Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949

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Fine dell'Unione

Necessità dell'apostolato

"Dite ai Catechisti che non vi è apostolato migliore di quello del catechismo specie ai piccoli e ai poveri in questi tempi di grande ignoranza religiosa" ( Sua Santità Pio XII al Fratel Teodoreto nell'udienza dell'8 ottobre 1942 ).

Necessità per le anime le quali sono deboli, abbandonate, tentate.

Dopo il peccato originale, le anime sono in se stesse fragili, ignoranti, esposte alla violenza delle passioni, alle seduzioni del mondo, alla tentazione e in gran pericolo di perdersi.

L'azione del male che si riscontra in ogni tempo, sembra, attualmente, più universale e sistematica, e perciò il pericolo è più grave.

Necessità per la nostra vocazione, perché Dio ci ha chiamati per questo e conta su di noi.

È nell'economia della divina Provvidenza che "l'uomo sia condotto a Dio per mezzo dell'uomo" ( S. Tommaso ).

Nessuno può esimersi dal dovere di interessarsi del bene, specialmente spirituale, del prossimo.

Nessuno può amare Dio se non ama i suoi fratelli.

È la grande legge della carità e "il secondo comandamento è simile al primo" ( Mt 22,39 ).

Le anime religiose dovendo vivere più intensamente della carità e per la carità hanno un nuovo obbligo di vigilanza e di zelo.

L'Unione, avendo per fine l'apostolato catechistico e lo spirito di zelo come suo proprio, deve tendere all'esercizio della più grande carità e perciò occuparsi da per tutto e sempre alla salvezza del prossimo.

La sua forma speciale le permette un apostolato più permeante e più vario di quello assegnato ad altre istituzioni.

Il gran disegno dell'incarnazione è stato quello che il Figlio di Dio si facesse uomo e divenisse simile all'uomo per salvarlo.

"Dio ha tanto amato il mondo, che gli ha dato il suo Figlio unigenito" ( Gv 3,16 ).

"Il Figlio dell'uomo è venuto e mangia e beve" ( Lc 7,34 ).

"Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi" ( Gv 1,14 ), cioè con noi e come noi, in un contatto immediato, abituale, familiare con persone e cose, in conformità di modi, di usi e costumi, abbracciando qualsiasi modo d'essere o d'agire che non sia incompatibile con la legge di Dio e il suo servizio, facendosi tutto a tutti per salvarli tutti.

Questo modo di redenzione tutto amore, scelto dal Padre, Gesù Cristo l'accetta pienamente con tutto il suo amore e lo realizza con la semplicità, la naturalezza, la misura, il bel modo e il discernimento richiesto dall'Amore.

Egli vi applica tutte le potenze e le delicatezze del suo spirito, del suo Cuore, della sua vita.

Così la SS. Vergine Maria, intimamente unita all'opera redentrice del suo divin Figlio, visse una vita simile alla sua, a contatto e in conformità del mondo contemporaneo, accettando e vivendo quel modo di apostolato con tutta la profondità e la dolcezza della carità.

Il Catechista, per vocazione e scelta divina, deve rimanere egli pure in mezzo al mondo, a contatto e in conformità del suo ambiente provvidenziale, accettando di tutto cuore questo modo di partecipazione alla Redenzione con tutte le conseguenze facili o difficili e compiendola con semplicità, naturalezza, discrezione, gioia e distacco da se stesso, sapendo di fare così la volontà di Dio e applicandovi perciò tutte le risorse e tutte le attività della sua carità.

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