Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti

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Pratiche di pietà

Comunione quotidiana

Se possibile, come per la S. Messa, a meno che il confessore consigli diversamente.

Una volta non si andava alla Comunione senza il permesso del Confessore, ma dopo i decreti di Pio X nessuna confessore può mettere dei limiti alle Comunioni di una persona in grazia di Dio e che si accosta con retta intenzione.

Però questa Comunione deve essere fatta spontaneamente non per rispetto umano o per farsi vedere;

quindi nei seminari e negli Istituti di Educazione sovente ben regolati nell'andare alla Comunione non si sfila per banchi, ma può andare uno dal primo banco, uno dall'ultimo, uno di mezzo ecc..

Le persone adulte che vivono in società se non vanno alla comunione nessuno ne fa caso.

La chiesa vuole che ci sia la massima libertà nella Comunione e quando essa non comanda ( lo comanda solo una volta all'anno ) deve essere fatto come atto di amore, quindi massima libertà e spontaneità.

- Per retta intenzione s'intende che si deve fare la Comunione per i fini per cui è stata istituita:

di dar gloria a Dio, di vincere le tentazioni, di far piacere a Gesù, non per farsi o non farsi vedere o per abitudine.

La retta intenzione può essere varia, purché sia una di quelle intenzioni messe da Gesù stesso nell'istituire questo sacramento.

Sarebbe desiderabile che dopo la S. Messa con la Comunione ci trattenessimo un po' con Nostro Signore, perché la Comunione non ha effetto istantaneo ma prolungato;

trattenendosi con Gesù, l'anima riceve sempre un aumento di grazia finché ci sono le specie eucaristiche ( da 1/4 d'ora a 20 minuti ).

È quindi bene prolungare il ringraziamento dopo la Messa,

Ma se uno fosse già stato ad una Messa lunga, con Omelia, con lunga Comunione infra Missa, avrebbe già fatto prima quello che non poteva fare dopo.

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