Diario di M. Faustina Kowalska

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23.4.37.

Oggi ho iniziato un ritiro di tre giorni.

Verso sera ho udito nell'anima queste parole: « Figlia Mia, sappi che ti parlerò in modo particolare per mezzo di questo sacerdote,18 affinché non ti faccia prendere da dubbi per quanto riguarda le Mie richieste ».

Subito fin dalla prima meditazione le parole del sacerdote colpirono la mia anima.

Esse sono le seguenti: « Non mi è lecito oppormi alla volontà di Dio ed ai suoi desideri qualunque essi siano.

Ed appena sono convinta della certezza e dell'autenticità della volontà di Dio, debbo eseguirla.

Da questo nessuno mi può esonerare.

Qualunque sia questa volontà di Dio, appena l'ho conosciuta, debbo compierla ».

Questo è soltanto un piccolissimo riassunto, ma questa meditazione mi è rimasta impressa nell'anima nella sua totalità e non ho il minimo dubbio.

So quello che vuole Iddio da me e quello che debbo fare.

Ci sono nella vita degli attimi e dei momenti di conoscenze interiori, cioè di illuminazioni inviate da Dio, durante le quali l'anima viene istruita su cose che non ha letto in alcun libro, ne le sono state insegnate da alcun uomo.

Sono i momenti delle conoscenze interiori che Iddio stesso elargisce all'anima.

Si tratta di grandi misteri …

Ottengo spesso luce e conoscenza della vita intima di Dio e della Sua intima disposizione e questo mi riempie di una fiducia e di una gioia indicibili, che non riesco a contenere in me, e desidero sciogliermi tutta in Lui …

+ L'essenza dell'amore è il sacrificio e la sofferenza.

La Verità cammina con una corona di spine.

La preghiera riguarda l'intelletto, la volontà ed il sentimento.

Oggi c'è stata una bella predica sulla Misericordia di Dio e sulla bontà di Dio.

Durante tale conferenza la mia anima ha provato l'ardore dell'amore di Dio ed ho compreso che la parola di Dio è viva.

I propositi particolari rimangono gli stessi: l'unione con Cristo Misericordioso ed il silenzio.

Il fioretto che depongo ai piedi della Madonna per il mese di maggio è quello di esercitarmi nella mitezza.

+ Una virtù senza prudenza non è una virtù.

Dobbiamo pregare spesso lo Spirito Santo per ottenere la grazia della prudenza.

La prudenza si compone di: riflessione, ragionevole considerazione e fermo proposito.

L'ultima decisione appartiene sempre a noi.

Noi dobbiamo decidere, possiamo e dobbiamo consigliarci, attingere lumi …

Oggi, durante la meditazione, Iddio mi ha dato un'illuminazione interiore e mi ha fatto comprendere la santità ed in che cosa consiste.

Sebbene questo l'abbia sentito parecchie volte in varie conferenze, tuttavia l'anima lo comprende in maniera diversa attraverso la luce di Dio che la illumina.

Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono a lei elargito la rendono perfetta, ma l'unione intima della mia anima con Dio.

Questi doni sono soltanto un ornamento dell'anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione.

La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio.

Il Signore non fa mai violenza alla nostra libera volontà.

Dipende da noi se vogliamo accogliere la grazia di Dio oppure no, se collaboreremo con essa oppure se la sprecheremo.

Nell'ultima predica serale, in preparazione alla rinnovazione dei voti, il Padre ha parlato della felicità che deriva dai tre voti e della ricompensa per la loro fedele osservanza.

Tutto ad un tratto la mia anima è stata immersa in grandi tenebre interiori.

Invece che di gioia la mia anima era piena d'amarezza, ed il cuore veniva trafitto da un dolore acuto.

Mi sentivo tanto misera ed indegna di questa grazia e nella consapevolezza di tale miseria ed indegnità, non avrei osato nemmeno avvicinarmi ai piedi della più giovane delle postulanti per baciarli.

Le vedevo in spirito belle e care a Dio, e vedevo me stessa come un abisso di miseria.

Terminata la predica, fra le lacrime e le sofferenze mi gettai ai piedi di Dio nascosto, mi gettai nel mare dell'infinita Misericordia di Dio e solo lì trovai sollievo e sentii che tutta l'onnipotenza della Sua Misericordia mi abbracciava.

+ 30. Oggi la rinnovazione dei voti.19

Subito, appena mi sono svegliata, la presenza di Dio mi ha investito e mi sento come una bimba di Dio.

L'amore di Dio ha inondato la mia anima e mi ha fatto comprendere che tutto dipende dalla Sua volontà e mi ha detto queste parole: « Desidero concedere la remissione totale,20 alle anime che si accostano alla confessione ed alla santa Comunione nel giorno della festa della Mia Misericordia ».

E mi ha detto: « Figlia Mia, non aver paura di nulla, Io sono sempre con te, anche se ti sembra che Io non ci sia; ed il tuo abbassarti Mi attira dal Mio alto trono ad unirMi strettamente a te ».

29.4.37.

Il Signore mi ha fatto conoscere le discussioni21 che si sono svolte in Vaticano su questa festa.

Il dignitario Pacelli se n'è occupato parecchio.

Oggi la rinnovazione, cioè l'emissione dei voti22 e la cerimonia solenne.

Mentre le Suore pronunciavano i voti, ho udito gli angeli cantare: « Santo, Santo » in vari toni.

Nessuno può esprimere con termini umani l'armonia di quel canto.

Nel pomeriggio ho parlato con la mia amata Maestra, Madre Maria Giuseppina.23

Abbiamo fatto il giro dell'orto e, sebbene per sommi capi, le ho parlato.

E sempre la stessa, quella cara Maestra, benché non sia più Maestra, ma Superiora, ed io abbia fatto i voti dieci anni fa.

Mi ha detto che un'anima consacrata non può vivere senza croce e mi ha svelato certe sofferenze, che avevo avuto a Varsavia, benché non gliene avessi mai parlato.

Mi si sono presentate evidenti davanti agli occhi dell'anima tutte le grazie che avevo ricevuto in noviziato.

Oh, quanta riconoscenza ho per lei!

Una volta che la mia anima era immersa nelle tenebre e mi sembrava di essere dannata, essa in forza dell'obbedienza mi aveva strappata da quell'abisso.

Spesso la mia anima è offuscata a causa della sofferenza, ma nessun essere umano riesce a comprendere queste mie tribolazioni.

1.5.1937.

Oggi ho sentito la vicinanza della mia mamma, la Madre Celeste.

Prima di ogni Santa Comunione prego fervorosamente la Madonna, perché mi aiuti a preparare la mia anima a ricevere il Figlio Suo e sento chiaramente la Sua protezione su di me.

La prego molto, affinché si degni di accendere in me quel fuoco di amor divino, che ardeva nel Suo Cuore verginale al momento della Incarnazione del Verbo di Dio.

4.5.1937.

Oggi sono andata per un momento dalla Madre Generale24 e le ho domandato: « Cara Madre, ha avuto qualche ispirazione in merito alla faccenda della mia uscita dal convento? ».

La Madre Generale mi ha risposto: « Finora, sorella, l'ho sempre trattenuta, ma ora la lascio libera.

Se vuole, sorella, può lasciare la Congregazione e se vuole può restare ».

Le ho risposto che andava bene.

Pensavo che avrei scritto subito al Santo Padre per la dispensa dai voti.25

Appena uscita però dall'incontro con la Madre Generale, delle strane tenebre sono scese sulla mia anima, come era già avvenuto in precedenza.

E un fatto curioso che ogni volta che chiedo di uscire, ogni volta la mia anima viene avvolta da queste tenebre e mi sento come se fossi abbandonata a me stessa.

Dato che ero in quell'angoscia spirituale decisi di andare subito dalla Madre e dirle il mio strano tormento e la mia lotta.

La Madre mi rispose: « Questa sua uscita è una tentazione ».

Dopo un momento di colloquio, mi sentii sollevata, tuttavia le tenebre duravano ancora.

« Questa Misericordia di Dio è bella e dev'essere un'opera di Dio veramente grande, se satana si oppone in questo modo e vuole annientarla ».

Sono parole della cara Madre Generale.

Il mio tormento nessuno lo immagina né lo comprende, né io sono in grado di descriverlo, né vi può essere una sofferenza più grande di questa.

I tormenti dei martiri non sono maggiori, poiché la morte in questi momenti per me sarebbe un sollievo, e non so a cosa paragonare questa tribolazione, questa agonia dell'anima senza fine.

5.5.1937.

Oggi, quando nella santa confessione ho svelato parte della mia anima, dato che m'era venuto il pensiero che forse questa è proprio una tentazione, poiché nel momento in cui chiedo di essere liberata dalla Congregazione,26 provo tali acute sofferenze e tenebre, il confessore mi ha risposto che forse non è il momento stabilito da Dio.

Bisogna pregare ed attendere pazientemente, « Ma che l'attendono grandi sofferenze, questo è vero.

Avrà da sopportare molte sofferenze e da superare molte difficoltà. Questo è sicuro.

Sarebbe meglio attendere ancora e pregare molto per ottenere una conoscenza più approfondita e la luce divina.

Queste sono cose grandi ».

Mio Dio! In questi momenti difficili non ho il mio direttore spirituale, che è partito per Roma.27

O Gesù, dato che me l'hai tolto, guidami Tu stesso, poiché Tu sai quello che posso sopportare.

Credo fermamente che Dio non può assegnarmi più di quello che posso sopportare.

Confido nella Sua Misericordia.

Nei momenti in cui sono fra cielo e terra, taccio, poiché anche se parlassi, chi potrebbe comprendere i miei discorsi?

L'eternità svelerà molte cose, delle quali ora non parlo …

Quando sono andata nell'orto, ho visto che tutto respira la gioia della primavera.

Gli alberi in fiore emanano un profumo inebriante, tutto vibra di gioia e gli uccellini cantando e cinguettando in continuazione adorano Iddio e mi dicono: « Rallegrati e gioisci, Suor Faustina ».

Ma l'anima mia è nelle tenebre e nell'angoscia.

La mia anima è così sensibile al sussurro della grazia, sa parlare a tutto ciò che è creato e che mi circonda e so perché Dio ha abbellito così la terra …

Ma il mio cuore non può rallegrarsi, poiché il mio Diletto si è nascosto a me e non riposerò, finché non Ti ritrovo …

Non riesco a vivere senza Dio, ma sento che anche Dio non può essere felice senza di me, benché Egli basti a Se stesso nella maniera assoluta.

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18 In casa si svolgevano gli esercizi spirituali di otto giorni ( 20-29 aprile ), in preparazione ai voti ed alla vestizione delle suore, il predicatore degli esercizi fu il P. Plaza, superiore della casa provinciale dei gesuiti a Cracovia (AC Crac),
19 Diario, Q. I, nota 53
20 Santa Faustina ha scritto qui le parole « odpustu zupeinego », che a prima vista possono significare « un'indulgenza plenaria ».
Però, secondo il parere del Secondo Teologo Censore degli scritti della Santa, non devono essere intese in quel senso, perché qui si tratta di una grazia specialissima che Gesù ha voluto annettere alla festa della Divina Misericordia (cfr. Diario, Q. I, p. 137; Q. n, pp. 137-139) e che il Secondo Teologo Censore precisa come « … sotto molti aspetti, quantitativo, qualitativo, essenziale, qualche cosa di più dell'indulgenza plenaria » (p. 377), infatti: « una grazia identica alla grazia del battesimo … » (p, 366 in fondo).
« L'errore nella stesura del Diario, Q. III, p. 29 ha avuto due cause: la somiglianza dei termini polacchi e la maniera di redigere il Diario.
« Le parole polacche di remissione totale zupeine odpusmenie e di indulgenza plenaria zupelfry odpust sono, come si vede, molto simili fra loro.
Scrivendo in polacco si può facilmente scivolare dalla "remissione totale" alla "indulgenza plenaria". Una volta commesso l'errore, tale è rimasto nel Diario, poiché Elena Faustina non considerava il suo diario un'opera letteraria e non faceva mai correzioni! » (cfr. I.A.T.C., p. 379)
21 Santa Faustina possedeva il dono di conoscere, sebbene fosse lontana, certe questioni e situazioni ( Diario, Q. III, nota 2 ); poteva quindi anche in questo caso, attraverso una visione interiore, conoscere i discorsi che si facevano in Vaticano in merito alla festa della Divina Misericordia.
Al momento attuale non sappiamo a quali discorsi si riferisse tale conoscenza. Sappiamo però che nel 1936 Don M. Sopocko indirizzò un esposto sulla Divina Misericordia ai partecipanti al I Sinodo Plenario dei vescovi polacchi, che ebbe luogo a Czestochowa nei giorni 26-27 agosto 1936.
Il Sinodo fu presieduto dal Legato Pontificio Mons. Marmaggi.
Probabilmente questi nella relazione sul Sinodo comunicò alla Santa Sede la questione della istituzione della festa della Divina Misericordia, la qual cosa in seguito può aver provocato delle dispute.
Ci è lecito supporre che della relazione si fosse interessato il cardinale E-Pacelli, quale Segretario di Stato.
È difficile però determinare in che cosa precisamente consistesse il lavoro del cardinal Pacelli, di cui parla Santa Faustina.
Sulla disposizione favorevole del cardinal Pacelli, futuro papa Pio XII, verso il culto della Divina Misericordia, fa fede il fatto che il monito emesso dal Sant'Uffizio il 28 novembre 1958 fu emanato solo dopo la sua morte
22 Le cerimonie della vestizione, dei voti temporanei e perpetui avvenivano allora due volte l'anno: l'ultimo giorno d'aprile o il primo maggio e in autunno, il 30 ottobre
23 Diario, Q. I, nota 30
24 La Madre Generale si trovava in quel tempo a Cracovia per ricevere i voti delle suore e per la visita alla comunità
25 Solo la Santa Sede può dispensare dai voti perpetui
26 Si trattava di essere sciolta dagli obblighi verso la CSBVMM, per fondarne una nuova
27 P. Andrasz