Discorsi sui Santi

Indice

Nel natale dei martiri Mariano e Giacomo

1 - La pazienza dei martiri: dono di Dio
2 - I martiri tentati dalla tenerezza dei familiari. Maria, la madre di Mariano, esulta nella passione del figlio suo
3 - Non da loro stessi, ma da Dio, la fortezza dei martiri
4 - Per la grazia di Dio il cuore dalla dispersione nel molteplice si volge all'unico. I martiri, dotati di affetto esclusivo, per amore di Dio, vittoriosi nelle lusinghe e atrocità del mondo
5 - La Chiesa si raccomanda alle preghiere dei martiri. La completa vittoria dei martiri. La triplice tentazione del Signore dalle promesse allettanti. Tentazioni di altro genere nei tormenti
6 - L'esempio di pazienza quale si presenta nel Signore e nei martiri, nostri compagni di servizio

1 - La pazienza dei martiri: dono di Dio

In questo giorno sorge l'opportunità di pagare, con l'aiuto di Dio, il nostro debito.

Dal momento che i debitori sono ben disposti, per quale motivo protestano gli esattori?

Se ci disponiamo insieme alla calma, il nostro rendiconto può raggiungere tutti.

Siamo tenuti a un discorso sulla passione e la gloria dei santi martiri.

Quindi, poiché quelli patirono nel modo più glorioso, ci richiamano alla pazienza.

Quelli tollerarono, dunque, folle crudeli, noi abbiamo popolazioni tranquille perché abbiamo sotto gli occhi dei credenti.

È un dovere lodare la perseveranza dei martiri, ma quale eloquenza è adeguata a lodarla?

Se mai risulti soddisfacente la parola, che cosa suscita nei vostri cuori già credenti?

Da chi tanta elargizione di pazienza?

Da chi se non da dove è ottimo ogni dono?

Da chi è dato il dono migliore se non da dove il dono è perfetto?

Ed ivi infatti sta scritto: La pazienza, invece, consegue la perfezione dell'opera.

Dice: Ogni dono migliore e ogni dono perfetto viene dal Padre dei lumi, presso il quale non esiste mutamento o apparente differire. ( Gc 1,4.17 )

Dalla sorgente immutabile discende la pazienza alle menti umani incostanti e rende anch'esse immutabili.

Da che deriva per l'uomo d'esser gradito a Dio se non da Dio?

Da che all'uomo una vita buona se non dalla sorgente della vita?

Da che all'uomo l'illuminazione se non dall'eterna luce?

Poiché presso di te - dice - è la sorgente della vita. ( Sal 36,10 )

È presso di te, dice; potevo dire: Da me; ma se avrò detto: Da me, mi allontano da te.

Presso di te, dunque, la sorgente della vita.

Nella luce tua, non nella nostra: Nella luce tua vedremo la luce. ( Sal 36,10 )

Perciò: Accostatevi a lui e sarete illuminati. ( Sal 34,6 )

È la sorgente della vita: accostati, bevi e vivi; è luce: accostati, accogli e vedi.

Se non può fluire in te, resterai inaridito.

2 - I martiri tentati dalla tenerezza dei familiari. Maria, la madre di Mariano, esulta nella passione del figlio suo

Da qui, dunque, da qui i nostri martiri attinsero; da qui, accesi di fervore, non riconobbero i loro parenti.

Quanti dei santi martiri noi supponiamo circuiti, all'avvicinarsi della passione, dalle affettuose pressioni dei propri cari ad ogni costo decisi a richiamarli alla dolcezza vana e fuggevole di questa vita destinata a finire?

Ma quelli che, a placare la sete, avevano bevuto alla sorgente che è presso Dio fino ad esserne ebbri e, nella confessione, lasciavano venir fuori Cristo, non ascoltavano, né volgevano lo sguardo ai lori familiari che, fuori di sé per il vino dell'errore, erano mossi da un amore insano, intenti a distoglierli dalla vita per via di persuasione.

Non era di quelli la madre di Mariano, non di quelli solleciti in cattivi consigli, invitanti a un sentire carnale, portati a illudere dall'impulso dell'amore; non era di quelli la madre del santo Mariano.

Non portava a caso quel nome, non invano si chiamava Maria; quella donna certamente non era vergine, non nell'integrità per opera dello Spirito Santo, ma casta, dal matrimonio aveva generato un tale pegno che andava sospingendo a gloriosissimo martirio, piuttosto che distoglierlo con lusinghe nocive.

O santa anche tu, Maria, certamente inferiore quanto a merito, ma alla pari per il desiderio!

Felice anche tu! Quella generò il Principe dei martiri, tu hai generato il martire del Principe; quella generò il Giudice dei testimoni, tu hai generato il testimone del Giudice.

Felice il parto, ancor più felice l'affetto.

Quando hai generato, hai sofferto; quando hai perduto, ti sei rallegrata.

Che significa questo dire: Quando hai generato, hai sofferto; quando hai perduto, ti sei rallegrata?

Non senza ragione, in quanto non hai perduto.

Al posto del dolore c'era la fede.

La fede spirituale aveva allontanato dal cuore il dolore secondo la carne.

Eri consapevole di non perdere il figlio, ma di farti precedere: l'unico vero motivo che ti rendeva felice era la volontà di seguirlo.

3 - Non da loro stessi, ma da Dio, la fortezza dei martiri

Per essa siamo pieni di ammirazione, ad essa va la nostra lode, ad essa il nostro amore.

O beati martiri, da che vi deriva una tale forza?

So bene che i vostri sono cuori di uomini: donde allora questa forza divina?

Io dico: Da Dio; chi può dire: Da voi? Chi è che, lodandovi a sproposito ve lo rifiuta?

Afferma non so chi che questa è da voi?

Rispondetegli: L'anima mia si glorierà nel Signore. ( Sal 34,3 )

Afferma non so chi che questa è da voi?

Rispondetegli così, se siete umili: L'anima mia si glorierà nel Signore.

Ripetete questa risposta anche in mezzo al popolo di Dio: Ascoltino gli umili e si rallegrino. ( Sal 34,3 )

Afferma non so chi che questa è da voi?

Rispondetegli: L'uomo non può prendersi qualcosa se non gli sia stato dato dal cielo. ( Gv 3,27 )

Il Signore Gesù ha detto a noi ed a voi: Nulla potete fare senza di me.

Senza di me - dice - nulla potete fare: ( Gv 15,5 ) anche a voi è stato detto questo; riconoscete le parole del Pastore, guardatevi dall'adulazione di chi vuole ingannare; una tale superbia è empia, iniqua, ingrata, io so perché vi ripugna.

Martiri santi, voi avete sofferto per amore di Cristo; però aver sofferto è giovato a voi, non a Cristo.

Che vi sarebbe mancato se non vi fosse stato concesso?

Respingete dalle vostre orecchie tali veleni del serpente nemico.

La lingua è quella che disse: Sarete come dèi. ( Gen 3,5 )

Il libero arbitrio, rendendosi ingrato, fece precipitare l'uomo, l'arbitrio restituito alla libertà dica ora al Signore: Sei l'attesa di Israele, Signore. ( Ger 17,13 )

Che dire agli infedeli, ai superbi?

Lodi la pazienza dei martiri quasi che abbiano in se stessi la possibilità di essere pazienti?

Ascolta piuttosto l'Apostolo, il Dottore delle Genti, non chi inganna gli increduli.

Senza dubbio lodi il patire dei martiri per Cristo e poi l'attribuisci a loro?

Ascolta piuttosto l'Apostolo che conforta i martiri e infonde pace ai cuori umani.

Ascolta, ti dico, lui che parla: Perché vi è stato concesso per Cristo. ( Fil 1,29 )

Ascoltatelo: esorta alla pietà, non inganna adulando.

Dice: Vi è stato concesso.

È stato concesso, ascolta: Vi è stato concesso per Cristo non solo di credere in lui ma anche di soffrire per lui. ( Fil 1,29 )

Vi è stato concesso: che si può aggiungere a questa affermazione?

Vi è stato concesso: riconosci la concessione perché, usurpandola, tu non ne venga privato.

Dice: Vi è stato concesso per Cristo: e che per Cristo se non di soffrire?

Ma perché tu non abbia a restare in diffidenza, ascolta quel che segue: non solo di credere in lui, appunto perché anche questo è stato concesso; eppure non solo questo è stato concesso: ma anche di soffrire per lui, persino questo è stato concesso.

Il martire volti le spalle all'infedele e ingrato adulatore; mostri la faccia a chi elargisce con somma benevolenza e attribuisca a Dio anche il soffrire suo proprio e non come se questo l'abbia dato di suo in offerta a Dio; ma dica piuttosto: L'anima mia si glorierà nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino. ( Sal 34,3 )

E se gli avrai domandato: Che vuol dire: L'anima mia si glorierà nel Signore?

È in te, dunque, che viene lodato?

Quegli di rimando: Non si sarà abbandonata a Dio l'anima mia?

Poiché viene da lui la mia pazienza. ( Sal 62,6 )

Allora, per quale ragione mia? Ho dilatato il cuore, ed ho ricevuto con piacere; da lui mia.

E da lui e mia; e proprio perché da lui, perciò tanto più sicuramente mia.

È mia, ma non mi viene da me.

Per avere in possesso il mio dono, riconosco Dio quale datore.

Infatti, se non riconosco, quale datore, Dio, egli mi priva del suo dono buono e, a causa del mio arbitrio, a me resta il male che è mio.

4 - Per la grazia di Dio il cuore dalla dispersione nel molteplice si volge all'unico. I martiri, dotati di affetto esclusivo, per amore di Dio, vittoriosi nelle lusinghe e atrocità del mondo

La Scrittura, immune da errore, afferma: Dio ha creato l'uomo retto, ma essi sono andati alla ricerca di molti ragionamenti. ( Qo 7,29 )

Dio ha creato - dice - l'uomo retto, ma essi: in qual modo essi, se non in forza del libero arbitrio?

Ma essi sono andati alla ricerca di molti ragionamenti.

Creato retto aveva detto e non affermato, tuttavia, che essi sono andati alla ricerca di ragionamenti perversi, perché aveva detto retto; o di ragionamenti malvagi; ma disse: molti.

Da parte di questa molteplicità, il corpo corruttibile appesantisce l'anima e la dimora di terra opprime la mente agitata dai molti pensieri. ( Sap 9,15 )

Dio ci liberi da tale affluire di pensieri umani e, dalla molteplicità, ci sospinga verso l'uno a realizzare, in esso, l'unità del nostro essere.

Ci accenda del fuoco della carità, perché, interiormente unificati, possiamo perseguire l'uno, in modo da non ricadere dall'uno nel molteplice e non finire nella dissipazione delle molte cose per aver trascurato l'unica.

Si riferiva infatti a questa unità l'Apostolo, quando diceva: Fratelli, da parte mia non ritengo di averla raggiunta.

Che cosa? Ma l'unica cosa: quale unica cosa?

Dimentico delle cose passate, io mi muovo proteso verso ciò che ho davanti. ( Fil 3,13 )

Una cosa sola perseguo; una sola - dice - perseguo: ma non ritengo di averla raggiunta; perché il corpo corruttibile opprime la mente turbata dai molti pensieri.

Ecco la meta cui tendevano i martiri; trovandosi accesi di fervore, non davano importanza al molto strepitare poiché amavano una cosa sola.

Considerate il desiderio dei martiri: Una cosa sola - dice - ho chiesto al Signore. ( Sal 27,4 )

Ho chiesto una cosa sola: mi congedo, dice, dal molteplice del mondo.

Ho chiesto una cosa sola: certamente la sola beatitudine, la sola felicità, la sola vera, non le molte false.

Una cosa sola, dice, ho chiesto al Signore, questa cercherò.

Qual è quest'una? Abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

E questo a che scopo? Per godere le dolcezze del Signore. ( Sal 27,4 )

Quando i santi martiri volgevano il pensiero a quel godimento, non facevano allora alcun conto di tutti i mali, anche dei più tormentosi ed atroci.

Si combattevano due opposte attrattive: il piacere fronteggiava il dolore.

Quel godimento riuscì a combattere l'uno e l'altro, poiché respingeva il mondo che incrudeliva e il mondo che mostrava il suo fascino.

Rispondeva al mondo: A che mi attiri?

Quanto io amo è più delizioso di quel che tu prometti.

Sono in ascolto di Dio, anzi, della Sacra Scrittura che mi dice: Quanto è grande l'abbondanza delle tue delizie, Signore, che riservi a coloro che ti temono. ( Sal 31,20 )

Ecco una molteplicità, in questo caso, buona perché senza discordanze, ma nell'unità.

5 - La Chiesa si raccomanda alle preghiere dei martiri. La completa vittoria dei martiri. La triplice tentazione del Signore dalle promesse allettanti. Tentazioni di altro genere nei tormenti

Non c'è da meravigliarsi, fratelli miei: sapete per quale motivo si legge dei martiri?

La Chiesa non prega per loro.

La Chiesa, infatti, opportunamente, prega per gli altri che dormono il sonno della morte; per i martiri non prega, si raccomanda, invece, alle loro preghiere.

In verità hanno lottato fino al sangue contro il peccato.

Hanno compiuto quel che è stato scritto: Lotta per la verità fino alla morte. ( Sir 4,28 )

Hanno disprezzato le promesse del mondo, ma conta poco; conta poco infatti disprezzare la perdita della vita, conta poco tollerare dure prove; dove la lotta si protrae fino al sangue ivi è gloriosissima e completa la vittoria.

Infatti, con le prime tentazioni, a nostro Signore, Principe dei martiri, vennero fatte proposte lusinghiere: Di' a queste pietre che diventino pane.

Ti darò tutti questi regni.

Vediamo se ti sostengono gli angeli, dal momento che è stato scritto: Perché non urti contro un sasso il tuo piede. ( Mt 4,3.6 )

Tali confortevoli agi appartengono al mondo: nel pane, la concupiscenza della carne; nella promessa di regni, l'ambizione mondana; nello stimolo della curiosità, la concupiscenza degli occhi; tutte queste cose vengono dal mondo; ma tendono a eccitare bramosie, non recano dolori.

Considerate Colui che apre la serie degli esempi dei martiri mentre propone le lotte ed è misericordioso nel sostenere i combattenti.

Per quale ragione permise di essere tentato se non per insegnare ad opporre resistenza al tentatore?

Il mondo promette il piacere carnale; rispondigli: In Dio si trova molto maggior diletto.

Il mondo assicura onori e grandezze terrene; rispondigli: Più eccellente di ogni cosa è il regno di Dio.

Il mondo invita a curiosità inutili e riprovevoli; rispondigli: Unicamente la verità di Dio è immune da errore.

Dal momento che il Signore è stato provato da questa triplice tentazione - poiché in tutte le seduzioni di questo mondo si riscontrano queste tre: o il piacere, o la curiosità, o la superbia - che afferma l'Evangelista?

Dopo che il diavolo ebbe esaurita qualsiasi tentazione ( Lc 4,13 ); qualsiasi, ma relativamente alle seduzioni.

Restava un'altra tentazione nelle prove penose e dure, nelle violenze, nelle crudeltà, nei trattamenti inumani; restava un'altra tentazione.

L'Evangelista, consapevole di questo, e di quanto si era compiuto e di ciò che era da attendersi, afferma: Dopo che il diavolo ebbe esaurita qualsiasi tentazione, si allontanò da lui fino al tempo fissato. ( Lc 4,13 )

Si allontanò da lui, cioè, quale serpente insidiatore: tornerà come leone ruggente; ma lo vincerà Colui che calpesterà il leone e il dragone. ( Sal 91,13 )

Tornerà: entrerà in Giuda, ne farà il traditore del Maestro.

Chiamerà a raccolta i Giudei non più plaudenti, ma furiosi di violenza; padrone dei vasi in suo potere, griderà con le lingue di tutti: Crocifiggi, crocifiggi! ( Lc 23,21 )

Come possiamo ammirare qui Cristo vincitore? Era Dio onnipotente.

6 - L'esempio di pazienza quale si presenta nel Signore e nei martiri, nostri compagni di servizio

Cristo volle patire per noi.

L'apostolo Pietro afferma: Cristo patì per voi lasciandovi un esempio perché ne seguiate le orme. ( 1 Pt 2,21 )

Ti insegnò a patire e ti insegnò con i suoi patimenti.

Non era sufficiente la parola senza la forza dell'esempio.

E in che modo volle insegnare, fratelli?

Pendeva crocifisso, i Giudei infierivano: pendeva appeso a duri chiodi, eppure conservava la mitezza.

Quelli infierivano, quelli gridavano tutt'intorno a squarciagola, lanciavano insulti a lui che pendeva; quei pazzi si sfrenavano da ogni verso contro di lui, posto al centro, quasi unico ineguagliabile medico.

Egli pendeva e risanava.

Padre - disse - perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )

Supplicava, eppure rimaneva appeso; non discendeva perché con il suo sangue preparava la medicina per i pazzi.

Infine, per il fatto che le parole del Signore implorante misericordia erano pure di Colui che le ascoltava, in quanto pregava il Padre e, insieme al Padre, esaudiva, quelle parole appunto non poterono cadere nel vuoto e, dopo la sua risurrezione, guarì coloro che egli tollerò sulla croce quando erano in preda ad estrema follia.

Ascese al cielo, inviò lo Spirito Santo; né si fece vedere da loro dopo la risurrezione, ma unicamente dai suoi fedeli discepoli, perché non fosse sembrato aver voluto sfidare in qualche modo i suoi uccisori.

Era infatti più importante insegnare l'umiltà agli amici, piuttosto che rinfacciare la verità ai nemici.

Risuscitò: fece più di quanto essi pretendevano e non per fede, ma tra gli insulti, dicendo: Se è il Figlio di Dio, scenda dalla croce. ( Mt 27,40 )

E Colui che non volle scendere dalla croce, risuscitò dal sepolcro.

Ascese al cielo e inviò di là lo Spirito Santo: a riempire di sé i discepoli, a rinfrancare i timorosi, a suscitare credenti.

La confessione di Pietro si trasformò d'un tratto nella forza dell'evangelizzatore.

Donde viene questo ad un uomo?

Aspettati Pietro sicuro di sé e scopri Pietro che rinnega: aspettati Dio che soccorre e scopri Pietro evangelizzatore.

All'ora fissata, la debolezza si trovò nella confusione perché fosse bandita la presunzione, non perché venisse meno d'un tratto l'amore.

Il Signore lo invade con il suo Spirito e fa un evangelizzatore di inflessibile ardimento del presuntuoso cui aveva predetto: Mi rinnegherai tre volte. ( Mt 26,34; Lc 22,61 )

Pietro infatti si era sentito sicuro delle proprie forze, non del dono di Dio, ma del libero arbitrio.

In realtà, aveva detto: Sarò con te fino alla morte. ( Mt 26,35 )

Nella sua autosufficienza aveva detto: Non vacillerò in eterno. ( Sal 30,7 )

Ma Colui che aveva voluto fondare sulla fortezza il prestigio di Pietro, distolse il suo volto e quello rimase turbato. ( Sal 30,8 )

Il Signore distolse - dice - il suo volto; rivelò Pietro a Pietro; ma più tardi tornò a guardare e assicurò Pietro nella pietra.

Dunque, fratelli miei, per quanto ci è possibile, imitiamo nel Signore l'esempio della sua passione.

Ci potremo riuscire se a lui ricorriamo per aiuto, senza prevenire, come Pietro nella presunzione, ma quali seguaci e nella preghiera, come Pietro che avanza nel bene.

Fate dunque attenzione a ciò che dice l'Evangelista a proposito della triplice negazione di Pietro: Allora il Signore si volse a guardarlo e Pietro si ricordò. ( Lc 22,61 )

Che significa lo guardò? Il Signore infatti non lo guardò in viso come a richiamargli un ricordo.

Non è così: leggete il Vangelo.

Il Signore veniva giudicato nell'interno della casa, Pietro veniva indotto in tentazione nell'atrio.

Dunque, il Signore lo guardò non col corpo, ma in maestà; non con la vista propria degli occhi di carne, ma con suprema misericordia.

Egli che già aveva nascosto il volto lo guardò e quello fu reso libero.

Per conseguenza, se il Redentore non avesse posato lo sguardo su di lui, il presuntuoso sarebbe perito.

Ed ecco, Purificato dalle proprie lacrime, afferrato e salvato, Pietro evangelizza.

Porta l'annunzio colui che aveva rinnegato: credono coloro che si erano smarriti.

Quella medicina del sangue del Signore è efficace per quelli già esaltati.

Aprendosi alla fede, essi bevono ciò che nell'infierire avevano versato.

Ma è troppo per me, dice, imitare il Signore.

Dalla grazia del Signore è dato di imitare il compagno di servizio, di imitare Stefano, di imitare Mariano e Giacomo.

Erano uomini, erano compagni di servizio, nati come tu sei nato, ma glorificati da Colui che non nacque così.

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