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Lettera 232

Scritta dopo il 400 o il 408.

Agostino esorta gli abitanti di Madaura a diventare Cristiani ( n. 1-2; 7 ), minacciando i rigori dell'ultimo giudizio che s'avvererà come gli altri eventi profetizzati dalle Scritture ( n. 3-4 ); espone infine la sintesi della dottrina sulla Trinità e sull'Incarnazione ( n. 5-6 ).

Agostino agli abitanti di Madaura, illustri signori e dilettissimi fratelli, dei quali ho ricevuto una lettera per le mani del fratello Fiorentino

1 - Ossequi cristiani e costumi pagani

Se per caso quelli che tra voi sono Cristiani cattolici mi hanno inviato quella tale lettera, mi stupisco solo che l'abbiano scritta a nome del senato della città anziché a nome proprio.

Se invece ad aver la cortesia di scrivermi siete stati tutti o quasi tutti voi, membri del senato, mi sorprende che nella soprascritta mi abbiate chiamato "padre" e mi abbiate inviato "saluti nel Signore", mentre conosco assai bene - con mio sommo dolore - che prestate il culto superstizioso agl'idoli; idoli contro i quali è più facile chiudere i vostri templi che i vostri cuori, o meglio: tali idoli sono racchiusi più nei vostri cuori che nei templi, salvo che per caso abbiate ormai cominciato una buona volta a considerare con attenzione e serietà la salute ch'è nel Signore, nel nome del quale avete voluto salutarmi.

Se invece non è così, ditemi per cortesia in che cosa mai vi ho offesi, con che cosa ho urtato la vostra benevolenza, perché io meritassi d'essere schernito anziché onorato con quella soprascritta della vostra lettera, illustri signori e fratelli dilettissimi?

2 - Dispiace un saluto cristiano rivolto da pagani

Leggendo la soprascritta della vostra lettera: "Ad Agostino, nostro padre, eterna salute nel Signore ", all'improvviso concepii una speranza sì grande, che immaginai vi foste già convertiti al medesimo Signore e alla stessa salvezza eterna, o che desideraste convertirvi mediante il mio ministero.

Appena però ebbi letto tutto il seguito, sentii agghiacciarmi il cuore.

Chiesi tuttavia al latore della lettera se eravate già Cristiani o se bramavate diventarlo.

Dopo che dalla sua risposta venni a sapere che non eravate affatto cambiati, mi afflissi ancor più gravemente perché avevate reputato bene non solo di respingere il nome di Cristo al quale vedete soggetto ormai il mondo intero, ma anche di schernirlo nel rivolgervi a me.

Ora, io non avrei potuto immaginare altro Signore, nel cui nome, io, vescovo, potevo essere chiamato "padre" da voi, tranne Cristo Signore.

E se ci fosse stato a questo proposito qualche dubbio circa il senso da dare alla vostra frase, sarebbe stato dissipato dalle parole poste a chiusura della lettera, in cui chiaramente affermate: " Ti auguriamo, o signore, d'aver gioia in Dio e nel suo Cristo, per molti anni, sempre tra il tuo clero ".

Dopo aver attentamente letto e vagliato queste parole, che cos'altro avrebbe potuto venirmi in mente ( o potrebbe venire a chiunque altro? ) se non supporre che fossero state scritte con intenzione sincera o falsa?

Orbene, se scrivete così con intenzione sincera, chi mai v'ha impediti di giungere alla verità di Cristo?

Chi ha sparso sul vostre cammino difficoltà sì scabrose?

Chi è stato il nemico che ha posto contro di voi scogli sì scoscesi?

Chi, infine, vi ha chiusa la porta della basilica mentre desideravate entrarvi, in modo che non vogliate avere con noi la medesima salvezza che si trova nel Signore, nel nome del quale voi mi salutate?

Se invece scrivete quelle parole con animo falso e per prendervi gioco di me, è questo, di grazia, il modo d'incaricarmi di patrocinare i vostri interessi, osando cioè sbandierare con oltraggiosa adulazione e non esaltare con la dovuta venerazione quel nome per il quale io posso riuscire a qualcosa?

3 - Prove della verità del Cristianesimo

Sappiate, carissimi, che dico ciò con ineffabile tremore dell'animo nei vostri riguardi.

Poiché so bene quanto più grave e funesta sarà la vostra colpa davanti a Dio, se inutilmente vi dirò queste cose.

La divina Scrittura non ha taciuto nessuna di tutte le cose che i nostri padri ricordano essere state compiute verso il genere umano nei tempi passati, e inoltre tutte le cose che vediamo noi e le tramandiamo ai posteri, le cose per lo meno che riguardano la ricerca e l'osservanza della vera religione.

Tutte queste cose però si svolgono perfettamente, come è stato predetto che si sarebbero svolte.

Voi vedete senza dubbio il popolo dei Giudei strappato dalla propria sede, disperso e sparpagliato in quasi tutte le contrade.

Così pure l'origine e gli sviluppi del medesimo popolo, la perdita del regno e la dispersione per ogni parte della terra si sono avverati come erano stati predetti.

Voi vedete senza dubbio che, per mezzo del Cristo, nato in modo singolare dalla loro stirpe, la Chiesa cattolica s'è appropriata e ha conservato la parola e la Legge di Dio proveniente da quello stesso popolo.

Tutti questi fatti li leggiamo preannunciati come noi li vediamo avverati.

Molti si sono separati dalla radice della comunione cristiana la quale si diffonde per tutto il mondo con una propagazione sicura attraverso le sedi degli Apostoli e la successione dei vescovi; ora voi vedete senza dubbio costoro come sarmenti secchi, da noi chiamati eresie e scismi, li vedete vantarsi della sola forma esterna della loro origine, grazie al nome di Cristiani ch'essi portano: tutto è stato previsto, predetto e scritto.

Voi vedete senza dubbio i templi degli idoli in parte caduti in rovina, senza che nessuno li ripari, in parte abbattuti o chiusi, in parte adibiti ad altri usi; gli stessi idoli spezzati o bruciati, nascosti o distrutti.

Inoltre perfino le potestà di questo mondo che una volta perseguitavano il popolo cristiano per difendere questi idoli, sono state vinte e soggiogate dai Cristiani, non già resistendo, bensì morendo.

Voi li potete vedere, questi poteri, rivolgere le loro leggi e la forza coercitiva della loro autorità contro gli stessi idoli, a causa dei quali prima uccidevano i Cristiani; potete vedere il capo supremo del più famoso degli imperi deporre il diadema e pregare presso la tomba di Pietro il pescatore.

4 - Il nome di Cristo sulla bocca di tutti

Tutti questi avvenimenti sono stati predetti da tempi remotissimi dalle Scritture divine, che vanno ormai per le mani di tutti.

Tanto più salda è la fede con cui ci rallegriamo che tali avvenimenti si siano avverati, quanto più grande è l'autorità delle Scritture in cui troviamo che sono stati predetti solennemente.

Forse che, di grazia, forse che il giudizio finale di Dio che, a quanto leggiamo nelle medesime Sacre Scritture, ( Qo 3,17 ) sarà fatto tra i credenti e gl'increduli, dal momento che tutti gli altri avvenimenti si sono avverati come erano stati predetti, forse che - ripeto - crederemo che il solo giudizio finale di Dio non dovrebbe avvenire?

Tutt'altro! Avverrà senza dubbio, come si è avverato tutto il resto!

Inoltre non ci sarà neppure alcun individuo del nostro tempo che in quel giudizio possa giustificarsi della propria incredulità, dal momento che il nome di Cristo è sulla bocca di tutti:

lo ripete il giusto per attestare la propria onestà, lo spergiuro per avallare le sue frodi;

il capo di Stato per dar vigore al suo comando e il soldato per affrontare la battaglia;

il marito per il governo della sua casa e la moglie per prestare ossequio al marito;

il padre per imporre il suo volere e il figlio per ubbidire;

il padrone per esercitare il suo dominio e il servo per servire;

l'umile per vivere nella pietà e il superbo per gareggiare con gli altri;

il ricco per far l'elemosina, il povero per ottenerla;

il bevone per ubriacarsi e il mendicante per bussare alla porta;

il buono per aiutare e il cattivo per imbrogliare;

il Cristiano per adorarlo e il pagano per adulare;

tutti hanno sulla bocca il nome di Cristo, ma dovranno senza dubbio rendere conto a lui medesimo dell'intenzione e del modo con cui lo ripetono.

5 - Il mistero della Trinità e della Incarnazione

Esiste un Essere invisibile, principio creatore, dal quale hanno origine tutti gli esseri visibili, sommo, eterno, immutabile, incomprensibile a tutti tranne a se stesso.

Esiste un Essere mediante il quale la stessa infinita maestà di Dio si rivela e si annuncia, ossia il Verbo uguale a Colui che lo genera e lo rivela, e per mezzo del quale si mostra Colui che genera il Verbo.

Esiste una Santità che santifica tutto ciò che diventa santo, la quale è unità inseparabile e indivisibile con lo stesso Verbo immutabile e, con lo stesso Principio che si rivela al Verbo, uguale a lui.

Chi potrebbe contemplare con mente nitidissima e limpidissima tutto ciò che mi sono sforzato di dire senza riuscire a dirlo, e di non esprimere coll'esprimerlo?

Chi mai - dico - potrebbe con una tale visione immergersi nella felicità divina e, in certo modo, dimenticarsi di se stesso svenendo nel rapimento della contemplazione e spingersi fino all'Essere, la visione del quale è a noi impossibile, cioè rivestirsi dell'immortalità e conseguire l'eterna salvezza, nel nome della quale avete la cortesia di salutarmi?

Chi potrebbe riuscire a ciò se non chi, confessando i propri peccati, sgonfierà i vacui turgori della propria superbia, e s'abbasserà ad accogliere, umile e mite, Iddio come maestro?

6 - Cristo crocifisso predicato dappertutto

Dobbiamo quindi scendere dalla vanità dell'orgoglio fino all'umiltà, per elevarci di lì fino a conquistare i vertici della vera grandezza; ma questo proposito non poteva esserci ispirato in modo tanto più brillante quanto più delicato, in modo che la nostra arroganza fosse repressa non con la violenza ma con la persuasione, se il Verbo non fosse intervenuto, il Verbo per mezzo del quale il Padre si manifesta agli Angeli, il quale è la sua potenza e sapienza, ( 1 Cor 1,24 ) il quale non poteva esser veduto dalla mente dell'uomo accecata dalla cupidigia delle cose visibili, se il Verbo - ripeto - non si fosse degnato di rappresentare e mostrare la sua missione caratteristica mediante l'uomo ( da lui assunto ), affinché l'uomo avesse maggior timore d'innalzarsi col suo orgoglio di uomo, che non d'abbassarsi imitando l'esempio di Dio.

Ecco perché in tutta la terra viene predicato non già un Cristo sovrano maestoso d'un regno terreno né un Cristo ricco di beni caduchi né un Cristo aureolato dallo splendore della felicità terrena, ma Cristo crocifisso. ( 1 Cor 1,23 )

Egli fu fatto da principio segno agli scherni degl'individui superbi e ancora è deriso dai loro discendenti; in principio credette in lui solo un piccolo numero di persone, ora invece intere nazioni.

E perché ciò? Perché allora, quando si predicava Cristo crocifisso, ( Mt 11,5; Lc 7,22 ) per confermare e redarguire lo scherno delle folle, gli storpi camminavano, i muti riacquistavano la favella, i sordi l'udito, i ciechi la vista, i morti tornavano in vita.

In tal modo la superbia dell'uomo terreno finì per comprendere una buona volta che nulla, anche nelle cose terrene, è più potente dell'umiltà divina, ( 1 Cor 1,25 ) affinché l'umiltà umana, quanto mai utile alla salvezza, fosse difesa dalla garanzia che ci dà l'imitazione di Dio contro gli assalti della superbia.

7 - Esortazione ad abbracciare il Cristianesimo

Svegliatevi una buona volta, miei fratelli e padri di Madaura: è stato proprio Dio a offrirmi quest'occasione di scrivervi.

Quanto poi all'affare del fratello Fiorentino, latore della lettera inviatami da voi, io veramente l'ho seguito e aiutato come ho potuto e come Dio ha voluto; ma esso era tale che lo si poteva sbrigare facilmente anche senza il mio intervento.

Infatti quasi tutte le persone della sua stessa parentela, che sono ad Ippona, conoscono Fiorentino e compiangono la sua orfanezza.

Ma parliamo piuttosto della lettera che voi mi avete inviata: essa è talmente audace che io non mi sento d'essere sfacciato se nel rispondervi ho parlato un po' di Cristo ad adoratori degli idoli, come siete voi, e prendendo l'occasione offertami da voi.

Ma io vi scongiuro: se voi non l'avete nominato senza un giusto motivo nella vostra lettera, fate in modo che la mia non resti senza il risultato sperato.

Se invece avete voluto prendervi gioco di me, dovete aver paura di Colui che fu condannato e schernito dal mondo superbo, quel mondo che ora, assoggettato al suo dominio, lo aspetta come giudice.

Farà da testimone il sentimento del mio cuore che, per quanto ho potuto, vi ho manifestato in questa mia lettera; farà da testimone contro di voi nel giorno del giudizio, quando Dio stabilirà nella gloria i credenti in lui e coprirà di vergogna gl'increduli.

L'unico vero Dio vi liberi da ogni vanità di questo mondo e vi converta a lui, miei onorati signori e fratelli assai cari.

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