Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949

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Fine dell'Unione

Mezzi dell'apostolato

2. L'edificazione

L'edificazione abbraccia tutto ciò che può aiutare a consolidare e accrescere l'edificio spirituale nostro e quello del prossimo.

Essa non consiste nell'apparire, ma nell'essere affinché tutti i contatti col mondo siano per noi un'occasione per avvicinare le anime a Dio, dovere questo della nostra vocazione che si presenta con esigenze particolari e grazie appropriate.

Come edificare?

Vivendo realmente e costantemente il proprio ideale di santità nella fedeltà alle virtù religiose solide:

umiltà, carità, abnegazione.

La condotta dei catechisti dev'essere tale che si possa riconoscere che essi sono interamente del Signore e che il solo vederli richiami il pensiero di Dio.

In che cosa edificare?

In tutto, condotta, conversazione, ecc.

Con la forza dell'esempio tanto più efficace quanto più è vicino, attraente, imitabile; azione del simile sul simile.

Perciò essere modelli in tutte le circostanze e in tutte le situazioni, anche in prigione se gli avvenimenti ci portano là.

Con la conversazione, mezzo pratico, d'ogni giorno ed efficacissimo di apostolato, imitando Nostro Signore che passò su questa terra "conversando con gli uomini" ( Bar 3,38 ).

Il S. Vangelo racconta le sue conversazioni con Nicodemo, la Samaritana, i discepoli di Emmaus, ecc.

La conversazione è un'arte che ha le sue leggi.

Bisogna saperla iniziare a proposito, sostenerla con interesse, dirigerla con abilità e zelo, sfruttarla per quanto è possibile per la gloria di Dio e il bene delle anime.

Chi edificare? Ogni prossimo.

Prima di tutto i più prossimi, nell'ambiente familiare, ciò che richiede una grande e continua virtù perché quelli coi quali si convive vedano in noi il riflesso della nostra unione con Dio.

Tutti quelli coi quali noi abbiamo qualche relazione, il mondo che è perverso ma logico nei suoi giudizi, "il solo servizio che egli può renderci è quello di avvertirci spietatamente dei nostri difetti" ( Santa Teresa, Autobiografia, cap. 31 ).

Perciò importa, pur restando nello spirito della vocazione, evitare "tutto ciò che potrebbe essere biasimato con ragione" singolarità, affettazione, bizzarrie d'umore, esagerazioni, ecc.

Edificare la nostra famiglia religiosa evitando anche le più piccole concessioni all'io egoista e vanitoso, ogni resto di mondanità, difetto di serietà religiosa, la poca padronanza di sé, il lasciarsi andare senza ritegno, i propositi inconsiderati e tutti quei piccoli scandali che abbasserebbero sensibilmente il livello della regolarità e del fervore;

al contrario praticando con la semplicità, la naturalezza e la perfetta fedeltà comandata dall'amore tutti i doveri della vocazione, dando quell'edificazione reciproca che innalza il livello generale del fervore.

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