Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Dalle parole dell'Apostolo

Fil 4,4-6: " Rallegratevi sempre nel Signore "

1 - La nostra gioia sia nel Signore, non nel mondo. Il Signore ci è molto vicino
2 - Cristo, il Samaritano soccorritore dell'uomo ferito
3 - Dio, con l'Incarnazione si è fatto prossimo per l'uomo
4 - Il gaudio nel mondo. Rallegratevi sempre nel Signore
5 - Impunità: la più grande vendetta di Dio. La severità

1 - La nostra gioia sia nel Signore, non nel mondo. Il Signore ci è molto vicino

L'Apostolo ci comanda di rallegrarci, ma nel Signore, non nel mondo.

Chiunque perciò vuole essere amico di questo mondo, come dice la Scrittura sarà ritenuto nemico di Dio. ( Gc 4,4 )

Ma come l'uomo non può servire due padroni, ( Mt 6,24 ) così nessuno può rallegrarsi e nel mondo e nel Signore.

Questi due modi di godere sono assai diversi tra loro, e sono addirittura in contrasto.

Quando ci si rallegra nel mondo, non ci si rallegra nel Signore; quando ci si rallegra nel Signore, non ci si rallegra nel mondo.

Predomini il rallegrarsi nel Signore finché si spenga il rallegrarsi nel mondo.

La gioia nel Signore sia sempre crescente, la gioia nel mondo sia sempre più debole fino a spegnersi.

Queste cose non si dicono perché quando siamo in questo mondo non dobbiamo avere delle gioie, ma perché, pur situati in questo mondo, dobbiamo già godere nel Signore: Ma c'è chi dice: Mi trovo nel mondo, ed è certo che, se ho delle gioie, godo là dove sono.

E che? Per il fatto di essere nel mondo, non sei nel Signore?

Ascolta sempre l'Apostolo che parla agli Ateniesi e che negli Atti degli Apostoli dice di Dio e del Signore creatore nostro: In lui viviamo, ci muoviamo e siamo. ( At 17,28 )

Dove non è infatti chi è dovunque? Non ci esortava forse a questo?

Il Signore è molto vicino, non angustiatevi per nulla. ( Fil 4,5-6 )

È una grande realtà questa per la quale è salito al di sopra di tutti i cieli ed è vicinissimo a coloro che vivono nei vari luoghi della terra.

Chi è costui che è lontano e vicinissimo, se non colui che per misericordia si è fatto prossimo a noi?

2 - Cristo, il Samaritano soccorritore dell'uomo ferito

Quell'uomo che giaceva sulla via tra la vita e la morte è indubbiamente l'intero genere umano, abbandonato dai briganti, che un sacerdote di passaggio disprezzò, come pure un Levita, ma un Samaritano in viaggio gli si avvicinò per curarlo e offrirgli soccorso.

Per narrare ciò, qual è il motivo?

Ad un tale che domandava quali siano nella legge i comandamenti più importanti e supremi, ricordò che sono due: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente; e amerai il prossimo tuo come te stesso.

Ma quello: E chi è il mio prossimo? ( Lc 10,27 )

E il Signore narrò: Un uomo discendeva da Gerusalemme a Gerico.

In qualche modo lo indicò quale Israelita.

E s'imbatté nei briganti.

Avendolo spogliato e dopo avergli inferto gravi ferite, lo abbandonarono sulla via, tra la vita e la morte.

Passò un sacerdote, senza dubbio prossimo per affinità di razza, andò oltre l'uomo che giaceva.

Passò un Levita, anche costui prossimo quanto alla razza; anch'egli trascurò l'uomo che giaceva.

Passò un Samaritano, forestiero per razza, prossimo per compassione, e fece ciò che sapete. ( Lc 10,25-37 )

Il Signore Gesù Cristo volle farsi vedere in quel Samaritano.

Il termine: " Samaritano " sta a dire: " Custode ".

Con questo risuscitando dai morti, non muore più, e la morte non avrà più potere su di lui, ( Rm 6,9 ) perché non dorme, né sonnecchia il custode d'Israele. ( Sal 21,4 )

Infine i Giudei, quando bestemmiavano con tante ingiurie, gli dissero: Non diciamo con verità noi che sei un Samaritano e hai un demonio? ( Gv 8,48 )

Quindi, essendo due le parole oltraggiose lanciate contro il Signore, poiché gli era stato detto: Non diciamo con verità noi che sei un Samaritano e hai un demonio? poteva rispondere: Non sono un Samaritano, né ho un demonio; rispose invece: Io non ho un demonio. ( Gv 8,49 )

In quel che rispose espresse una ripulsa, in quel che tacque, una conferma.

Negò di avere un demonio, egli che metteva fuori i dèmoni; non negò di essere il Custode dell'infermo.

Dunque: Il Signore è molto vicino, ( Fil 4,5 ) perché il Signore si è fatto prossimo per noi.

3 - Dio, con l'Incarnazione si è fatto prossimo per l'uomo

Che è tanto lontano, tanto alieno dagli uomini quanto Dio, l'immortale dai mortali, il giusto dai peccatori?

Non si tratta di una lontananza nello spazio ma nella dissimilitudine.

Non siamo anche soliti di esprimerci così quando diciamo di due uomini che hanno costumi diversi: Costui è ben lontano dall'altro?

Quantunque l'uno accanto all'altro, benché assai vicini per abitazione, benché tenuti insieme da una catena, il pio è lontano dall'empio, l'innocente è lontano dal colpevole, il giusto è lontano dall'ingiusto.

Se questo viene detto di due uomini, che si deve dire di Dio e degli uomini?

Essendo egli, dunque, immortale e giusto, lungi da noi come da mortali e peccatori, si abbassò fino a noi per diventare prossimo, egli che era lontano.

E che cosa fece? Poiché egli aveva due beni noi due mali, egli due beni, la giustizia e l'immortalità, noi due mali, l'ingiustizia e la mortalità, se egli avesse assunto l'uno e l'altro nostro male, sarebbe diventato uguale a noi e, insieme a noi, avrebbe avuto bisogno di un liberatore.

Che fece allora per essere prossimo a noi? Prossimo: non lo stesso che noi, ma quasi come noi.

Fa' attenzione a due cose: È giusto, è immortale.

Dei due tuoi mali, uno è la colpa, l'altro è la pena; la colpa consiste nel fatto che sei ingiusto, la pena consiste nell'essere tu mortale.

Egli, per essere prossimo, prese su di sé la pena tua, non assunse la colpa tua; e, assumendola, fu per cancellarla, non per commetterla.

Giusto e immortale, a distanza dagli ingiusti e dai mortali.

Peccatore, mortale, tu eri lontano dal giusto immortale.

Egli non divenne peccatore, come tu sei; divenne però mortale come te.

Restando giusto, divenne mortale.

Assumendo la pena e non assumendo la colpa, cancellò e la colpa e la pena.

Il Signore, dunque, è vicino, non angustiatevi per nulla. ( Fil 4,5-6 )

Sebbene asceso corporalmente al di sopra di tutti i cieli, non si allontanò con la divinità.

Dovunque è presente il Creatore di tutte le cose.

4 - Il gaudio nel mondo. Rallegratevi sempre nel Signore

Qual è il gaudio del mondo? Godere dell'ingiustizia, godere di ciò che è turpe, godere di ciò che disonora, di ciò che è infame.

Il mondo gode di tutte queste cose.

Cose tutte, queste, che non ci sarebbero, se gli uomini non avessero voluto.

Altre sono le cose che gli uomini fanno, altre quelle che soffrono, le tollerano pur non volendo.

Che è allora questo mondo e qual è il godere del mondo?

Spiego in breve, fratelli, per quanto posso, per quanto Dio mi aiuta.

Spiego subito e in breve. L'allegrezza del mondo è la cattiveria impunita.

Gli uomini si abbandonino pure alla lussuria, siano adùlteri, vadano dietro alle frivolezze, si riempiano di vino, si disonorino turpemente, senza che soffrano nulla di male; eccovi davanti l'allegrezza del mondo.

Questi mali che ho ricordato non li castighi la fame, non il timore della guerra, non alcuna preoccupazione, non qualche malattia, non delle avversità, in verità nell'abbondanza di ogni cosa, nel benessere fisico, nella spensieratezza della mente perversa; eccovi davanti l'allegrezza del mondo.

Ma il pensiero di Dio è diverso dal pensiero dell'uomo.

Altro è il progetto di Dio, altro quello dell'uomo.

È disegno di grande misericordia non lasciare impunita la malizia e, per non essere costretto a condannare all'inferno alla fine, ora si degna di punire con la sferza.

5 - Impunità: la più grande vendetta di Dio. La severità

Non vuoi conoscere che grande punizione sia l'assenza di punizione, non però per il giusto, ma per il peccatore, al quale è riservata la pena temporale perché non gli sopraggiunga quella eterna?

Vuoi allora sapere che grande punizione sia l'assenza di punizione?

Chiedi al Salmo: Il peccatore ha acceso di sdegno il Signore.

Ha gridato con impeto, si era fatto attento, aveva considerato, finì per gridare: Il peccatore ha acceso di sdegno il Signore.

Ti prego, dimmi, per quale ragione? Che cosa hai veduto?

Chi ha gridato così, ha veduto il peccatore, che si comportava da lussurioso impunemente, agiva malvagiamente ed era pieno di beni, e ha esclamato: Il peccatore ha acceso di sdegno il Signore.

Perché hai detto così? Che cosa hai veduto? Per l'eccesso della sua ira, come se il peccatore non esistesse. ( Sal 9,4 )

Vedete di capire, fratelli cristiani, la misericordia di Dio.

Quando punisce il mondo, non vuole condannare il mondo.

Per l'eccesso della sua ira, non lo ricerca.

Per questo, perché assai adirato, il Signore non lo ricerca.

Tremenda la sua ira. Nel perdonare castiga duramente, ma è secondo giustizia la punizione severa.

La severità è infatti quasi spietata verità.

Se, pertanto, talora unisce al perdono un duro castigo, è un bene per noi che soccorra facendoci espiare.

Eppure, se consideriamo le azioni del genere umano, che cosa soffriamo?

Non ci ha trattati secondo i nostri peccati. ( Sal 103,10 )

Siamo figli infatti. Che prove ne abbiamo?

Il Figlio Unigenito morto per noi per non rimanere l'unico.

L'Unico che morì non volle essere il solo.

L'unico Figlio di Dio fece molti figli di Dio.

Si acquistò dei fratelli con il proprio sangue; apprezzò, egli riprovato; riscattò, egli venduto; onorò, egli vituperato; rivitalizzò, egli ucciso.

Dubiti che ti darà i suoi beni egli che si è degnato di assumere i tuoi mali?

Perciò, fratelli, rallegratevi nel Signore, non nel mondo; rallegratevi cioè nella verità, non nella falsità; rallegratevi nella speranza dell'eternità, non nel bagliore della vanità.

Così rallegratevi; e dovunque e per tutto il tempo che sarete quaggiù: Il Signore è molto vicino, non angustiatevi per nulla. ( Fil 4,5-6 )

Indice