Specchio di precetti morali dalla Sacra Scrittura

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Dalla seconda lettera ai Corinzi

359 [ 2 Cor 1 ].

Il nostro vanto è questo: l'attestato della nostra coscienza, che nel mondo ci siamo comportati con schiettezza e sincerità, non conformandoci alla sapienza della carne ma [ perseverando ] nella grazia di Dio [ 2 Cor 1,12 ].

360 [ 2 Cor 2 ].

Dopo un po': Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me ma almeno parzialmente, per non voler esagerare, tutti voi.

A questo tale è sufficiente il rimprovero che gli viene fatto dalla maggioranza [ della comunità ], sicché voi dovete piuttosto perdonargli la colpa e confortarlo, affinché non venga schiacciato da esagerata tristezza.

Vi scongiuro pertanto di confermargli l'amore che avete per lui.

Vi ho scritto infatti per rendermi conto, con un sondaggio, se siete obbedienti in ogni cosa.

E se gli avete perdonato qualcosa, anch'io gli perdono; e se io gli ho perdonato qualcosa - ammesso che c'era da perdonare - l'ho perdonato per vostro vantaggio in nome di Cristo.

Così facendo, non saremo fuorviati da satana, di cui non ci sono sconosciute le trame [ 2 Cor 2,5-11 ].

361 [ 2 Cor 4 ].

In un passo: Avendo dunque un tale ministero, in quanto ci è stata usata misericordia, non ci perdiamo di coraggio ma rifiutiamo ogni sotterfugio derivante da vigliaccheria, e non vogliamo procedere con astuzia né adulterare la parola di Dio; al contrario, manifestando la verità vogliamo presentarci alla coscienza di tutti gli uomini dinanzi a Dio [ 2 Cor 4,1-2 ].

E dopo alcuni versi: Noi infatti non predichiamo noi stessi ma Gesù Cristo Signore.

Quanto a noi, siamo al vostro servizio per amore di Gesù [ 2 Cor 4,7-13 ].

E dopo un altro po': Abbiamo questo tesoro racchiuso in vasi di argilla, perché appaia la sublime grandezza della potenza di Dio e non [ si pensi che ] sia risorsa nostra.

Da ogni parte infatti siamo sottoposti a tribolazioni ma non ci sentiamo messi alle strette; siamo angustiati ma non abbandonati, perseguitati ma non derelitti, abbattuti ma non annichiliti.

Noi portiamo continuamente nel nostro corpo la morte di Gesù, affinché si manifesti nel medesimo nostro corpo la vita di Gesù.

Noi vivi infatti siamo senza sosta messi a morte per la causa di Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale.

E pertanto in noi è operante la morte, in voi la vita; ma possedendo noi quello spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto e per questo ho parlato ( Sal 116,10 ), anche noi crediamo e per questo parliamo [ 2 Cor 4,7-13 ].

E dopo sei versi: Per questo non ci scoraggiamo ma, sebbene il nostro uomo esteriore vada disfacendosi, tuttavia l'uomo interiore si rinnova quotidianamente.

Quanto infatti al presente c'è in noi di tribolazione, roba fugace e leggera, produce in noi un incommensurabile ed eterno tesoro di gloria nelle altezze, poiché noi non abbiamo di mira le cose visibili ma quelle invisibili.

In effetti le cose visibili sono temporanee, mentre quelle invisibili sono eterne [ 2 Cor 4,16-18 ].

362 [ 2 Cor 6 ].

Dopo un po': Poiché siete collaboratori vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio.

Egli infatti dice: Nel tempo propizio ti ho esaudito, nel giorno della salvezza ti ho aiutato ( Is 49,8 ).

Eccolo ora il tempo propizio, eccolo ora il giorno della salvezza.

Non diamo ad alcuno occasione di scandalo perché non sia denigrato il nostro ministero, ma ci presentiamo a tutti come servi di Dio forniti di grande pazienza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle strettezze, nelle battiture, nella prigionia, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; ricchi nella castità, nella scienza, nella tolleranza, nella dolcezza, nello Spirito Santo, nella carità sincera, nella parola della verità, nella fortezza dataci da Dio; usando le armi della giustizia con la destra e la sinistra, nella gloria e nell'ignominia, nella diffamazione e nella buona reputazione.

Ritenuti seduttori mentre siamo veritieri, ignorati mentre siamo ben noti, morti mentre ecco viviamo, castigati ma non uccisi, afflitti mentre siamo sempre gioiosi, miserabili mentre arricchiamo intere moltitudini, gente che non ha nulla mentre possediamo tutto [ 2 Cor 6,1-10 ].

E dopo pochi versi: Dilatate anche voi il vostro cuore! Non sottoponetevi al giogo degli increduli!

Che relazione c'è infatti tra la giustizia e la malvagità? O che rapporto fra la luce e le tenebre?

O quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale società tra il credente e il senza fede?

O quale comunione tra il tempio di Dio e gli idoli?

E in realtà voi siete tempio del Dio vivo, come attesta il Signore: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo ( Lv 26,11-12; Ez 37,27 ).

Pertanto uscite dal loro consorzio e separatevi da loro ( Is 52,11; Ger 51,45 ), dice il Signore, e non toccate ciò che è immondo.

In tal modo io vi prenderò per me, e sarò per voi un padre e voi mi sarete figli e figlie, oracolo del Signore onnipotente ( 2 Sam 7,14; Ger 31,9; Is 43,6 ) [ 2 Cor 6,13-18 ].

363 [ 2 Cor 7 ].

Carissimi, avendo ricevuto tali promesse, purifichiamoci da ogni bruttura del corpo e dello spirito, e completiamo l'opera della nostra santificazione nel timore di Dio [ 2 Cor 7,1 ].

E dopo un po': In realtà, anche se vi avessi rattristato con la mia lettera non me ne dispiaccio, o meglio, anche se mi dispiacesse che quella lettera, sia pure momentaneamente, vi abbia rattristati, ora ne godo: non perché vi siete rattristati, ma perché dalla tristezza è maturata la conversione.

Vi siete infatti rattristati secondo Dio, per cui nessun danno vi è derivato per causa nostra.

Infatti la tristezza accetta a Dio produce quella conversione stabile che conduce a salvezza, a differenza della tristezza mondana, che genera la morte.

E in realtà l'esservi rattristati secondo Dio quanta intraprendenza non sta producendo in voi! [ 2 Cor 7,8-11 ].

364 [ 2 Cor 8 ].

Dopo pochi versi: Fratelli, vogliamo rendervi nota la grazia di Dio elargita alle Chiese della Macedonia.

Pur tra le molte loro prove e tribolazioni, la ricchezza della loro letizia, nonostante la loro straordinaria povertà, si è concretata in un'abbondante generosità e liberalità.

Rendo loro testimonianza: essi sono stati generosi secondo le loro possibilità e al di sopra delle loro possibilità, scongiurandoci con molta insistenza di accordar loro il favore di partecipare all'opera di carità che stiamo compiendo a beneficio dei santi.

E hanno dato non solo secondo quello che noi speravamo ma dando addirittura se stessi, in primo luogo al Signore e poi anche a noi secondo la volontà di Dio.

Per questo motivo abbiamo dovuto ricorrere a Tito affinché, come ha cominciato in mezzo a voi questa opera buona, così voglia portarla a termine.

Orbene, come avete il primato in ogni cosa ( nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni premura per i bisognosi e infine nell'affetto verso di noi ), così siate generosi in questa iniziativa benefica.

Non vi dico queste cose come imponendovi un precetto ma per dimostrare attraverso questa premura verso gli altri quanto grande sia la vostra buona propensione nell'esercizio della carità.

Voi infatti ben conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: egli, essendo ricco, si è fatto povero per voi affinché voi diventaste ricchi per la sua povertà.

È dunque solo un consiglio quello che vi do: è una cosa utile a voi che fino dall'anno scorso siete stati i primi non solo a realizzare ma anche a progettare [ questo servizio ].

Orbene, portate a compimento l'opera intrapresa, affinché come fu pronto l'animo nel volere, così lo sia anche nel realizzare, naturalmente secondo quello che avete.

Se infatti la volontà è pronta [ a dare ], la si apprezza se dà secondo quello che possiede, non secondo quel che non possiede.

E non deve succedere che per sollevare gli altri voi mettiate in angustia voi stessi, ma ci dev'essere uguaglianza.

Al presente la vostra abbondanza colmi la loro penuria in modo tale che la loro abbondanza possa colmare la [ eventuale ] vostra indigenza, e in tal modo si ottenga l'uguaglianza di cui sta scritto: Chi [ raccolse ] molto non ne ebbe d'avanzo e chi [ raccolse ] poco non scarseggiò ( Es 16,18 ).

A questo punto debbo ringraziare Dio che ha messo nel cuore di Tito la stessa mia premura nei vostri riguardi.

Egli ha accettato la nostra richiesta; anzi, essendo lui stesso ancora più premuroso, è partito spontaneamente per recarsi da voi.

Con lui abbiamo inviato anche un altro fratello che riscuote plauso in tutte le Chiese come evangelizzatore.

E non questo soltanto, ma è stato anche costituito nostro accompagnatore in questo viaggio di carità che viene esercitata da noi a gloria del Signore e per adempiere il nostro proposito, in quanto vogliamo impedire che qualcuno ci venga a biasimare per la troppa abbondanza della raccolta effettuata da noi.

Ci preoccupiamo infatti non solo di ciò che è bene dinanzi a Dio ma anche dinanzi agli uomini [ 2 Cor 8,1-21 ].

365 [ 2 Cor 9 ].

Dopo nove versetti: Riguardo all'opera di beneficenza a prò dei santi è superfluo che ve ne scriva.

So infatti che il vostro animo è pronto: della qual cosa mi vanto presso i Macedoni dicendo che l'Acaia è già pronta fin dall'anno passato, e così il vostro zelo ha stimolato moltissimi [ a fare altrettanto ].

Se ho inviato dei fratelli, l'ho fatto perché il nostro vantarci di voi non venga sia pure parzialmente smentito.

Siate dunque ben pronti, come vi ho detto, affinché non succeda che, venendo con me dei Macedoni e trovandovi non preparati, noi ( per non dire voi ) dobbiamo vergognarci di questo fatto.

Per questo motivo ho ritenuto necessario rivolgermi ai fratelli pregandoli di venire da voi prima del mio arrivo e preparare quest'opera benefica a cui vi siete impegnati: la quale dev'essere organizzata come un gesto di benevolenza e non come una spilorceria.

Vi dico dunque questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglie, chi semina con larghezza con larghezza anche raccoglie ( Pr 22,8 ).

Dia pertanto ciascuno come ha stabilito in cuore, ma non con rammarico o per forza, poiché Dio ama chi dona con gioia ( Sir 35,11 ).

E Dio è in grado di far abbondare in voi ogni dono, affinché, avendo sempre e in tutto il sufficiente, abbondiate anche in ogni opera buona, come sta scritto: Ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia rimane in eterno ( Sal 112,9 ).

E colui che somministra il seme al seminatore darà a voi il pane da mangiare, moltiplicherà la vostra semente e accrescerà i frutti della vostra giustizia.

In tal modo, arricchiti di tutto, vi troverete nell'abbondanza in ogni [ genere di ] liberalità, la quale a sua volta attraverso di noi si tradurrà in ringraziamento a Dio.

In realtà il compimento di questo servizio non solo supplisce a ciò che manca ai santi ma attraverso l'attuazione di questo servizio da molti si leverà un bel coro di ringraziamenti al Signore.

Essi glorificheranno Dio per l'abbondanza della vostra fede e per la generosità del vostro contributo verso di loro e verso tutti.

Mediante le loro preghiere per voi mostreranno l'affetto che nutrono per voi a motivo dell'eccezionale larghezza di grazia di Dio a voi concessa.

Pertanto io ringrazio Dio per il suo dono che non so descrivere [ 2 Cor 9,6-15 ].

366 [ 2 Cor 10 ].

In un altro passo: Chi si gloria si glori nel Signore ( Ger 9,23 ), poiché non è approvato colui che si approva da se stesso ma colui che è approvato da Dio [ 2 Cor 10,17-18 ].

367 [ 2 Cor 11 ].

Dopo un po': Sono ministri di Cristo.

Lo sono anch'io; anzi, parlando da insensato, io più di loro.

In moltissime fatiche, ancora di più nelle prigioni, in misura incredibile nelle battiture, spessissimo nella morte.

Cinque volte ho ricevuto dai Giudei i trentanove colpi.

Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio e fui nelle profondità del mare una notte e un giorno.

Spesso nei viaggi, con pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città e nel deserto, pericoli nel mare, pericoli causati da falsi fratelli.

Nella fatica e nell'afflizione, in frequenti veglie, nella fame e nella sete, in frequenti digiuni, nel freddo e nella nudità.

Oltre tutte queste cose, che sono esteriori, il mio peso quotidiano [ è ] la preoccupazione per tutte le Chiese.

Chi si indebolisce senza che anch'io diventi debole insieme con lui?

Chi si scandalizza senza che io ne frema? Se vale la pena gloriarsi, anch'io mi glorierò in base alla mia debolezza [ 2 Cor 11,23-30 ].

368 [ 2 Cor 12 ].

Dopo un po': Volentieri dunque mi vanterò delle mie debolezze perché dimori in me la potenza di Cristo.

Pertanto mi rallegro delle infermità, delle ingiurie, delle strettezze, delle persecuzioni, delle molte difficoltà incontrate per la causa di Cristo, poiché quando sono debole è allora che sono robusto [ 2 Cor 12,9-10 ].

E dopo undici versi: Ecco, sono pronto a venire da voi per la terza volta e non vi voglio essere d'aggravio.

Io non vado in cerca delle vostre sostanze ma di voi.

Non sono infatti i figli che debbono conservare per i genitori, ma i genitori per i figli; e io più che volentieri spenderò del mio, anzi mi consumerò io stesso per le vostre anime, anche se amandovi di più dovessi ricevere da voi meno amore [ 2 Cor 12,14-15 ].

E dopo alcuni versi: Temo che, venendo da voi, non vi trovi come vorrei e voi troviate me come non vorreste.

Temo che ci siano tra voi contese, gelosie, animosità, rivalità, maldicenze, insinuazioni maligne, superbie e contrasti.

Temo che, quando verrò di nuovo, Iddio mi umilii per causa vostra e io debba piangere per quei molti di voi che tempo fa hanno peccato e non si sono ancora pentiti della dissolutezza e impudicizia in cui sono caduti [ 2 Cor 12,20-21 ].

369 [ 2 Cor 13 ].

E anche in un altro passo: Preghiamo Dio perché non abbiate a commettere nulla di male, non perché siamo noi approvati ma perché voi pratichiate la giustizia [ 2 Cor 13,7 ].

E dopo sei versi: Del resto, fratelli, rallegratevi, progredite [ nel bene ], consolatevi, abbiate lo stesso sentire e vivete in pace.

E il Dio dell'amore e della pace sarà con voi [ 2 Cor 13,11 ].

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