Locuzioni sul'Ettateuco

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Locuzioni del Deuteronomio

1. ( Dt 1,7 ) Fino al grande fiume, il fiume Eufrate. Non è detto: " fino al grande fiume Eufrate ".

2. ( Dt 1,17 ) E una causa, che sarà difficile da voi, la deferirete a me.

Non è detto: che sarà difficile per voi, ma " da voi ", cioè tanto difficile che non può essere giudicata da voi.

3. ( Dt 1,35 ) Se qualcuno di questi uomini vedrà questa terra ottima che io giurai ai loro padri eccetto Caleb, figlio di Iefone; questi la vedrà.

Anche nel libro dei Numeri abbiamo notato questa locuzione5 poiché ivi non è detto: tranne Caleb " figlio " filium [ accus. sing. ] di Iefone, ma filius [ nomin. sing. ].

4. ( Dt 2,7 ) Poiché il Signore vostro Dio ti ha benedetto in ogni opera delle tue mani.

Non è detto: vi ha benedetti in ogni opera delle vostre mani, pur essendo stato detto prima " vostro " non " tuo ".

5. ( Dt 2,24 ) Or dunque levatevi, e levate l'accampamento e attraversate la valle di Arnon; ecco, ho dato nelle tue mani Seon, re di Esebon.

Non è detto " nelle vostre mani ", ma dal plurale si è passati al singolare.

6. ( Dt 4,7 ) Poiché quale gran popolo è ch'egli ha un Dio [ così ] vicino a essi?

Qui debbono farsi due osservazioni: non solo che è detto: il quale egli ha, ma anche che non è detto " vicino a lui ", ma: vicino ad essi.

7. ( Dt 4,12 ) Voi non vedeste [ alcuna ] figura ma la voce, sebbene la voce non possa vedersi; ma [ la Scrittura ] usa questo verbo in senso generico come se il vedere si riferisse a qualunque senso fisico.

8. ( Dt 4,5.14 ) [ Nel paese ] in cui voi entrate là per prenderne possesso; il senso sarebbe completo anche se non fosse stato aggiunto illo [ là ].

9. ( Dt 4,20 ) E vi ha fatti uscire dalla fornace ferrea dall'Egitto; con l'espressione fornace di ferro [ l'agiografo ] ha voluto farci intendere la dura tribolazione.

Conforme a questa espressione nei Salmi anche di Giuseppe è detto: Il ferro trapassò l'anima sua. ( Sal 105,18 )

10. ( Dt 4,22 ) Ma io non passerò questo Giordano, come se vi fosse anche un altro Giordano.

Penso che secondo questa locuzione si dice spesso anche " questo mondo " come se ce ne fosse un altro.

11. ( Dt 4,25 ) Se poi avrai generato figlioli e figlioli dei tuoi figlioli; è da notare la locuzione ove è detto " generare " anche i propri nipoti.

12. ( Dt 4,29 ) Ma lì cercherete il Signore vostro Dio e lo troverete quando lo cercherete con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua nella tua tribolazione; [ l'agiografo ] non dice: " con tutto il vostro cuore e con tutta l'anima vostra nella vostra tribolazione ".

13. ( Dt 4,32 ) Interrogate i giorni antichi, che furono prima di te; si deve intendere non " gli uomini ", ma " i giorni ".

Si deve parimenti notare che, anche prima, avendo detto: interrogate al plurale, [ l'agiografo ] soggiunse al singolare: quelli prima di te, non: " quelli prima di voi ".

14. ( Dt 4,34 ) Se Dio ha mai tentato, venendo a prendersi una nazione di mezzo a una nazione.

Ha tentato è stata messo al posto di "ha voluto ". O forse qualcos'altro?

L'espressione: de media gente [ "di mezzo a una nazione " ] si deve intendere per: de mediis gentibus [ " di mezzo ad altre nazioni " ] essendo usato il singolare per il plurale; così come leggiamo scritto " serpente, rana e cavalletta " per " serpenti, rane e cavallette ".

15. ( Dt 4,34 ) Secondo tutto ciò che ha fatto il vostro Dio in Egitto davanti a te riguardante; non mancherebbe nulla anche se non si aggiungesse riguardante.

16. ( Dt 5,5 ) Io stavo tra il Signore e voi in quel tempo per riferirvi le parole del Signore, poiché voi avevate paura di fronte al fuoco e non saliste sul monte, dicendo: Io sono il Signore tuo Dio ecc.; dicendo è usato invece di " mentre [ Dio ] diceva ".

17. ( Dt 5,14 ) Né il forestiero che abita in te; si deve intendere come detto al popolo e non come a un individuo, poiché un forestiero abita in mezzo a un popolo.

18. ( Dt 5,15 ) Ecco perché il Signore tuo Dio ti ha ordinato che tu osservi il giorno del sabato e santificarlo.

Se non avesse la " e ", non sarebbe un modo inconsueto di dire: " che tu osservi il giorno del sabato per santificarlo " o almeno fosse espresso così: " Ecco perché il Signore tuo Dio ti ha ordinato di osservare il giorno del sabato e di santificarlo ".

Ora invero [ l'espressione ] " che tu osservi il giorno del sabato e santificarlo " è un modo di dire inconsueto e da annotarsi.

19. ( Dt 6,13 ) Bada bene che il tuo cuore non si dilati e tu ti dimentichi del Signore Dio tuo; si deve osservare che la dilatazione del cuore può dirsi anche in senso cattivo; con " dilatazione " infatti s'intende l'esultanza alla quale è contraria l'angustia, cioè la tristezza.

Ambedue queste condizioni dell'animo possono intendersi sia in senso buono che in quello cattivo.

20. ( Dt 6,20 ) E avverrà quando tuo figlio domani ti domanderà dicendo; domani è usato invece di qualunque tempo nel futuro.

21. ( Dt 7,1 ) Sette popolazioni grandi e molte; in qual modo [ sono dette ] molte, se sono sette?

Ma [ l'agiografo ] dice molte in quanto aventi un gran numero d'abitanti.

22. ( Dt 7,2 ) Non disporrai ad essi un testamento, parlando dei pagani; testamento è usato quindi invece di " alleanza ".

23. ( Dt 7,3-4 ) E non prendere la figlia di lui per tuo figlio; poiché farà allontanare tuo figlio da me e servirà altri dèi e il Signore s'adirerà di sdegno contro voi; non è detto: " mi sdegnerò ", ma come se si parlasse di un altro.

24. ( Dt 9,1 ) [ Abitano ] città grandi cinte di mura alte fino al cielo; è un'espressione iperbolica.

25. ( Dt 9,4 ) Non dire nel tuo cuore, quando il Signore tuo Dio avrà distrutto questi popoli davanti a te, dicendo: Per le mie giustizie il Signore mi ha condotto a prendere in eredità questo paese eccellente.

L'ordine logico delle parole è: non dire nel tuo cuore dicendo.

26. ( Dt 9,28 ) Affinché gli abitanti del paese dal quale ci hai fatti uscire di lì non dicano; secondo l'usanza della Scrittura è stato aggiunto inde [ " di lì " ].

27. ( Dt 11,3 ) Ciò che [ Dio ] fece la potenza degli Egiziani.

Alcuni traduttori latini, poiché non capivano, non vollero dire potenza, ma " alla potenza; all'esercito " poiché alcuni intesero nel senso di " esercito " il termine greco δύναμιν: è invece una locuzione elegante.

Ciò che [ Dio ] fece la loro potenza deve intendersi nel senso di: " che cosa ne fece " poiché la ridusse a nulla.

Ma poiché [ l'oggetto ] è espresso al plurale, il senso non è molto chiaro.

28. ( Dt 11,6 ) I quali la terra, spalancando la sua bocca, inghiottì essi e le loro case e le loro tende.

Qui si devono notare due locuzioni: che è stato aggiunto essi, anche se fosse potuto bastare: i quali, come è detto anche precedentemente, e dopo aver detto: le loro case, si aggiunse: e le loro tende, come se nel deserto avessero altre case se non le tende.

Ma [ l'agiografo ] naturalmente con case volle fare intendere le persone appartenenti ad esse.

Così al popolo è detto: E ora tu, casa di Giacobbe. ( Is 2,5 )

Questa locuzione però non è estranea alla lingua latina, poiché anche i Romani sono chiamati casa di Assaraco,6 poiché traggono origine dal troiano Assaraco.

29. ( Dt 11,7 ) Poiché i vostri occhi hanno veduto tutte le grandi opere che il Signore ha compiute oggi tra voi.

Sebbene si parli delle opere compiute attraverso il deserto nel tempo in cui [ gli Israeliti ] venivano condotti da un luogo in un altro durante quarant'anni, tuttavia [ l'agiografo ] dice oggi, volendo far intendere quale che fosse il numero degli anni che quello stesso tempo poté avere allora.

30. ( Dt 11,9 ) La terra che il Signore giurò ai vostri padri di dare ad essi e ai loro discendenti dopo di essi.

Come se fosse detto: " cioè ai loro discendenti dopo di essi ".

Poiché [ il Signore ] non la diede anche ad essi, ma la diede loro quando la diede ai loro discendenti.

31. ( Dt 11,13 ) Se dunque ascolterete con l'ascolto tutti i precetti che oggi io t'ingiungo.

Con l'ascolto pare superfluo, ma è una locuzione assai familiare alla Sacra Scrittura.

32. ( Dt 11,14 ) E darà al tuo paese a suo tempo la pioggia mattutina e la serotina.

Poiché il mattino si chiama giorno, non si volle forse fare intendere qui la prima stagione dell'anno? Serotino al contrario è meno latino.

Ma non si poté esprimere con maggiore proprietà quello che i greci dicono όψιμον [ " tardivo " ]; tuttavia anche nella lingua latina comunemente suole chiamarsi serotino ciò che è avvenuto più tardi di quanto sarebbe doveroso.

Qui, al contrario, [ l'agiografo ] ha voluto che s'intendesse piuttosto una stagione.

33. ( Dt 11,15-16 ) Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, bada a te stesso, perché il tuo cuore non si allarghi, sì che prevarichiate e serviate gli dèi stranieri.

Già più sopra abbiamo notato siffatte locuzioni sia quella in cui si passa dal singolare al plurale, sia quella in cui [ l'agiografo ] vuol fare intendere si allarghi in senso cattivo, quando indica una dannosa prosperità.

34. ( Dt 11,24 ) E il grande fiume, il fiume Eufrate.

Ripetizioni come questa sono usate spesso nelle Scritture e mettono in rilievo una cosa in modo appropriato.

35. ( Dt 11,25 ) Il Signore vostro Dio diffonderà sulla superficie di tutta la terra la paura e il terrore di voi; non la paura e il terrore con cui hanno paura e terrore essi, ma per cui essi vengono temuti e incutono terrore ad altri.

36. ( Dt 12,17 ) Non potrai mangiare nelle tue città la decima del tuo frumento.

[ Viene usato ] non potrai invece di: " non dovrai ".

37. ( Dt 13,16 ) E brucerai la città nel fuoco, noi più comunemente diremmo " con il fuoco ".

38. ( Dt 14,24 ) Se però il cammino sarà lungamente per te; come se dicesse: " il cammino sarà lungo "; è usato l'avverbio al posto dell'aggettivo.

39. ( Dt 15,6 ) E farai prestiti a molte nazioni.

La Scrittura chiama " prestare ad alto interesse " il denaro dato in prestito anche qualora non se ne prendano gli interessi; per questo c'è anche la massima del Salmo: Beato l'uomo che ha pietà e dà in prestito. ( Sal 112,5 )

Infatti così preferirono tradurre i nostri scrittori, che ritennero di dover seguire il senso piuttosto che le parole [ della frase ]; poiché in greco si ha δανείζει, che significa " presta ad interesse ".

40. ( Dt 15,6 ) Dominerai [ su ] di molte nazioni, ma esse non domineranno [ su ] di te.

Come se fosse detto: a te non imporranno il loro dominio, cioè le nazioni, poiché la parola tui [ di te ] è il genitivo singolare del pronome [ di seconda persona ], il cui dativo è tibi [ a te ], non il nominativo plurale [ dell'aggettivo ] il cui genitivo è: tuorum [ dei tuoi ].

41. ( Dt 15,7 ) Se sarà in mezzo a te un bisognoso tra i tuoi fratelli.

Non è rivolta la parola a una sola persona ma al popolo e perciò [ è detto ] in mezzo a te.

42. ( Dt 15,7-8 ) Se poi vi sarà in mezzo a te un bisognoso fra i tuoi fratelli in una delle tue città, nel paese che il Signore tuo Dio ti dà, non volterai il tuo cuore né chiuderai la tua mano di fronte al fratello tuo bisognoso; ma aprendo gli aprirai le tue mani, gli presterai in prestito tutto ciò che implora e tutto ciò di cui ha bisogno.

Qui certamente, poiché si comandano le opere di misericordia, non si deve naturalmente ammettere che si parli della crudeltà dell'usura; è quindi evidente che si volle fare intendere che l'espressione: gli darai in prestito ad interesse significa doversi dare in prestito [ senza interessi ] ciò che [ il bisognoso ] richiedesse.

Quanto poi alla frase: Aprendo gli aprirai le mani, come la successiva: presterai in prestito, è locuzione abituale nelle sacre Scritture.

43. ( Dt 15,17 ) [ L'agiografo ], dopo aver esposto il precetto di bucare l'orecchio del servo, farai ugualmente - dice - anche la tua serva.

Non dice: " farai [ lo stesso ] alla tua serva ", come richiedeva il nostro modo abituale di esprimerci.

44. ( Dt 15,21 ) Ma se avrà un difetto, zoppo o cieco, o qualsivoglia difetto.

Non è detto: lo zoppicare o la cecità - questi in realtà sono difetti - ma: zoppo o cieco, poiché non sono difetti, ma animali che hanno dei difetti.

Si deve altresì notare che si dice difetto cattivo come se potesse esserci un difetto buono.

45. ( Dt 16,4 ) Delle carni che avrete immolato la sera il primo giorno non dormirà [ nulla ] fino al mattino.

Non dormirà è detto invece di: " non rimarrà " nella notte.

46. ( Dt 17,1 ) Non offrirai al Signore, Dio tuo, un vitello o una pecora in cui è in esso un difetto.

Il modo abituale di esprimersi sarebbe: in cui è un difetto, ma questa è una locuzione abituale nelle Scritture.

47. ( Dt 17,5 ) E li lapiderai nelle pietre e moriranno; ciò secondo la nostra abitudine si esprimerebbe " con le pietre ", non nelle pietre.

48. ( Dt 17,16 ) Non moltiplicherà per sé il cavallo. È usato il cavallo per " i cavalli " o per " la cavalleria ".

Alcuni perciò hanno tradotto: " la cavalleria ".

49. ( Dt 17,15 ) Non potrai costituire sopra di te uno straniero, poiché non è tuo fratello.

Non potrai è detto per: " non dovrai ".

50. ( Dt 18,16 ) Secondo tutto ciò che chiedesti al Signore tuo Dio nell'Horeb nel giorno dell'adunanza dicendo voi.

Pur avendo detto prima chiedesti [ l'agiografo ] soggiunse: dicendo voi, non " dicendo tu ".

51. ( Dt 20,4 ) Poiché il Signore vostro Dio che precede con voi, non è detto " voi ".

52. ( Dt 22,6 ) Se cammin facendo incontrerai un nido d'uccello davanti a te.

Si deve notare che è detto: incontrerai anche uno che non cammina.

53. ( Dt 22,8 ) Se poi costruirai una casa nuova, farai un parapetto al tuo terrazzo e [ così ] non commetterai un omicidio in casa tua, qualora cadesse chi cade da esso, cioè cadesse dal terrazzo colui che cade.

È una locuzione molto insolita.

54. ( Dt 24,2-3 ) E [ la moglie ] andando via sarà [ sposa ] a un altro e l'ultimo marito la odierà.

È da notare che dei due [ mariti ] quello successivo è detto l'ultimo.

Siffatta locuzione si trova anche nel Vangelo, allorché viene posto il quesito di chi tra due fratelli fece la volontà del padre e viene data la risposta: l'ultimo, sebbene fossero due [ soli ]. ( Mt 21,31 )

55. ( Dt 24,6 ) Non prenderai in pegno né la macina né la pietra superiore della macina poiché costui prende in prestito la vita, invece di dire: " poiché, se lo farai, prendi in prestito la vita ".

Si deve poi notare che viene chiamata anima invece della vita che l'anima possiede nel corpo; con questa locuzione viene espressa la massima che si trova nel Vangelo: Non è forse vero che la vita è più importante del cibo? ( Mt 6,25 )

56. ( Dt 24,7 ) Se viene scoperto uno che rapisce un'anima dei suoi fratelli, figli d'Israele; è usata anima per una " persona ".

Segue poi: e che opprimendolo lo abbia venduto, che è una locuzione non meno notevole; infatti [ l'agiografo ] non volle dire " essa ", come sarebbe stato più giusto, poiché aveva detto anima; al contrario [ dice ] lui, cioè l'uomo, nel senso in cui aveva detto: anima.

57. ( Dt 24,10 ) Se vi sarà un debito nel tuo prossimo, un debito qualunque; la ripetizione del vocabolo [ " debito " ] costituisce una locuzione notevole.

58. ( Dt 25,7 ) Ma se [ quel ] l'uomo non vorrà prendere la moglie di suo fratello, e la donna salirà dagli anziani nella porta e dirà: Il fratello di mio marito non vuole riprodurre il nome di suo fratello in Israele, il fratello di mio marito non l'ha voluto.

Sebbene la Scrittura ripeta volentieri [ certe ] espressioni, questa è tuttavia una ripetizione piuttosto inusitata, ma fa vedere con eleganza il sentimento della donna che si lamentava.

59. ( Dt 27,21 ) Maledetto chiunque dormirà con ogni bestia. Dormirà è usato invece di " giacere insieme ".

Subito dopo con ogni bestia è detto invece di " con qualunque [ specie ] di bestia ".

60. ( Dt 28,48 ) E servirai i tuoi nemici, che il Signore tuo Dio manderà contro di te.

Il greco ha: λατρε, ύσεις, che il latino ha tradotto: servirai.

Ma la Scrittura suole usare questo verbo riguardo al servizio dovuto a Dio; per questo sono chiamati idolatri coloro che servono gli idoli con quel servizio; qui dunque questo verbo è usato in maniera insolita.

Senonché potrebbe avere anche questo senso, poiché prima sono espresse delle minacce tanto terribili, che [ gli Israeliti ] sono costretti a servire come dèi i loro nemici oltremisura tracotanti.

61. ( Dt 28,49 ) [ Il Signore farà venire ] un popolo di cui non udrai la voce di lui.

È da notare ch'è detto non solo di cui, sia di lui, come sono solite dire le Scritture, ma anche ch'è detto: di cui non udrai la voce, che significa " di cui non comprenderai la lingua ".

62. ( Dt 28,54-55 ) L'uomo assai sensuale e voluttuoso, che è presso di te, guarderà con occhio geloso il proprio fratello e la propria moglie che riposa sul suo seno e i figli che gli restano, ciascuno di quelli che gli sono stati lasciati, per non dare ad alcuno di essi la carne dei suoi figli, dei quali si ciberà, poiché non gli resta null'altro da mangiare nelle strettezze e nelle tribolazioni con cui ti opprimeranno i tuoi nemici in tutte le tue città.

È da notare come qui sia detto fascinabit eum [ lo affascinerà ] invece di invidebit ei [ lo guarderà di malocchio ] in quanto, ridotto al punto che sia necessario dargli le carni dei figli, delle quali la necessità costringe i genitori a cibarsi.

Infatti anche la massima dei Proverbi che i manoscritti latini riportano: Non pranzare con l'uomo invidioso, ( Pr 23,6 ) il greco la esprime così: άνδρί βασκάνω [ con un uomo affascinatore ]; βάσκανος poi significa " affascinatore " [ cioè chi guarda di malocchio, invidioso ].

63. ( Dt 28,63 ) E sarà come il Signore s'è rallegrato per voi nel farvi del bene.

Il greco ha: far bene voi, ma neppure sembra essere una locuzione greca.

Si capisce tuttavia ch'è usato l'accusativo invece del dativo; ecco perché i traduttori latini preferirono dire a voi, anziché " voi ".

64. ( Dt 29,2 ) Voi avete visto tutto ciò che il Signore vostro Dio ha fatto sotto i vostri occhi nel paese dell'Egitto al Faraone e a tutti i suoi servi e a tutta la sua terra, le prove terribili che hanno visto i tuoi occhi; da notare che quei castighi sono chiamati anche prove.

65. ( Dt 30,4 ) Quand'anche la tua dispersione giungesse da un'estremità all'altra del cielo, di lì ti radunerà il Signore Dio tuo.

Senza dubbio l'espressione: da un'estremità all'altra del cielo significa ciò che si è soliti anche dire: " da un'estremità all'altra della terra " forse perché, in quanto anche la nostra atmosfera viene chiamata cielo, questo è unito alla terra.

66. ( Dt 30,12-13 ) Non si trova in cielo, dicendo: Chi salirà in cielo e lo prenderà per noi, e sentendolo lo adempiremo?

Esso non si trova neppure di là dal mare, dicendo: Chi per noi passerà al di là dal mare e lo prenderà per noi e sentendolo lo metteremo in pratica?

Dicendo è usato invece di: " perché tu possa dire "; è una nuova locuzione.

67. ( Dt 31,8 ) E il Signore, che ti accompagna, [ sarà ] con te.

68. ( Dt 31,16 ). E il Signore disse a Mosè: Ecco, tu dormirai con i tuoi padri; con questo verbo è indicata la sua morte.

69. ( Dt 31,27 ) Eravate quelli che rendevano amare le cose riguardanti Iddio; cioè rendevate amare le cose che sono di Dio.

70. ( Dt 31,29 ) Io so infatti che dopo la mia morte farete l'iniquità con l'iniquità; in greco invece farete l'iniquità è espresso con un solo verbo, cioè: νομήσετε.

71. ( Dt 31,29 ) Vi incoglieranno sventure l'ultimo dei giorni; in realtà così ha il greco invece di " negli ultimi giorni ", oppure " nell'ultimo dei giorni ".

72. ( Dt 32,6 ) Non è forse Egli tuo padre che ti ha posseduto e ti fece e ti creò?

Si deve osservare l'ordine [ delle parole ]; sembra infatti che prima si sarebbe dovuto dire: ti creò e ti fece, e poi: ti possedette.

Poiché in qual senso s'intende che possa essere posseduto chi non esiste?

73. ( Dt 32,14 ) Con il grasso dei reni del frumento. Questa metafora è inusitata.

Essa con " reni del frumento " ha voluto far intendere la polpa del frumento, da cui si estrae la farina, poiché [ l'agiografo ] la chiama anche grasso.

Infatti con questo nome i Greci sono soliti chiamare la farina; così la chiama il greco nell'Esodo, dove sta scritto: Caricando sulle loro spalle la farina. ( Es 12,34 )

Il traduttore greco infatti usò στέατα, che significa " la parte grassa ".

74. ( Dt 32,20 ) Figli in cui non c'è fedeltà in essi; è un modo di dire familiare alle Scritture.

75. ( Dt 32,36 ) Poiché il Signore giudicherà il suo popolo e si consolerà nei suoi servi, invece di " consolerà i suoi servi "; salvoché forse, in un senso traslato sia detto che Egli sia consolato come libero dallo sdegno e dall'offesa con cui lo offendono i malvagi.

Così deve intendersi la sua consolazione, non secondo la maniera degli uomini; come neppure l'ira e la gelosia e passioni di tal genere.

76. ( Dt 32,37 ) Dove sono i loro dèi in cui avevano fiducia in essi; il senso sarebbe completo anche senza in essi.

77. ( Dt 32,40 ) E giurerò la mia destra; cioè " con la mia destra ".

78. ( Dt 32,42 ) Rallegratevi, cieli, insieme con lui e lo adorino tutti gli angeli di Dio.

Altri manoscritti hanno: e lo adorino tutti i figli di Dio, ma difficilmente nelle Sacre Scritture si trova che sono chiamati figli di Dio gli angeli che sono nel cielo.

Indice

5 Quaest. 4, 112
6 Virgilio, Aen. 1, 284