L'orazione

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14 b - Dio in noi per la permanenza della SS. Trinità

Secondo quel che Gesù Cristo medesimo dice in Gv 14,23:

« Chiunque mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà;

e verremo da lui, e faremo dimora presso di lui ».

A tutti, ma specialmente a chi vive dell'Eucaristia, Gesù Cristo ha detto:

« Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, sta in me e io in lui » ( Gv 6,57 ).

Riflessioni:

Avere Iddio dentro di sé e fare in modo che vi regni da sovrano assoluto col dipendere interamente da Lui, è il maggior bene che l'uomo possa godere in questo mondo.

In tal guisa Dio governa tutti gl'interni movimenti del nostro cuore secondo la sua santa volontà, raffrena tutte le nostre passioni, e signoreggia per modo i nostri sensi, che essi si rechino ai loro oggetti sol quando necessità lo richiede.

Più ancora;

per effetto dell'interiore applicazione che Dio, dimorando in noi, ci ha dato di avere, fattosi perciò padrone del nostro cuore, avviene che non manifestandosi di fuori nulla di quanto è dentro di noi, tutto il nostro esterno trovasi in una tal quale sospensione, per cui continuando noi nella nostra applicazione interiore, i nostri sensi vengono a non avere più quasi esercizio, perché i principi vitali che li animano sono rattenuti in noi.

E anche tutto il nostro interno rimanendo in una viva attenzione alla santa presenza e dimora di Dio in noi, l'anima nostra non solo non cura, ma arriva persino a disprezzare tutte le cose visibili per attendere unicamente a quanto Dio opera in lei talché Dio regni in lei perfettamente, secondo quel che dice l'autore dell'Imitazione, nel primo capitolo del Libro secondo:

« Impara a disprezzare le cose esteriori e darti alle interiori, e vedrai come il regno di Dio vien dentro di te ».

Quindi è che l'anima, per la presenza di Dio che regna in lei, diventa, come dice S. Paolo, 2 Cor 6,16, tempio di Dio:

« Voi siete tempio di Dio vivente, come dice il Signore:

"Io abiterò in essi, mi aggirerò fra di loro, e sarò loro Dio, ed essi saranno popolo mio" ».

Lo stesso corpo informato dall'anima, secondo la frase del medesimo S. Paolo, 1 Cor 6,19 , diviene tempio dello Spirito Santo:

« Non sapete voi che le vostre membra son tempio dello Spirito Santo, il quale è in voi, e il quale è stato a voi dato da Dio, e che non siete di voi stessi? ».

Ed è così veramente, giacché tutto l'uomo, anima e corpo, appartiene a Dio, essendo, come dice il medesimo Santo, nella stessa epistola, 1 Cor 3,16, tempio di Dio, e dimorando in esso lo Spirito Santo:

« Non sapete voi, che siete tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? ».

E perciò si deve badare a non profanare tal tempio, e molto meno a distruggerlo, cacciando Dio e il suo Santo Spirito dal proprio cuore, poiché se alcuno, dice il medesimo S. Paolo, 1 Cor 3,17 « violerà il tempio di Dio, Iddio lo sperderà perché santo è il tempio di Dio che siete voi ».

Il pensiero di esser noi tempio di Dio e dello Spirito Santo, ci ammonisce a riflettere all'obbligo che ci corre di avere una gran santità, e non solo astenerci dal contaminare l'anima nostra col vizio, ma usare singolare diligenza per adornarla di tutte le virtù, perché lo Spirito Santo non trova le sue delizie se non nelle anime che le posseggono.

Il che faceva dire a S. Lucia: « Essere i corpi casti i templi dello Spirito Santo ».

Dio che pone le sue compiacenze in tali anime, gode d'istruirle intorno alle vie per le quali vuole che camminino, affinché diventino sue in tutto e per tutto, e per l'azione del suo Spirito Santo esse penetrano, al dir di S. Paolo, quanto di più ascoso è in Dio.

Lo Spirito Santo diffonde ancora nelle anime che lo posseggono tale pienezza e abbondanza di grazie, che esse si piegano a esser condotte e governate dal medesimo Spirito per modo che giungono a perdere ogni affezione umana per le cose create, e a non amare che Dio, da loro interiormente posseduto, e quanto a Lui si riferisce.

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