Discorsi sul Vecchio Testamento

Indice

Sul responsorio del salmo 58

Dacci l'aiuto nella tribolazione e vana la salvezza che viene dall'uomo ( Sal 60,13; Sal 107,13 )

1 - Non sono in grado di esprimere la mia gratitudine a Dio nostro Signore e in lui a voi, carissimi, per i vostri rallegramenti, che vedo scaturire dalla sorgente della carità.

Questo infatti, fratelli, è ciò che ci sostiene e consola: il vostro amore disinteressato e sincero, l'amore che mi rinvigorisce dinanzi al Signore, il quale si è degnato di provvedere a che la nostra voce giungesse al vostro orecchio.

Non meravigliatevi se nel nostro corpo dobbiamo soffrire cose di questo genere.

È infatti necessario soffrirle, e in un nessun modo possiamo dire che la volontà del Signore sia per qualche verso ingiusta, dal momento che siamo peccatori e meritiamo d'essere colpiti da flagelli.

Ma anche se fossimo giusti, sarebbe opportuno che ci si mettesse alla prova.

Se infatti qualcuno desiderasse una salute fisica dalla quale non traesse profitto l'anima, che è l'inquilino del corpo, desidererebbe una cosa inutile e vana.

Meno male che Dio non bada alle richieste di chi lo prega nell'errore ma a quanto lui stesso, che è il liberatore, vuol concedere nella sua misericordia.

Dice al riguardo l'Apostolo: Noi nella preghiera non sappiamo domandare ciò che sarebbe a noi conveniente, ma lo stesso Spirito - dice ancora - intercede per noi con gemiti inesprimibili. ( Rm 8,26 )

A volte infatti noi chiediamo cose che Dio conosce essere a noi dannose.

In tal caso egli ci usa misericordia non ascoltandoci, o piuttosto bisogna dire, e con più verità, che lì ci ascolta anche se all'apparenza sembra non ascoltarci.

2 - Chi di noi, fratelli, può per meriti esser paragonato all'apostolo Paolo, in lode del quale non occorre certo spendere parole?

È superfluo infatti tutto ciò che si dice a lode di colui che leggiamo ogni giorno; e d'altra parte lui stesso mai consentì d'essere lodato personalmente.

Parlando degli avvenimenti della sua vita, dice che quando venivano a conoscerli le Chiese di Cristo provenienti dal giudaismo, cioè i giudei che avevano creduto in Cristo, restavano ammirate della sua conversione; ( Gal 1,22-23 ) quanto a lui però, non conclude: " Essi glorificavano me", ma: Glorificavano il Signore per causa mia. ( Gal 1,24 )

Descrivendo altrove con abbondanza di particolari la sua attività, dice: Non io, ma la grazia di Dio insieme con me. ( 1 Cor 15,10 )

Chi dunque potrà equipararsi a lui per l'umiltà, la pietà, la dottrina, le fatiche, le sofferenze, i meriti, la corona?

Ebbene, quest'uomo per due volte chiese al Signore che gli fosse tolto il pungiglione conficcato nella sua carne, e non gli venne tolto, ( 2 Cor 12,7-9 ) pur restando vero quel che dice il Signore all'anima che lo serve fedelmente: Mentre tu stai ancora parlando, io ti risponderò: Eccomi a te, ( Is 58,9 ) naturalmente per accordare quanto da lei richiesto.

Chi di noi oserebbe ripromettersi di ottenere quanto a Paolo non fu concesso?

Diremo dunque che Dio non era vicino a lui?

Ecco infatti le parole dell'Apostolo: Mi è stato dato un pungiglione nella mia carne, un messaggero di satana che mi schiaffeggi ( affinché non si inorgoglisse ); e io per tre volte mi raccomandai al Signore affinché me lo togliesse, ma lui mi rispose: Ti basta la mia grazia, poiché la [ mia ] forza trionfa nella [ tua ] debolezza. ( 2 Cor 12,7-9 )

Diremo dunque che non gli era vicino?, che non gli dicesse: Eccomi a te, ( Is 58,9 ) quando gli spiegava il motivo per cui non gli concedeva [ quanto richiesto ]?

3 - Dio ci esaudisce sempre, fratelli carissimi.

Ricordatevelo bene, per chiedere con sicurezza.

Dio ci esaudisce anche quando non concede quello che chiediamo.

Dio ci esaudisce, e, se noi senza avvedercene gli andiamo a chiedere un qualcosa, mettiamo, di inutile, egli ci esaudisce proprio col non darcelo; e se a qualcuno che merita il castigo Dio dà [ quanto quel tale chiede ], io direi che non lo esaudisce.

Intendiamo dire questo: A volte un fedele ricorre a Dio per domandare cose per le quali secondo la vera pietà si è soliti implorare il Signore; eppure egli non riceve quello che precisamente chiede, anche se ottiene ciò per cui prega.

Capita, al contrario, che a volte l'empio, il malvagio o il delinquente, chiede qualcosa e la ottiene, lui che avrebbe meritato la condanna, non l'esaudimento.

Abbiamo al riguardo il caso emblematico dell'apostolo Paolo.

Egli chiede ma non gli viene dato [ quanto chiede ]; gli si fa vedere però che gli viene dato ciò che desiderava conseguire con la sua preghiera.

In realtà, qualunque cosa chieda il cristiano, l'uomo di fede, la deve chiedere per raggiungere il Regno dei cieli, per conseguire la vita eterna, per ottenere quello che Dio ha promesso e che darà alla fine dei tempi.

È questo quanto deve chiedere colui che prega per qualcosa di valido: la completa salute che possederemo dopo la resurrezione del corpo.

Infatti la salute sarà completa quando la morte sarà stata ingoiata nella vittoria. ( 1 Cor 15,54 )

Siccome dunque abbiamo menzionato la salute e la salvezza eterna, che è il fine di ogni preghiera anche quando si chiede qualcosa di temporale, ci sia lecito prendere l'esempio dal comportamento quotidiano del nostro medico [ di famiglia ].

4 - Ecco dunque un malato che chiede al medico una cosa che gli dà gusto per un po' di tempo.

Naturalmente, egli aveva chiamato il medico per ricuperare la salute.

Non c'era infatti altro motivo per chiamare il medico se non quello di ottenere la salute.

E pertanto, se al malato piacciono, ad esempio, la frutta, se gli piacciono i gelati, egli preferisce chiederli al medico anziché al proprio servo.

Solo nel caso che volesse rovinarsi la salute, potrebbe nascondere la cosa al medico e chiederla al servo; e il servo starebbe agli ordini del padrone, obbedendo al cenno di chi gli comanda più che badando a quanto può giovargli per la salute.

Ma il malato che ha saggezza e ama e ricerca la propria salute, anche quando si tratta di cose che gli procurano un piacere momentaneo, preferisce ricorrere al medico, perché, nell'ipotesi che il medico gliele sconsigli, non abbia a prenderle di proprio arbitrio ma affidandosi a lui, e così ottenere la guarigione.

Vi accorgete pertanto che il medico, anche quando non dà al malato un qualcosa che chiede, non gliela dà per dargli qualcos'altro: non gli concede quanto richiesto dalla voglia smodata per concedergli la salute, che è la cosa a lui veramente utile.

Quando dunque il medico non dà qualcosa al malato, in effetti gliela dà dandogli quel bene per cui gli si sarebbe dovuto somministrare quell'altra cosa, dandogli cioè la salute.

Ecco dunque un medico che non dando qualcosa al malato in ultima analisi gliela dà.

Se viceversa cedendo alle importune insistenze dello stesso malato egli si decidesse a dargliela, in realtà non gliela darebbe.

Solo quando si dispera della salute di un malato gli si dà tutto quello che chiede.

Insomma a volte il medico somministra al malato una cosa affinché, stimolato dall'acuirsi del dolore, metta giudizio e impari a dare ascolto al medico; altre volte invece, quando il caso è disperato, ecco che si sentono dire dai medici parole come queste: " Dategli pure tutto ciò che chiede, tanto non c'è più alcuna speranza per lui".

Quanto a noi, dunque, vediamo di trovare nelle Scritture esempi per questi tre tipi di persone che ricorrono a Dio nella preghiera.

5 - Uno chiede [ a Dio ] qualcosa, e non riceve quanto da lui richiesto.

Soffermiamoci sull'esempio che ci viene dall'apostolo Paolo, al quale lo stesso Medico spiegò perché non gli concedeva [ quanto richiesto ].

Gli disse: La forza si afferma nella debolezza. ( 2 Cor 12,9 )

Sta' tranquillo, se non te lo dà: è perché vuole guarirti.

Lascia fare al medico: egli sa cosa somministrarti e cosa negarti perché tu recuperi la salute.

È proprio per questo che lo fa.

L'Apostolo prega il Signore per tre volte, ( 2 Cor 12,8 ) e già era esaudito.

Tuttavia non avrebbe immaginato d'essere esaudito se il medico non fosse stato al suo fianco per precisargli: La forza si afferma nella debolezza, ( 2 Cor 12,9 ) per cui egli stesso avrebbe poi asserito senza esitare: Quando sono debole, è allora che sono forte. ( 2 Cor 12,10 )

Siamo di fronte, dunque, a un uomo che chiede [ a Dio ] un qualcosa che, non saprei perché, a lui non recava alcun profitto.

Egli non lo riceve, ma così può ricevere il bene in ordine al quale chiedeva quell'altra cosa: può ricevere la salvezza eterna.

6 - Vediamo ora se non càpiti che gli uomini ottengano qualcosa come richiamo, cioè perché, incontrando nelle cose richieste amarezza e afflizione, si volgano una buona volta alla [ vera ] medicina, dal momento che sono dei malati.

A questo proposito diceva il Signore: Non hanno bisogno del medico i sani ma i malati. ( Mt 9,12; Mc 2,17; Lc 5,31 )

Egli dunque venne dai malati e trovò gli uomini in balia delle loro passioni disordinate.

Per sottoporli a severa prova Dio, dice l'Apostolo, li abbandonò alle passioni disordinate del loro cuore affinché compissero azioni indecorose. ( Rm 1,24.28 )

Desiderarono cose sconvenienti e fu loro concesso di poterle compiere.

Così facendo, si procurarono dolori più gravi, si procurarono le angustie che inesorabilmente debbono patire tutti i peccatori, tutti i malvagi: il timore, il desiderio, l'errore, il dolore, l'avvilimento, la preoccupazione.

Niente tranquillità, niente pace, niente amici.

Per un po' di tempo s'acquietano nella propria coscienza, cercando all'esterno un qualche consolatore, mentre all'interno hanno in se stessi il torturatore.

È secondo giustizia che gli iniqui debbano soffrire, ma, mentre soffrono, ecco che vivono.

Dio concede loro quelle amarezze affinché ricerchino la medicina: affinché cioè esperimentando le amarezze e le pastoie delle loro cupidigie, essi imparino a chiedere ciò che si deve.

A loro infatti è detto: Non sai forse che la pazienza di Dio ti spinge al ravvedimento? ( Rm 2,4 )

Dio li abbandonava ai cattivi desideri del loro cuore ed essi facevano quel che loro piaceva; ( Rm 1,24.28 ) ma Egli usava pazienza con loro non togliendoli da questa vita, durante la quale c'è sempre la possibilità di pentirsi; ( Eb 12,17; Esd 9,12 ) anzi di continuo li invitava al ravvedimento.

È quanto sta facendo anche al presente, e fino al giorno del giudizio finale mai cesserà di comportarsi in questa maniera con il genere umano.

7 - Poniamoci ora alla ricerca di qualcuno a cui Dio concede [ quanto richiede ] perché la sua sorte è ormai disperata.

Consultiamo anche su questo le Scritture. Chi più del diavolo è escluso da ogni speranza?

Eppure egli chiede di poter tentare Giobbe, e non gli viene negato. ( Gb 1,11-12; Gb 2,5-6 )

Grandi misteri! Cosa davvero straordinaria, che merita la più attenta considerazione.

Un apostolo chiede che gli venga tolto il pungiglione conficcato nella carne, e non gli viene concesso; il diavolo chiede di poter tentare un uomo giusto, e gli viene concesso. ( 2 Cor 12,7-9; Gb 1,11-12; Gb 2,5-6 )

Tuttavia la concessione fatta al diavolo di tentare il giusto non arrecò né danno al giusto né vantaggio al diavolo: il giusto fu temprato dalla prova, il diavolo ne uscì scornato.

8 - Tenete bene in mente, fratelli, quanto con frequenza abbiamo ripetuto alla vostra santità, affinché non succeda che le preoccupazioni della vita presente vi tolgano dal cuore quello che avete udito.

Dio permette che i giusti siano tentati per provarne la virtù, ovvero, se li sottopone ai flagelli, è perché li vuol purificare dai residui del peccato.

Ad ogni modo, se li esaudisce intendendo flagellare i loro peccati, chi trae vantaggio [ dalla prova ] è l'uomo stesso [ che viene provato ]; se invece li esaudisce perché diventino testimoni palesi quelli che prima non lo erano, l'essere esauditi giova a chi viene a conoscere [ la loro virtù ], in quanto è stimolato ad imitarli.

Dio infatti conosce bene i suoi servi, ma tante volte essi sono sconosciuti ai propri simili, e non possono manifestarsi agli altri se non sopraggiunge una qualche prova.

Succede anche, a volte, che nemmeno l'uomo conosca appieno se stesso o che non si renda conto affatto delle sue capacità.

Ecco uno che crede di avere molte risorse e deve constatare che invece tante cose ancora non sono in suo potere; un altro invece è sfiduciato e suppone che non sia in grado di sopportare non so quale cosa, invece al momento della prova si accorge che ne è capace.

Così opera Dio perché l'uomo quando si inorgoglisce smodatamente, sia abbassato e si mantenga nell'umiltà, e quando abbattuto gli sembra di crollare, venga sollevato e non cada nella disperazione.

9 - Nel salmo che stavamo cantando dobbiamo dunque comprendere che molti chiedono la salute, ma quel che chiedono non reca loro giovamento.

Ecco infatti uno che è sano ma della salute abusa per commettere peccati.

Sarebbe stato meglio per lui essere malato e starsene in pace anziché guarire per darsi all'irrequietezza.

A volte capita anche che chi è colpito da tribolazione perché gli succedono cose indesiderate, si converta a Dio.

Eccolo infatti diventato più prudente, più casto, più moderato, più umile.

Egli ha buoni motivi per cantare: Dacci l'aiuto nella tribolazione e vana è la salvezza che viene dall'uomo. ( Sal 60,13; Sal 107,13 )

Egli cercava l'aiuto, ma da dove [ gli sarebbe dovuto venire ] l'aiuto?

Dice rivolto al Signore: " Nella tribolazione dacci l'aiuto, affinché noi nella tribolazione ci ravvediamo, umiliati ci rivolgiamo a te e non alziamo la cresta contro di te.

Quando infatti sarai tu a darci l'aiuto nella tribolazione, comprenderemo che è vana la salvezza che lo stolto solitamente desidera e, una volta che l'ha ricevuta, se ne serve non per ottenere la gioia della quiete ma per dare sfogo alla sua irrequietezza ".

Non di rado l'uomo si mette in moto e, mosso da rabbia ingiustificata, si propone di danneggiare uno che, poni il caso, non gli ha fatto nulla di male.

Improvvisamente però ecco che si ammala.

Cosa gli era utile? Continuare per la strada intrapresa e commettere l'azione cattiva ovvero essere ammalato e pregare per la salute?

In effetti la salute data da Dio non è vana, mentre è vana la salute che ti dà l'uomo: quella salute che l'uomo ritiene come la cosa a lui sommamente necessaria.

Non è dunque vana la salute data da Dio ma vana è la salute che ti dà l'uomo.

È questa una salute illusoria, e giustamente la si dice che è cosa dell'uomo, in quanto si ritiene che essa provenga solamente dall'uomo.

Ma nel testo dove non si aggiunge: Dell'uomo, si dice: Del Signore è la salute. ( Sal 3,9 )

Che significa: Del Signore è la salute? Che chi dà la salute è il Signore, lui che conosce cosa dà, quando e a chi lo dà.

Tutte le volte che gli uomini sul punto di disperare chiedono la salute, è il Signore stesso che la concede.

È detto nel seguito del salmo: E la tua benedizione scenda sul tuo popolo. ( Sal 3,9 )

Cioè: Muoviti a pietà del tuo popolo e dagli la salute che dài anche a coloro che non appartengono al tuo popolo.

Dagliela anche se il tuo popolo non la conosce.

Tu infatti ben conosci quel che gli dài; esso invece non sa cosa riceva fino a quando non l'abbia ricevuto.

Come sarà infatti [ quel dono ], fratelli?

Sappiate comunque che quanto riceverete saranno cose che occhio non vide né orecchio udì; né mai è entrato nel cuore dell'uomo ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano. ( 1 Cor 2,9 )

Cosa pensi dunque che egli ci abbia preparato?

Certo la salute eterna, che non può entrare nel nostro cuore, che il nostro occhio non può vedere né l'orecchio udire; eppure Dio prepara tali cose a coloro che lo amano, ( 1 Cor 2,9 ) e, quando le avremo ricevute, vedremo in che consista la vera salute e com'erano insignificanti le cose che ritenevamo di grande valore.

10 - Così è dei martiri.

Se avessero desiderato e ritenuto bene sommo la salute di adesso, cioè la salute che è data dall'uomo, non avrebbero detto dal profondo del cuore: Il giorno dell'uomo io non l'ho desiderato, tu lo sai. ( Ger 17,16 )

E nel salmo cosa si dice? Se pertanto essi avessero desiderato la salute nel tempo presente e l'avessero ritenuta il bene più grande, avrebbero perso la salute eterna; ma essi, consapevoli del senso delle parole: Da' a noi l'aiuto nella tribolazione, ( Sal 60,13 ) ecco che preferiscono raggiungere la salute eterna piuttosto che scegliersi la presente salute concessa dall'uomo, con la quale si sarebbero rovinati acconsentendo alle voglie dei persecutori.

Il persecutore infatti avrebbe loro immediatamente accordato la salute.

Di fronte a lui il martire: veniva incatenato; incatenato veniva buttato in carcere e nel suo corpo marciva per le piaghe.

Se avesse acconsentito al persecutore, subito avrebbe riavuto la salute, ma quella salute dell'uomo che è vana  ( Sal 60,13 ).

I persecutori infatti promettevano la salute e la davano immediatamente.

Ma quale salute davano? Quella che i martiri ben conoscevano anche prima di trovarsi in mezzo alle tribolazioni.

Essi però erano protesi al conseguimento della salute che né occhio vide né orecchio udì né mai penetrò in cuore di uomo. ( 1 Cor 2,9 )

Ciò che il persecutore promette è una cosa visibile, ma è incerta, è di breve durata, è cosa meschina.

E anche se la salute corporale fosse eterna, sarebbe sempre materiale, e pertanto l'occhio la può vedere e l'orecchio udire, e può penetrare nel cuore dell'uomo. ( 1 Cor 2,9 )

Se quell'altra salute, che è più importante, non si riesce a vederla ma chi ce lo assicura è persona attendibile e incapace di mentire, rimaniamo fermi sotto la sua disciplina; non mormoriamo se ci sferza, ( Eb 12,5-7; Pr 3,11 ) sopportiamo il dolore della medicina con cui ci cura.

Riacquistata la salute, godremo presso Dio, rendendoci conto del dono che ci ha concesso, e diremo: Dov'è, o morte, la tua resistenza?

Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? ( 1 Cor 15,55 )

11 - Ho ben notato, fratelli, la vostra avidità, ma dovete avere riguardo anche alla nostra salute malferma.

Non vorremmo negare alla vostra santità la nostra parola e il nostro ministero, essendo noi al servizio del Signore, che ci ha redenti.

È necessario però che per un po' di tempo ancora ci risparmiamo, badando alla cicatrice, che è assai recente e forse non ancora guarita e rimarginata.

Il Signore disponga di noi secondo la sua volontà e ci metta in condizione di giovare alla salute di noi tutti e al servizio della sua santa Chiesa.

Rivolti al Signore invochiamolo.

Egli volgerà su di noi lo sguardo e ci renderà perfetti nel suo Verbo-Salvatore.

Che egli ci doni la grazia di godere secondo i suoi desideri e di vivere come a lui piace. ( Rm 8,5-6 )

Allontani da noi la sapienza carnale e ponga il nemico sotto i nostri piedi. ( Sal 110,1; 1 Cor 15,25-26 )

Non perché questo possiamo con le nostre forze ma per la potenza del suo santo Nome, nel quale fummo purificati ad opera di Gesù Cristo Signore nostro.

Indice