O tu che sei la delizia dell'anima mia, dimmi, istruiscimi.

Sento dire infatti che in Africa le parti sono due, anzi, che le scissioni sono molte.

Perciò, dimmi dove vai a pascolare, quali le pecore che là appartengono a te, quale ovile vuoi che io preferisca, entro il quale devo vivere in comune.

Perché io non sia come occultata.

Si burlano infatti come di una che si nasconda, hanno offese come per una depravata, come di chi non abbia dimora altrove.

Perché io sono come occultata, come nascosta, non sia dietro ai greggi, cioè dietro i raggruppamenti degli eretici, dei tuoi compagni: dei Donatisti, dei Massimianisti, dei Rogatisti e delle altre pesti che si raccolgono fuori [ della Chiesa ] e, per questo, dispersi; ti prego, dimmi se vi troverò il mio pastore, per non finire nel gorgo di un nuovo battesimo.

Vi esorto, vi scongiuro, per la santità di tali nozze, amate questa Chiesa, perseverate in tale Chiesa, siate tale Chiesa; amate il Pastore buono, l'uomo così bello, che non inganna alcuno, che desidera nessuno perisca.

Pregate anche per le pecore disperse: vengano anch'esse, riconoscano anch'esse, amino anch'esse, perché si faccia un solo gregge e un solo pastore.

Rivolti al Signore …

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