Padri/Agostino/Lettere/058.txt Lettera 58 Scritta forse nel 401. Agostino scrive a Pammachio, illustre senatore romano, congratulandosi per aver ricondotti in seno alla Chiesa i propri coloni della Numidia ( n. 1 ), e lo prega di far leggere la presente ai senatori di Roma, perché si sentano spronati ad operare per la salvezza delle anime e a difesa della Chiesa ( n. 2-3 ). Agostino saluta nel Signore Pammachio, esimio e giustamente stimato signore e figlio dilettissimo nell'amore di Cristo 1 - Zelo di Pammachio per l'unità cattolica Le buone opere, fiorite in te per la grazia di Cristo, ti hanno reso a noi onorando e senz'altro uno dei più noti e più cari tra i membri del Signore. Infatti, anche se io vedessi ogni giorno il tuo volto, non mi saresti più noto di quanto alla luce d'una sola tua azione io ho visto il tuo interno, bello per la bellezza della pace e radioso per la luce della verità: l'ho visto e l'ho riconosciuto, l'ho riconosciuto e l'ho amato. Or ecco che a lui io parlo, a lui io scrivo, a questo amico che m'è caro e che nonostante la lontananza della sua persona s'è palesato a me. In verità però già eravamo assieme e vivevamo uniti sotto uno stesso Capo; se tu non fossi stato radicato nella sua carità, non ti sarebbe stata tanto a cuore l'unità cattolica né avresti rivolto quell'esortazione ai tuoi coloni Africani abitanti in quella regione, cioè nel mezzo della Numidia consolare, donde è sorto il furore dei Donatisti; non li avresti ammoniti con tali parole, incoraggiati con un fervore spirituale così ardente che decisero, con prontissima sollecitudine, di seguire ciò che un tale e tanto personaggio - così pensavano - poteva abbracciare solo dopo aver conosciuta la verità. In tal modo, pur così lontani da te per la distanza dei luoghi, son venuti sotto lo stesso Capo e sono stati annoverati con te eternamente tra i membri di Colui per ordine del quale essi ti servono quaggiù nel tempo. ( Ef 6,5; 1 Pt 2,18 ) 2 - Vivissimo affetto di Agostino verso Pammachio Questa tua azione, che t'ha fatto conoscere a me e per la quale io ti abbraccio, m'ha colmato di gioia e me ne felicito con te in Gesù Cristo nostro Signore mediante la presente lettera, che t'invio come un segno sia pur piccolo del mio tenero amore verso di te, dato che non ho potuto fare di più. Ma ti prego di non considerarla come la misura del mio affetto per te; dopo aver letto questa lettera, va' oltre col passo invisibile del tuo animo e continua con il tuo pensiero fino al fondo del mio cuore e osserva bene che cosa avviene lì dentro nei tuoi riguardi. Si aprirà allora all'occhio della carità la stanza della carità, che chiudiamo alle tumultuose vanità del mondo, quando vi adoriamo Dio, là vedrai la gioia squisita che io provo per la tua lodevole azione, gioia ardente e infiammata che si eleva in sacrificio di lode a Colui, per ispirazione del quale hai voluto ciò e con la cooperazione del quale l'hai potuto, gioia che non riesco a esprimere né a parole né per iscritto. Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono. ( 2 Cor 9,15 ) 3 - Fare opera di persuasione tra i senatori amici Oh, da parte di quanti altri senatori come te e come te figli della santa Chiesa ci auguriamo che si compia in Africa un'azione simile alla tua della quale ora ci rallegriamo! Ma, mentre è senza pericolo congratularsi con te, sarebbe pericoloso esortare loro a ciò, poiché forse potrebbero opporre un rifiuto e allora i nemici della Chiesa, come se avessero riportato una vittoria su di noi nell'animo di essi, potrebbero tendere insidie ai deboli nella fede per ingannarli. Tu invece hai già compiuto un'azione per cui i nemici della Chiesa vengono confusi per il fatto che i deboli sono stati liberati dai loro lacci. A mio avviso sarà quindi sufficiente che tu legga questa lettera, se lo potrai, ai senatori coi quali sei unito coi vincoli della fede e sui quali potrai contare per la tua amicizia. Poiché essi, basandosi sulla tua azione, crederanno possibile in Africa una cosa che forse credono impossibile e perciò trascurano per apatia. Ho creduto, al contrario, inopportuno accennarti le insidie che gli stessi eretici nella perversione del loro cuore macchinano contro di te, poiché mi ha fatto ridere la loro pretesa di credersi capaci di aver qualche influenza nel tuo animo appartenente solo a Cristo. Sentirai comunque ciò dalla bocca dei miei fratelli che raccomando vivissimamente alla tua Eccellenza; non ti faccia una cattiva impressione la paura perfino eccessiva a proposito di una conversione sì importante e inaspettata di uomini, di cui per tuo merito esulta la madre Cattolica.