Esposizione dei Salmi

Indice

Salmo 47 (46)

Discorso al popolo

1 - Bisogna ascoltare col cuore per poi meditare

Il Signore Dio nostro ha diffuso attraverso i Libri Santi e le Sante Scritture, in molti modi e forme, la fede nella quale e della quale viviamo, variando, sì, l'involucro delle parole, ma raccomandando un'unica fede.

Infatti una stessa cosa può essere detta in vari modi; variando il modo di esprimersi per non provocare fastidio, ma conservando un'unica fede per assicurare la concordia.

Perciò in questo salmo che abbiamo udito cantare, ed al quale cantando rispondiamo, vi diremo cose che già conoscete; tuttavia forse, con l'aiuto e la grazia del Signore, vi offriremo una qualche attrattiva quando, avvertiti, voi ruminate o meditate le cose che avete appreso qua e là. Infatti la ruminazione stessa, nella quale Dio indica gli animali puri, questo vuole insinuare, che ogni uomo deve accogliere nel suo cuore ciò che ascolta in modo tale da essere sollecitato a riflettervi ancora; simile quindi, quando ascolta, a colui che mangia e, quando richiama alla mente le cose che ha ascoltato e le ripensa in una dolcissima riflessione, simile a colui che rumina.

Le stesse cose vengono dette ora in un altro modo, e ci fanno dolcemente pensare a ciò che già sappiamo e che ora volentieri riascoltiamo; perché cambiando la forma dell'espressione, si rinnova l'antica conoscenza per il modo nuovo con cui vengono dette.

2 - [v 1.] Imitiamo la semplicità dei fanciulli, evitiamone la leggerezza

il titolo del salmo reca: Per la fine per i figli di Core, salmo di Davide stesso.

Anche altri titoli dei salmi recano questi figli di Core e indicano un dolce mistero, insinuano un grande sacramento; facilmente noi comprendiamo e ci riconosciamo nel titolo che abbiamo udito e letto; e come in uno specchio che ci viene presentato, vediamo chi siamo.

Chi sono i figli di Core? Ci fu sicuramente un uomo di nome Core, ( Nm 16,1 ) così di fatto si chiamava un uomo; pur tuttavia quando si leggono le cose che sono scritte, e l'incontriamo con la parola divina rivolta a coloro che certamente non sono i figli di quell'uomo che si chiamava Core, l'anima pensa al mistero, e cerca che cosa significhi Core.

Poiché si tratta di una parola ebraica, la si dice e la si traduce in greco e in latino.

La traduzione è già stata fatta; molti nomi ebrei sono stati tradotti per noi; vediamo e troviamo che Core significa calvo.

Prestate maggior attenzione.

Era oscuro quando essi erano detti figli di Core, e non è forse più oscuro ora che sono detti figli del calvo?

Chi sono questi figli del calvo? Non sono forse i figli dello sposo?

Infatti lo sposo è stato crocifisso nel luogo del Calvario.

Rileggete il Vangelo, il passo relativo alla crocifissione del Signore, e troverete che è stato appunto crocifisso nel luogo del Calvario. ( Mt 27,33 )

Per questo coloro che irridono alla sua croce, sono divorati dai demoni come da belve.

Tutto questo infatti è stato prefigurato in una certa parte della Scrittura.

Quando il profeta di Dio Eliseo saliva, dietro di lui i fanciulli lo irridevano e gridavano: Sali calvo, sali calvo.

Ma egli, non tanto per crudeltà, quanto per un occulto mistero, fece divorare quei fanciulli dagli orsi usciti dalla selva. ( 2 Re 2,23.24 )

Se quei fanciulli non fossero stati divorati, vivrebbero forse anche oggi?

O, essendo nati mortali, non potrebbero essere stati uccisi dalla febbre?

Ma in tal caso in loro il mistero non si sarebbe manifestato, e i posteri non ne sarebbero stati spaventati.

Nessuno dunque irrida alla croce del Signore; i Giudei furono posseduti dai demoni e divorati. Infatti nel luogo del Calvario, crocifiggendo Cristo e levandolo sulla croce, essi stessi dicevano, con intelligenza puerile, non comprendendo che cosa dicevano: Sali calvo.

Che significa: Sali? Significa: Crocifiggi, crocifiggi ( Lc 23,21 )

L'infanzia è proposta alla nostra imitazione per l'umiltà, ma anche perché ci si guardi dalla sua leggerezza.

Il Signore propose come modello l'infanzia per imitarne l'umiltà, quando chiamò a sé i fanciulli e disse, siccome li volevano tener lontani da lui: Lasciateli venire a me, di loro è il Regno dei Cieli. ( Mt 18,2; Mt 19,14 )

L'Apostolo per metterci in guardia dalla leggerezza ci propone come esempio l'infanzia: Fratelli, non siate come i fanciulli quanto a intelletto.

E c'invita ad imitarli quando dice: Ma siate fanciulli quanto a malizia, affinché siate perfetti quanto a intelletto. ( 1 Cor 14,20 )

Per i figli di Core. Si canta il salmo; dunque è cantato per i Cristiani.

Ascoltiamolo come figli di quello sposo che i fanciulli insensati crocifissero nel luogo del Calvario.

Essi infatti meritarono di essere divorati dalle belve; noi meritiamo di essere coronati dagli angeli.

Perché conosciamo l'umiltà del nostro Signore, e non ci vergognano di essa.

Non ci vergognano se lui è misticamente chiamato calvo, in riferimento al Calvario.

Per la stessa croce nella quale egli è stato insultato, non ha permesso che fosse calva la nostra fronte, perché con il suo segno l'ha segnata.

Infine affinché conosciate ciò che noi vi diciamo, osservate quanto si dice.

3 - [v 2.] Concordino le nostre parole con le nostre opere

Popoli tutti battete le mani.

Forse che il popolo dei Giudei era tutte le genti?

Ma una parte di Israele fu accecata affinché i fanciulli insensati gridassero: Calvo, calvo; e il Signore è stato crocifisso nel luogo del Calvario in modo che i popoli fossero redenti dal suo sangue versato, e si realizzasse ciò che dice l'Apostolo: Si è verificata la cecità di una parte di Israele, affinché entrasse la totalità delle genti. ( Rm 11,25 )

Insultino dunque i vani, gli sciocchi, gli insensati, e dicano: Calvo, calvo; voi invece, redenti dal sangue di lui, che è stato versato sul luogo del Calvario, voi Popoli tutti battete le mani perché la grazia di Dio è giunta sino a voi.

Battete le mani. Che significa: Applaudite? Significa rallegratevi.

Ma perché con le mani? Perché le mani indicano le buone opere.

Non rallegratevi con la bocca, e state inattivi con le mani.

Se vi rallegrate, applaudite con le mani.

La mano dei popoli veda Colui che si è degnato di donare la gioia.

Che significa la mano dei popoli? Significa le azioni di coloro che operano bene.

Popoli tutti battete le mani; acclamate Dio con la voce dell'esultanza.

Con la voce e con le mani.

Se fosse soltanto con la voce non sarebbe bene, perché le mani resterebbero oziose; neppure soltanto con le mani sarebbe bene perché muta rimarrebbe la lingua; siano concordi le mani e la lingua, questa confessi, quelle operino: acclamate Dio con la voce dell'esultanza.

4 - [v 3.] Perché il Signore altissimo è terribile.

Egli altissimo si è fatto quasi meritevole di derisione discendendo, e salendo in cielo si è fatto terribile.

Sommo re di tutta la terra.

Non soltanto dei Giudei; ma è re anche di essi.

Tra i Giudei gli Apostoli hanno creduto, e con loro molte migliaia di uomini hanno venduto tutte le loro cose ed hanno deposto il ricavato ai piedi degli Apostoli, ( At 4,34 ) ed in essi si è adempiuto ciò che era scritto sul cartello della croce: Re dei Giudei. ( Mt 27,37 )

È di fatto re, anche dei Giudei. Ma è poco essere re dei Giudei.

Popoli tutti battete le mani, perché Dio è il re di tutta la terra.

Non gli basta avere sotto di sé un solo popolo; ha versato dal suo fianco un così grande prezzo, che ha potuto riscattare la terra intera.

Sommo re di tutta la terra.

5 - [v 4.] Il Signore riscattandoci, ci ha reso suoi amici

Ha assoggettato a noi le folle e i popoli pone sotto i nostri piedi.

Chi ha assoggettato, e a chi? Chi sono coloro che parlano?

Sono forse i Giudei? Sono certamente i Giudei se sono gli Apostoli, se sono i santi.

A costoro infatti Dio ha assoggettato le folle e i popoli, affinché oggi siano onorati tra i gentili coloro che meritarono di essere uccisi dai loro concittadini; allo stesso modo in cui il loro Signore fu ucciso dai concittadini ed è onorato dalle genti, fu crocifisso dai suoi ed è adorato dagli estranei, ma a prezzo delle sue opere.

Perché egli ci ha riscattato, affinché fossimo suo possesso.

Credi dunque che queste siano parole degli Apostoli: Ha assoggettato a noi le folle e i popoli pone sotto i nostri piedi? ( Sal 47,8 )

Quanto a me non lo so.

Sarebbe strano se gli Apostoli si esprimessero in tono tanto superbo, da rallegrarsi che i popoli siano posti sotto i loro piedi, cioè che i Cristiani siano sotto i piedi degli Apostoli.

Essi infatti si rallegrano con noi di essere sotto i piedi di colui che è morto per noi.

Si gettavano sotto i piedi di Paolo coloro che volevano essere di Paolo, ed egli diceva loro: Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? ( 1 Cor 1,13 )

Che significano allora e come dobbiamo intendere queste parole: Ha assoggettato a noi le folle e i popoli pone sotto i nostri piedi?

Tutti coloro che appartengono alla eredità di Cristo ed anche tutti coloro che non vi appartengono sono tra tutte le genti; e voi vedete che la Chiesa di Cristo è esaltata nel nome di Cristo tanto che i non ancora credenti in Cristo sono sotto i piedi dei Cristiani.

Quanti infatti, pur non essendo ancora cristiani, corrono ora alla Chiesa, chiedono aiuto alla Chiesa, e vogliono essere aiutati nelle cose terrene, anche se ancora non vogliono regnare con noi in eterno.

Quando tutti cercano l'aiuto della Chiesa, anche coloro che non le appartengono ancora, forse non ha assoggettato a noi le folle e i popoli posti sotto i nostri piedi?

6 - [v 5.] Ha scelto per noi la sua eredità, la bellezza di Giacobbe, suo prediletto.

Ha scelto per noi la bellezza di Giacobbe quale sua eredità.

Esaù e Giacobbe erano fratelli; nel seno della madre tra loro combattevano, e a causa del conflitto le viscere materne erano scosse; e siccome erano due, il minore fu l'eletto, e fu anteposto al maggiore tanto che è detto: Due popoli sono nel tuo seno, e il maggiore servirà al minore. ( Gen 25,23 )

Per tutte le genti il maggiore, per tutte le genti il minore; ma il minore è nei buoni cristiani, negli eletti, nei pii, nei fedeli; il maggiore invece è nei superbi, negli indegni, nei peccatori, nei traditori, in coloro che difendono i loro peccati anziché confessarli, come era anche lo stesso popolo giudeo, che ignorava la giustizia di Dio e pretendeva stabilire la sua. ( Rm 10,3 )

Ma poiché è detto: Il maggiore servirà al minore, è chiaro che gli empi saranno soggetti ai pii, e i superbi saranno sottomessi agli umili.

Per primo era nato Esaù, e dopo era nato Giacobbe; ma colui che era nato più tardi, fu anteposto a quello nato prima, il quale per colpa della gola perdette la sua primogenitura. ( Gen 25,30-34 )

Così trovi scritto: Desiderò la lenticchia, e il suo fratello gli disse: se vuoi che te la dia, dammi la tua primogenitura.

Esaù amò più ciò che desiderava carnalmente di quanto aveva meritato di avere spiritualmente nascendo per primo, e si spogliò della sua primogenitura per mangiare la lenticchia.

Sappiamo che la lenticchia è il cibo degli Egiziani: infatti ve ne è molta in Egitto.

È tanto famosa la lenticchia alessandrina, che arriva fino alle nostre terre, come se qui la lenticchia non nascesse.

Orbene, desiderando il cibo egiziano, perdette il suo primato.

Così anche il popolo giudeo, del quale è detto: Si volse con il cuore verso l'Egitto, ( At 7,39 ) in un certo qual modo desiderò la lenticchia, e perdette il primato.

Ha scelto per noi la sua eredità, la bellezza di Giacobbe suo prediletto.

7 - [v 6.] Il Signore anche dopo l'Ascensione rimane vicino a noi

Ascende Dio tra il giubilo.

Dio è lo stesso nostro Signore Cristo che ascende tra il giubilo, il Signore al suono della tromba.

Ascende. Dove, se non lassù dove sappiamo?

Dove i Giudei non lo hanno seguito, neppure con gli occhi.

Infatti mentre era esaltato sulla croce, lo derisero, e non lo videro mentre saliva al cielo.

Ascende Dio tra il giubilo.

Che cosa è il giubilo se non la gioia che ammira, e che non può essere espressa a parole?

I discepoli quando videro salire al cielo colui che avevano pianto morto si meravigliarono pieni di gioia; ( At 1,9 ) siccome per questa gioia non bastavano le parole, non restava loro che esprimere con il giubilo ciò che nessuno poteva spiegare. Ivi era il suono della tromba, la voce degli angeli.

È detto infatti: Come tromba fai squillare la tua voce. ( Is 58,1 )

Gli angeli avevano preannunziato l'ascensione del Signore; e videro i discepoli, mentre il Signore saliva al cielo, estatici, ammirati, stupefatti, senza una parola, ma col giubilo nel cuore; e si udì allora il suono della tromba nella chiara voce degli angeli: Uomini di Galilea, perché state guardando verso il cielo? Questi è Gesù.

Come se essi non avessero saputo che egli era Gesù.

Non lo avevano visto poco prima dinanzi a sé? Non lo avevano ascoltato mentre parlava con loro?

E non solo lo avevano visto, ma avevano toccato anche le sue membra. ( Lc 24,39 )

Non sapevano dunque che egli era Gesù?

Ma a causa dell'ammirazione, nella gioia dell'esultanza, erano come andati fuori di sé, e per questo gli angeli dissero: Questi è Gesù.

È come se avessero detto: Se credete a lui, ebbene egli è colui per la cui crocifissione i vostri piedi hanno vacillato, per la cui morte e sepoltura voi avevate creduto di aver perduto la speranza; ecco questi è Gesù.

Ascende dinanzi a voi; così verrà allo stesso modo in cui lo vedete salire in cielo. ( At 1,11 )

Sparisce certamente il corpo dal vostro sguardo, ma Dio non si allontana dai vostri cuori; lo vedete salire, credete in lui anche quando è assente, sperate nella sua venuta, ma grazie alla sua occulta misericordia, sentite anche la sua presenza.

Perché egli che è asceso al cielo, allontanandosi dal vostro sguardo, è colui che vi ha promesso: Ecco io sono con voi fino alla consumazione dei secoli. ( Mt 28,20 )

Giustamente anche l'Apostolo così parlava a noi: Il Signore è vicino, vi prendete affanno per niente. ( Fil 4,5.6 )

Cristo dimora in cielo e il cielo è lontano, ma colui che vi dimora, è vicino.

Il Signore al suono della tromba.

Dunque voi siete figli di Core, ormai avete capito e vedete che siete qui, e vi rallegrate perché vi rendete conto di essere qui.

8 - [v 7.] Cristo è Dio e uomo

Inneggiate al Dio nostro, inneggiate.

Sono stati allontanati da Dio coloro che lo derisero come uomo, ebbene inneggiate al nostro Dio perché non è soltanto uomo, Egli è anche Dio.

Come uomo discende da David, ( Rm 1,3 ) come Dio è Signore di David, per quanto abbia avuta la carne dai Giudei: Cui appartengono i patriarchi - dice l'Apostolo - e dai quali Cristo secondo la carne è venuto.

Cristo dunque discende dai Giudei, ma secondo la carne.

Orbene chi è questo Cristo che discende dai Giudei secondo la carne?

Colui che è Dio sopra ogni cosa, benedetto nei secoli. ( Rm 9,5 )

È Dio prima della carne, Dio nella carne, Dio con la carne.

Non è soltanto Dio prima della carne, ma anche prima della terra da cui è stata fatta la carne, e non soltanto prima della terra donde è stata fatta la carne, ma anche prima del cielo che per primo è stato creato; è Dio prima del giorno che per primo è stato fatto, è Dio prima di tutti gli angeli, lo stesso Cristo Dio; perché in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo: tutte le cose per suo mezzo sono state fatte, e senza di lui niente è stato fatto. ( Gv 1,1-3 )

Egli è prima di ogni cosa, Lui per il quale furono fatte tutte le cose. Inneggiate - dunque - al nostro Dio, inneggiate.

9 - [v 8.] Perché Dio è il re di tutta la terra.

Ma come? non è Dio prima di tutta la terra?

Forse che non è Dio del cielo e della terra dato che per suo mezzo tutte le cose sono state create?

Chi è che può dire che egli non è il suo Dio?

Ma non tutti gli uomini hanno conosciuto il loro Dio; e dove era conosciuto è come se fosse solo lì Dio.

Dio è conosciuto in Giudea; ( Sal 76,2 ) ai figli di Core non veniva ancora detto: Popoli tutti battete le mani.

Perché quel Dio conosciuto in Giudea, è Dio re di tutta la terra.

Ormai da tutti è riconosciuto, poiché si è adempiuto ciò che ha detto Isaia: Lo stesso Dio tuo che ti ha liberato, si chiamerà Dio della terra intera. ( Is 54,5 )

Perché Dio è re di tutta la terra, inneggiate con intelligenza.

Ci insegna e ci avverte a inneggiare con intelligenza; non cerchiamo quindi il suono dell'orecchio, ma la luce del cuore.

Inneggiate - dice - con intelligenza.

I popoli, donde voi siete stati chiamati per divenire cristiani, adoravano dèi fatti con le mani, e inneggiavano loro; ma senza comprendere quel che cantavano.

Se avessero cantato con intelligenza, non avrebbero adorato delle pietre.

Cantava forse con intelligenza l'uomo dotato d'intelletto quando cantava alla pietra insensibile?

Ora invece, fratelli, non vediamo con gli occhi colui che adoriamo, e tuttavia lo adoriamo rettamente.

Molto più degno di stima ci appare Dio, proprio per il fatto che non lo vediamo con gli occhi.

Se lo vedessimo con gli occhi, forse lo disprezzeremmo.

Infatti i Giudei disprezzarono Cristo che avevano visto, mentre i popoli che non lo avevano visto, lo adorarono.

Per essi è detto dunque: Inneggiate con intelligenza.

Non siate come il cavallo e il mulo, che non hanno intelletto. ( Sal 32,9 )

10 - [v 9.] Dio abita nel cuore puro guidato dalla carità

Il Signore regnerà sopra tutte le genti.

Colui che regnava su un solo popolo, regnerà - dice - sopra tutte le genti.

Quando si annunciavano queste cose, Dio regnava sopra un solo popolo; si trattava di una profezia, la cosa non si era ancora compiuta.

Grazie a Dio, noi vediamo realizzato ciò che un tempo fu profetato.

Dio, prima dei tempi, scrisse per noi l'impegno, ed ora, maturati i tempi, lo ha mantenuto.

Il Signore regnerà sopra tutte le genti, è una promessa.

Dio siede sul suo santo trono.

Ciò che allora veniva promesso, ora si conosce e si sa compiuto. Dio siede sul suo santo trono.

Qual è il suo santo trono? Forse sono i cieli: può essere una giusta interpretazione.

Perché Cristo è asceso al cielo, come sappiamo, con il suo corpo nel quale è stato crocifisso, e siede alla destra del Padre: ( At 1,2 ) e di là noi aspettiamo che venga per giudicare i vivi e i morti. ( 2 Tm 4,1 )

Siede sul suo santo trono. I cieli sono dunque il suo santo trono?

Vuoi anche tu essere il suo trono?

Non credere di non poterlo essere; prepara per lui un posto nel tuo cuore; egli viene, e volentieri vi si stabilisce.

Egli è certamente la virtù di Dio, e la sapienza di Dio. ( 1 Cor 1,24 )

Ma che cosa dice la Scrittura della sapienza? Dice che l'anima del giusto è il trono della sapienza. ( Sap 7 )

Orbene, se l'anima del giusto è il trono della sapienza, sia la tua anima giusta, e sarà il regale trono della sapienza.

E di fatto, fratelli, forse che Dio non dimora in tutti gli uomini che vivono bene, che compiono il bene, che si comportano secondo la pia carità, e forse che non comanda loro?

L'anima obbedisce a Dio che è in lei, ed essa stessa comanda alle membra.

La tua anima comanda ad un tuo membro, e con questo comando si muove il piede, la mano, l'occhio, l'orecchio, insomma l'anima stessa comanda alle sue membra come se fossero suoi servi; ma essa a sua volta serve al suo Signore che risiede in lei.

Non può comandare bene all'inferiore, se non si degna di obbedire al superiore.

Dio siede sul suo santo trono.

11 - [v 10.] I veri figli di Abramo

I capi dei popoli si sono riuniti con il Dio di Abramo.

Il Dio di Abramo è il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. ( Es 3,6 )

È vero, questo ha detto Dio, e se ne sono inorgogliti i Giudei e hanno detto: Noi siamo i figli di Abramo.

Si sono inorgogliti per il nome del padre, portando la sua carne, ma non conservando la sua fede; appartengono alla sua discendenza, ma sono degenerati nei costumi.

Che dice infatti il Signore a costoro che così si inorgoglivano?

Se siete figli di Abramo, fate ciò che faceva Abramo. ( Gv 8,33.39 )

E del pari che cosa disse Giovanni a quelli di loro che venivano tremando e volevano correggersi nella penitenza?

Razza di vipere. Erano iniqui, erano perduti, erano peccatori, empi, ed erano venuti al battesimo di Giovanni.

Che cosa disse loro? Disse: Razza di vipere.

Essi si dicevano figli di Abramo, ed egli li chiamava figli delle vipere.

Forse che Abramo era una vipera?

Vivendo nel male, essi avevano imitato i demoni, e erano diventati figli di coloro, imitando i quali operavano il male, perciò disse loro: Razza di vipere, chi vi dà scampo dall'ira che verrà?

Fate dunque un degno frutto della penitenza; non dite tra voi: abbiamo Abramo per padre, non inorgoglitevi della discendenza di Abramo, perché Dio può infatti da queste pietre suscitare dei figli per Abramo. ( Mt 3,7-9 )

Abramo non rimarrà certo senza figli, se Dio condannerà voi; egli può condannare coloro che odia, e dare a lui ciò che ha promesso.

E come gli darà i figli, se condanna gli Ebrei discesi dalla sua carne? Con queste pietre.

Mostrava loro le pietre nel deserto.

Chi erano queste pietre, se non i popoli, che adoravano le pietre?

E perché pietre? Adorando le pietre, erano detti pietre.

Infatti aveva preannunziato il salmo: Simili ad esse diventino coloro che le fanno e tutti coloro che sperano in esse. ( Sal 114,8 )

E tuttavia da quelle stesse pietre ha dato i figli ad Abramo, ed ora tutti noi che adoravamo le pietre, ci siamo convertiti al Signore e siamo divenuti figli di Abramo, non traendo da lui la carne, ma imitando la sua fede.

I principi dei popoli - dunque - si sono riuniti con il Dio di Abramo.

I principi dei popoli: i principi delle genti, non i principi di un solo popolo, ma i principi di tutti i popoli.

Si sono riuniti con il Dio di Abramo.

12 - L'esempio del Centurione

Uno di questi capi era quel centurione, di cui avete udito parlare ora quando è stato letto il Vangelo.

Si trattava di un centurione che era costituito in autorità ed onorato tra gli uomini, ed era un capo dei principi dei popoli.

A Cristo che veniva a lui mandò incontro i suoi amici, o meglio mandò gli amici a Cristo che passava; e lo pregò affinché curasse il suo servo che era mortalmente ammalato.

Siccome il Signore voleva venire di persona, gli mandò a dire questo: Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito.

Infatti anch'io sono un uomo che ho dei superiori, e ho sotto di me dei soldati.

Vedete in qual modo ha rispettato l'ordine: dapprima ha dichiarato di essere posto sotto altri, e poi ha detto che altri sono sotto di lui. Sono sotto l'autorità, e ho l'autorità; sono sotto qualcuno, e sono sopra alcuni altri.

E dico a questi: va' ed egli va; e all'altro: vieni, ed egli viene; e al mio servo: fa' questo, ed egli lo fa.

È come se dicesse: se io che sono sotto l'autorità altrui, comando a quelli che sono sotto di me, tu che non sei posto sotto l'autorità di nessuno, non puoi forse comandare alla tua creatura, quando tutte le cose sono state fatte per mezzo tuo, e senza di te niente è stato fatto?

Di' dunque - una parola, dice, e guarirà il mio servo.

Infatti io non sono degno che tu entri nella mia casa.

Tremava all'idea di far entrare Cristo nella sua casa, e già era nel suo cuore; già la sua anima era sede di Cristo, e già in essa dimorava colui che ricerca gli umili.

Infatti: Si voltò Cristo, si stupì, e disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico, non ho trovato tanta fede in Israele. ( Lc 7,6-9 )

E, come dice un altro evangelista che narra la stessa vicenda, il Signore continuò dicendo: Perciò vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente, e s'assideranno a mensa con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli.

Questo centurione infatti non apparteneva al popolo di Israele.

Nel popolo di Israele i superbi allontanavano Dio; tra i principi dei gentili si è trovato un umile, che ha attirato a sé Dio.

Gesù ammirando la sua fede, condanna la perfidia dei Giudei.

Essi credevano di essere sani, mentre erano molto più gravemente malati, dato che, non conoscendo il medico, lo uccidevano.

E che cosa dice il Signore per condannare e ripudiare la loro superbia?

Perciò vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente ( molti che non appartengono alla stirpe d'Israele; verranno molti di quelli a cui è detto: Popoli tutti applaudite con le mani ) e sederanno con Abramo nel regno dei cieli.

Abramo non ha generato costoro dalla sua carne; ma verranno e sederanno con lui nel Regno dei Cieli, e saranno suoi figli.

Perché saranno suoi figli? Saranno suoi figli non nati dalla sua carne, ma perché seguiranno la sua fede.

Ma i figli del regno, cioè i Giudei, andranno nelle tenebre esteriori: ivi sarà pianto e stridore di denti. ( Mt 8,11.12 )

Saranno condannati nelle tenebre esteriori coloro che sono nati dalla carne di Abramo, e suderanno con lui nel Regno dei Cieli coloro che hanno imitato la fede di Abramo.

Giustamente dunque dice qui che i principi dei popoli si sono riuniti con il Dio di Abramo.

13 - E che succederà di coloro che appartenevano al Dio di Abramo?

Perché gli dèi forti della terra si sono troppo esaltati.

Coloro che erano dèi, quel popolo di Dio, quella vigna di Dio, della quale è detto: Giudicate tra me e la mia vigna, ( Is 5,3 ) andranno nelle tenebre esteriori, non si sederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe, perché non sono stati uniti al Dio di Abramo.

Perché? Perché sono gli dèi forti della terra.

Essi che erano gli dèi forti della terra, cioè che presumevano troppo dalla terra.

Da quale terra? Da se stessi; perché ogni uomo è terra.

All'uomo infatti è detto: Sei terra, e nella terra ritornerai. ( Gen 3,19 )

L'uomo deve invece confidare in Dio, e sperare da lui soccorso, non da sé.

Infatti la Terra non piove da se stessa, o splende da sé; come la terra aspetta dal cielo la pioggia e la luce, così l'uomo deve aspettare da Dio la misericordia e la verità.

Orbene costoro che erano gli dèi forti della terra si sono troppo esaltati, cioè si sono troppo inorgogliti; non hanno creduto di aver bisogno del medico e perciò sono rimasti nella loro malattia, e da tale malattia sono stati condotti alla morte. Sono stati tagliati i rami naturali, perché si potesse innestare l'umile olivo selvatico. ( Rm 11,17 )

Perché gli dèi forti della terra si sono troppo elevati.

Viviamo dunque, fratelli, nell'umiltà, nella carità, nella pietà; perché siamo stati chiamati quando essi sono stati condannati, e resi vigilanti dal loro esempio, stiamo attenti a non insuperbire.

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