L'ideale cristiano e religioso

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Risorse che la volontà trova nell'intelligenza

7 - Così abbiamo sotto mano tutti gli elementi occorrenti per la riflessione; quanto a questa, essa è proprio opera nostra.

Se non rifacciamo in breve il lavoro di combinazione, di confronto, di riunione o di esclusione che un conferenziere o un autore si impone facendo una conferenza o un libro, se non ci assimiliamo la materia trattata come egli ha dovuto fare per esporla, la lettura del suo lavoro ci gioverà poco.

Ci distrarremo un poco come fa il fanciullo che ha trovato un nuovo gioco, ma tosto lo lasceremo per prenderne un altro.

Affinché la riflessione possa portare dei frutti, occorre sia lunga e calma.

L'intelligenza umana è così fatta che, senza lunghe meditazioni, spesso ripetute sopra lo stesso oggetto, non produce nulla di notevole.

Il nostro spirito, di sua natura, non è intuitivo.

Può avere certamente delle sublimi impressioni intuitive, specialmente quando è geniale, ma le sue ispirazioni e le sue intuizioni sono passeggere; occorre che se ne impadronisca, che le sviluppi, che le completi, che le renda accessibili a tutti quelli ai quali deve comunicarle col lento e paziente lavoro della ragione riflessa.

Nulla di duraturo può farsi senza lunga e paziente riflessione.

Gli uomini meditativi sono quelli che esercitano nel mondo la più profonda influenza.

Essi preparano pazientemente l'evoluzione delle idee nella loro mente e poi le fanno penetrare, talvolta dopo secoli, nell'intelligenza delle folle e quindi le fanno logicamente passare nei fatti.

Nel campo scientifico, in Italia, abbiamo gli esempi, lasciandone da parte molti altri, di Galileo Galilei e di Alessandro Volta, l'uno vero autore del metodo sperimentale, l'altro scopritore della pila elettrica; essi dovettero non poco lottare contro i loro contradditori.

La riflessione, per essere fruttuosa, deve essere calma e pacifica.

L'agitazione, la contesa dello spirito, la tensione dell'immaginazione, non producono nulla di perfetto.

Occorre lasciare il tempo agli elementi dispersi nella nostra intelligenza, di riunirsi con una specie di affinità così reale e più misteriosa di quella che si ha nella formazione dei cristalli.

A poco a poco si stabilisce l'ordine nei nostri concetti senza alcun sforzo personale, tranne una pacifica attenzione, e subito si vede sorgere da tale caos di impressioni, di immagini, di esempi e di idee un piano in cui tutto occupa spontaneamente il suo proprio posto.

Con la conoscenza di questa legge, spesso constatata dall'esperienza, l'uomo d'affari o l'uomo rivestito di autorità rimandano all'indomani la soluzione di una difficoltà o la decisione di un importante affare.

Quando il riposo della notte avrà ricondotto la calma nell'intelligenza, questa vedrà chiaramente la decisione da prendere.

Lo stesso principio guida pure lo studioso davanti a una questione difficile, a una obiezione insolubile.

Abbandona le sue ardue ricerche, lascia lì i suoi libri, passeggia con una certa indifferenza, senza tuttavia dimenticare del tutto la sua difficoltà.

Sovente la soluzione gli sorgerà nello spirito in un momento di calma.

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