Discorsi sui tempi Liturgici

Indice

Natale del Signore

1.1 - Ascoltate, riflettete, amate, predicate
2.1 - Il Verbo cibo degli angeli e degli uomini
3.3 - Cristo ci sazierà dei suoi beni
4.4 - Nell'attesa della gloria

1.1 - Ascoltate, riflettete, amate, predicate

Ascoltate, figli della luce adottati nel regno di Dio: Ascoltate, riflettete, fratelli carissimi; ascoltate giusti, ed esultate nel Signore perché a voi buoni possa addirsi la lode. ( Sal 33,1 )

Ascoltate ancora una volta quanto già sapete, riflettete su quanto ascoltate, amate ciò in cui credete, divulgate ciò che amate.

Celebriamo questo giorno commemorativo: attendete con desiderio il discorso che la festa odierna si merita.

È nato Cristo, dal Padre come Dio, dalla madre come uomo; dall'immortalità del Padre, dalla verginità della madre; dal Padre senza madre, dalla madre senza padre; dal Padre al di là del tempo, dalla madre senza necessità di fecondazione; dal Padre come principio della vita, dalla madre come fine della morte; dal Padre ordina tutti i tempi, dalla madre santifica questo giorno.

2.1 - Il Verbo cibo degli angeli e degli uomini

Inviò avanti a sé un uomo, Giovanni, e lo fece nascere nel tempo in cui la luce del giorno comincia a diminuire; egli invece è nato nel tempo in cui la luce del giorno comincia a crescere, affinché tutto ciò prefigurasse quanto disse lo stesso Giovanni: È necessario che lui cresca e io diminuisca. ( Gv 3,30 )

La vita dell'uomo infatti deve diminuire in sé e crescere in Cristo, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi ma per colui che è morto per tutti ed è risorto. ( 2 Cor 5,15 )

Ciascuno di noi possa dire quanto afferma l'Apostolo: Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. ( Gal 2,20 )

È necessario infatti che lui cresca ed io diminuisca.

2.2 - Lo lodano convenientemente tutti i suoi angeli, dei quali è il cibo eterno, che li vivifica con un nutrimento incorruttibile.

Poiché è il Verbo di Dio, vivono della sua vita, vivono sempre nella sua eternità, vivono beandosi in eterno della sua bontà.

Essi lo lodano convenientemente come Dio vivente presso Dio e danno gloria a Dio nel più alto dei cieli. ( Lc 2,14 )

Noi invece siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo. ( Sal 95,7 )

Riconciliati secondo la misura della nostra debolezza, meritiamoci la pace con la buona volontà.

Veramente è degli angeli quel canto - proprio di questo giorno - che essi intonarono esultando al Salvatore nato per noi: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. ( Lc 2,14 )

Essi lo lodano convenientemente, lodiamolo anche noi docilmente.

Essi sono i suoi messaggeri, noi siamo i suoi giumenti.

In cielo egli sazia la loro mensa, in terra ha riempito la nostra mangiatoia.

È la pienezza della loro mensa perché in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. ( Gv 1,1 )

È la pienezza della nostra mangiatoia perché il Verbo si è fatto carne ed abitò in mezzo a noi. ( Gv 1,14 )

Affinché l'uomo potesse mangiare il pane degli angeli, il creatore degli angeli si è fatto uomo.

Quelli lo lodano vivendo con lui, noi credendo in lui; quelli godendolo, noi chiedendolo; quelli saziandosene, noi cercandolo; quelli entrando, noi bussando.

3.3 - Cristo ci sazierà dei suoi beni

Chi di noi uomini potrà mai conoscere tutti i tesori della sapienza e della scienza racchiusi in Cristo ( Col 2,3 ) e nascosti nella povertà della sua carne?

Poiché per noi si è fatto povero, pur essendo ricco, per arricchire noi con la sua povertà. ( 2 Cor 8,9 )

Quando assunse la natura mortale e consumò la morte si mostrò nella povertà, ma promise le sue ricchezze che aveva differite, non le perse per essergli state tolte.

Quanto è immensa la sua bontà che riserva per coloro che lo temono ma che concede a chi conserva la sua speranza in lui!. ( Sal 31,20 )

In parte infatti già conosciamo, nell'attesa che venga la perfezione. ( 1 Cor 13,12 )

Per farci diventare capaci di possederlo egli, uguale al Padre nella natura divina e divenuto simile a noi nella natura di servo, ci rifà a somiglianza di Dio.

L'unico Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, fa diventare figli di Dio molti figli dell'uomo; e nutrendo i servi con l'assumere la natura visibile di servo, li rende figli, capaci di poter vedere la natura di Dio.

Infatti siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato quello che saremo.

Sappiamo che quando ciò verrà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo quale egli è. ( 1 Gv 3,2 )

In che senso in lui ci sono tesori di sapienza e di scienza, ( Col 2,3 ) in che senso si parla di ricchezze divine se non perché ci basteranno?

E in che senso è grande la sua bontà ( Sal 31,20 ) se non perché ci sazierà?

Mostraci dunque il Padre e ci basta. ( Gv 14,8 )

E in un Salmo un tale - che è uno di noi o parla in noi o per noi - gli dice: Mi sazierò quando si manifesterà la tua gloria. ( Sal 17,15 )

Egli e il Padre sono una cosa sola ( Gv 10,30 ) e chi vede lui vede anche il Padre. ( Gv 14,9 )

Perciò il Signore potente è il re della gloria. ( Sal 24,10 )

Convertendoci ci mostrerà il suo volto e noi saremo salvi ( Sal 80,4 ) e ci sazieremo e questo ci basterà.

4.4 - Nell'attesa della gloria

Gli dica pertanto il nostro cuore: Ho cercato il tuo volto.

Il tuo volto, Signore io cerco, non nascondermi la tua faccia. ( Sal 27,8-9 )

Ed egli risponderà al nostro cuore: Chi mi ama osserva i miei comandamenti, e chi ama me sarà amato dal Padre mio e io pure l'amerò e gli manifesterò me stesso. ( Gv 14,21 )

Le persone alle quali rivolgeva queste parole lo vedevano certo con gli occhi e udivano con le orecchie il suono della sua voce e potevano afferrare con il loro cuore umano la sua umanità.

Ma ciò che occhio non vide né orecchio udì né cuore di uomo poté afferrare, questo egli prometteva di mostrare a coloro che lo amano. ( 1 Cor 2,9 )

Finché questo non avviene, finché non ci mostra colui che potrà bastarci, ( Gv 14,8 ) finché non berremo lui fonte della vita e non ci sazieremo di lui; ( Gv 7,38 ) mentre, camminando nella fede, pellegriniamo lontani da lui, ( 2 Cor 5, 6-7 ) mentre abbiamo fame e sete di giustizia, ( Mt 5,6 ) mentre desideriamo con indicibile ardore la bellezza della sua natura divina, celebriamo con pia devozione il Natale della sua natura di servo.

Non ancora possiamo contemplarlo come generato dal Padre prima dell'aurora: ( Sal 110,3 ) celebriamolo con solennità come nato dalla Vergine nel cuore della notte.

Non ancora possiamo comprenderlo perché davanti al sole persiste il suo nome: ( Sal 72,17 ) riconosciamo la sua dimora posta sotto il sole.

Non ancora possiamo contemplare l'Unigenito nel seno del Padre suo: celebriamo lo sposo che esce dalla stanza nuziale. ( Sal 19,6 )

Non ancora siamo in grado di partecipare alla mensa del Padre nostro: riconosciamo la mangiatoia del Signore nostro Gesù Cristo.

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