Esposizione dei Salmi

Indice

Salmo 144 (143)

Discorso al popolo

1 - [v 1.] David figura del Cristo totale

Il titolo di questo salmo è breve per numero di parole ma impegnativo per la quantità di misteri.

Per lo stesso David, contro Golia.

Andando con la mente alle Scritture, la vostra Carità ricorda come me questo duello avvenuto al tempo dei nostri padri.

Gli stranieri erano in guerra col popolo di Dio e durante la guerra uno, Golia, sfidò un altro, David. ( 1 Sam 17,4ss )

Da quel duello sarebbe dovuto risultare da che parte, secondo la volontà di Dio, stesse la vittoria.

Ma perché ricercare chi avrebbe riportato vittoria, se ci è noto chi sia lo sfidante e chi lo sfidato?

L'empietà lanciò la sfida alla pietà, la superbia all'umiltà, il diavolo a Cristo.

E vi meravigliate che il diavolo sia stato vinto?

L'uno era grande per la mole del corpo; l'altro, sebbene piccolo di corporatura, aveva grande la fede.

Il santo David si rivestì dell'armatura solita a portarsi in guerra e cominciò ad avanzare contro Golia; tuttavia non riuscì a portare quelle armi essendo giovane d'età e piccolo, come dicevamo, di statura.

Essendo per lui non un aiuto ma un peso, buttò via quelle armi e prese dal fiume cinque pietre, che cacciò nella sua borsa da pastore.

Armato materialmente di quelle pietre e forte spiritualmente del nome di Dio, mosse all'assalto e vinse.

Questo l'operato del David della storia, ma noi dobbiamo indagare i misteri.

Avevamo infatti presentato il titolo di questo salmo come breve per numero di parole ma denso per la quantità dei misteri.

Ripensate all'espressione dell'Apostolo quando dice: Tutte queste cose accadevano loro con valore di simboli. ( 1 Cor 10,11 )

Non vi sembrerà più, allora, presuntuosa la nostra ricerca di verità nascoste in un brano dove tutto potrebbe apparire detto in maniera semplice senza alcuna profondità di mistero.

Abbiamo in effetti un'autorità che ci rende attenti nel ricercare, vigili nell'investigare, devoti nell'ascoltare, ossequienti nel credere e solleciti nel tradurre in pratica.

In David viene simboleggiato Cristo, ma, come siete soliti comprendere quanti avete fatto progressi alla sua scuola, Cristo capo e corpo.

Non ascoltate dunque nulla che si riferisca alla persona di Cristo pensando che non interessi voi che di Cristo siete membra.

Premesso questo come fondamento, notate come prosegua.

2 - La lotta fra David e Golia: suo simbolismo

Voi sapete come quel primo popolo [ eletto ] fu gravato di sacramenti visibili e materiali: la circoncisione, quel sacerdozio carico d'incombenze com'era una volta, e il tempio pieno di simboli, quante erano le svariate specie di olocausti e sacrifici.

Di tutte queste cose si sbarazzò il nostro David, ritenendole armi capaci non d'aiutare ma solo di opprimere.

Se infatti fosse stata data una legge capace di donare la vita, allora veramente la giustizia sarebbe derivata dalla legge. ( Gal 3,21 )

Quale dunque il motivo della legge?

Continua: Ma la Scrittura racchiuse tutte le cose sotto il peccato affinché la promessa venisse data alle genti dalla fede in Gesù Cristo. ( Gal 3,22 )

Conseguentemente, l'altro David, cioè Cristo capo e corpo, quando si giunse alla rivelazione del Nuovo Testamento, quando fu l'ora di presentare e inculcare la grazia di Dio, cosa fece?

Depose le armi e prese le cinque pietre. ( 1 Sam 1 7,39-40 )

Depose le armi che, come dicevamo, costituivano un peso; depose cioè i sacramenti della legge, quei sacramenti che non furono imposti ai pagani e che noi non osserviamo.

Voi infatti ricordate certamente quante delle cose che leggiamo nell'Antica Legge noi non osserviamo.

Rendiamoci conto tuttavia che tali sacramenti furono accordati e predisposti perché avessero un significato: di modo che noi ci guardassimo dal disprezzare la legge di Dio.

Giunta infatti a compimento la promessa, noi ci limitiamo a non celebrare i sacramenti che racchiudevano la promessa stessa.

Ciò che essi promettevano è venuto.

La grazia del Nuovo Testamento, nascosta come da un velo nella legge, è apparsa svelata nel Nuovo Testamento.

Abbiamo rimosso il velo e abbiamo scoperto quanto dal velo era celato.

Abbiamo scoperto questo mediante la grazia del nostro Signore Gesù Cristo, nostro capo e salvatore, che è stato crocifisso per noi, e quand'egli fu crocifisso si squarciò lo stesso velo del tempio. ( Mt 27,51 )

Ma c'è dell'altro. David depose le armi, vale a dire press'a poco i pesi della simbologia dell'antica legge, ma ritenne la sostanza della legge.

Difatti le cinque pietre rappresentano i cinque libri di Mosè.

Egli quindi prese quelle cinque pietre e le prese dal fiume.

Sapete cosa sia il fiume. È il tempo della nostra mortalità, che vola via, come pure è transitorio tutto ciò che viene al mondo.

Quelle pietre dunque erano nel fiume cioè in quel popolo antico.

Là erano pietre inutili, sprecate: non giovavano a nulla, passavano come passava lo stesso fiume.

Cosa fece David affinché la legge diventasse utile? Prese la grazia.

Senza la grazia infatti è impossibile osservare la legge, poiché pienezza della legge è la carità. ( Rm 13,10 )

E qual è la fonte della carità? Vedi se non sia proprio la grazia.

Dice: La carità di Dio è effusa nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo, che ci è stato donato. ( Rm 5,5 )

La grazia dunque ha fatto osservare la legge; per questo la grazia è simboleggiata nel latte.

Il latte, in effetti, è nel corpo un qualcosa di gratuito: la madre non si preoccupa di prenderlo ma piuttosto di darlo, e lo dà gratuitamente, e si rattrista se viene a mancare chi lo prende.

Dove troviamo allora, in David, la prova che la legge senza la grazia è incapace di produrre opere?

Non sarà forse in quel particolare che egli, volendo unire alla grazia quelle cinque pietre che rappresentavano la legge codificata in cinque libri, cacciò le pietre stesse nel recipiente in uso fra i pastori, dove cioè era solito mungere il latte?

Armato di tali pietre, cioè della grazia, e quindi non confidando in se stesso ma nel suo Signore, avanzò contro il superbo Golia, che invece si vantava delle proprie risorse e faceva assegnamento su se stesso.

Tirò fuori una pietra, la scagliò, percosse il nemico sulla fronte; e il nemico cadde, colpito in quella parte del corpo, dove non portava il segno di Cristo.

Osserva anche questo dettaglio: portava cinque pietre, ne scagliò una soltanto.

Si leggono cinque libri, ma chi vince è l'unità.

Infatti, come ricordavamo poc'anzi, pienezza della legge è la carità, e l'Apostolo dice: Sopportandovi a vicenda nell'amore, preoccupatevi di custodire l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace. ( Ef 4,2-3 )

Quando l'ebbe colpito e fatto stramazzare a terra, ne prese la spada e con essa gli tagliò la testa.

È una cosa che anche il nostro David ha fatto: ha scacciato il diavolo dai suoi.

Quando poi a credere sono i notabili del suo seguito, quelli che egli teneva sul palmo della mano e per mezzo dei quali ammazzava le altre anime, ogni qualvolta costoro rivolgono invettive contro il demonio la testa di Golia viene troncata con la sua stessa spada.

Per quanto ce lo consentiva la ristrettezza del tempo, abbiamo spiegato il mistero del titolo; vediamo ora il contenuto del salmo.

3 - Benedetto il Signore mio Dio, che addestra le mie mani alla battaglia, le mie dita alla guerra.

È la nostra voce, se siamo del corpo di Cristo.

Benediciamo il Signore nostro Dio che addestra le nostre mani per la battaglia, le nostre dita per la guerra.

A prima vista sembrerebbe trattarsi di una ripetizione: ciò che infatti sono le nostre mani per la battaglia sono le nostre dita per la guerra.

O c'è una qualche differenza fra mano e dita?

È un fatto che ad agire mediante le dita sono le mani; quindi non è assurdo identificare mani e dita.

Tuttavia nelle dita notiamo un'azione distinta [ d'un dito rispetto all'altro ], pur conservando tutti la radice dell'unità.

Nota l'affinità con la grazia.

Dice l'Apostolo: Dallo Spirito infatti a uno è dato il linguaggio della sapienza; ad un altro il linguaggio della scienza secondo il medesimo Spirito; ad un altro la fede nel medesimo Spirito; ad un altro carismi di guarigioni nell'unico Spirito; ad un altro la diversità delle lingue; ad un altro la profezia; ad un altro il discernimento degli spiriti.

Tutte queste cose le compie l'unico e medesimo Spirito, distribuendo a ciascuno in particolare com'egli vuole. ( 1 Cor 12,8 )

Ad uno questo, a un altro quello: è la diversità delle operazioni.

Tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito: è la radice dell'unità.

Con tali dita combatte il corpo di Cristo, quando avanza verso la guerra, verso la battaglia.

4 - Mondo sono gli avversari di Cristo

Andremmo facilmente per le lunghe se ci mettessimo ad elencare le varie specie di battaglie e guerre.

È più facile farne l'esperienza che non la descrizione.

Una guerra è ricordata dall'Apostolo: Non dovete combattere contro la carne e il sangue, ( Ef 6,12 ) cioè non contro uomini visibili dai quali, a vostro avviso, subite molestie.

Non è contro costoro che dovete combattere, ma contro i principi e le potestà e i reggitori del mondo. ( Ef 6,12 )

E perché non intendessi per " mondo " il cielo e la terra, spiega le sue parole dicendo: Di queste tenebre.

Intendi cioè non di quel mondo che fu creato ad opera di Lui - infatti sta scritto: E il mondo fu fatto per opera di lui ( Gv 1,10 ) -, ma di quel mondo che non lo ha conosciuto.

Poiché è anche scritto: E il mondo non lo riconobbe. ( Gv 1,10 )

Queste tenebre non sono [ tenebre ] per loro natura ma per loro volontà.

Di per se stessa infatti l'anima non è fonte di luce, come canta con umiltà e verità [ il salmo ]: Tu illuminerai la mia lampada, Signore; mio Dio, illumina le mie tenebre. ( Sal 18,29 )

E ancora: Presso di te - dice - è la fonte della vita; nella tua luce vedremo la luce. ( Sal 36,10 )

Non nella nostra luce, ma nella tua.

Analogamente, si parla di lumi anche a proposito dei nostri occhi; tuttavia, se viene meno la luce esteriore, questi occhi, per quanto sani e aperti, rimangono nelle tenebre.

Orbene, la nostra guerra è contro i dominatori di queste tenebre, contro cioè quei dominatori degli increduli che sono il diavolo e i suoi angeli.

Sono essi infatti che maneggiano quella spada con la quale il diavolo combatte contro i credenti.

Quando questi increduli passano alla fede, succede quel che successe a Golia prostrato a terra: gli viene tolta la spada e con essa gli viene tagliata la testa. ( 1 Sam 17,51 )

Per questo ai convertiti si dice: Un tempo foste tenebre, ora invece siete luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Un tempo combatteste maneggiati da Golia; ora, passati in mano a Cristo, troncate la testa a Golia.

5 - La lotta interiore

Questa è una battaglia; un'altra è quella che ciascuno ha da sostenere con se stesso.

Di questo tipo di guerra si leggeva or ora nella lettera dell'Apostolo: La carne ha brame contrarie a quelle dello spirito e lo spirito brame contrarie a quelle della carne, per cui non fate le cose che vorreste. ( Gal 5,17 )

Anche questa è una guerra grave e, per essere interiore, è più molesta.

In questa guerra, chi è vincitore sconfigge con ciò stesso i nemici invisibili.

Difatti il diavolo e i suoi angeli non tentano se non approfittando del dominio che su te esercita ciò che è carnale; e noi come facciamo a vincere dei nemici che sono visibili solo in quanto interiormente avvertiamo in noi dei moti carnali?

È con questi [ nemici ] che lottiamo; sono loro [ i nemici ] che battiamo.

L'avarizia ci domina facendo leva sull'attaccamento al denaro.

A quest'avarizia che in te fa da padrona il diavolo dall'esterno propone un guadagno fraudolento.

È cosa ordinaria, del resto, che grossi guadagni non si realizzano se non frodando.

Ecco dunque [ il diavolo ] dal di fuori venire a te e far delle proposte alla tua avarizia: avarizia che tu nel tuo interno non hai vinta né domata né assoggettata a te.

A te, che sei come un combattente a lui assoldato, il demonio, organizzatore di gare perverse, propone la truffa e il guadagno, l'opera e il premio.

Fa' così e prenditi [ tutto ]!

Se al contrario tu sei padrone della tua avidità di possesso, se questa non la fa da padrona nel tuo cuore, la avverti e la superi.

È vero infatti che non ti è dato scorgere né il diavolo né le sue insidie, ma se sarai padrone della tua avarizia, subito avverti che dietro c'è l'altro a proporti e l'azione [ cattiva ] e il premio.

Cosa ti propone il diavolo? La frode e il guadagno.

Cosa ti propone Cristo? L'onestà e la corona.

" Fa' [ questo e questo ] e prenditi [ il compenso ] ", ti dicono tutt'e due.

Se tu sei, nel tuo intimo, un buon combattente, se non sei uno che è stato vinto dall'avarizia ma ha vinto l'avarizia, dai retta all'uno e sconfiggi l'altro.

Sapendoli ben distinguere, dici: Da questa parte vedo l'azione [ che ho da compiere ] e la sua ricompensa; dall'altra vedo ( come dire? ) l'esca e l'amo.

Non c'è infatti cosa che tu dica dentro te stesso che sfugga alla tua responsabilità.

Sei un essere diviso contro te stesso, a causa del peccato.

Porti una natura inficiata dalla concupiscenza e innestata con la morte.

Hai in te stesso di che combattere, hai in te il nemico da debellare.

Ma hai anche chi invocare, hai chi ti aiuterà nel combattimento, e ti coronerà dopo la vittoria.

È colui che, quando non esistevi, ti ha chiamato all'esistenza.

6 - Vincerai la carne se ti sottometterai a Dio

Chiedi: Come vincerò? Eccotelo.

L'Apostolo ti presenta una battaglia difficilissima, mostrandoti anche quanto sia faticoso o addirittura impossibile ( se non comprendo male ) riuscirne vincitori.

Dice: La carne ha brame contrarie a quelle dello spirito e lo spirito brame contrarie a quelle della carne, per cui non fate quel che vorreste. ( Gal 5,17 )

Come mi comandi di vincere se lui può affermare: Voi non fate quel che vorreste?

Mi chiedi come? Ricordati della grazia contenuta nel vaso pastorale, riponi la pietra scelta nel letto del fiume nel recipiente del latte.

Sì! questo ti dico io, anzi te lo dice la stessa verità.

È verissimo che tu non fai quel che vorresti per la lotta che la tua carne muove contro il tuo spirito.

Se in tale battaglia presumessi di te, ti si dovrebbe avvisare, affinché non vadano in fumo le parole che hai ascoltate: Esultate in Dio nostro aiuto. ( Sal 81,2 )

Difatti, se tu da solo fossi in grado di adempiere tutta [ la legge ], non avresti bisogno del soccorritore, come viceversa, se tu con la tua volontà non prestassi alcun contributo, chi ti dà la riuscita non dovrebbe chiamarsi soccorritore, in quanto soccorritore è colui che aiuta chi già fa qualcosa.

Osserva ancora le parole: La carne ha brame contrarie a quelle dello spirito e lo spirito brame contrarie a quelle della carne, sicché voi non fate quel che vorreste.

Dopo averti costretto a guardarti in faccia, facendoti toccare con mano come da solo tu fallisci [ la riuscita ], immediatamente ti invia al soccorritore.

Se invece siete condotti dallo Spirito, non siete più sotto la legge. ( Gal 5,18 )

Chi è sotto la legge non adempie la legge ma ne è schiacciato, come David quando aveva indosso le armi.

Se poi chi ti conduce è lo Spirito, osserva anche chi ti dà l'aiuto affinché possa adempiere ciò che ti proponi.

Tuo soccorritore, tuo sostegno, tua speranza è colui che addestra le tue mani alla guerra, le tue dita alla battaglia.

Dice: Sono manifeste le opere della carne, e queste sono le fornicazioni, le impurità,  l'idolatria, la lussuria, la magia, le contese, le inimicizie, le ubriachezze, le gozzoviglie e cose simili, riguardo alle quali vi predico, come già vi ho predetto che chi compie di tali cose non possederà il regno di Dio. ( Gal 5,19-21 )

Non coloro che lottano contro tali tendenze, quindi, ma coloro che ne eseguono le opere.

Un conto è infatti lottare, un altro conto è vincere e un altro conto ancora è trovarsi in pace e nella quiete.

Statemi attenti mentre vi illustrerò la cosa con qualche esempio.

Ti si fa balenare l'idea d'un guadagno e quest'idea ti piace.

Include la frode, è vero, ma il guadagno è veramente notevole.

Nonostante l'attrattiva, tu non consenti.

Osserva che battaglia: continuano le suggestioni, le pressioni e tu ti soffermi a deliberare.

Ovviamente chi lotta è sempre in pericolo.

Abbiamo visto la lotta, vediamo il resto.

Uno s'è messo sotto i piedi la giustizia, pur di commettere la frode: è stato vinto.

Un altro ha calpestato il guadagno per mantenersi fedele alla giustizia: è stato vincitore.

Tre casi: io mi rattristo per colui che è stato vinto, temo per chi è ancora nella lotta, mi rallegro col vincitore.

Consideriamo poi un istante questo vincitore.

Forse che ha ottenuto su di sé un successo così assoluto che il denaro non lo lusinghi affatto o non susciti in lui alcun'attrattiva?

Sarà un'attrattiva facile a superarsi, a disprezzarsi, un moto a cui non si consente, non solo, ma col quale non ci si degna di scendere in combattimento; tuttavia c'è sempre in fondo all'animo un certo qual pizzicorino di piacere.

Tale sollecitazione ( e, con essa, il nemico ) non muove guerra né regna, tuttavia c'è e rimane nella carne mortale un qualcosa che [ nell'eternità ] non ci sarà più.

Tutto intero il nostro essere, infatti, sarà inglobato nella vittoria, ma più tardi; adesso il corpo è morto a causa del peccato, ( Rm 8,10 ) e quindi al corpo è inerente il peccato, sebbene più non vi regni.

Viceversa lo spirito è vita per la giustizia.

Ora se colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà vita anche ai vostri corpi mortali, in forza del suo Spirito che abita in voi. ( Rm 8,10-11 )

Allora non ci sarà cosa alcuna che muova guerra o faccia solletico: tutto si acquieterà in [ perfetta ] pace.

La nostra guerra infatti non è di una natura che si mette in contrasto con un'altra, ma è come quando in casa litigano marito e moglie.

Se stanno in discordia, è un problemaccio molesto e pericoloso: se il marito è sopraffatto e la moglie predomina, è una pace sballata; se invece il marito detta legge e la moglie è sottomessa, è una pace ordinata; comunque non si tratta d'un essere estraneo o d'una natura diversa, in quanto la donna è stata tratta dall'uomo.

La tua carne [ è ] la tua sposa o magari la tua serva.

In qualunque modo la consideri, occorre sempre che la tenga sottomessa e, se la combatti, combattila per trarne vantaggio.

E il vantaggio si ha quando l'inferiore è soggetto al superiore, ma occorre che colui che esige sudditanza da chi gli è inferiore a sua volta si assoggetti a chi gli è superiore.

Riconosci [ qual sia ] il retto ordine, cerca la pace.

Sta' tu soggetto a Dio e la carne sia soggetta a te.

Cosa c'è di più giusto, di più bello? Tu soggetto al più grande di te, l'inferiore soggetto a te.

Tu servi al tuo Creatore, affinché ciò che è stato creato per te sia al tuo servizio.

Non è infatti come segue l'ordine che riconosciamo e inculchiamo, cioè la carne soggetta a te e tu a Dio, ma: Tu soggetto a Dio e la carne a te.

Se infatti tu non t'adoperi per essere soggetto a Dio, mai ti riuscirà di sottomettere a te la carne.

Se non vuoi obbedire al padrone, sarai maltrattato dal servo.

E potrai forse pronunciare le parole: Benedetto il Signore mio Dio, ché addestra le mie mani alla battaglia, le mie dita alla guerra, se non sarai stato tu il primo a sottometterti a Dio, ottenendo così che la carne si sottomettesse a te?

Vuoi combattere senza una [ conveniente ] istruzione: sarai sconfitto e condannato.

Pertanto, assoggettati prima tu a Dio; successivamente, da lui istruito ed aiutato, buttati nella mischia e di': Egli addestra le mia mani alla battaglia, le mie dita alla guerra.

7 - [v 2.] Perdonare le offese e dare al bisognoso

Sei dunque in guerra; e siccome finché dura la guerra sei in pericolo, trovandoti appunto nel pericolo e nel cimento, di' quanto segue: Mia misericordia.

Non sarò vinto. Ma che vuol dire questo Mia misericordia?

Che tu mi usi misericordia e sei misericordioso con me, ovvero che tu mi hai perdonato affinché io, a mia volta, sia misericordioso?

Non c'è infatti modo più facile per vincere il nemico che l'essere misericordiosi.

Ecco il nemico ordire calunnie da obiettarci nel giudizio, ma non può ordirne di false perché il giudice non è tale da accettarle.

Se la nostra causa si svolgesse di fronte a un giudice uomo, il nemico potrebbe ingannarlo con menzogne e rovesciare su di noi le sue false accuse.

Siccome però la nostra causa si svolge dinanzi a un giudice infallibile, il nemico fa di tutto per allettarci a commettere il peccato, in modo d'avere qualche colpa reale da presentare contro di noi.

Se quindi la nostra fragilità qualche volta cede di fronte ai suoi artifizi, passiamo subito alla confessione, che è un atto di umiltà, ed esercitiamoci nelle opere della misericordia e della pietà.

Ogni colpa viene cancellata se con cuore sincero e piena fiducia diciamo a colui che ci vede: Rimetti a noi come anche noi rimettiamo. ( Mt 6,12 )

Dillo con tutto il cuore, dillo con fiducia illimitata, dillo senza titubazioni: Rimetti a noi come anche noi rimettiamo.

Ovvero, se noi non rimettiamo, non rimettere nemmeno tu! Che se anche non pronunzi queste parole né gli dici di non rimettere poiché tu non rimetti, lui certamente, se noi non rimettiamo, non rimette.

Non sarà mai infatti che lui sia fallace nel promettere, sicché tu, peccatore, rimanga impunito.

Ti dice: Vuoi che io ti perdoni? Perdona.

Ma c'è un'altra opera di misericordia. Vuoi ricevere i miei doni? Dona.

Nel Vangelo [ i due precetti ] stanno insieme: Rimettete e sarà rimesso a voi; date e sarà dato a voi. ( Lc 6,37 )

Dice: Io ho un credito con te, e tu hai un credito con un'altra persona.

Condonale e io condono a te.

Tu vieni a chiedermi qualcosa, ma c'è quell'altro che chiede qualcosa a te.

Dà a lui e io darò a te. Ma chi è che rimette? chi è che dona? Non forse la carità?

E donde procede la carità se non dallo Spirito Santo che ci è stato dato? ( Rm 5,5 )

In conclusione, la vittoria sul nostro nemico è frutto delle opere di misericordia, che noi mai potremmo compiere se non avessimo in noi la carità.

Quanto poi alla carità, noi non l'avremmo se non ci fosse stata donata ad opera dello Spirito Santo.

È quindi lo Spirito colui che addestra le nostre mani alla battaglia, le nostre dita alla guerra; e pertanto è a lui che diciamo: Mia misericordia.

Anche perché è da lui che riceviamo la facoltà di essere misericordiosi.

Difatti il giudizio sarà senza misericordia per colui che non avrà usato misericordia. ( Gc 2,13 )

8 - La misura nel perdonare e nel dare

Ritenete forse cose da poco le opere della misericordia? Voglio dirvi qualcosa al riguardo.

E, prima di tutto, riflettete bene alla massima scritturale che vi citavo or ora: Il giudizio sarà senza misericordia per colui che non avrà usato misericordia. ( Gc 2,13 )

Sarà giudicato senza misericordia colui che prima del giudizio non avrà usato misericordia.

E poi? cosa aggiunge? La misericordia invece ha la meglio sul giudizio.

Che significa, fratelli, questo prevalere della misericordia sul giudizio?

Che la misericordia sta al di sopra del giudizio.

Supponete uno in cui si sia trovata un'opera di misericordia: anche se avesse delle colpe per cui nel giudizio meritava il castigo, il fuoco del peccato viene spento dall'acqua - diciamo così - della misericordia.

Difatti la misericordia ha la meglio sul giudizio.

Ma allora? Se Dio va incontro a gente siffatta, se la libera e le rimette i peccati, non sarà per caso ingiusto? Certo no.

Anche allora è giusto: la misericordia non lo priva della giustizia, come la giustizia non lo priva della misericordia.

Guarda se non sia giusto. Dice: Perdona e io ti perdono; dà agli altri e io do a te.

Vedi se non sia giusto: Nella misura con cui avrete misurato sarà rimisurato a voi. ( Mt 7,2 )

In questo senso ti dice: Nella stessa misura.

Non si tratta di una misura soltanto della stessa specie ma dell'identica misura relativamente a questo: Perdona e io perdono.

Presso di te c'è una misura secondo cui concedi il perdono; presso di me troverai la misura secondo cui riceverlo.

Presso di te c'è la misura secondo cui elargire quel che hai; presso di me troverai la misura secondo cui ricevere quel che non hai.

9 - Evitare il male e fare il bene

Mia misericordia e mio rifugio, mio difensore e mio liberatore.

Stenta molto questo combattente che si propone di domare la carne e le sue brame contrarie allo spirito.

Seguita a frenare ciò che stai frenando.

Ciò che vuoi conseguire l'avrai in pienezza quando la morte sarà stata inghiottita nella vittoria, ( 1 Cor 15,54 ) quando questo corpo mortale, risuscitato, sarà trasformato nella condizione angelica e volerà verso il conseguimento delle doti dell'uomo celeste.

Dice: I morti in Cristo risorgeranno per primi; successivamente anche noi, i viventi, i superstiti, nella venuta del Signore saremo rapiti insieme con loro sulle nubi incontro a Cristo nell'aria, e così saremo sempre col Signore. ( 1 Ts 4,15 )

Allora la morte sarà inghiottita nella vittoria; allora si dirà: Dov'è, o morte, la tua resistenza? dov'è, o morte, il tuo pungiglione? ( 1 Cor 15,55 )

Nulla infatti resterà, né nell'anima né nel corpo, che insorga contro l'amore di Dio.

Vittoria piena, pace completa.

Nei suoi confronti si dice a noi immersi nel combattimento: Venite, figli, ascoltatemi; vi insegnerò il timore del Signore. ( Sal 34,12 )

Siete in battaglia, vi affannate nella lotta, avendo in cuore il desiderio della pace.

Chi è l'uomo che vuole la vita e ama vedere giorni buoni? ( Sal 34,13 )

Chi non risponderebbe: Io? La vita infatti e i giorni felici li otterremo là dove nessuna brama disordinata insorgerà contro lo spirito, là dove non ci si dirà più: Combatti, ma: Godi.

Chi però desidera [ fattivamente ] questi giorni? Ciascuno, è naturale, risponde: Io.

Ebbene ascolta il seguito [ del sacro testo ].

Mi sono accorto che sei fra gli stenti, nel pieno della lotta e soggetto al pericolo.

Ascolta il seguito: ti addestra le mani per la battaglia, le dita per la guerra.

Raffrena la tua lingua dal male, e le tue labbra non dicano inganni; allontànati dal male e fa' il bene. ( Sal 34,14-15 )

Come infatti potrai compiere il bene se non rinuncerai al male?

Come potrei suggerirti di vestire [ l'ignudo ] se sei ancora uno che spoglia [ chi ha beni ]?

Come potrei chiederti di donare [ agli altri ] se ancora commetti rapine?

Allontànati dal male e fa' il bene.

Prima fa' sì che il povero non abbia a piangere oppresso da te, successivamente potrà godere per l'opera tua.

Allontànati dal male e fa' il bene.

In vista di quale ricompensa? Adesso infatti sei nella lotta.

Cerca la pace e poniti al suo seguito. Impara!

Di': Mia misericordia e mio rifugio; mia difesa e mio liberatore; mio protettore.

Mia difesa perché non cada; mio liberatore, perché non mi attacchi [ alla terra ]; mio protettore, perché non sia ferito.

Mio protettore e in lui ho sperato.

In tutte le varie vicende della mia vita, in ogni mia angustia, in ogni mia battaglia, in ogni mia difficoltà io ho sperato in lui.

Egli assoggetta a me il mio popolo. Ecco il nostro Capo che parla con noi.

10 - [v 3.] Dio ha grande stima dell'uomo

Signore, che cosa è l'uomo perché ti sia fatto a lui conoscere?

Tutto quello che è, lo è perché tu ti sei a lui fatto conoscere.

Che cosa è l'uomo perché ti sia fatto a lui conoscere, o il figlio dell'uomo perché tu ne tenga conto?

Lo stimi, lo valuti e lo calcoli tanto e tanto; lo collochi in un certo qual ordine e ben conosci le cose al di sotto o al di sopra delle quali lo collochi.

La stima infatti altro non è se non il calcolo del prezzo di qualsiasi cosa.

Ebbene, quale stima non ha avuto Dio dell'uomo se per lui ha disposto che versasse il sangue il suo Unigenito?

Che cosa è l'uomo perché ti sia fatto a lui conoscere?

Chi è colui al quale ti sei manifestato, e chi tu che ti manifesti?

Cos'è il figlio dell'uomo perché tu ne tenga conto?

Lo consideri veramente molto, molto lo stimi, e ci lasci comprendere che esso è qualcosa di veramente prezioso.

Nello stimare l'uomo Dio non fa come fa l'uomo quando stima un altro uomo.

Quando, ad esempio, si trova esposto alla vendita uno schiavo, l'uomo sborsa più denaro per un cavallo che per un uomo.

Osserva bene invece quanto ti abbia stimato Dio, per cui gli possa dire: Se Dio è a nostro favore, chi sarà contro di noi?

In effetti quanto, non ti ha creduto prezioso se non ha risparmiato il suo proprio Figlio ma lo ha consegnato [ alla morte ] per tutti noi?

Come non ci ha donato insieme con lui anche tutte le cose? ( Rm 8,31-32 )

E se durante la battaglia ti ha rifocillato con questo alimento, cosa non ti serberà per quando avrai conseguito la vittoria?

Dice: Io sono il pane vivo che discesi dal cielo. ( Gv 6,41 )

Questo è il vitto dei combattenti, preso dalle dispense del padrone di casa, a cui attingono gli angeli, come sta scritto: L'uomo ha mangiato il pane degli angeli. ( Sal 78,25 )

Una volta poi cessati i combattimenti, quando non ci verranno più distribuite le razioni di vitto, cosa ti tiene da parte? cosa darà Dio ai vincitori se non quel che è descritto in quell'altro salmo a voi noto?

Dice: Una sola cosa ho chiesto al Signore, questa ricercherò: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la felicità del Signore ed essere protetto quale suo tempio. ( Sal 27,4 )

Che cosa è l'uomo perché ti sia fatto a lui conoscere? o il figlio dell'uomo perché tu ne tenga conto?

11 - [v 4.] Agire bene nonostante l'oscurità della vita presente

L'uomo somiglia alla vanità; eppure tu ti fai conoscere a lui e tieni conto di lui.

L'uomo somiglia alla vanità. Quale vanità? Quella del tempo col suo continuo dileguarsi e fluire.

Si chiama vanità, quella del tempo, in confronto con la verità, che è perfettamente stabile e mai viene meno.

Anche la creatura del mondo presente infatti è adeguata al suo ambiente, in quanto Dio ha riempito la terra con i suoi beni. ( Sir 16,30 )

Così sta scritto; e che significa: Suoi? Corrispondenti a sé.

Però tutti gli esseri terreni sono un soffio, tanto fuggono veloci, se li si paragona a quella Verità della quale fu detto: Io sono colui che sono. ( Es 3,14 )

Ora tutto ciò che passa lo chiamiamo vanità: svanisce infatti nel tempo come il fumo nell'aria.

E cosa potrei qui aggiungere se non quanto diceva l'apostolo Giacomo per inculcare l'umiltà a certi uomini superbi?

Ecco le sue parole: Che cos'è infatti la vostra vita?

È un fumo che per poco appare e poi si dilegua. ( Gc 4,15 )

È quindi comprovato che l'uomo somiglia alla vanità.

Le somiglia da quando commise il peccato.

Quando infatti fu creato somigliava alla verità, ma dopo il peccato, avendo ricevuto la pena che meritava, divenne simile alla vanità.

Si dice in un altro salmo: Tu trattasti severamente l'uomo per la [ sua ] iniquità, e facesti consumare come un ragno la sua anima. ( Sal 39,12 )

Lo stesso qui: L'uomo somiglia alla vanità.

E poi in quel salmo cosa si diceva? Ecco, hai fatto vecchi i miei giorni; ( Sal 39,6 ) e nel nostro salmo cosa si dice?

I suoi giorni passano come ombra.

Durante i suoi giorni ombratili sia l'uomo premuroso e compia opere degne della luce a cui aspira.

Se è nell'ombra della notte, desideri il giorno.

Per l'uomo cosciente poi il giorno della presente vanità è giorno di tribolazione.

Sarà o un incomodo o una molestia che vengono a infastidirci, o sarà, magari, un successo col quale il mondo viene a lusingarci: sono sempre cose da temersi e di cui gemere, in quanto rendono la vita dell'uomo sulla terra una [ continua ] tentazione. ( Gb 7,1 )

Per questo è detto: Tutto il giorno camminavo rattristato. ( Sal 38,7 )

Abbiamo bisogno di conforto e, in effetti, tutte le cose che Dio ci manda quaggiù ( dico delle prosperità ) non sono godimenti per gente ormai beata ma consolazioni per chi si trova in miseria.

Voglio dire pertanto: l'uomo che si trova a vivere i giorni della sua oscurità quali sono i giorni presenti, faccia qualcosa che sia degno della luce che desidera.

Durante la [ sua ] notte cerchi Dio come sta scritto: Nel giorno della mia tribolazione ho cercato Dio con le mie mani di notte dinanzi a lui, e non sono stato deluso. ( Sal 77,3 )

Qual è il giorno che chiama "della tribolazione" se non quello che chiama anche "notte"?

Con le mie mani di notte dinanzi a lui.

Siamo ancora nella notte e vegliamo al tenue lume della profezia.

Ci è stato promesso, sì, qualcosa di cui siamo in attesa, ma cosa dice l'apostolo Pietro?

Abbiamo, molto certa, la parola profetica, alla quale voi fate bene ad attenervi, come a lucerna che splende in luogo oscuro finché non rifulga il giorno e la stella del mattino non si levi nei vostri cuori. ( 2 Pt 1,19 )

Giunti lassù, lo stesso giorno sarà il nostro premio.

Al mattino esaudirai la mia voce, al mattino mi presenterò a te e contemplerò. ( Sal 5,5 )

Suvvia dunque! sebbene tu sia nella notte, lavora con le tue mani; cioè muovi alla ricerca di Dio con opere buone, prima che giunga il giorno che ti deve colmare di gioia, affinché non succeda che, quando arriverà, ti riempia di tristezza.

Osserva quanto debba sentirti sicuro nel tuo agire: non ti abbandonerà certamente colui che tu cerchi.

Dice: Ho cercato Dio con le mie mani di notte dinanzi a lui. ( Sal 77,3 )

Dice: Dinanzi a lui perché a ripagarti sarà il Padre tuo che vede nel segreto. ( Mt 6,4 )

Possiedi dentro di te la misericordia e la carità e non compiere nulla con la smania, diciamo così, di piacere alla gente.

Con le mie mani, cioè con le mie opere, nell'ombra, cioè nella vita presente, là dove lui vede, non dove m'attirerebbe la voglia di piacere agli uomini.

E come continua? E non sono stato deluso.

L'uomo somiglia alla vanità, i suoi giorni passano come ombra, e, nonostante questo, tu ti riveli a lui e ne hai stima.

12 - [vv 5-7.] Effetti sorprendenti del ministero apostolico

Signore, abbassa i tuoi cieli e discendi; tocca i monti e fumeranno.

Fa' lampeggiare le tue folgori e disperdili; scocca le tue saette e gettali nello spavento.

Stendi la tua mano dall'alto e salvami e liberami dalle grandi acque.

Il corpo di Cristo, David nella sua umiltà, pieno di grazia e fidente in Dio, invoca l'aiuto divino mentre combatte in questo mondo: Abbassa i tuoi cieli e discendi.

Chi sono questi cieli abbassati? Gli Apostoli nella loro umiliazione.

Essi infatti sono i cieli che narrano la gloria di Dio, ( Sal 19,2 ) e di questi cieli, narratori della gloria di Dio, subito appresso è detto: Non sono discorsi e non sono parole di cui non si oda il suono; in tutta la terra è uscito il loro suono e sino ai confini dell'universo le loro parole. ( Sal 19,4-5 )

Ci fu dunque un tempo in cui questi cieli spandevano la loro voce per tutte le regioni della terra e compivano strepitosi miracoli.

Era Dio che in loro e per loro scoccava fulmini e tuonava, per mezzo di miracoli e di precetti, al segno che gli stessi Apostoli furono presi per delle divinità scese dal cielo.

Si riferisce infatti che certi pagani, convinti di questo, vollero un giorno offrir loro un sacrifizio.

Appena però essi se ne avvidero, sapendo come un simile omaggio fosse indebito nei loro confronti, rimasero esterrefatti e disapprovarono l'iniziativa.

Volendo poi distogliere dall'errore quella gente, per manifestare meglio i sentimenti del loro animo, si strapparono le vesti dicendo: Cosa mai state facendo? Anche noi siamo uomini mortali come voi. ( At 14,13 )

Dopo queste parole cominciarono a descrivere la grandezza incomparabile del nostro Signore Gesù Cristo: umiliavano se stessi per glorificare Dio, perché s'erano abbassati i cieli affinché vi scendesse Dio.

Ebbene, abbassa i tuoi cieli e discendi. È già accaduto.

Tocca i monti e fumeranno. Intendiamo per " monti " gli uomini superbi, i dignitari di questa terra, le eccellenze gonfie di sé.

Dice: Tocca questi monti, toccali. Dà a questi monti un tantino della tua grazia e fumeranno, cioè confesseranno i loro peccati.

Questo fumo, poi, di coloro che confessano i peccati strapperà anche le lagrime ai superbi divenuti umili.

Tocca i monti e fumeranno. Finché non li tocchi si crederanno grandi, ma poi diranno anch'essi: Tu [ solo ] sei grande, o Signore. ( Sal 48,2 )

Anche i monti diranno: Tu solo l'Altissimo su tutta la terra. ( Sal 83,19 )

13 - Ci sono tuttavia dei ribelli che cospirano e di comune intesa complottano contro il Signore e contro il suo Consacrato. ( Sal 2,2; At 4,26-27 )

Complottano, cospirano. Fa' lampeggiare le tue folgori e disperdili.

Moltiplica i tuoi miracoli e si dissolverà il loro complottare.

Fa' lampeggiare le tue folgori e disperdili.

Spaventati dai miracoli, non oseranno muovere contro di te e, presi dal timore, si troveranno imbarazzati sul fatto stesso dei miracoli.

" Chi è mai costui che compie opere così straordinarie? chi è costui che tanto s'innalza [ nella gloria ] e il cui nome ha tanto potere?

" Il solo dire: Chi è costui? è un indizio che crederanno.

Li folgorasti con i miracoli e dissolvesti la loro perversa solidarietà.

Scocca le tue saette e gettali nello spavento.

Le saette del Potente [ sono ] acuminate: ( Sal 120,4 ) i tuoi precetti, le tue parole feriscano il loro cuore.

Scocca le tue saette e gettali nello spavento.

Siano feriti questi sani di falsa salute, affinché, debitamente feriti, acquistino la vera salute.

Entrati nella Chiesa e inseriti nel corpo di Cristo, dicano in coro con la Chiesa: Io sono ferita di amore. ( Ct 2,5 sec. LXX )

Scocca le tue saette e gettali nello spavento.

14 - Dio ci mette alla prova servendosi degli increduli

Stendi la tua mano dall'alto. Cosa accadrà in seguito? cosa alla fine?

Come vincerà il corpo di Cristo? Con l'aiuto celeste.

Verrà infatti lo stesso Signore nella voce dell'arcangelo e scenderà dal cielo con la tromba di Dio. ( 1 Ts 4,15 )

Verrà lo stesso Salvatore, lui che è la mano di Dio.

Stendi la tua mano dall'alto e salvami e liberami dalle grandi acque.

Che significa: Dalle grandi acque? Dalla moltitudine dei popoli.

Quali? Gli estranei, gli increduli, tanto quelli che mi assaltano dal di fuori quanto quelli che mi insidiano dal di dentro.

Liberami dalle grandi acque, in mezzo alle quali mi mettevi alla prova e mi agitavi per spogliarmi di ogni abito insudiciato.

Questa è anche la ben nota acqua della contraddizione. ( Nm 20,13 )

15 - [vv 7.8.] Salvami e liberami dalle grandi acque

Ascoltiamo ancora qualcosa a proposito di queste acque copiose dalle quali Dio libererà il corpo del suo Cristo, dalle quali libererà l'umile David.

Che significa: Dalle grandi acque? Cos'è che hai inteso dire, affinché non interpretiamo in maniera arbitraria?

Cosa hai chiamato " acque grandi "? Ascolta cosa ho voluto dire.

Dalla mano di figli stranieri. Ascoltate, fratelli, qual sia la gente fra cui viviamo e da cui desideriamo essere liberati.

La cui bocca ha proferito vanità.

Voi tutti quest'oggi, se non foste convenuti a questo divino spettacolo, dove vi è presentata la parola di Dio, ma vi foste mescolati agli altri e vi trovaste fra loro in questo momento, quante stupidità non udreste!

La loro bocca proferisce vanità.

E ancora: proferendo essi a gran voce la loro vanità, come avrebbero potuto ascoltare il vostro annunzio di verità?

La loro bocca proferisce vanità e la loro destra è una destra di iniquità.

16 - [v 9.] Con che sugo ti mescoli a loro tu che hai con te il recipiente solito usarsi dai pastori dentro il quale sono le cinque pietre?

Dimmelo sotto altra forma. Spiegami in altra maniera come siamo sempre nell'ambito della stessa legge, prima raffigurata nelle cinque pietre.

O Dio, ti canterò un cantico nuovo. Il cantico nuovo è l'inno alla grazia; il cantico nuovo è il canto dell'uomo nuovo, del Testamento Nuovo.

Dice: Ti canterò un cantico nuovo.

Non immaginare però che la grazia provenga dalla legge, mentre in realtà è in virtù della grazia che si è in grado di adempiere la legge.

Per questo dice: Nel salterio a dieci corde salmeggerò a te.

Nel salterio a dieci corde, cioè nella legge compendiata nei dieci comandamenti.

Lì io salmeggerò a te, lì godrò in te, lì voglio cantarti il cantico nuovo, poiché pienezza della legge è la carità. ( Rm 13,10 )

Quanti, viceversa, non hanno la carità possono avere in mano il salterio ma non vi cantano nulla.

Dice pertanto [ il salmista ]: In mezzo alle acque della contraddizione io canterò a te il cantico nuovo, né le acque della contraddizione, per quanto strepito faranno, riusciranno mai a ridurre al silenzio il mio salterio.

Nel salterio a dieci corde salmeggerò a te.

17 - [v 10.] La duplice spada, benigna e maligna

Egli dà la salute ai re, quando ormai fumano i monti.

Egli redime David suo servo.

Riconoscete [ questo ] David; siate voi stessi David!

Da che cosa redime Dio il suo servo David?, da che cosa redime Cristo, da che cosa redime il corpo di Cristo?

Liberami dalla spada maligna. Non gli basta [ dire ]: Dalla spada, ma aggiunge: Maligna.

C'è infatti, senza dubbio, anche una spada benigna.

E qual è? Quella di cui dice il Signore: Non sono venuto sulla terra a mettere la pace ma [ a portare ] la spada. ( Mt 10,34 )

Avrebbe infatti separato i credenti dagli increduli, i figli dai genitori, troncando tutti gli altri legami di parentela con quella spada che resecava il marcio e sanava le membra di Cristo.

C'è dunque una spada benigna: è la spada a due tagli carica di potenza nell'un verso e nell'altro, la spada del Vecchio e del Nuovo Testamento, efficace con i racconti delle gesta passate e le promesse dei beni futuri.

Ecco la spada benigna.

Ma c'è anche una spada maligna: è quella di cui si servono quanti predicano la vanità, come viceversa è benigna la spada con cui Dio annunzia la verità.

Ebbene, liberami dalla spada maligna.

In effetti, i figli degli uomini, i loro denti sono armi e frecce e la loro lingua spada acuminata. ( Sal 57,5 )

Da questa spada maligna liberami.

Ciò che ora chiama "spada" poc'anzi lo chiamava "grandi acque".

Diceva: Liberami dalle grandi acque. ( Sal 144,7 )

E anch'io ciò che prima chiamavo "grandi acque" chiamo ora " spada maligna ".

Parlando poi delle grandi acque proseguiva: Dalla mano dei figli stranieri la cui bocca ha proferito vanità.

E affinché tu ti persuada che parlava proprio di loro, anche qui, dopo aver detto: Liberami dalla spada maligna, proseguendo aggiunge: Salvami dai figli stranieri, la cui bocca ha proferito vanità.

Esattamente come nel testo antecedente.

Quanto alle parole successive: La loro destra [ è ] destra di iniquità, il loro equivalente era stato posto anche sopra quando quelle persone le aveva chiamate " grandi acque ".

E affinché tu non le consideri acque buone, le specifica denominandole " spada maligna ".

Ci spieghi dunque ora cosa intenda dire con le parole: La cui bocca ha proferito vanità e la loro destra [ è ] destra di iniquità.

Qual è la vanità proferita dalla loro bocca? e in che senso la loro destra [ è ] destra di iniquità?

18 - [vv 12-14.] Valutare saggiamente i beni presenti e quelli futuri

I loro figli [ sono ] come piante novelle rigogliose nella loro giovinezza.

Vuol descriverci la loro felicità. Voi, figli della luce e della pace, state bene attenti.

Prestate attenzione voi, figli della Chiesa e membra di Cristo, e osservate chi siano coloro che chiama stranieri e figli di stranieri, chi siano coloro che chiama acque della contraddizione e spada maligna.

Statemi attenti, vi prego, poiché è in mezzo a loro che vivete continuamente esposti al pericolo.

Le loro lingue vi scrutano nel combattimento che sostenete con i vostri desideri carnali: esposti alle [ insidie delle ] loro lingue manovrate dal diavolo, che si serve di esse per combattervi, voi sostenete la lotta non contro la carne e il sangue ma contro i principi e le potestà e i reggitori del mondo di queste tenebre, ( Ef 6,12 ) cioè degli iniqui.

State attenti e separatevi [ da loro ].

State attenti per non cacciarvi in testa che la vera felicità sia quella che si ripromettono gli uomini o deboli o perversi.

Osservate, fratelli! È cosa certa che li ha chiamati " figli stranieri ", come li ha chiamati anche " grandi acque " e " spada maligna ".

Notate com'essi parlino vanamente, e badate a non parlare anche voi allo stesso modo: badate a non imitarli in quel che dicono.

La loro bocca proferisce vanità e la loro destra [ è ] destra di iniquità.

Qual è la vanità che ha proferito la loro bocca, e in che senso la loro destra è destra iniqua? Ascolta!

I loro figli sono come piante novelle rigogliose nella loro giovinezza; le loro figlie agghindate e adorne a somiglianza del tempio; le loro dispense piene, abbondanti di questo e di quello; le loro pecore feconde moltiplicano i loro parti; i loro bovi grassi; non c'è apertura né uscita nelle loro siepi, né grida nelle loro piazze.

Non sono dunque tutte queste cose la felicità?

Mi rivolgo ai figli del Regno dei cieli, mi rivolgo a una stirpe risorta per l'eternità, mi rivolgo al corpo di Cristo, alle membra di Cristo, al tempio di Dio.

Non è davvero questa la felicità: avere figli in piena salute, figlie vezzose, dispense piene, molto bestiame, nessuno squarcio non dico nelle mura ma nemmeno nella siepe, nessun tumulto né baccano nelle piazze; ma nelle case, nelle città, ovunque pace, abbondanza e sovrabbondanza d'ogni cosa?

Non è davvero questa la felicità? E dovrebbero i giusti evitare questo tipo di felicità?

Ma non t'imbatti [ a volte ] in case di giusti dove tutte queste cose abbondano, dove regna proprio questa felicità?

Abramo non aveva forse in casa abbondanza di oro, argento, figli, servi e bestiame? ( Gen 12,5; Gen 13,2-6 )

Non capitò altrettanto al santo patriarca Giacobbe?

Fuggì in Mesopotamia per evitare [ di scontrarsi con ] suo fratello Esaù.

Servendo divenne ricco, al segno che, tornando in patria, poté ringraziare il Signore suo Dio perché, mentre all'andata aveva attraversato il fiume avendo soltanto il suo bastone, adesso se ne tornava ricco di copiosissimo bestiame e di numerosi figli. ( Gen 31,18; Gen 32,7-10 )

Che diremo? Che tutto questo non sia felicità?

Ammettiamo che lo sia, ma è la felicità posta a sinistra.

Che vuol dire: Posta a sinistra? È una felicità temporale, mortale, corporale.

Non t'impongo di evitarla a tutti i costi, ma non devi confonderla con la felicità della destra.

Difatti, se la gente in parola è detta maligna e vana, non è per il fatto che possedeva l'abbondanza di tutte quelle cose ma perché poneva a destra ciò che invece sarebbe dovuto rimanere a sinistra.

Per questo la loro destra [ è ] destra di iniquità; per questo la loro bocca ha proferito vanità: perché collocarono a destra ciò che avrebbero dovuto conservare sempre a sinistra.

E nella destra cosa avrebbero dovuto porci? Dio, l'eternità, gli anni di Dio che non vengono mai meno, come sta scritto: E i tuoi anni non verranno meno. ( Sal 102,28 )

In queste cose dev'essere la nostra destra, in esse il nostro desiderio.

Serviamoci di quel che si trova a sinistra limitatamente alla vita temporale; desideriamo di possedere in eterno ciò che sta a destra.

Anche se nuotate nella ricchezza, non vi attaccate il cuore ( Sal 62,11 ) poiché, se attaccherete il cuore a cose instabili come le ricchezze, mettete a destra ciò che deve stare a sinistra.

Ravvedetevi! Riconoscete l'abbraccio della Sapienza, della quale è detto: La sua sinistra è sotto la mia testa e la sua destra mi abbraccerà. ( Ct 2,6 )

Scrutate le profondità di questo santo cantico ardente d'amore; scrutate il Cantico dei cantici, il cantico delle nozze celesti fra Cristo e la Chiesa.

Cosa dice la sposa nei confronti dello sposo? La sua sinistra è sotto la mia testa e la sua destra mi abbraccerà.

La sinistra sotto il capo, la destra invece sopra.

Abbracciandola dall'alto, infatti, un braccio di lui rimane più alto della testa, mentre la mano sinistra è sotto la testa.

Dice: La sua sinistra [ è ] sotto il mio capo.

Egli cioè non mi lascerà sprovvisto delle cose necessarie per la vita temporale, tuttavia la sua sinistra rimarrà sotto la mia testa.

Non sarà collocata più in alto della testa, ma resterà sotto la testa, affinché la destra di lui possa abbracciarmi promettendomi la vita eterna.

Solo così infatti la sinistra starà sotto la testa: se la destra le starà al di sopra.

E si adempirà quanto è scritto nella lettera a Timoteo: Avendo la promessa della vita presente e di quella futura. ( 1 Tm 4,8 )

Dice: Avendo la promessa della vita presente e di quella futura.

Cosa faremo nel tempo presente? Procureremo che la sinistra sia sotto la testa.

E cosa faremo nel mondo avvenire? La sua destra mi abbraccerà.

Cercate le cose necessarie alla vita temporale? Prima però cercate il Regno di Dio, cioè quel che sta a destra, e tutte queste cose vi saranno date per giunta. ( Mt 6,33 )

Dice: Avrete quaggiù ricchezza e gloria e nel secolo futuro la vita eterna.

Cioè: con la sinistra sosterrò la vostra debolezza, con la destra coronerò la vostra perfezione.

O che per caso gli Apostoli, quando lasciarono tutti i loro averi o distribuirono ai poveri le loro sostanze, rimasero senza alcuna ricchezza in questo stesso mondo?

Che ne è stato allora di quella promessa spettante i beni della sinistra: Riceverà in questo mondo sette volte tanto? ( Mt 19,29 )

Promise un aumento, e in realtà cos'è mancato mai agli uomini di Dio?

L'incredulo possiede una casa o un numero limitato di case; al contrario all'uomo credente appartiene tutto un mondo di ricchezze. ( Pr 17,6 sec. LXX )

Vedi come sia piena la sua sinistra che pur sta sotto la testa: Riceverà in questo mondo sette volte tanto.

E vedi ora come la destra lo abbracci: E nel secolo futuro la vita eterna. ( Mt 19,29 )

Molto appropriatamente quindi in un altro passo, dove si parla ancora della Sapienza, è detto: Nella sua destra gli anni della vita, e nella sua sinistra le ricchezze e l'onore. ( Pr 3,16 )

19 - [v 15.] Le opere di misericordia

Ma perché dare a costoro il nome di parolai? e per qual motivo la loro bocca avrebbe proferito vanità?

Perché la loro destra [ è ] destra di iniquità.

Quindi non li rimprovero perché i loro figli sono come piante novelle rigogliose nella loro gioventù né perché le loro figlie si adornano sì da rassomigliare al tempio né perché abbondano degli altri beni o perché godono della pace terrena.

Per qual motivo allora li rimprovero? Beato dissero il popolo che ha tali cose.

O uomini dalla bocca piena di vanità! Beato dissero il popolo che ha tali cose.

Hanno perduto quel che veramente è la destra: malvagi, perversi, si sono vestiti a rovescio dei benefici di Dio.

O gente malvagia, predicatori della vanità, figli stranieri! Beato dissero il popolo che ha tali cose.

Hanno spostato a destra ciò che sarebbe dovuto stare a sinistra.

Beato dissero il popolo che ha tali cose.

Tu viceversa, o David, cosa dici? Cosa dici tu, corpo di Cristo? cosa voi, membra di Cristo? cosa voi, figli di Dio e non progenie forestiera?

Se i figli stranieri, ciancioni come sono, hanno detto beato il popolo che ha tali cose, voi cosa dite?

Beato il popolo che ha come suo Dio il Signore.

Possedete pure, in conclusione, i beni della sinistra ma teneteli a sinistra; il vostro desiderio però sia rivolto alle cose della destra, per poter essere collocati alla destra.

Tennero a sinistra i beni della sinistra tutti coloro presso i quali egli si presentò affamato ed essi gli diedero da mangiare, si presentò assetato ed essi gli diedero da bere, presso i quali fu ospite ed essi lo alloggiarono, nudo e lo vestirono. ( Mt 25,35-36 )

Tutto quello che fecero in tal genere di opere lo presero dalla sinistra e lo spostarono a destra, per essere loro stessi collocati a destra.

Se pertanto quei ciarloni quali sono i figli stranieri hanno detto: Beato il popolo che ha tali cose, voi esclamate insieme con noi: Beato il popolo che ha come Dio il Signore.

Rivolti al Signore! Amen. Grazie a Dio sempre!

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