Discorsi sui tempi Liturgici

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Nel giovedì di Pasqua

1 - Fede piena non è quella che piange un cadavere nel sepolcro
2 - La fede germina crede in Cristo unigenito, coeterno, uguale al Padre

1 - Fede piena non è quella che piange un cadavere nel sepolcro

Oggi nella lettura del Vangelo è stata raccontata la risurrezione del Signore secondo Giovanni, e abbiamo sentito come il Signore fu cercato dai discepoli, ma non fu trovato nel sepolcro; a portar la notizia erano state le donne, che non credettero che egli fosse risuscitato, ma che dal sepolcro fosse stato sottratto; e vennero due discepoli, cioè lo stesso evangelista Giovanni ( si tratta proprio di lui, quello che il Signore amava ), e con lui Pietro; ed essi entrarono e videro solo le bende, ma non il corpo.

E del medesimo Giovanni che cosa è scritto?

Se ci avete fatto caso, entrò, vide e credette. ( Gv 20,8 )

Ma questo credette, che voi avete sentito, non esprime fede lodata, perché si possono credere sia cose vere che cose false.

Se la sua fede fosse lodata e presentata come esempio per il fatto che vide e credette, non avrebbe continuato la Scrittura col dire: Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che cioè Gesù doveva risuscitare dai morti. ( Gv 20,9 )

E allora se vide e credette, che cosa credette?

Nient'altro che quello che aveva detto la donna, che cioè il Signore era stato sottratto dal sepolcro.

Essa infatti aveva riferito: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non so dove l'hanno posto. ( Gv 20,2 )

Quelli corsero, entrarono, videro le bende soltanto e non il corpo, e credettero che esso fosse sparito, non risuscitato.

Videro che dal sepolcro era stato sottratto; sì, gli uomini lo credettero veramente sottratto e se ne andarono.

La donna invece rimase, e cominciò a cercare con le lacrime il corpo di Gesù, cominciò a piangere presso il monumento; quelli se ne preoccuparono di meno, più forti di sesso, più fiacchi di affetto.

La donna cercava di più Gesù, perché era stata la prima nel paradiso a perdere Gesù; siccome per causa sua era entrata la morte, più intensamente cercava la vita.

Però come la cercava? Come [ si cerca ] il cadavere di un morto, e non l'incorruzione del Dio vivo: neanche essa infatti credeva che il corpo non era nel sepolcro per il semplice fatto che il Signore era risuscitato.

Entrata, vide gli angeli.

Ecco, gli angeli non si fecero vedere da Pietro e da Giovanni, mentre dalla donna si fecero vedere.

Questo conferma, carissimi, che il sesso più debole cercò di più quel che, come ho detto, perdette per primo.

Gli angeli la guardano e dicono: Non è qui, è risorto. ( Mt 28,6 )

Essa indugia ancora, piange, non crede ancora.

Riteneva che il Signore fosse sparito dal sepolcro.

Vede anche Gesù, ma non lo riconosce, lo crede il custode del giardino, ancora si preoccupa del corpo del morto.

Se l'hai portato via tu, dice, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo. ( Gv 20,15 )

Che ti serve, se tu non l'ami? Sia restituito a me, dice.

Se così cercava un morto, come poteva crederlo vivo?

Poi il Signore la chiama per nome.

Maria riconobbe la voce, guardò in faccia il Salvatore e, finalmente riconosciutolo, rispose: Rabboni, che significa: Maestro.

2 - La fede germina crede in Cristo unigenito, coeterno, uguale al Padre

E che vuol dire quel che segue: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre mio.

Ma va' e di ai miei discepoli: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro? ( Gv 20,17 )

Questo per la verità non costituisce problema

La fede germina crede in Cristo unigenito, coeterno, uguale al Padre.

Io salgo al Padre mio, perché sono il suo Unigenito; e Padre vostro, perché voi siete adottati e tutti insieme dite: Padre nostro che sei nei cieli. ( Mt 6,9 )

Al Dio mio e Dio vostro; non allo stesso modo mio e vostro: Dio mio, perché io mi sono fatto uomo, Dio vostro, perché voi sempre siete uomini.

In questo senso infatti il Padre è Dio di Cristo, in quanto questi si è fatto uomo; egli è Dio di lui, perché è Dio della natura creata del Verbo Unigenito.

Ascolta il Salmo: Dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio. ( Sal 22,11 )

Prima del grembo di mia madre tu sei il Padre mio, dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio.

Tutto questo dunque non costituisce problema.

Invece c'interessa di più, a causa dei meno preparati, il significato di: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre mio. ( Gv 20,17 )

In terra non lo doveva toccare; ma quando fosse risalito, come avrebbe potuto toccarlo?

Che vuol dire dunque: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre?

E ricordate, quand'egli apparve ai suoi discepoli ed essi credettero che fosse un fantasma, che cosa disse loro?

È stato letto ieri. Perché siete turbati, e perché salgono perplessità nel vostro cuore?

Guardate le mie mani e i miei piedi: toccatemi e guardate. ( Lc 24,38 )

Agli uomini, prima di essere risalito al Padre, disse: Toccatemi; la donna invece non avrebbe dovuto toccarlo se non dopo di essere risalito al Padre.

Cerchiamo di comprenderne il significato.

Lungi da noi il [ non ] comprendere.

Maria cercava di vedere il corpo noi dobbiamo desiderare il suo spirito, per comprendere.

Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre.

Che vuol dire: Non mi toccare?

Non credere [ soltanto ] fin qui, non ti fermare sull'uomo; c'è qualcosa di più grande che non comprendi.

Tu mi vedi nella mia umiliazione sulla terra; mi tocchi e rimani sulla terra.

Tocca qualcosa più alto di me, credi in ciò che è più alto di me credi nell'Unigenito uguale al Padre; se infatti mi consideri uguale allora io per te sono salito al Padre.

Toccare però col cuore, cioè credere: [ come ] quella donna che gli toccò il lembo del mantello; toccò col cuore perché credette.

Ed egli appunto sentì lei che lo toccava, e non sentiva la folla che lo schiacciava.

Qualcuno mi ha toccato, disse il Signore; mi ha toccato, ha creduto in me.

E i discepoli, che non capirono che cosa significasse quel mi ha toccato, dissero: La folla ti stringe da ogni parte e tu dici: Chi mi ha toccato? ( Lc 8,45-46 )

È proprio così: Qualcuno mi ha toccato.

La folla lo schiaccia, ma chi lo tocca è la fede.

S'innalzi dunque per noi il Cristo: tocchiamolo, credendo in lui che è il Figlio di Dio, eterno, coeterno, che non ha principio non da quando è nato dalla Vergine, ma eterno.

E anche noi egli renderà eterni, non nel senso che sempre siamo stati, ma che sempre saremo.

Egli è coeterno, uguale al Padre, fuori del tempo, prima di ogni tempo, per mezzo del quale è stato fatto il tempo; prima della luce, luce da luce, creatore della luce.

Credetelo così e l'avrete toccato.

Toccatelo in modo da aderire a lui; aderite in modo da mai separarvene, ma da rimanere nella divinità con lui che per noi è morto nell'infermità.

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