Lettera ai cattolici sulla setta dei Donatisti

Indice

10.24 - Ora ascoltiamo la voce di Cristo stesso

Tuttavia, benché queste verità siano evidenti anche agli spiriti pigri, ( Lc 24,38 ) ascoltiamo, su questo punto, anche la voce del Verbo che si esprime con la sua bocca di uomo.

Sappiamo che, dopo la sua resurrezione, offrendosi alle mani dei suoi discepoli dubbiosi per farsi toccare e palpare, dopo aver preso e mangiato, davanti a loro, il cibo, che essi gli porgevano, disse loro: Questi sono i discorsi che vi facevo quand'ero ancora con voi: bisognava che si adempissero tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. ( Lc 24,44 )

Ora, di chi, se non di lui, sono state scritte quelle cose che anche noi abbiamo citato dalla Legge, dai Profeti e dai Salmi, come io ho dimostrato punto per punto?

Quando dunque egli, che è la Verità, ( Gv 14,6 ) dice: Era necessario che si compissero tutte le cose, perché i Donatisti lo negano, se non perché sono nemici della verità?

Se poi essi insistono nel dire che i testi sono oscuri, ascoltiamo anche su questo il capo, che ci indica con assoluta verità il proprio corpo.

Infatti, poiché aveva detto: Era necessario che si compissero tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi, come se gli chiedessimo se nelle parole su di me sia da intendersi anche la Chiesa, perché sta scritto: Saranno due in una sola carne, ( Ef 5,31 ) e per farci ritenere certi i divini oracoli non solo quando parlano del capo, ma anche del corpo, l'Evangelista continua dicendo: Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture, e disse loro: così è stato scritto e così era necessario: che il Cristo patisse e risorgesse dai morti il terzo giorno. ( Lc 24,45-46 )

Qui è indicato il capo, che si consegnò anche nelle mani dei discepoli per farsi toccare.

Ed ora nota che cosa aggiunge del suo corpo che è la Chiesa, perché non cadiamo nell'errore né circa lo Sposo né circa la Sposa: E nel suo nome sia predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,47 )

Che c'è di più veritiero di questa parola? Che c'è di più divino? Che cosa è più evidente?

Io provo disagio nel farla valere con le mie parole, mentre gli eretici non si vergognano di combatterla con le loro.

10.25 - Le parole di Cristo sulla universalità sono molto più chiare

Dicano pure, i Donatisti, che queste testimonianze della Legge, dei Profeti e dei Salmi sono oscure e che, espresse in forma figurata, si prestano anche ad una diversa interpretazione: anche se io, per quanto ho potuto, ho fatto in modo che non osino dirlo.

Sì, lo dicano pure. Io però chiedo: è forse oscura e avvolta nel velo dell'enigma, questa frase di Cristo: Perché così sta scritto e così era necessario, che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno, e che nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme? ( Lc 24,46-47 )

Se è oscura questa frase: Ho dormito turbato, è forse oscura: Il Cristo doveva patire? ( Sal 57,5 )

Se è oscura: Innàlzati sopra i cieli, o Dio, ( Sal 57,6 ) è forse oscura: E risorgere il terzo giorno?

Inoltre, se è oscura la frase: E su tutta la terra la tua gloria, ( Sal 57,6 ) è forse oscura: E nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti?

Se è oscura: Il Dio degli dèi, il Signore, ha parlato ed ha chiamato la terra dal sorgere del sole fino al tramonto, ( Sal 50,2 ) è forse oscura: Nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti?

La terra è stata chiamata dal sorgere del sole fino al tramonto, così come egli ha detto: Non sono venuto per chiamare a penitenza i giusti, ma i peccatori.

Se è oscura la frase: Da Sion verrà lo splendore della sua gloria, ( Sal 50,2 ) è forse oscura: Cominciando da Gerusalemme?

Sion e Gerusalemme sono la stessa città. Ma a me che importa?

Dicano pure, i Donatisti, che le mie citazioni dalla Legge, dai Profeti e dai Salmi non hanno niente a che vedere con le parole del Signore lette nel Vangelo: non mi preoccupo, non mi oppongo.

Una cosa, però, è certa: se questi fatti non fossero stati predetti nella Legge, nei Profeti e nei Salmi, sia nei testi citati da me che in altri, il Signore non avrebbe mai detto: È necessario che si adempiano tutte queste cose che sono state scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. ( Lc 24,44 )

Né avrebbe mai insegnato, dopo avere aperto la loro mente all'intelligenza delle Scritture, queste stesse cose che la Legge, i Profeti e i Salmi, avevano scritto su di lui, tanto da dire: Perché così è scritto e così era necessario, che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno e che nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,46 )

Né io avrei potuto sapere che queste cose stavano scritte nella Legge, nei Profeti e nei Salmi; ma che vi sono scritte lo dice colui che è la Verità. ( Gv 14,6 )

E se pure egli non lo avesse detto, senza dubbio sarebbero bastate, ai cristiani, queste parole di Cristo: Bisogna che nel mio nome sia predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme.

Senonché, egli volle confermare i suoi discepoli, rimasti dubbiosi, nonostante avessero toccato e palpato il suo corpo, con una testimonianza delle Scritture, più forte di quella che faceva percepire, ai sensi degli uomini, il suo corpo visibile e palpabile.

Possiamo dunque star certi che il Signore ha designato, con la sua stessa bocca, la Chiesa: il suo punto di partenza e il suo punto di arrivo; essa sarebbe iniziata da Gerusalemme per arrivare a tutte le genti.

10.26 - La diffusione universale della Chiesa, cominciando da Gerusalemme

Chi poi, a questo punto, dicesse che per Gerusalemme non bisogna intendere la città visibile, ma una città simbolica che comprenda, nel senso spirituale, tutta la Chiesa: quella eterna che è in cielo e la porzione che è pellegrina in terra, costui può considerare simboliche anche queste parole: Era necessario che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno. ( Lc 24,46 )

Chi lo dicesse, non va più considerato cristiano.

Quindi: come è reale il senso della prima frase, così è reale quella successiva sulla diffusione universale della Chiesa, cominciando da Gerusalemme.

È stato il Signore infatti a spiegare che di lui erano state dette queste cose nella Legge, nei Profeti e nei Salmi; e la sua non poté, certo, essere una spiegazione simbolica; diversamente, non sarebbe una spiegazione.

Inoltre, se Gerusalemme, citata in senso simbolico e intesa in senso spirituale, significa la Chiesa universale, come può la Chiesa universale incominciare dalla Chiesa universale, come Gerusalemme incomincia da Gerusalemme?

È chiaro quindi che si parla in senso reale di questa città, dalla quale si dimostra che è iniziata la Chiesa, come egli stesso manifesta a più riprese, senza lasciare agli astuti eretici il minimo spazio per le insidie.

Continua infatti dicendo: Di questi fatti voi sarete testimoni; e io mando su di voi la mia Promessa; ma voi restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall'alto. ( Lc 24,48-49 )

Ebbene, proprio nella città dove ordinò di restare finché non fossero rivestiti di potenza dall'alto, cioè dello Spirito Santo, che aveva promesso di inviare, proprio da quella predisse che la Chiesa avrebbe avuto inizio.

E se i Donatisti pensano che non si tratta di Gerusalemme, ascoltino il seguito: Poi li condusse fuori fino verso Betania, alzò le sue mani e li benedisse.

Ed avvenne che, mentre li benediceva, si partì da loro.

Ed essi tornarono a Gerusalemme con grande gioia, e stavano sempre nel tempio a lodare Dio. ( Lc 24,50-53 )

Eccola, è questa la città dove egli ordinò di restare finché non fossero rivestiti di potenza dall'alto.

11.27 - Quanti giorni poi il Cristo sia rimasto con loro da quando, dopo la passione, si era mostrato vivo ai loro occhi e alle loro mani, l'evangelista ha qui omesso di dirlo.

Non tacciono, però, gli Atti degli Apostoli, dove le parole del Signore rivelano e preannunziano nuovamente la futura estensione della Chiesa per tutta la terra; dove a nessuno è assolutamente permesso di dubitare, salvo che non voglia dubitare della credibilità delle sante Scritture, che si tratta della città visibile di Gerusalemme, quella da cui ebbe inizio la Chiesa dopo la resurrezione e l'ascensione del Signore Gesù Cristo; e che egli non ha voluto indicare nient'altro che i luoghi della terra, da dove avrebbe dato inizio alla Chiesa e come poi l'avrebbe diffusa dappertutto.

Così, infatti, è scritto negli Atti degli Apostoli: Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto ciò che Gesù ha fatto ed insegnato, fino al giorno in cui scelse gli Apostoli per mezzo dello Spirito Santo e li mandò a predicare il Vangelo; ad essi anche si manifestò, dopo la sua passione, con molti segni, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio.

E mentre parlava con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare la sua Promessa, che voi - disse - avete ascoltato dalle mie labbra: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati nello Spirito Santo, che state per ricevere fra non molti giorni.

E quelli, radunatisi insieme, gli domandarono: Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?

Ma egli rispose loro dicendo: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e sarete miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Samaria e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

Ecco, anche in questo testo è stato rivelato il punto di inizio e il punto di arrivo della Chiesa.

11.28 - Contro i testi del Vangelo gli eretici mostrano una rabbia cieca

Che cosa rispondono, a questi testi, quelli che, con tanta arroganza, si proclamano cristiani, e che poi si oppongono a Cristo così palesemente?

Noi crediamo questa Chiesa e, contro queste parole divine, non accettiamo nessuna accusa degli uomini.

Ci colpiscono in particolare gli ultimi discorsi fatti in terra dal Signore nostro, al quale è empio e sacrilego non credere, con cui lasciò alla Chiesa primitiva questi ultimi e salutari insegnamenti.

Detto questo infatti, egli ascese subito al cielo, ma prima volle premunire le nostre orecchie contro le lusinghe di coloro che, come egli prevedeva, sarebbero sorti nel corso degli anni per dire: Ecco, il Cristo è qui, eccolo è lì, ( Mt 24,23 ) e ai quali ci esortò a non credere.

Non c'è, quindi, scusa alcuna per noi, se abbiamo creduto contro la voce del nostro Pastore: una voce così chiara, così aperta, così evidente, che nessuno, per quanto ottuso e lento di spirito, potrebbe dire: " Non ho capito ".

Chi, infatti, non capisce questa frase: Era necessario che Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno, e nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme? ( Lc 24,46-47 )

Chi non comprende le parole: Mi sarete testimoni a Gerusalemme e in tutta la Giudea e nella Samaria fino a tutta la terra.

Detto questo fu elevato in alto, una nube lo avvolse e lo videro andare in cielo? ( At 1,8-10 )

Che è questo, chiedo? Quando si ascoltano le ultime parole di un moribondo, che sta per scendere agli inferi, nessuno dice: "Egli ha mentito "; anzi viene ritenuto empio quell'erede che per caso le disprezzasse.

E come potremo noi sfuggire all'ira di Dio, se, per incredulità o per disprezzo, abbiamo respinto le ultime parole del Figlio Unigenito di Dio, del Signore e Salvatore nostro, dette mentre stava per salire al cielo, e di lì osservare chi le trascura e chi le osserva, e di lì ritornare per giudicare tutti?

Ho la voce chiarissima del mio Pastore che mi raccomanda e mi indica, senza alcuna esitazione, la Chiesa.

Sarà colpa mia se mi lascerò sedurre dalle parole degli uomini e deciderò di allontanarmi dal suo gregge che è la Chiesa, soprattutto dopo che egli mi ha ammonito dicendo: Quelle che sono mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono. ( Gv 10,27 )

Questa è la sua voce chiara ed aperta.

Chi, sentendola, non lo segue, come oserà chiamarsi sua pecora?

Non mi si risponda: " Oh, ma che cosa ha detto Donato, che cosa Parmeniano, che cosa Ponzio o qualcuno dei loro? ".

Infatti neppure i vescovi cattolici vanno ascoltati, se in qualche caso sbagliano fino a pensarla diversamente dalle Scritture canoniche di Dio.

Se però essi, pur conservando il vincolo della carità e dell'unità, cadono in qualche errore, accadrà loro ciò che dice l'Apostolo: Se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. ( Fil 3,15 )

Per la verità, tanto sono chiare queste voci divine sulla Chiesa universale, che solo gli eretici, nella loro perversa animosità e nel loro cieco furore, possono abbaiare contro di esse.

11.29 - Testimonianze dagli Atti degli Apostoli

Ebbene, abbiamo dimostrato che la Chiesa è stata predetta dal suo Sposo nella parola di Dio, tramite la Legge, i Profeti, e i Salmi, e anche per la sua stessa bocca; e che avrebbe avuto inizio da Gerusalemme e sarebbe giunta fino all'estremità della terra.

Come poi abbia avuto inizio da Gerusalemme e, da qui, diffusasi in tutte le nazioni, porti frutto, il Verbo di Dio lo rivela anche per bocca degli Apostoli, come è scritto negli Atti degli Apostoli.

Ho già ricordato che il Signore disse: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, nella Samaria e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

Poi continua: Detto ciò si elevò al cielo sotto i loro sguardi e una nube lo sottrasse ai loro occhi.

E dato che essi stavano fissando il cielo, mentre lui se ne andava, ecco due uomini in vesti bianche presentarsi a loro e dire: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?

Quel Gesù che è stato assunto in cielo di tra voi, verrà proprio come voi lo avete visto andare in cielo.

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino di un sabato.

Ed entrati, salirono al piano superiore dove abitavano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo zelota e Giuda di Giacomo.

Tutti questi erano dediti con un solo cuore alla preghiera, insieme alle donne e a Maria, madre di Gesù e ai suoi fratelli.

In quei giorni poi Pietro, alzandosi in mezzo ai discepoli, disse: il numero delle persone era di circa centoventi. ( At 1,5-15 )

Segue poi la narrazione del discorso di Pietro e il racconto di Mattia subentrato al posto di Giuda, traditore del Signore; e quindi, narrata la sua ordinazione, la Scrittura continua dicendo: Mentre stavano per compiersi i giorni della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

E venne, all'improvviso, dal cielo, un rumore come di un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa dove si trovavano essi.

E apparvero loro lingue divise, come di fuoco e ciascuna si posò sopra ognuno di loro; ed essi furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in varie lingue secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi.

Stavano allora ad abitare in Gerusalemme Giudei e uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo.

Scoppiato questo rumore, la folla si radunò e restò sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.

Erano stupefatti, si meravigliavano e dicevano tra loro: Tutti questi che parlano, non sono forse Galilei?

E com'è che li sentiamo parlare ciascuno la propria lingua nativa?

Parti, Medi, Elamiti ed abitanti della Mesopotamia, Giudei e abitanti della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani ospiti, Giudei e stranieri, Cretesi e Arabi li sentivano proclamare, nelle proprie lingue, le meraviglie di Dio.

Stupiti e perplessi dicevano tra loro: Che vuol significare questo?

Altri poi li schernivano, dicendo: Costoro sono pieni di mosto.

Ma Pietro, stando in piedi con gli undici discepoli, alzò la sua voce e parlò loro dicendo: Uomini di Galilea e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo ( At 2,1-14 ) e tutto il resto con cui li esorta alla fede.

Finito di raccontare il discorso di Pietro, la Scrittura continua dicendo: All'udire questo, si sentirono ferire il cuore e dissero a Pietro e agli Apostoli: Che faremo, fratelli? Indicatecelo.

E Pietro disse loro: Fate penitenza, e si faccia battezzare ciascuno di voi nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo.

La promessa infatti è per noi e per i nostri figli e per tutti i lontani, quanti ne chiamerà il Signore nostro Dio.

E con molte altre parole li esortava e diceva: Salvatevi da questa generazione perversa.

Ed essi, accolta questa parola, credettero e furono battezzati.

E in quel giorno si unirono a loro circa tremila persone. ( At 2,37-41 )

Ecco come ebbe inizio, da Gerusalemme, la Chiesa, destinata poi ad andare in tutte le nazioni: e questo era anche prefigurato in coloro che, costituiti Apostoli e ricevuto lo Spirito Santo, parlarono in tutte le lingue.

11.30 - Gli avvenimenti degli Atti testimoniano il cammino della Chiesa

Vediamo, ora, il cammino della Chiesa anche tra le altre genti, come anche Pietro aveva predetto dove dice: Per noi è la promessa, per i nostri figli e per tutti coloro che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore nostro Dio. ( At 2,39 )

Vengono, infatti, narrati, in seguito, gli avvenimenti accaduti a Gerusalemme fino alla passione del diacono Stefano, dove si menziona anche Saulo che approvò la sua uccisione.

Dopodiché il racconto prosegue così: In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme, e tutti, eccetto gli Apostoli, che rimasero in Gerusalemme, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria. ( At 8,1 )

Notate come si sta realizzando, ora, ciò che il Signore ha detto nell'ordine: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

In Gerusalemme si era già avverato; continuava nella Giudea e nella Samaria: perciò furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria.

Dei dispersi infatti si dice: Quelli però che erano stati dispersi, attraversando città e castelli, annunciavano la parola di Dio. ( At 8,4 )

E dato che anche gli Apostoli vi erano andati, perché avevano sentito che la Samaria aveva accolto la parola di Dio - quando per l'imposizione delle loro mani ricevettero lo Spirito Santo -, di Pietro e di Giovanni si dice: Pietro e Giovanni, dopo avere testimoniato la parola di Dio, ritornavano a Gerusalemme e, attraversando molti villaggi dei Samaritani, li evangelizzavano. ( At 8,25 )

Gli Atti narrano poi di quell'eunuco che, ritornando da Gerusalemme, fu battezzato da Filippo; e di Filippo stesso viene detto: Un Angelo del Signore, poi, portò via da lui Filippo e l'eunuco non lo vide più: proseguiva il suo cammino pieno di gioia.

Filippo invece si accorse d'essere giunto in Azoto; e tornando indietro evangelizzava in tutte le città, finché giunse a Cesarea. ( At 8,39-40 )

E così troviamo che anche nelle città della Giudea e della Samaria venne predicato il Vangelo.

Restava dunque che il Vangelo fosse progressivamente predicato anche in tutte le genti, ( Lc 24,46 ) come il Signore aveva detto, e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

Viene quindi chiamato dal cielo Paolo; da persecutore diventa predicatore; perciò il Signore dice di lui ad Anania: Va', perché egli è per me uno strumento eletto, per portare e glorificare il mio nome dinanzi alle genti, ai re e ai figli di Israele; io infatti gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome. ( At 9,15-16 )

Ed ecco ormai la Chiesa costituita in Gerusalemme, per tutta la Giudea e la Samaria, così che poco dopo si dice molto chiaramente: Le chiese dunque erano in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; si edificavano e si irrobustivano nel timore del Signore, ed erano ricolme della consolazione dello Spirito Santo. ( At 9,31 )

Quindi, dopo pochi righi, si arriva al racconto del centurione Cornelio, il quale credette e fu battezzato con la sua famiglia, che erano tutti gentili incirconcisi.

Prima, però, di battezzarli, Pietro, pregando, vide in estasi il cielo aperto e, legato ai quattro angoli, una specie di vaso come una tovaglia bianca, in cui c'era ogni sorta di quadrupedi, di fiere e di uccelli del cielo.

E si udì una voce: " Alzati, Pietro, uccidi e mangia ".

E Pietro disse: " Signore, io non ho mai mangiato niente di impuro e di immondo ".

E la voce gli replicò: " Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo immondo ". ( At 10,11-15 )

Che poi questa visione stia a significare la chiamata alla fede dei Gentili, non c'è bisogno di indovinarlo: è del resto l'interpretazione data dall'Apostolo stesso all'oggetto apparsogli.

Entrato, infatti, nella casa dove Cornelio si trovava con molte persone là convenute, disse loro: Voi sapete molto bene come sia abominevole, ad un Giudeo, unirsi o avere contatti con uno straniero; ma Dio mi ha mostrato di non chiamare profano o immondo nessun uomo. ( At 10,28 )

Raccontò, quindi, di quella voce da lui sentita circa gli animali visti in quella tovaglia: Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo immondo. ( At 10,15 )

Non è forse chiaro, ormai, che quel vaso, è il simbolo della terra con tutte le nazioni?

Ecco perché era anche legato ai quattro angoli, secondo le quattro parti del mondo che noi ben conosciamo: l'Oriente, l'Occidente, l'Austro e l'Aquilone, che la Scrittura molto spesso ricorda.

In verità, enumerare le località che Paolo, nella sua missione ai Gentili, ha visitato, seminando la parola di Dio e consolidando le chiese appena sorte, sarebbe lungo.

Ma quando ad Antiochia, i Giudei lo contestarono, lui e Barnaba risposero: Era necessario innanzi tutto annunciare la parola di Dio a voi; ma poiché l'avete respinta e vi siete giudicati indegni della vita eterna, allora ci rivolgiamo ai Gentili.

Così, infatti, ci ha comandato il Signore: Ti ho posto come luce per le genti, per essere salvezza fino all'estremità della terra. ( At 13,46-47; Is 49,6 )

E continua dicendo: All'udirlo i Gentili accolsero la parola di Dio e credettero quanti erano destinati alla vita eterna. ( At 13,47 )

Ecco citato anche qui il testo del profeta Isaia, che anche noi abbiamo citato, perché sia salvezza fino all'estremità della terra.

12.31 - La rivolta africana non ha distrutto le altre Chiese

Per non citare le popolazioni che nel periodo subapostolico credettero e si unirono alla Chiesa, limitiamoci a quelle che troviamo nelle sante Lettere, negli Atti, nelle Epistole degli Apostoli e nell'Apocalisse di Giovanni; Lettere che accogliamo entrambi e a cui ci sottomettiamo: ci dicano esse com'è che perirono nella rivolta africana.

Noi le abbiamo recepite, infatti, non dai concili di vescovi litigiosi, né dalle discussioni, né dagli Atti forensi o municipali, ma dalle sante Lettere canoniche.

Prendiamo la Chiesa di Antiochia, dove per la prima volta i discepoli vennero chiamati cristiani: ( At 11,26 ) come poté perire per i crimini degli Africani?

Quale vento africano tanto impetuoso ha potuto spargere così lontano la peste che si era sollevata, quando ad Atene, a Iconio e a Listri, non si riuscì a conoscere neppure i nomi di coloro che furono la causa e l'origine dell'insorgere di questo male?

Chi ha distrutto le Chiese fondate dal lavoro degli Apostoli?

Ecco che cosa dice l'Apostolo, dottore dei Gentili, verso la fine della sua Lettera ai Romani: Vi ho scritto con un po' di audacia, in qualche parte, quasi per ricordarvi, a causa della grazia che mi è stata data da Dio, di essere ministro di Gesù Cristo tra i Gentili, compiendo il ministero del Vangelo di Dio, affinché l'offerta dei Gentili divenga gradita, santificata nello Spirito Santo.

La mia gloria, dunque in Gesù Cristo è di fronte a Dio.

Non oserei infatti dire alcunché di quelle cose che Cristo non ha operato per mezzo mio per condurre all'obbedienza i Gentili, con le parole e le opere, con la potenza dei segni e dei prodigi, con la potenza dello Spirito Santo; così da Gerusalemme e dintorni, fino all'Illiria ho adempiuto il Vangelo di Cristo. ( Rm 15,15-19 )

Chiedete, Donatisti, se non lo sapete; informatevi del numero delle tappe, da Gerusalemme all'Illiria, percorrendo, però, la via di terra; e se le Chiese che incontriamo sono molte, spiegateci come siano potute scomparire a causa dei conflitti degli Africani.

Voi, delle Lettere di Paolo ai Corinzi, agli Efesini, ai Filippesi, ai Tessalonicesi, ai Colossesi, vi limitate alla sola lettura.

Noi invece, oltre alla lettura e alla fede in queste Lettere, ci manteniamo in comunione anche con le Chiese stesse.

D'altronde nella Galazia non v'è solo una Chiesa, ma ve ne sono molte.

E notate ancora come Paolo saluta i Corinzi: Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla Chiesa di Dio che è in Corinto, insieme a tutti i santi dell'intera Acaia. ( 2 Cor 1,1 )

Quante Chiese pensate che vi siano in tutta l'Acaia?

Ma forse neppure sapete dov'è l'Acaia e date giudizi con tanta cecità su una provincia che vi è molto sconosciuta, arrivando a dire che essa è scomparsa per i crimini degli Africani.

Non sono forse piene di Chiese fiorentissime tutte quelle località nominate da Pietro: il Ponto, la Cappadocia, l'Asia, la Bitinia? ( 1 Pt 1,1 )

E che? E quanto alle Chiese alle quali scrisse Giovanni: la Chiesa di Smirne, di Pergamo, di Sardi, di Tiatira, di Filadelfia, di Laodicea ( Ap 1,11 ) - Efeso l'abbiamo già ricordata - mi dica uno di voi: dove sono e quanto distano tra loro?

Forse, ora, leggendo e chiedendo, cercate di informarvi. Informatevi, allora, anche sulla loro lontananza dall'Africa e diteci perché quelle Chiese, che vi sono totalmente sconosciute e di cui parlano apertamente gli scritti apostolici, voi le accusate con tanta temerarietà e dite con tanta insensatezza che sono scomparse a causa dei crimini degli Africani.

Infine, che cosa scrivono di esse i santi Libri canonici, io lo so; ma che cosa ne diciate voi, non lo so.

Certo, come noi leggiamo dai Libri, che tutt'e due veneriamo, che esse sono Chiese di Cristo, così anche voi dai Libri che tutt'e due veneriamo, leggeteci come esse sono scomparse.

O vi piace che contro le Chiese, che sono membra dell'unica Chiesa diffusa in tutto il mondo, e che lo Spirito Santo ci ha raccomandate e trasmesse per mezzo delle sue Scritture, noi dessimo credito a tutte le calunnie degli uomini da qualsiasi parte proferite?

Certo, vi piace, ma non piace a noi.

Chi siano poi quelli ai quali è più giusto che piaccia, lo vedete anche voi, ma, vinti dall'animosità, non volete farvi vincere dalla verità.

Ecco, vi sono le Scritture di Dio; ecco, in esse sono designate e indicate le Chiese, o con l'appellativo generale di tutta la terra, o con il loro nome.

Tutto ciò che i vostri antenati rinfacciarono ai loro colleghi, esse non lo seppero; a quali giudici venne affidata questa causa, non lo seppero; come, dunque, perirono?

Ecco, vi sono le Scritture, alle quali io credo; ecco, vi sono le Chiese con le quali io sono in comunione.

Là dove io ti leggo i loro nomi, tu leggimi i loro crimini.

12.32 - Anche Paolo annuncia la universalità della Chiesa

Se poi tu declami e leggi altrove i tuoi testi, noi, dopo avere sentito la voce del nostro Pastore, manifestatasi molto chiaramente per bocca dei Profeti, per bocca sua e per bocca degli Evangelisti, non ammettiamo, non crediamo, non accettiamo la vostra voce.

Quelle che sono le mie pecore - disse il celeste Pastore - ascoltano la mia voce e mi seguono. ( Gv 10,27 )

La sua voce sulla Chiesa non è oscura e chi non vuole allontanarsi dal suo gregge, l'ascolti e la segua.

Il suo fedelissimo amministratore, ( Lc 12,42 ) il dottore dei Gentili nella fede e nella verità, ( 1 Tm 2,7 ) perché egli stesso parlava in lui, dichiara: Mi stupisco che siate passati tanto in fretta da colui che vi ha chiamati alla grazia di Cristo, ad altro Vangelo.

Ma non ve n'è un altro; vi sono soltanto alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo.

Ma se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, sia anatema.

Lo abbiamo detto ed ora lo ripeto: se qualcuno vi avrà annunciato un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. ( Gal 1,6-9 )

Ci è stato annunciato che la Chiesa si estenderà in tutta la terra.

Che questo preannuncio è stato fatto nella Legge, nei Profeti e nei Salmi, lo ha attestato anche il Signore, il quale ha predetto che essa avrebbe avuto inizio da Gerusalemme e che si sarebbe diffusa in tutte le nazioni; e mentre saliva al cielo ha predetto che i discepoli sarebbero stati suoi testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria, fino a tutta la terra.

Alle sue parole seguirono i fatti: il suo inizio da Gerusalemme, il suo sviluppo nella Giudea e nella Samaria, e da qui in tutta la terra, dove ancora la Chiesa cresce, finché comprenda, alla fine, anche tutte le altre nazioni, in cui ancora non è presente, ce lo mostrano successivamente i testi delle sacre Scritture.

Chiunque predicherà un Vangelo diverso, sia anatema.

Indice