Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti

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Povertà della Congregazione

Art 12

Il dovere, tra i Catechisti Congregati, di mettere in comune i beni che loro rimangono in più di un onesto necessario, è richiesto dalla Carità fraterna e dal Voto di Povertà proprio della loro Congregazione.

Essi non potrebbero mai dire con sincerità di amarsi l'un l'altro, se tra loro, che formano in Gesù Cristo un solo Corpo, rimanessero senza soccorso quelli che si trovano in necessità, perché non venne offerto da chi poteva darlo.

"Chi avrà dei beni di questo mondo, e vedrà il suo fratello in necessità, e chiuderà le sue viscere alla compassione di lui:

come mai è in costui la carità di Dio?" ( 1 Gv 3,17 ).

Con il voto di Povertà i Catechisti rinunciano, per motivo di religione, all'uso e all'amministrazione indipendenti dei beni temporali e sottopongono ogni loro atto relativo, al beneplacito dei Superiori della Congregazione Anzi, la Congregazione stessa ritiene il diritto di essere preferita, nella distribuzione caritativa del soprappiù, a tutti gli altri, eccetto i casi di doveri verso persone ridotte all'estrema necessità.

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