Fratel Teodoreto Prof. Giovanni Garberoglio

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La Divina chiamata

L'animo di Giovanni era, dunque, un bei campo fecondo e pronto per accogliere la più preziosa di tutte le sementi, la vocazione religiosa: e il Seminatore divino non tardò a passare.

Eravamo nel lontano 1887; egli aveva sedici anni; dal maestro della scuola del paese, Don Benso, aveva imparato tutto quello che era possibile: ora si trattava di prendere una decisione.

E l'invito a lasciare ogni cosa per passare al servizio di Dio, gli fu fatto dal Sig. Chiorra, padre del venerato Fratello Candido, che lasciò un ricordo così vivo di sé come Superiore ed educatore.

Fu questi che per primo gli parlò dei Fratelli delle Scuole Cristiane, illustrandogli la loro umile e grande missione; Giovanni vi si sentì subito attratto e glie ne fu sempre riconoscente.

Lo dirà egli stesso: " Io pure sono di quelli che ebbero la fortuna di entrare nell'Istituto dei Fratelli per mezzo del C.mo Fratello Candido e del di lui padre, che fecero le pratiche occorrenti per la mia accettazione.

Il Signore ricompensi entrambi per il bene che mi hanno fatto ".

A questo punto, però, incominciarono le prime serie difficoltà.

Ne parlò a suo padre, ma questi, che volentieri gli avrebbe permesso di diventare un Sacerdote, fu decisamente contrario a lasciarlo partire per farsi religioso, e laico per giunta.

Giovanni ne sofferse; pazientò, ma non perse la speranza: continuò in famiglia la sua vita ubbidiente ed esemplare, lasciando a Dio la cura di ogni cosa.

Un triste giorno suo padre morì: tutta la famiglia ne fu scossa e addolorata.

Ritornata un po' di serenità, Giovanni ottenne finalmente dalla mamma il permesso di partire.

Ricordando i giorni della morte del padre egli in seguito dirà: " Allora pareva la più grande disgrazia per la mia famiglia; ma adesso credo che anche mio padre di lassù sia contento perché ogni giorno ho potuto pregare per lui, ciò che forse non avrei fatto stando nel secolo".

Eravamo d'autunno, tempo di raccolta e di addii.

Giovanni salutati i parenti e gli amici scese per le ripide viuzze del paese natio incontro alla sua desiderata missione.

Fece una breve tappa a Torino, al Collegio S. Giuseppe, e poi partì per la Savoia dove i Fratelli piemontesi trascorrevano i loro primi anni di formazione religiosa.

Giunse così a Chambery e quindi a La Villette ove avrebbe fatto il suo noviziato: era il 12 ottobre 1887.

Un mese dopo, il 1° novembre, veniva ammesso a vestire l'abito religioso e riceveva il nome di Fratel Teodoreto.

Dovevano, dunque, considerarsi finite le difficoltà e le prove da superare per essere fedele alla sua vocazione? Purtroppo no.

Egli dovette, in seguito, lottare ancora quando, ancor giovane fratello di comunità a Torino, sua madre venne più di una volta a visitarlo con il proposito di ricondurlo con sé in paese.

Quanto sofferse il suo cuore nel resistere a quegli assalti materni!

Con il permesso dei Superiori egli, ogni volta, riaccompagnava a casa la mamma, le teneva compagnia qualche giorno circondandola di affetto e poi ritornava con rinnovato slancio nella comunità tra i suoi Fratelli.

Fu infine lasciato tranquillo ed egli, grato al Signore, si dedicò tutto alla propria santificazione e all'apostolato tra i giovani.

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