Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti

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Pratiche di pietà

Visita di pensiero

Questo è un telefono senza fili che funziona sempre;

possiamo metterci in rapporto con N. Signore anche se non vediamo niente di esterno, sappiamo che Gesù è in quella tal chiesa e ci uniamo a Lui.

Per la visita al SS. Sacramento ci sono veri metodi che possono essere applicati con maggiore o minore larghezza.

I. Un primo metodo è quello di dividere quei pochi minuti che si possono dedicare al SS. Sacramento in atti di adorazione, ringraziamento, espiazione, domanda.

Adorare: annientarci davanti alla Maestà divina, riconoscere la nostra infinita miseria, la nostra nullità davanti all'immensità del Signore il quale si degna di mettersi alla nostra portata, di ascoltare le nostre parole.

Ringraziare - Far passare brevemente in rassegna i benefici più recenti ricevuti, effondere il nostro animo in atti di ringraziamento al Signore per i benefici ricevuti da noi, dai nostri cari, dalla Chiesa, dalla nostra Unione.

Riparare - Mentre io sono qui, quante bestemmie si innalzano e quante offese al Signore.

In mezzo a tanta caligine, almeno un raggio di luce, una debole fiammella si alzi a riparare;

offrire al Signore le nostre preghiere come un risarcimento di tanti oltraggi che Egli ha ricevuto e riceve.

Domandare - Di quale grazia più urgente abbiamo bisogno?

Chiediamole a Gesù che è là con le mani ricolme di grazia per i suoi fedeli devoti.

II. Altro metodo: Fare una lettura- preghiera:

che non sia semplicemente lettura ma preghiera insieme, fare nostri quei sentimenti e ripresentarli a Gesù.

Può essere la lettura del quarto libro dell'Imitazione di Gesù Cristo.

III. Terzo metodo è quello del rosario di giaculatorie;

si piglia il rosario e si recita ad ogni decina invece dell'Ave una giaculatoria, quella che si vuole:

"Vi adoro ogni momento o vivo Pane del cielo, gran Sacramento.

- Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS. e Divinissimo Sacramento", oppure delle giaculatorie evangeliche cioè fatte con frasi del vangelo:

"Signore Tu sai che ti amo" come S. Pietro, si può ripetere dieci volte cercando di avere i medesimi sentimenti dell'Apostolo quando rispose così a Gesù.

- Cerchiamo di avere i sentimenti del Centurione e diciamo: "Signore io non son degno …".

Qui c'è già una preparazione remota alla Comunione dell'indomani.

Oppure con S. Elisabetta: "Chi sono io perché il mio Signore venga a me?" o le stesse parole della Madonna "Magnifica".

Nelle tentazioni "Signore accresci la mia fede".

Quando siamo nelle caligine diciamo. "Signore che io veda".

O altre simile c'è un'altra comunione spirituale: la comunione con la SS: Trinità.

Entriamo nel santuario della nostra coscienza e adoriamo la SS. Trinità che vi abita con la grazia santificante.

Pochi pensano a questa visita, eppure è verità dogmatica che la SS. Trinità abita nell'anima in grazia.

È giusto che di tanto in tanto ci raccogliamo in noi stessi e adoriamo Dio Padre, Figliuolo e Spirito Santo.

La terza parte del S. Rosario: Deve essere recitato il più possibile bene, non automaticamente.

Siccome si ripetono sempre le stesse preghiere c'è il pericolo che si ripetano solo con le labbra, bisogna reagire, fare un po' attenzione almeno quando si recita il mistero.

Giova anche indirizzare le varie decine a qualche fine particolare.

Proporre che la prima decina sia sempre per l'Unione, per i Confratelli ecc..

E quando non si può recitare il Rosario?

In qualche giornate campale non si è avuto un momento di tempo, alla sera si è stanchi da non poterne più;

anche in questo caso recitiamo almeno una decina come affermazione del nostro amore a Maria.

Se poi il Rosario si può recitare in chiesa davanti al SS. Sacramento, anche chiuso nel tabernacolo, c'è l'indulgenza plenaria.

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