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Lettera 207

Scritta verso il 421/422.

Agostino al vescovo Claudio, cui invia i libri composti contro Giuliano d'Eclana.

Agostino saluta nel Signore il beatissimo fratello Claudio collega di episcopato

1 - Poiché tu, spinto dall'amore fraterno, mi hai inviato, prima che io te li chiedessi, i quattro libri di Giuliano, da lui scritti per confutare un solo mio libro, ho pensato che non avrei potuto far di meglio che far leggere in primo luogo da te la mia risposta e giudicare se l'ho azzeccata e centrata.

Da non so chi erano stati inviati appunto all'illustre e pio conte Valerio alcuni estratti di quei quattro libri di Giuliano scritti contro il detto mio libro ch'egli sapeva aver io scritto per il conte.

Grazie alle premure dello stesso eccellentissimo conte quegli estratti sono venuti nelle mie mani e perciò mi sono affrettato ad aggiungere al mio primo libro un altro, nel quale ho confutato quegli errori come ho meglio potuto.

Adesso però, esaminando più attentamente quei medesimi libri, mi sono reso conto che quel tale, che ne fece degli estratti, non ha riprodotto tutte le cose che si leggono nei libri di Giuliano.

In tal modo potrà sembrare, a Giuliano o a qualcuno dei suoi seguaci, che sia stato piuttosto io a mentire, poiché quegli estratti inviati al conte non hanno potuto essere divulgati come i medesimi libri di Giuliano dai quali sono stati presi.

Chi dunque leggerà il mio secondo libro indirizzato ugualmente al conte Valerio come il primo, sappia bene che in alcuni punti non rispondo a Giuliano ma piuttosto all'autore di quegli estratti, il quale, invece di riferire il testo esatto di Giuliano, ha creduto suo dovere apportarvi dei lievi mutamenti, forse per appropriarsi, in certo qual modo, delle idee che risultavano appartenere ad un altro.

Adesso però, credendo più fedele la copia dei libri di Giuliano inviatami dalla Santità tua, vedo che è mio dovere rispondere all'autore stesso, il quale si vanta di aver confutato con quattro suoi libri l'unico mio libro e non cessa di spargere ovunque il veleno dei suoi errori. Ho pertanto intrapreso quest'opera con l'aiuto del Salvatore dei piccoli e dei grandi ( Ap 19,18 ) e so che hai pregato per me, affinché lo portassi a termine, e per coloro ai quali crediamo e desideriamo che tali nostre fatiche siano di giovamento.

Esamina dunque attentamente la mia risposta a Giuliano, il cui inizio farà seguito a questa lettera.

Sta' bene nel Signore e ricordati di me, mio beatissimo fratello.

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