Fratel Teodoreto Prof. Giovanni Garberoglio

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Ascesa spirituale

L'ardore e lo slancio con cui Fratel Teodoreto riprese la sua vita di comunità sono qualcosa di edificante e di commovente.

Accettò con la massima indifferenza ogni impiego e ogni carica, sempre pronto a servire e a sacrificarsi, disposto a vedere in ogni cosa la volontà di Dio.

Fare la volontà di Dio: sarà questo l'anelito di tutta la sua vita.

Racconta un suo confratello che lo assistette durante una delle sue ultime ricadute: " Ricordo come se fosse oggi.

Con voce affievolita dal male, ripeteva sovente: " Solo la volontà di Dio ", e le sue mani avevano un gesto largo e convinto."

" Un mattino mi chiese con parole che sapevano tanta tristezza: " Durante questi giorni di malattia ho forse detto che preferivo vivere, piuttosto che morire? Se ho parlato così, le domando perdono dello scandalo ".

" Ebbe un bel sorriso quando premurosamente gli risposi che le sue parole non erano state mai altre che queste: "Voglio fare la volontà di Dio".

" Allora aggiunse: " La morte e la vita sono un nulla; la volontà di Dio è tutto " ".

Per Fratel Teodoreto il lavoro non fu mai troppo; tutti quelli che si rivolgevano a lui erano sicuri che egli avrebbe fatto qualsiasi cosa per soddisfarli : subito pronto e col sorriso sulle labbra, solo rammaricato di non poter sempre accontentare pienamente i richiedenti.

In questi casi, con profonda umiltà, si scusava come fosse sua colpa; una volta, dopo d'aver girato inutilmente per tutta Torino per cercare di soddisfare a una richiesta che gli era stata fatta, concludeva così la sua risposta all'interessato: " Mi rincresce di non poterle dare buone notizie. Sono però sempre a sua disposizione, per tutto quello che Lei mi dirà di fare ".

Queste parole avrebbero proprio potuto essere il suo motto: " Sempre pronto, sempre a disposizione di tutti ".

In ogni circostanza e in ogni cosa egli preferiva i suoi confratelli, ne disdegnava qualsiasi lavoro per quanto umile, eseguendolo con impegno e letizia.

C'era da assistere un malato? Vi si dedicava con affetto e cure veramente materne.

Ricorda uno di questi: " In quell'anno caddi malato piuttosto seriamente, tanto da dover essere vegliato la notte.

Sovente mi vedevo accanto Fratel Teodoreto con il suo sorriso e la sua bontà a farmi da infermiere.

Mi somministrava le medicine, mi porgeva da bere, mi aggiustava le coperte...

Lo vedo ancora, seduto su una sedia a poltroncina, passare la notte nella mia cameretta, assopirsi alquanto, ma sempre pronto, ad ogni piccolo lamento, ad avvicinarsi, per porgermi qualcosa di confortevole ".

Sempre pieno di carità verso di tutti, Fratel Teodoreto trovò in ogni circostanza il modo di scusare e di perdonare.

Diceva con la sua solita semplicità e umiltà : " Lasciamo che Dio solo giudichi, perché Lui solo è infallibile. Noi potremmo sbagliarci. La parte nostra deve essere ; consolare, incoraggiare, compatire, capire i difetti altrui... ".

E tanto era caritatevole e buono con gli altri, quanto era severo con se stesso.

Quale desiderio aveva che qualcuno lo avvertisse di qualche suo difetto o mancanza: reputava ciò il favore più grande che potessero fargli.

Una delle sue maggiori preoccupazioni, infatti, era l'acquisto dell'umiltà; non perdeva occasione per tessere l'elogio di questa virtù e per praticarla fino all'eroismo.

Soleva dire: " Ecco io vedo sempre più che tutto si riduce all'umiltà ".

E altre volte : " L'umiltà è una virtù tale, che molti religiosi muoiono senza sapere cosa sia ".

Un giorno uno dei mèmbri dell'Unione del S.S. Crocifisso si permise, in una adunanza di Congregati, di rivolgere un elogio al fondatore Fratel Teodoreto.

Questi " abbassò gli occhi, poi cominciò a dare segni di disappunto, e finalmente disse con tono risoluto: "Fa' presto! " e l'incauto elogiatore si affrettò a concludere ".

Quanti altri esempi potremmo ancora citare a testimonianza delle sue virtù: ne è disseminata tutta la sua vita.

La grazia di Dio lo trovò sempre pronto ad accogliere ogni suo impulso o ispirazione, esempio vivente e quotidiano di quell'anelito alla perfezione religiosa a cui si era votato.

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