Diario di M. Faustina Kowalska

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18.3.1936.

Una volta chiesi a Gesù che cominciasse Lui stesso a fare il primo passo con qualche cambiamento, o con qualche fatto esterno, o che mi dimettessero, poiché io di mia iniziativa non sono in grado di abbandonare questa Congregazione ed in questo stato d'animo agonizzai per più di tre ore.

Non riuscivo a pregare, ma sottomisi la mia volontà alla volontà di Dio.

La mattina del giorno dopo la Madre Superiora mi disse: « Sorella, la Madre Generale la trasferisce a Varsavia ».

Risposi alla Madre che forse non sarei andata, ma sarei uscita di lì subito.

Pensavo che quello fosse il segno esterno, per il quale avevo pregato Dio.

La Madre Superiora non rispose a ciò, ma dopo un momento mi chiamò di nuovo e disse: « Sa una cosa, sorella?
Lei intanto vada, non badi al viaggio sprecato, anche se dovesse ritornare indietro subito ».

Risposi: « Va bene, andrò », quantunque il dolore mi lacerasse l'anima, poiché sapevo che, a causa di quella partenza, la questione sarebbe stata rinviata; nonostante tutto però, cerco sempre di essere obbediente.

Verso sera, mentre pregavo, la Madonna mi disse: « La vostra vita deve essere simile alla Mia vita; silenziosa e nascosta; essere unite incessantemente a Dio e pregare per l'umanità e preparare il mondo per la seconda venuta di Dio ».

Verso sera, durante la benedizione, la mia anima per un momento fu in contatto diretto con Dio Padre, sentii che ero fra le Sue braccia come una bimba e udii nel mio intimo queste parole: « Non temere nulla, figlia Mia, tutti gli avversari andranno in frantumi ai Miei piedi ».

Dopo queste parole entrarono nella mia anima una profondissima quiete ed uno stupendo silenzio interiore.

Quando mi lamentai col Signore, perché mi toglieva quell'aiuto e sarei rimasta di nuovo sola e non avrei saputo come andare avanti, udii queste parole: « Non temere, io sono sempre con Te ».

Dopo tali parole di nuovo una pace profonda entrò nella mia anima.

La Sua presenza mi penetrò da una parte all'altra in modo sensibile.

Il mio spirito fu inondato di luce ed anche il corpo vi partecipò.

La sera dell'ultimo giorno, in cui dovevo partire da Wilno, una suora38 già avanti negli anni, mi svelò lo stato della sua anima.

Mi disse che soffriva interiormente già da un paio d'anni, che le sembrava che tutte le sue confessioni fossero state fatte male e che non era sicura che Gesù le aveva perdonato.

Le chiesi se ne avesse parlato qualche volta al confessore.

Mi rispose che già parecchie volte ne aveva parlato al confessore.

« E i confessori mi dicono sempre di stare tranquilla, io però soffro molto e nulla mi da sollievo e mi sembra sempre che Dio non mi abbia perdonato ».

Le risposi: « Lei, sorella, obbedisca al confessore e stia pienamente tranquilla, poiché si tratta certamente di una tentazione ».

Ma essa con le lacrime agli occhi supplicò che chiedessi a Gesù se le aveva perdonato e se le sue confessioni erano state buone.

Le risposi energicamente: « Lo chieda lei stessa, sorella, se non crede ai confessori ».

Essa però mi prese per una mano e non voleva lasciarmi se prima non le avessi detto che avrei pregato per lei e le avessi riferito ciò che m'avrebbe detto di lei Gesù.

E continuava a piangere amaramente e non intendeva lasciare la presa e mi disse: « Sorella, io so che Gesù le parla ».

E non potendo liberarmi da lei, poiché m'aveva afferrato per le mani, le promisi che avrei pregato per lei.

Verso sera, durante la benedizione, udii nell'anima queste parole: « Dille che la sua diffidenza ferisce il Mio Cuore più dei peccati che ha commesso ».

Quando lo riferii a lei, si mise a piangere come una bambina ed una grande gioia entrò nella sua anima.

Compresi che Dio desiderava consolare quell'anima per mio mezzo e perciò, benché la cosa mi costasse molto, appagai il desiderio di Dio.

Quando entrai un momento in cappella quella stessa sera, per ringraziare Iddio per tutte le grazie che mi aveva concesso in quella casa, all'improvviso la presenza di Dio s'impadronì di me.

Mi sentii come una bambina nelle mani del migliore dei padri ed udii queste parole: « Non aver paura di nulla; Io sono sempre con te ».

Il suo amore mi penetrò da parte a parte e sentii che entravo con Lui in una familiarità così intima, che non ho parole per esprimerla.

Improvvisamente vidi accanto a me uno dei sette spiriti in aspetto luminoso, raggiante come l'avevo visto in precedenza continuamente vicino a me quando andavo in treno.

Vidi che su ogni chiesa, che si scorgeva passando, c'era un Angelo ma in uno splendore più tenue di quello dello spirito che mi accompagnava nel viaggio.

Ed ognuno degli spiriti che custodivano i sacri edifici s'inchinava allo spirito che era accanto a me.

A Varsavia, appena entrai nella portineria del convento, lo spirito sparì.

Ringraziai Dio per la Sua bontà, dato che ci da degli angeli per compagni.

Oh, quanto poco la gente pensa a questo, che ha sempre presso di sé un tale ospite e nello stesso tempo un testimone di tutto!

Peccatori, ricordate che avete un testimonio delle vostre azioni!

O mio Gesù, la Tua bontà supera ogni intelligenza e nessuno esaurirà mai la Tua Misericordia.

Perdizione per l'anima che vuole perdersi, poiché per chi desidera salvarsi, per lui c'è il mare inesauribile della Misericordia del Signore.

Come può un piccolo recipiente contenere in sé un mare insondabile?

Quando mi accomiatai dalle suore e stavo già per partire, una delle suore si scusò molto con me, per avermi aiutato così poco nell'impegno che avevo, e non solo per non avermi aiutato, ma perché aveva sempre cercato di rendermelo difficoltoso.

Io però dentro di me l'avevo considerata una grande benefattrice, perché mi esercitava nella pazienza.

Mi esercitava a tal punto che una delle suore anziane si era espressa così: « Suor Faustina, o è stupida, o è santa, poiché, a dir la verità, una persona normale non sopporterebbe che qualcuno le faccia dispetti in continuazione ».

Io d'altronde mi ero sempre avvicinata a lei con cortesia.

Quella suora si era talmente ostinata a mettermi i bastoni fra le ruote nel mio lavoro che, nonostante il mio impegno, era riuscita talvolta a guastare qualcosa di ciò che era stato fatto bene, come mi confessò essa stessa accomiatandosi e chiedendomi molte scuse.

Non volli entrare nel merito delle sue intenzioni, ma presi la cosa come una prova di Dio …

Rimango enormemente stupita, per il fatto che si possa avere un'invidia tanto grande.

Io vedendo il bene di qualcuno, me ne rallegro come se lo possedessi io stessa; la gioia degli altri è la mia gioia, e la sofferenza degli altri è la mia sofferenza, poiché se fosse diversamente non oserei aver rapporti con Gesù.

Lo spirito di Gesù è sempre semplice, mite, sincero; ogni malignità, invidia, ogni mancanza di benevolenza occultata sotto un sorriso di compiacenza, è un diavoletto malizioso.

Una parola dura, ma che provenga da un amore sincero, non ferisce il cuore.

22.3.1936.

Arrivata a Varsavia, entrai un momento nella piccola cappellina a ringraziare il Signore per aver fatto un buon viaggio.

Inoltre Lo pregai di concedermi l'aiuto e le grazie per tutto ciò che qui mi attendeva, affidandomi in tutto alla Sua santa volontà.

Udii queste parole: « Non temere nulla, tutti gli ostacoli servono a far realizzare la Mia volontà ».

Il 25 marzo.

La mattina, durante la meditazione, m'investì la presenza di Dio in maniera particolare, mentre riflettevo sulla grandezza incommensurabile di Dio e nello stesso tempo sul Suo abbassarsi fino ad una creatura.

Ad un tratto vidi la Madonna che mi disse: « Oh, quanto è cara a Dio l'anima che segue fedelmente l'ispirazione della Sua grazia!

Io ho dato al mondo il Salvatore e tu devi parlare al mondo della Sua grande Misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda venuta.

Egli verrà non come Salvatore misericordioso, ma come Giudice Giusto.

Oh, quel giorno sarà tremendo!

È stato stabilito il giorno della giustizia ( At 17,31 ), il giorno dell'ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli.

Parla alle anime di questa grande Misericordia, fino a quando dura il tempo della pietà.

Se tu ora taci, in quel giorno tremendo dovrai rispondere di un gran numero di anime.

Non aver paura di nulla; sii fedele fino alla fine.

Io ti accompagno con la mia tenerezza ».

Quando giunsi a Walendów,39 una Suora40 salutandomi mi disse: « Adesso che è arrivata qui lei, sorella, le cose andranno tutte bene ».

La domandai: « Perché dice questo, sorella? ».

Ed essa mi rispose che lo sentiva dentro di sé.

Quella cara anima è piena di semplicità e molto amata dal Cuore di Gesù.

Effettivamente quella casa era in condizioni di estremo disagio …41

Non starò qui a ricordare tutto.

La confessione.

Mentre mi preparavo alla confessione, dissi a Gesù nascosto nel SS.mo Sacramento: « Gesù, TE ne prego, parlami per bocca di questo sacerdote e per me il segno sarà questo: egli naturalmente non sa nulla del fatto che Tu, o Gesù, vuoi da me questa fondazione della Misericordia.

Fa' in modo che mi dica qualche cosa sulla Misericordia ».

Quando mi accostai al confessionale e cominciai la confessione, il sacerdote m'interruppe la confessione e cominciò a parlare della grande Misericordia di Dio e lo fece con tale vigore che non m'era mai capitato di sentirlo a quel modo e poi mi chiese: « Lo sa che la Misericordia del Signore è al di sopra di tutte le Sue opere, che è il coronamento delle Sue opere? ».

Ed io ascoltai attentamente quelle parole che il Signore mi disse per bocca di quel sacerdote.

Benché io creda che sempre in confessionale Iddio parli per bocca del sacerdote, in quel caso però l'ho constatato in modo singolare.

Benché non avessi svelato nulla della vita di Dio che c'è nella mia anima, e mi fossi accusata solo delle mancanze commesse, tuttavia quel sacerdote mi disse molto di sua iniziativa di quello che c'è nella mia anima e fra l'altro che ero tenuta ad essere fedele alle ispirazioni di Dio.

Mi disse: « Andrà attraverso la vita in compagnia della Madonna, che ha risposto fedelmente ad ogni ispirazione di Dio ».

O mio Gesù, chi riuscirà a comprendere la Tua bontà?

O Gesù, allontana da me i pensieri che non concordano con la Tua volontà.

RiConosco che nulla mi lega più a questa terra, se non quest'opera della Misericordia.

Giovedì.

Durante l'adorazione serale, ho visto Gesù flagellato e torturato, che mi ha detto: « Figlia Mia, desidero che fin nelle più piccole cose dipenda dal confessore.

I tuoi più grandi sacrifici non Mi piacciono, se li compi senza il permesso del confessore, mentre al contrario il più piccolo sacrificio ha una grande importanza ai Miei occhi, se è fatto col permesso del confessore.

Le più grandi opere sono senza importanza ai Miei occhi se sono frutto del proprio arbitrio, e spesso non s'accordano con la Mia volontà e meritano piuttosto un castigo e non un premio; mentre la tua più piccola azione fatta col permesso del confessore, è gradita ai Miei occhi e Mi è immensamente cara.

Convinciti bene di questo per sempre.

Vigila incessantemente, poiché tutto l'inferno si sta impegnando in tutti modi contro di te, a causa di quest'opera, poiché molte anime si allontaneranno dalla bocca dell'inferno e glorificheranno la Mia Misericordia.

Ma non temere nulla, poiché Io sono con te; sappi che da sola non puoi fare nulla ».

Il primo venerdì del mese, prima della Comunione, vidi una grande pisside piena di Ostie consacrate.

Una mano posò quella pisside vicino a me e la presi in mano.

In essa c'erano mille Ostie viventi.

Ad un tratto udii una voce: « Queste Ostie sono ricevute dalle anime, per le quali hai ottenuto la grazia di una sincera conversione durante questa Quaresima ».

Ed eravamo ad una settimana prima del Venerdì Santo.

Trascorsi quel giorno in un profondo raccoglimento interiore, annientandomi per il bene delle anime.

Oh, che gioia annientarsi a vantaggio delle anime immortali!

So che il chicco di grano, per diventare alimento, deve essere distrutto e stritolato fra le macine, così anch'io, affinché diventi utile alla Chiesa ed alle anime, devo essere annientata, benché nessuno all'esterno si accorga del mio sacrificio.

O Gesù, voglio essere nascosta all'esterno come quest'ostia, nella quale l'occhio non distingue nulla e anch'io sono un'ostia consacrata a Te.

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38 Si trattava probabilmente di Sr, Antonina Grejwul, che nei suoi ricordi su Santa Faustina scrive quanto segue: « Dopo la confessione non ero tranquilla ed avevo il dubbio che il Signore non mi avesse perdonato- In lacrime chiesi a Sr. Faustina di pregare per me. Il mattino dopo mi disse: "Lei è nella grazia del Signore, perché ha risposto subito, che non è in collera per le sue colpe, ma è addolorato per la mancanza di fiducia nel Suo perdono. Pregherò per chiederGli perdono per lei" » (A. SF. R.). Sr. Antonina Grejwul (1877-1960) lavorò a Wilno, dove rimase fino alla soppressione di quella casa nel 1945. Durante la seconda guerra mondiale e precisamente nel 1939 fu messa in prigione con le altre suore, ma essendo lettone, dopo un po' di tempo venne liberata. Dopo l'evacuazione delle suore da Wilno, venne assegnata alla casa di Biala, dove morì (A, NSM. C e D)
39 Diano, Q. I, nota 116
40 Era probabilmente Sr, Regina Jaworska, che aveva conosciuto Santa Faustina in noviziato. Sr. Regina, Valerla Jaworska, fu teste nel processo informativo della Santa
41 Qui si parla di necessità materiali. A questo riguardo la casa di Walendów era allora in una situazione molto critica