Discorsi sui Santi

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Nella solennità dei Martiri

Che si chiamavano uno primo, l'altra Vittoria Perpetua

1 - Nella "passione" dei martiri: i testimoni di Cristo e i testimoni del iavolo
2 - Nei martiri, l'amore alla Vita vince l'amore della vita
3 - Ag. riprova le libazioni sulle tombe dei martiri

1 - Nella "passione" dei martiri: i testimoni di Cristo e i testimoni del diavolo

Il nome dei "martiri" è proprio della lingua greca, in latino sono chiamati "testimoni": essendo testimoni, soffrirono con fermezza tanti mali per attestare la verità.

La verità era al servizio di Dio, la perversità mentiva a se stessa.

Così infatti è stato scritto; nel Salmo è la voce del corpo di Cristo che è la Chiesa: Mi hanno assalito testimoni perfidi e la malvagità ha tradito loro stessi. ( Sal 27,2 )

Testimoni e testimoni a confronto: testimoni perfidi e testimoni giusti e testimoni del diavolo e testimoni di Cristo.

Abbiamo avuto sotto i nostri occhi l'uno e l'altro genere di testimoni, li abbiamo osservati e ascoltati mentre si dava lettura della passione dei beati martiri, di cui si celebra oggi la solennità.

Interrogati, risposero che, come cristiani, avevano preso parte ad una adunanza.

Ecco l'attestazione della verità.

Il giudice asseriva: "Avete ammesso, con questo, di aver compiuto un'azione delittuosa".

Ecco la testimonianza della perversità.

Rendere gloria a Dio era definito un delitto.

Nella lode di Dio, la verità glorificava Dio; nel dichiararla delitto, la perversità mentiva a se stessa.

Quanto dicevano si ritorceva proprio contro di loro, una colpa infondata veniva a ricevere la condanna da parte di un autentico delitto.

Non commettevano un crimine i nostri martiri; non costituiva una colpa da parte dei martiri di Cristo raccogliersi in adunanza al fine di lodare Dio, ascoltare la verità, aprirsi alla speranza del regno dei cieli, mantenersi nel disprezzo del mondo estremamente infido.

Costoro non commettevano delitto.

Si chiama pietà questa, si identifica con la religione, si identifica con la fedeltà, si identifica con la testimonianza verace.

Qual delitto non commettevano quelli che davano inoltre la morte a coloro che confessavano la loro pietà?

"Quello e quello - disse il giudice della perfidia, il testimone della menzogna - che siano colpiti di spada, è l'ordine".

Eccolo il delitto.

Ascolta pure la voce della pietà: "Siano rese grazie a Dio" disse Primo, il primo dei testimoni; Vittoria Perpetua concluse la testimonianza.

Come credo, la Carità vostra avrà notato come, durante la lettura della "passione" dei santi, veniva chiamato Primo quello che, per primo, rese la sua testimonianza davanti all'ultimo; in fine, Vittoria Perpetua.

O Vittoria senza infamia, o fine senza fine!

Che vuol dire infatti vittoria perpetua se non vittoria senza fine?

È questo vincere le delizie della carne, vincere le minacce del giudice perverso, vincere il dolore fisico, vincere l'amore alla vita.

2 - Nei martiri, l'amore alla Vita vince l'amore della vita

Fratelli miei, se ci riuscirò con l'aiuto del Signore, voglio dire quello che è il mio pensiero: nei santi martiri l'amore della vita è stato vinto dall'amore alla vita.

Quanti avete applaudito avete compreso: ma per un riguardo a coloro che non hanno capito, lasciate - voi che avete capito - che io spieghi un poco quello che ho detto: nei santi martiri l'amore della vita è stato vinto dall'amore alla vita; per amore della vita, hanno disprezzato la vita.

Chi disprezza l'argento per amore dell'argento?

Chi disprezza l'oro per amore dell'oro?

Chi disprezza i poderi per amore dei poderi?

Nessuno disprezza quel che ama.

Scopriamo che i martiri hanno persino disprezzato la vita, essi che hanno amato la vita.

Non avrebbero raggiunto quella se non avessero disprezzato questa.

Sapevano quel che facevano costoro che acquistavano sacrificando.

Non crediate, carissimi, che abbiano perduto la ragione amando e disprezzando la vita ad un tempo; non avevano perduto la ragione.

Spargevano i semi e si attendevano la messe.

Alla vista della prudenza dell'agricoltore, allora scorgo la sapienza nei martiri.

L'agricoltore sparge il frumento proprio perché ama il frumento.

Tu che ignori quale intento guidi l'azione del seminatore, forse lo rimproveri e dici: che fai, insensato?

Quel che hai raccolto con tanta fatica lo tiri fuori, lo spargi, lo sottrai al tuo sguardo, lo getti a terra, lo ricopri?

Egli ti risponde: Mi è caro il frumento, perciò lo getto, se non mi fosse caro, non lo getterei; io voglio che cresca non che vada perduto.

Ecco che cosa fecero i nostri martiri, incomparabilmente più saggi degli agricoltori.

Infatti, i seminatori spargono pochi granelli e i mietitori ne raccolgono molti.

Ma ha pur sempre una fine sia quel che spargono che quel che raccolgono: quel che viene sparso non è gran cosa, quel che si raccoglie è molto, tuttavia ha una fine l'uno e l'altro.

E non volevate voi che i martiri nostri spargessero la vita che ha pur sempre un termine, per ricevere quella vita che non muore mai?

Sono buoni tesoreggiatori i buoni seminatori; chi dà il crescere è Dio.

Egli è che moltiplica anche le messi del campo; egli è che nutre tutto ciò che germoglia dalla terra.

Dio che può moltiplicare dei granelli, non può conservare i suoi martiri?

Ecco, dico a voi: Ascoltate quel che essi hanno ascoltato.

3 - Ag. riprova le libazioni sulle tombe dei martiri

Ora avete ascoltato anche voi mentre si leggeva il Vangelo: avete fatto vostro quello che è stato loro promesso: Vi consegneranno - dice - ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe e metteranno a morte alcuni di voi; ma io vi dico, nemmeno un capello del vostro capo perirà e con la vostra perseveranza conserverete le vostre anime. ( Mt 10,17; Lc 21,16.18-19 )

Conserverete, e non perdete: là infatti non c'è nemico che perseguiti, non muore alcun amico.

Sarete là dove il giorno eterno non ha un ieri che lo preceda, né un domani che segua.

Sarete i buoni tesoreggiatori là dove non può tenervi dietro il diavolo.

Siate pazienti per qualche tempo, siate felici per l'eternità.

Sono penosi i mali che sopportate, ma ciò che seminate ha un frutto abbondante.

Leggete quel che è stato detto di voi, impegnati a seminare: Nell'andare, vanno e piangono, spargendo i loro semi. ( Sal 126,6 )

Per quale frutto, a quale scopo?

In vista di quale consolazione?

Ma nel tornare vengono con giubilo portando i loro covoni. ( Sal 126,6 )

Di tali covoni sono fatte le corone.

Celebriamo dunque il giorno dedicato ai martiri nel rendere onore alle loro sofferenze, non compiacendoci delle bevande.

Rivolti al Signore.

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