Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti

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Povertà della Congregazione

Art 14

Al dovere di sovvenire la propria Congregazione, il Catechista può mancare per difetto o per eccesso.

Manca per difetto quando non osserva l'obbligo stretto, contratto col Voto di Povertà, di contentarsi di un onesto necessario conforme alla sua condizione, alle sue necessità, ai suoi obblighi;

e poiché nessuno è buon giudice in causa propria, il Catechista dovrà stimare ciò che gli permette quest'onesto necessario, basandosi sui consigli del S. Vangelo e sulle decisioni dei Superiori.

A condizioni uguali, che ha di più dovrà dare di più:

"Se avrai molto - diceva il Santo vecchio Tobia al suo figliuolo - darai molto;

se avrai poco, darai poco".

Può avvenire però, che con minor quantità di beni si possa dar molto, e con molti beni si possa dare poco.

Ciò dipende dalla condizione e dagli obblighi più o meno gravi di ciascuno.

Una coscienza retta, il disprezzo del mondo, un vero desiderio di rassomigliare all'Uomo-Dio, preservano, su tal punto, dagli inganni dell'amor proprio.

Si deve notare inoltre che non c'è condizione, eccetto quella dell'indigenza, nella quale non si possa dare qualcosa per le buone opere, specialmente quando si sta attenti a distinguere le necessità vere dalle immaginarie, e si lavora costantemente a diminuire queste ultime, senza però lasciarsi trasportare da un fervore indiscreto.

Il consiglio di un uomo prudente e soprattutto quelli dell'Obbedienza saranno, in questo, non solo utili ma necessari.

Si deve inoltre stare attenti a non aumentare i propri obblighi e non cercare, per amor proprio, di elevarsi sopra la propria condizione;

anzi, rimanendo in essa, avere un tenor di vita media.

La propria condizione non si deve lasciare che quando la Divina Provvidenza, con una serie di avvenimenti inattesi, manifesta la volontà di Dio a tale riguardo e dopo aver il consenso di chi rappresenta Dio.

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