Diario di M. Faustina Kowalska

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+ G.M.G.

Wilno, 12.VIII.1935

Esercizi spirituali di tre giorni

La sera del giorno precedente gli esercizi spirituali, durante l'assegnazione serale dei punti della meditazione, udii queste parole: « Durante questi esercizi spirituali ti parlerò per bocca di questo sacerdote, al fine di rassicurarti e rafforzarti sulla veridicità delle parole che ti rivolgo nel profondo dell'anima.

Sebbene gli esercizi spirituali li facciano tutte le suore, tuttavia ho un riguardo particolare per tè, per rafforzarti e toglierti
ogni paura di fronte a tutte le contrarietà che ti attendono. Ascolta perciò
attentamente le sue parole e meditale nel profondo dell'anima ».

Oh! come restai stupita, dato che tutto quello che il padre diceva sull'unione con Dio e sugli impedimenti a tale stretta unione, io l'avevo vissuto alla lettera nell'anima e l'avevo ascoltato da Gesù, che mi parla nel profondo dell'anima.

La perfezione consiste in questa stretta unione con Dio.

Nella meditazione delle dieci, il Padre192 parlò della Misericordia di Dio e della bontà di Dio verso di noi.

Disse che, se si esamina la storia del genere umano, si vede ad ogni passo la grande bontà di Dio.

Tutti gli attributi di Dio come l'onnipotenza, la sapienza, contribuiscono a rivelarci quest'unico attributo, che è il più grande, cioè la bontà di Dio.

La bontà divina è il più grande attributo di Dio.

Tuttavia molte anime che tendono alla perfezione non conoscono questa grande bontà di Dio.

Tutto quello che il Padre ha detto durante questa meditazione sulla bontà di Dio, corrispondeva a tutto quello che Gesù aveva detto a me e si riferiva strettamente alla festa della Misericordia.

Adesso in verità ho compreso chiaramente quello che il Signore mi aveva promesso e non ho più alcun dubbio: la parola di Dio è chiara ed evidente.

Durante tutto il tempo della meditazione vidi Gesù sull'altare, in veste bianca, che teneva in mano il mio quaderno, nel quale sto scrivendo queste cose.

Durante tutta la meditazione sfogliò le pagine del quaderno e taceva; il mio cuore però non riuscì a sopportare l'ardore che si era acceso nella mia anima.

Nonostante gli sforzi della volontà per dominarmi e non far sapere a quelli che mi stavano attorno ciò che avveniva nella mia anima, verso la fine della meditazione, sentii che ero completamente fuori di me.

Ad un tratto il Signore mi disse: « In questo quaderno non hai scritto tutto sulla Mia bontà verso gli uomini; desidero che non tralasci nulla.

Desidero che il tuo cuore si consolidi in una completa tranquillità ».

O Gesù, il mio cuore si arresta quando penso a tutto quello che fai per me.

Ti ammiro, Signore, perché Ti abbassi fino alla misera anima mia.

Che sistemi impensabili usi per convincermi!

È la prima volta in vita mia che faccio un corso di esercizi spirituali di questo genere; comprendo in modo particolare e chiaro ogni parola del Padre, dato che tutto questo l'ho vissuto prima nella mia anima.

Ora vedo che Gesù non lascia nel dubbio un'anima che Lo ama sinceramente.

Gesù desidera che l'anima, che tratta con Lui nel modo più stretto, sia pienamente tranquilla, nonostante le sofferenze e le contrarietà.

Comprendo bene ora che ciò che unisce nel modo più stretto un'anima a Dio è il rinnegamento di sé, cioè l'unione della nostra volontà alla volontà di Dio.

Ciò rende l'anima libera, facilita un profondo raccoglimento dello spirito, rende leggere tutte le pene della vita e dolce la morte.

Gesù mi ha detto che se avrò qualche dubbio su quanto si riferisce alla festa od anche in merito alla fondazione della Congregazione « come pure su qualunque cosa di quello che ti ho detto nel profondo dell'anima, ti risponderò subito per bocca di quel sacerdote ».

Durante la meditazione sull'umiltà, mi era ritornato il vecchio dubbio, che un'anima così misera come la mia, non poteva realizzare il compito, che il Signore esigeva.

Mentre io rimuginavo su questo dubbio, il sacerdote che ci predicava gli esercizi, interruppe l'argomento e disse proprio quello che riguardava il mio dubbio, cioè che Dio sceglie in prevalenza come strumenti, per realizzare le Sue opere più grandi, le anime più deboli e più semplici.

« E questa è una verità incontestabile; guardiamo infatti chi ha scelto per apostoli oppure esaminiamo la storia della Chiesa, e vedremo che grandi opere hanno compiuto anime che erano le meno adatte a ciò, perché proprio in questo le opere di Dio si rivelano come tali ».

Quando il dubbio mi scomparve completamente, il sacerdote ritornò sul tema dell'umiltà.

Gesù, come al solito durante ogni predica, stava sull'altare e non mi disse nulla, ma col Suo sguardo penetrò amabilmente la mia povera anima, che non ebbe più alcuna scusa.

Gesù, vita mia, sento bene che mi stai cambiando in Te, nel segreto dell'anima, dove i sensi scorgono ben poco.

O mio Salvatore, nascondimi tutta nel profondo del Tuo Cuore e difendimi coi Tuoi raggi da tutto ciò che m'allontana da Te.

Ti prego, Gesù, fa' che questi due raggi, che sono usciti dal Tuo misericordiosissimo Cuore, rafforzino continuamente la mia anima.

Al momento della confessione

Il confessore mi domandò se in quel momento c'era Gesù e se Lo vedevo.

« Sì, c'è e Lo vedo ».

Mi ordinò di chiedere informazioni su certe persone.

Gesù non mi rispose nulla, ma guardò verso di lui.

Però, finita la confessione, mentre facevo la penitenza, Gesù mi disse queste parole: « Va' e confortalo da parte Mia ».

Pur non comprendendo il significato di queste parole, ripetei immediatamente ciò che Gesù mi aveva ordinato di dire.

Per tutto il periodo degli esercizi, fui continuamente in contatto con Gesù e trattai con Lui intimamente con tutta la forza del mio cuore.

Il giorno della rinnovazione dei voti.

All'inizio della santa Messa vidi come al solito Gesù che ci benedisse ed entrò nel Tabernacolo.

Ad un tratto vidi la Madonna con una veste bianca, un manto azzurro e col capo scoperto, che dall'altare venne verso di me, mi toccò con le Sue mani, mi coprì col Suo manto e mi disse: « Offri questi voti per la Polonia. Prega per essa ».

15.VIII.35.

La sera dello stesso giorno sentii nell'anima una grande nostalgia di Dio.

In questo momento non Lo vedo con gli occhi del corpo, come nel passato, ma Lo sento e non comprendo.

Ciò mi procura una nostalgia ed una pena indescrivibile.

Muoio dal desiderio di possederLo, per immergermi in Lui per l'eternità.

Il mio spirito tende verso di Lui con tutte le forze; non c'è nulla al mondo che possa consolarmi.

O amore eterno, ora comprendo in quali stretti rapporti di intimità era il mio cuore con Te.

Infatti che cosa mai potrà soddisfarmi in cielo o in terra all'infuori di Te, o mio Dio, in Te è annegata la mia anima.

Quando una sera guardai il cielo dalla mia cella e vidi un firmamento stupendo, disseminato di stelle e la luna, ad un tratto entrò nella mia anima una inconcepibile fiamma d'amore verso il mio Creatore.

Non riuscendo a sopportare la nostalgia che era aumentata nella mia anima per Lui, caddi con la faccia a terra umiliandomi nella polvere.

Lo adorai per tutte le Sue creature, e quando il mio cuore non riuscì a sopportare quello che avveniva in lui, scoppiai in un pianto dirotto.

Allora il mio Angelo Custode mi toccò e mi disse queste parole: « Il Signore mi ordina di dirti che ti alzi da terra ».

Lo feci immediatamente, ma la mia anima non venne consolata.

La nostalgia di Dio mi prese ancora di più.

Un giorno in cui ero all'adorazione ed il mio spirito era quasi in agonia per la nostalgia di Lui e non riuscivo a trattenere le lacrime, all'improvviso vidi uno spirito che era di una grande bellezza, che mi disse queste parole: « Non piangere, dice il Signore ».

Dopo un attimo domandai: « Tu chi sei? ».

Ed egli mi rispose: « Sono uno dei sette spiriti che stanno giorno e notte davanti al trono di Dio e L'adorano senza posa ».

Tuttavia quello spirito non alleviò la mia nostalgia, ma suscitò in me una maggior nostalgia di Dio.

Quello spirito non mi lascia un istante, mi segue ovunque.

Il giorno dopo, durante la S. Messa, prima dell'elevazione, quello spirito cominciò a cantare queste parole: « Santo, Santo, Santo ».

La sua voce era come se equivalesse a migliaia di voci, impossibile descriverla.

Ad un tratto il mio spirito venne unito a Dio; in un attimo vidi l'inconcepibile grandezza e santità di Dio e nello stesso tempo conobbi la nullità che io sono in me stessa.

Conobbi in maniera più evidente di qualsiasi altra volta le Tre Persone Divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Tuttavia la loro essenza è una, come pure l'uguaglianza e la maestà.

La mia anima è in rapporti di intimità con le Tre Persone, ma non riesco ad esprimere ciò a parole, però l'anima lo comprende bene.

Chiunque è unito con una di queste tre Persone, per ciò stesso è unito con tutta la Santissima Trinità, poiché la loro unità è indivisibile.

Questa visione, cioè questa conoscenza mi riempì l'anima di una felicità inimmaginabile, per il fatto che Dio è così grande.

Quello che ho descritto qui non l'ho visto con gli occhi, come in passato, ma in una visione interiore, in modo puramente spirituale ed indipendente dai sensi.

Questo durò fino alla fine della S. Messa.

Ora questo mi capita spesso e non solo in cappella, ma anche durante il lavoro e quando meno me l'aspetto.

Quando il nostro confessore partì io in quel periodo mi confessai dall'arcivescovo.193

Quando gli svelai la mia anima, ottenni questa risposta: « Figlia mia, armati di tanta pazienza.

Se queste cose vengono da Dio, prima o poi raggiungeranno il loro risultato e ti dico di stare assolutamente tranquilla.

Io, figlia mia, ti comprendo bene in queste cose.

Ma ora per quanto concerne l'abbandono della Congregazione e l'idea di un'altra, a questo proprio non devi nemmeno pensarci, poiché sarebbe una grave tentazione interiore ».

Finita la confessione, dissi a Gesù: « Perché mi ordini di eseguire queste cose e non mi dai la possibilità di portarle a termine? ».

All'improvviso, dopo la S. Comunione, vidi Gesù nella stessa cappella dove mi ero confessata, con lo stesso aspetto con il quale sta dipinto su quell'immagine.

Il Signore mi disse: « Non essere triste. Gli farò capire le cose che esigo da te ».

Quando stavamo per uscire, l'arcivescovo era molto occupato, ma ci fece dire di tornare indietro e di attendere un momento.

Quando tornammo di nuovo nella cappella, udii nell'anima queste parole: « Digli quello che hai visto in questa cappella ».

In quel preciso momento entrò l'arcivescovo e ci chiese se avevamo qualche cosa da dirgli.

Tuttavia, benché avessi l'ordine di parlare, non mi fu possibile, perché ero in compagnia di una consorella.

Ancora una parola dalla santa confessione: « Quella di impetrare la Misericordia per il mondo, è un'idea grande e bella.

Sorella, preghi molto per chiedere Misericordia per i peccatori, ma lo faccia nel suo convento ».

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192 Gli esercizi spirituali di tre giorni (12-16.Vin.l935) furono predicati a Wilno dal padre Ryczkowski S.J., futuro superiore della provincia settentrionale della Compagnia di Gesù con sede a Varsavia (A. CSBVMM - C)
193 L'arcivescovo di Wilno era allora Mons. Romualdo Jaibrzykowski (1876-1955).
Terminò gli studi presso l'Accademia Religiosa di Pietroburgo.
Fu professore nel seminario diocesano di Sejny e canonico di quel Capitolo.
Durante la prima guerra mondiale fu trasferito d'autorità a Pietroburgo, in seguito si recò a Minsk, dove si dedicò con impegno all'attività pastorale, culturale e sociale.
Dopo alcuni anni, nel 1917, tornò a Sejny.
Nel 1918 fu consacrato vescovo e lavorò come ausiliare nella parte polacca della diocesi di Sejny.
Nel 1921 fu nominato delegato apostolico e nel 1926 primo vescovo ordinario della diocesi di Lomia eretta ex novo. Nel 1926, dopo la mone dell'arcivescovo Mons. Giovanni Cieplak, metropolita di Wilno, prese il governo di quella diocesi. Il 13 marzo 1942 venne arrestato dai tedeschi e internato nel monastero dei Padri Mariani a Mariampol in Lituania.
Ritornò a Wilno nell'agosto del 1944.
Nel dicembre dello stesso anno fu nuovamente arrestato e imprigionato a Wilno.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu costretto a trasferirsi a Bialystok, dove con grande energia si diede a riorganizzare le parrocchie e a risolvere molte altre questioni importanti.
L'arcivescovo Mons. R. Jatbrzykowski nei rapporti con gli altri era semplice, alla mano, comprensivo e paziente. Con se stesso invece era molto esigente. È morto a Bialystok il 19 giugno 1955 (c6c. Don M. Paszkiewicz,. Biaiystok).