Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Sulle parole della prima lettera di Giovanni

1 Gv 1,8-9: " Se diciamo che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi ".

Contro i Pelagiani

1.1 - Nessuno vive quaggiù senza peccato
2.2 - L'errore dei Pelagiani: qui si trovano giusti immuni dal peccato. Argomento dei Pelagiani
3.3 - Sono confutati dalla loro dichiarazione riguardo a se stessi. Gli eretici sono contro la Chiesa
3.4 - Falsa umiltà dei Pelagiani
4.5 - La menzogna sotto la veste dell'umiltà costituisce peccato
4.6 - La Chiesa quaggiù non può essere senza peccato. Risulta dalla preghiera del Signore
5.7 - La Chiesa intera chiede che le si rimettano i peccati. Qui si opera affinché la Chiesa dei cieli sia senza macchia o ruga
6.8 - Condizione per la quale ci vengono rimessi i peccati quotidiani

1.1 - Nessuno vive quaggiù senza peccato

Il beatissimo apostolo Giovanni, scrivendo in modo efficace per la salvezza e secondo verità, fra le altre cose, afferma: Se diciamo che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Se invece riconosciamo i nostri peccati, è fedele e giusto colui che può rimetterci i peccati e purificarci da ogni colpa. ( 1 Gv 1,8-9 )

Il beato Giovanni, o meglio, proprio il Signore Gesù cui dà voce Giovanni, con tali parole ha insegnato che nessuno in questa carne, in questo corpo corruttibile, in questa terra, in questo mondo maligno, in questa vita piena di tentazioni … qui nessuno vive senza peccato.

La sentenza ha senso pieno, né ha bisogno di chi spieghi: Se diciamo che non abbiamo peccato.

Chi è allora senza peccato?

Come dice la Scrittura: Neppure il bambino che ha un giorno di vita sulla terra. ( Gb 14,4 sec. LXX )

Il neonato non ha commesso peccato, ma lo ha derivato dai genitori.

Ne segue che in nessun modo un uomo può dire di non aver peccato.

Ma l'uomo credente si è accostato per la fede al lavacro della rigenerazione, e gli sono stati rimessi tutti i peccati; ora è vivo sotto la grazia, vive nella fede, è diventato membro di Cristo, è diventato membro di Cristo e tempio di Dio: eppure, così come è diventato tempio di Dio, se dice di non aver peccato, inganna se stesso e la verità non è in lui; appunto se dice: sono giusto, mentisce.

2.2 - L'errore dei Pelagiani: qui si trovano giusti immuni dal peccato. Argomento dei Pelagiani

Ma alcuni sono otri gonfiati, pieni di arroganza, molto grossi non fisicamente, ma tronfi del vizio della superbia, baldanzosi al punto di asserire che si trovano uomini senza alcun peccato.

Affermano dunque che i giusti in questa vita non hanno proprio alcun peccato.

Ma a dirlo sono gli eretici i Pelagiani, specie i seguaci di Celestio.

E quando a loro è stato replicato: Che andate dicendo?

L'uomo vive ancora quaggiù senza peccato e non ha assolutamente peccato alcuno, né di opera, né di parola, né di pensiero?

Rispondono attingendo al vento della superbia, di cui sono pieni - voglia il cielo che cessassero dal tirar fuori quel vento, si sgonfiassero e tacessero, cioè, si facessero umili, non orgogliosi - rispondono, ripeto: " Precisamente questi uomini, i giusti, i fedeli di Dio, né di opera, né di parola, né di pensiero possono avere peccato alcuno ".

E quando si dice loro: Chi sono questi giusti, i quali sono senza peccato?

Dicono in risposta: " La Chiesa intera ".

Potrei meravigliarmi se ne trovo uno, due, tre, dieci, ( Gen 18,24-32 ) quanti ne cercava Abramo.

Veramente Abramo da cinquanta scese a dieci: tu, eretico, come risposta mi dici: " La Chiesa intera ".

Che prova ne dai? " Lo provo ", tu ribatti. Prova, ti prego.

Mi procuri certo una grande gioia se riuscirai a mostrare che proprio la Chiesa intera, in ciascuno di quelli che sono i suoi fedeli, non ha peccato alcuno.

Lo provo, insisti. Spiega come.

Ne parla l'Apostolo. Che dice l'Apostolo?

Cristo - dice - ha amato la Chiesa. Ascolto e riconosco le parole dell'Apostolo.

Purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnata dalla parola, per farsi comparire la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga né alcunché di simile. ( Ef 5,25-27 )

Abbiamo udito dalla nube tuoni potenti.

La nube è infatti l'Apostolo di Dio.

Sono rimbombate queste parole e ci hanno fatto tremare.

3.3 - Sono confutati dalla loro dichiarazione riguardo a se stessi. Gli eretici sono contro la Chiesa

Ma diteci - prima che domandiamo in che senso l'Apostolo dica queste parole - diteci, ripeto, se voi siete giusti oppure no.

Rispondono: Siamo giusti. Quindi non avete peccato?

Nel corso di ogni giorno e d'ogni notte non fate alcunché di male, non dite nulla di male, non pensate nulla di male?

Non osano dire: Nulla. Ma che rispondono? Siamo indubbiamente peccatori, ma parliamo dei santi, non di noi.

Vi domando questo: Siete cristiani? Non dico: Siete giusti? Siete cristiani? Non ardiscono negare.

Siamo cristiani, rispondono. Siete dunque dei fedeli? Siete dei battezzati? Siamo battezzati, rispondono.

Vi sono stati rimessi tutti i peccati? Sì, rimessi, rispondono.

Com'è allora che siete peccatori? Ho abbastanza di che confondervi.

Voi siete cristiani, siete battezzati, siete fedeli, siete membra della Chiesa, e avete macchie e rughe?

Com'è dunque la Chiesa nel tempo presente senza macchia né ruga, ( Ef 5,27 ) quando voi siete la sua ruga e la sua macchia?

O se non volete che la Chiesa sia altra di quella che è, senza macchia e senza ruga, con le vostre rughe e le vostre macchie tagliatevi fuori dalle sue membra, tagliatevi fuori dal suo corpo.

Ma perché insisto a dire che si separino dalla Chiesa quando lo hanno già fatto?

Sono eretici, infatti sono già fuori; con tutta la loro impeccabilità sono rimasti fuori.

Ritornate ed ascoltate; ascoltate e credete.

3.4 - Falsa umiltà dei Pelagiani

Direte forse nel vostro cuore gonfio e superbo: Abbiamo per caso potuto dire che siamo giusti?

In realtà era necessario che per umiltà ci dicessimo peccatori.

Allora è per umiltà che mentisci? Sei giusto, sei senza peccato; ma per umiltà dici che sei peccatore.

Come mi è possibile accoglierti, in quanto sei cristiano, da testimone contro un altro se ti trovo falso testimone contro te stesso?

Sei giusto, sei senza peccato, e dici di avere peccato.

Sei dunque un falso testimone contro di te.

A Dio non è gradita la tua umiltà menzognera.

Esamina la tua vita, guarda la tua coscienza.

Insomma sei giusto, ma non puoi fare a meno di dirti peccatore?

Ascolta Giovanni; ti ripete egli stesso ciò che anche più avanti ha detto con verità: Se diciamo - dice - che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. ( 1 Gv 1,8 )

Tu non hai peccato e dici di avere peccato; la verità non è in te.

Giovanni non ha detto infatti: Se diciamo che non abbiamo peccato, l'umiltà non è in noi, ma ha detto: inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Siamo perciò mentitori se diciamo di non aver peccato.

Se Giovanni ha temuto la menzogna, tu non esiti a mentire, al punto di dichiararti peccatore, pur essendo giusto?

Come posso allora assumerti da testimone per una causa altrui se per la causa che ti riguarda non sei veritiero?

Tu definisci colpevoli i giusti mentre produci contro di te una falsa testimonianza.

Come ti comporterai verso l'altro, tu che diffami te stesso?

In che modo l'altro eviterà la tua calunnia se ti dichiari colpevole ammettendolo falsamente?

4.5 - La menzogna sotto la veste dell'umiltà costituisce peccato

Ti ripeto la domanda in altri termini: Sei giusto oppure sei peccatore? Tu rispondi: Peccatore.

Dici una menzogna perché in cuor tuo credi di non esserlo, con la bocca lo dici.

In conseguenza, se peccatore non eri, cominci ad essere tale col mentire.

Tu dici infatti: Noi ammettiamo per umiltà di essere peccatori; Dio vede appunto che siamo giusti.

Quindi, quando dici un falso per umiltà, se prima di mentire non eri peccatore, con la menzogna fai sì che diventi ciò che avevi evitato.

Non è in te la verità, a meno che dirti peccatore non comporti anche riconoscere che in realtà lo sei.

Ora la verità è proprio questa: che tu dica quello che sei.

Giacché come può trovarsi umiltà dove trionfa la falsità?

4.6 - La Chiesa quaggiù non può essere senza peccato. Risulta dalla preghiera del Signore

Da ultimo prescindiamo dalle parole di Giovanni; e qui, nel corpo della Chiesa che dici non abbia né macchia né ruga o alcunché di simile e che è senza peccato.

E qui, verrà l'ora della preghiera, sarà la Chiesa intera a pregare; anche tu, che sei fuori di certo, vieni alla preghiera del Signore; vieni a verificare il tuo peso, vieni e di': Padre nostro che sei nei cieli.

Prosegui: Sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno.

Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

Va' avanti e di': Rimetti a noi i nostri debiti.

Rispondi, eretico, quali sono i tuoi debiti?

Hai forse ricevuto denaro prestato da Dio? No, dice.

Non ti farò più domande al riguardo, il Signore stesso infatti spiegherà quali siano i debiti che chiediamo ci siano rimessi.

Diciamo perciò quel che viene dopo: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Lo spieghi il Signore: Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe ( quindi i vostri debiti sono i peccati ), anche il Padre vostro perdonerà i vostri peccati.

Ritorna, perciò, o eretico, alla preghiera, se hai chiuso gli orecchi al senso autentico della fede.

Dici o non dici: Rimetti a noi i nostri debiti?

Se non lo dici, sebbene tu sia presente di persona, sei tuttavia fuori della Chiesa.

È veramente la preghiera della Chiesa, è la voce che viene dall'insegnamento del Signore.

Egli ha detto: Pregate così; ( Mt 6,9-14 ) lo ha detto ai discepoli, lo ha detto agli Apostoli, lo ha detto a qualsiasi di noi che siamo agnellini; lo ha detto agli arieti del gregge: Pregate così.

Considerate chi è che lo ha detto ed a chi lo ha detto.

La Verità ai discepoli, il Pastore dei pastori agli arieti: Pregate così: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Il Re ai soldati, il Signore ai servi, il Cristo agli Apostoli, la Verità parlava agli uomini, l'Altissimo agli umili.

So che cosa passa in voi; io vi peso, io rendo conto del dato che dà la bilancia.

Dico con assoluta certezza che cosa passa in voi. Lo so più di voi infatti.

Voi dite: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

5.7 - La Chiesa intera chiede che le si rimettano i peccati. Qui si opera affinché la Chiesa dei cieli sia senza macchia o ruga

Domando a te, uomo giusto, santo, uomo senza macchia né ruga, domando a te, dico: Questa preghiera è da Dio, è propria dei fedeli, o dei catecumeni?

Senza alcun dubbio è propria dei rigenerati, cioè dei battezzati; infine - ed è ciò che vale più di tutto - è propria dei figli.

Giacché, se non è dei figli, con che faccia si dice: Padre nostro che sei nei cieli? ( Mt 6,9 )

Dove siete voi allora, o giusti e santi?

Siete o non siete tra le membra di questa Chiesa?

Vi eravate, ma non vi siete più.

E voglia il cielo che coloro che già sono separati, tenuto conto della ragione, ascoltino e credano.

Pertanto se la Chiesa intera dice: Rimetti a noi i nostri debiti, chi non lo dice è un reprobo.

Ed anche noi, certo, quando diciamo: i nostri debiti, finché non riceviamo quello che chiediamo, siamo reprobi, perché siamo peccatori; ma facendo noi - cosa che voi non fate -, cioè riconoscendo i nostri peccati, veniamo purificati; sempre se facciamo ciò che diciamo: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 )

Dove ti trovi tu, o eretico, Pelagiano o Celestiano?

Ecco, la Chiesa intera dice: Rimetti a noi i nostri debiti.

Quindi ha le macchie e le rughe.

Ma in grazia della confessione la ruga si spiana, con la confessione la macchia si lava.

La Chiesa sta in piedi nella preghiera per essere purificata per mezzo della confessione; e finché vive quaggiù si mantiene così.

E quando ciascuno lascerà il corpo, gli vengano rimessi tutti i debiti di tal natura da poter essere rimessi, perché vengano rimessi anche con le orazioni quotidiane.

Ed allora parte purificato e la Chiesa, oro puro, passa nei tesori del Signore; e per questo la Chiesa è senza macchia né ruga nei tesori del Signore. ( Ef 5,27 )

E se là è senza macchia né ruga, perché si deve pregare quaggiù? Per ricevere il perdono.

Chi concede il perdono deterge la macchia, chi usa indulgenza spiana la ruga.

E dove si spiana la nostra ruga? Nella croce di Cristo, come sulla corda tesa di un grande lavatoio.

Proprio sulla croce infatti, cioè su questa corda tesa egli versò il suo sangue per noi.

E voi, i fedeli, sapete quale testimonianza dovete offrire al sangue che avete ricevuto.

Dite infatti con verità: Amen. Voi sapete quale sangue fu sparso per molti in remissione dei peccati.

Ecco in che modo la Chiesa diventa senza macchia né ruga, in che modo, ben lavata, viene allungata sulla corda tesa della croce; ma questo non si può fare assolutamente che qui.

Il Signore si fa comparire davanti la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga.

Fa questo anche qui, ma è là che lo mostra.

Egli fa dunque questo, che non abbiamo né macchia né ruga.

È grande colui che opera, prepara bene, è un artefice espertissimo.

Allunga sul legno, e rende senza ruga appunto noi che lavando aveva deterso da ogni macchia; egli che venne senza macchia e senza ruga fu allungato sulla corda tesa; questo per noi, non per sé, per renderci senza macchia e senza ruga.

Chiediamogli di farlo e dopo che lo ha fatto ci conduca nel granaio e ci depositi là dove non ci sarà chi ci schiacci.

Il rimedio dei peccati immancabili nella vita.

Il Cristiano di retta fede non commette peccati mortali.

6.8 - Condizione per la quale ci vengono rimessi i peccati quotidiani

Allora tu che parli sei senza macchia né ruga?

Che fai qui nella Chiesa che dice: Rimetti a noi i nostri debiti? ( Mt 6,12 )

Riconosce di avere debiti che le devono essere perdonati.

Coloro che non li riconoscono, non per questo non ne hanno; ma è per questo che non saranno loro perdonati.

Ci rende santi la confessione e un modo di vivere prudente e umile: pregare con fede, avere il cuore contrito, lacrime sincere sgorganti dall'intimo del cuore, affinché ci vengano rimessi i peccati, che non possiamo evitare nella vita.

Riconoscerli è la nostra salvezza, secondo l'espressione dell'apostolo Giovanni: Se riconosciamo i nostri peccati egli è fedele e giusto perché ci perdoni i peccati e ci purifichi da ogni colpa. ( 1 Gv 1,8 )

Poiché affermo che non possiamo essere senza peccati in questa vita, non è che dobbiamo commettere invece omicidi o adultèri o altri peccati mortali, che fanno perire immediatamente.

Non ne commette di tali il Cristiano di retta fede e di sana speranza; commette però i soli peccati che si cancellano con il tocco quotidiano della preghiera.

Umili e devoti diciamo ogni giorno: Rimetti a noi i nostri debiti, ma a condizione di fare ciò che segue: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 )

Questo patto con Dio è un vero contratto con relativa clausola ben determinata.

Tu sei uomo ed hai un debitore ed anche tu sei debitore.

Presèntati a Dio che ha debitori e non è debitore, per esigere che ti condoni i debiti.

Ma ti dice questo: Io non ho debiti, tu hai debiti; sei tu infatti che devi a me, ma anche un tuo fratello è tuo debitore.

Tu sei mio debitore, anche tu hai un debitore.

Tu sei mio debitore perché hai peccato contro di me; hai debitore un fratello perché ha peccato contro di te.

Ciò che farai al tuo debitore, lo faccio io con il mio: cioè se tu perdoni, io perdono; se non perdoni, io non perdono.

Tu che non perdoni agli altri, con il tuo " non perdono " vai contro di te.

Pertanto, nessuno dica di essere senza peccato; tuttavia, però, non dobbiamo per questo amare il peccato.

Odiamoli, fratelli; anche se non siamo senza peccati, tuttavia, odiamoli; e soprattutto teniamoci lontano dai peccati più gravi; per quanto possiamo teniamoci lontani dai peccati lievi.

Io - dice non so chi - non ho peccati. Inganna se stesso e la verità non è in lui.

Insomma preghiamo perché Dio conceda il perdono; ma facciamo ciò che viene detto, perdoniamo anche noi i nostri debitori.

Quando perdoniamo, siamo anche noi perdonati.

Lo diciamo ogni giorno, facciamolo anche ogni giorno ed ogni giorno si realizza in noi.

Non siamo senza peccato quaggiù, ma usciremo di qui senza peccato.

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