Maestro di vita oltre la scuola

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La parola e lo spirito nei Ritiri

Per oltre vent'anni - tra il 1913 e il 1936 - Fr. Teodoreto presiedette i grandi Ritiri spirituali di venti giorni, riservati ai giovani Fratelli che dovevano fare i primi voti annuali; e di trenta giorni ( Mese ignaziano ), in vista della professione perpetua.

Egli se ne riteneva assolutamente incapace, e non mancò di esprimere le sue riserve.

Sennonché, l'Assistente generale Fr. Candido Chiorra, da gran conoscitore di uomini e di religiosi, ben sapendo con chi aveva a che fare, oltre a quell'incarico gli ordinò pure di intervenire nei Ritiri normali di otto giorni, per illuminare i Fratelli di tutta la Provincia religiosa sul movimento dei Catechisti e sulla Divozione a Gesù Crocifisso.

Egli accettò quel difficile incarico per spirito di obbedienza e ad esso si adeguò, collimando perfettamente nel volere e nel fare, si che l'impresa parve fatta sulla sua misura.

Per sopperire alla presunta incapacità, metteva il massimo impegno nella preparazione.

«Dovendo egli presiedere gli Esercizi Spirituali del Mese dell'agosto 1924» dice Fratel Cecilie Ughetto che tanto collaborò con Fratel Teodoreto, ne fu il primo successore quale Assessore dell'Unione Catechisti dal 1954 al 1960, fu il primo Vice Postulatore e Promotore della sua Causa di Beatificazione: morì il 26 agosto 1969 a 69 anni «mi incaricò di scrivere su fogli protocollo, per ogni giorno, il pensiero dominante, le letture, gli esami da farsi, di modo che tutto procedesse in modo mirabile.

Le intere sue giornate le passava lavorando in camera: consultava i testi del Santo Fondatore: Regole, Raccolta, Metodo d'orazione, Esprit et vertus, Doctrine spirituelle, e scriveva su fogli tutti gli argomenti delle sue conferenze».

Di solito, in pubblico, leggeva, e malgrado la dizione ne vivace, ne brillante, impressionava per l'animo con cui parlava che appariva perfettamente aderente alla dottrina espressa.

Quando poi cominciava a trattare dei punti essenziali, quali l'unione con Dio nell'orazione, o lo spirito di fede, allora alzava gli occhi dallo scritto e si esprimeva con insolita animazione, talmente da far sentire, almeno per qualche momento, la reale presenza di Dio, della quale egli era tutto immedesimato.

Non entrava nello stile di Fr. Teodoreto di prendere atteggiamenti profetici o ispirati; difatto però, talora diceva cose che facevano pensare a una singolarissima discrezione degli spiriti, se non addirittura a comunicazioni soprannaturali.

A confermarlo sono proprio quei Fratelli che durante il Ritiro, trovandosi maldisposti interiormente, cercavano di nascondere il loro turbamento sotto un formalismo esteriore irreprensibile.

Eppure si sentirono sempre, impensatamente e a tempo, richiamati in quei settori di vita intima che spontaneamente non avrebbero mai svelato.

Questa discrezione spirituale Fr. Teodoreto la manifestava soprattutto nel provvidenziale esercizio del rendiconto tanto raccomandato dalla Regola.

«Da ogni colloquio con il Fratel Teodoreto - dice un Fratello - sempre ritornai ritemprato spiritualmente.

In lui ammirai sempre un chiaro discernimento dello spirito, sotto un tratto di estrema naturalezza e spontaneità e anche di semplicità: semplicità nella forma, ma sicurezza nelle direttive e ricchezza di interiorità nei suggerimenti dati».

«Ricordo che nei colloqui era tanto incoraggiante e paterno» aggiunge Fratel Alberto Pagella.

«Una volta ( siamo nel 1917 ), avendogli io detto che sarei morto giovane, perché mi sentivo insidiato da debolezza di polmoni, egli sorrise e si limitò a rispondermi: Stia tranquillo; il Signore vuole da lei molto lavoro!

Si direbbe che Fratel Teodoreto conoscesse il futuro».

Infatti l'infaticabile Fratel Alberto morì a 80 anni!

L'incoraggiamento, la comprensione, il prudente consiglio, erano le risorse migliori del suo cuore ardente di carità fraterna.

A smuovere la soggezione e a ben disporre gli animi, bastava una sua lode discreta, e anche un semplice sorriso di approvazione e di soddisfazione.

Fr. Teodoreto non ha mai creduto che gli stessi doni carismatici che si rivelavano nella sua missione e nel suo apostolato, potessero dargli la minima autorità sopra i Fratelli.

Eppure la maggior parte di coloro che avevano avuto contatto con lui, o meglio, che avevano beneficiato della sua guida spirituale durante i Ritiri, tornati nelle rispettive Comunità, continuavano a corrispondere con lui e a riceverne consigli e incoraggiamenti.

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